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Autore: eppy    29/06/2015    5 recensioni
Quando presente e passato si fondono, le convinzioni vacillano, le barriere si spezzano, desideri mai conosciuti sconvolgono, vecchi sospiri ritornano, e inevitabilmente, cominciano i casini.
Emma è testimone dell'esistenza di un passato che per lui è stato troppo breve e bello, e lo ha lasciato con l'amaro in bocca.
Ethan è semplicemente il ragazzo che è stato capace di farle tremare le ginocchia senza aver mai incrociato i suoi occhi, e che lei, a distanza di anni, ha inserito in una parentesi della sua vita che considera conclusa.
Londra è la meravigliosa città che ospita la vecchia biblioteca che inneschera' i sopracitati casini.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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EMMA

La mattinata a scuola trascorse tranquilla, fino a quando Brown non venne a chiamarmi nel bel mezzo della spiegazione degli 'aggettivi dimostrativi' in terza. Uscii dalla classe, scusandomi con la Frassati, e segui il bidello fino al cancello dell'edificio scolastico. La fuorì mi aspettava un fattorino, che prima che potessi anche solo spendere tempo per pensare a cosa mai volesse da me o cosa avesse da consegnarmi, mi chiese conferma dell'indentità e mi fece firmare una ricevuta, prima di sparire all'interno del furgocino, e fare capolino qualche secondo dopo. Il suo corpo da omaccione quasi completamente coperto da un mazzo spropositamente grande di rose rosse.

Impreparata a un'uscita del genere, lo presi tra le braccia, inebriandomi le narici di quel profumo così fresco, cercando in tutti i modi di non star avvertendo un vero e proprio senso di inspiegabile soffocamento.
Rientrai a scuola, sotto lo sguardo curioso del mio bidello preferito, e mi rifugiai per qualche minuto nella sua stanzetta personale (dove teneva pure la macchinetta del caffè), mi liberai di tutte quelle rose posandole sulla sua scrivania.  Non sapevo bene che pensare di quel gesto così inaspettato e dolce, ma ero abbastanza sveglia da accorgermi perfettamente di non star reagendo nel modo in cui lui avrebbe sperato reagissi.
Trovai un bigliettino bianco tra tutto quel rosso acceso, e la mia espressione non mutò di una virgola. Ricky non mi faceva più nessun effetto, e quella ne era la conferma più eclatante.
' So bene che non le conterai perchè odi la matematica, perciò ti informo che sono centottantatre, il numero dei giorni che siamo stati lontani. Pensaci Emma, ti prego. Ricky '
Va bene, aveva fatto una cosa dolce, lo ammetto, ma invece di telefonargli per ringraziarlo o provare l'irrefrenabile impulso di buttarmi tra le sue braccia, me ne stavo lì a guardare quelle rose con le labbra curvate in un sorriso tirato, troppo innamorata di un altro anche solo per pensarci, come mi aveva chiesto lui.
In quel momento mi resi conto che se fosse stato Ethan ad avermi mandato un mazzo di rose rosse a scuola, sarei corsa di lui correndo, infischiandomene di tutto il resto, e gli avrei giurato amore eterno.
Quindi no: non sono d'accordo con chi dice che i gesti eclatanti non servono a nulla, perchè è quasi impossibile restare impassibili di fronte a dimostrazioni d'amore così, a patto però che si ami incodizionatamente l'autore di tali irresistibili follie. Altrimenti non servono a nulla.
Con un'espressione che era un misto tra il meravigliato e lo spaesato, ritornai in classe, e soltanto alla fine dell'orario scolastico andai a prendermi le rose, e rischiai di inciampare più volte per strada a causa di quell'ingombro.  Persino in una metropoli così varia e multietnica come Londra, non doveva capitare tutti i giorni di vedere camminare per strada, in pieno centro, una ragazza con tanto di enorme pancione ed enormissimo boquet correlati; mi sentivo gli occhi di tutti addosso, motivo per cui tentai di affrettare il passo, senza perdermi ad amminare il distretto di Westminster come facevo praticamente tutti i giorni. 
Avanzai a passo spedito, diretta verso uno dei take away che preferivo, i cui preparati avrei successivamente portato all'Old London per mangiarli con Ethan, e soltanto dopo averlo superato, mi accorsi di un barbone, che avevo notato in quello stesso posto anche diversi giorni prima. 
A quel punto feci qualche passo indietro, annusai di nuovo le rose, e poi agii d'istinto.
" Sono sicura che siano fresche di giornata, perciò ne appofitti e vada nei pressi di un grande magazzino, di una scuola, o di Buckingham Palace, e le venda una ad una ai turisti, i ragazzi, ai mariti e agli innamorati" dissi, posandogli tutto il mazzo accanto e godendomi per un secondo quell'espressione di pura contentezza, e quella luce di gratitudine che attraversò gli occhi di quell'uomo. Poi scappai, tirando dritto per la mia strada, con la consapevolezza di aver apprezzato il gesto di Ricky, ma felice più che altro perchè grazie a lui forse avevo aiutato un pover'uomo a portare un bel regalo ai propri figli, se ne aveva.
Io che me ne facevo di tutte quelle rose? Non sarebbero mai riuscite a mettere in discussione ciò che provavo per Ethan Harrow.

Una mezzoretta più tardi, oltrepassai  la soglia dell'Old London con un vassoio colmo di pietanze fumanti tra le mani. 
" Non mi dire che sei chinato sui libri per tua spontanea iniziativa!" lo presi in giro, avvicinandomi per poggiare il cibo sull'altro tavolino
" Ogni tanto i miracoli accadono" e le sue labbra si aprirono in un caloroso sorriso uccidi-tutti-i-neuroni
" E tu? Non avevi una riunione che vi avrebbe tenuta impegnata tutto il pomeriggio?" mi provocò, senza smettere di mandarmi in tilt con quell'irresistibile sorriso
" Ogni tanto le bugie si dicono" gli feci eco "a fin di bene" aggiunsi un attimo dopo, ricordandomi ciò che avevo detto a Ricky per dissuaderlo dall'idea di pranzare insieme
" Speravo tanto che fosse una bugia" confessò con un sospiro, e l'attimo dopo mi baciò l'angolo delle labbra mozzandomi il respiro.
" Comunque sì, i miracoli ogni tanto accadono...altrimenti non ti avrei mai incontrato" sussurrai, quando recuperammo un po' di distanza
" Addirittura un miracolo?! Ma quanto ero importante per te, eh?" mi guardava dritto negli occhi
" Molto" ammisi "molto più del dicibile" ..avrei dato tutto anche solo per poter avvertire per un perfettissimo istante le sue braccia stringermi forte
" E adesso?" ..ma ci faceva o ci era? Non poteva non accorgersi che lo amavo alla follia!
" Anche adesso sei importante. Tanto importante"
" E tu lo sei per me" ribattè convinto, gli occhi ancora fissi nei miei, ardenti di desiderio
" Per qualche motivo..lo avevo intuito" sussurrai a corto di fiato, sorridendogli con le guance rosse rosse
" Mmh..ma davvero?" mi afferrò la vita con una presa delicata ma decisa. Annuii soltanto, inerme tra le sue braccia.
" E da cosa lo avresti intuito?" continuò, il mio pancione ci impediva di far combaciare completamente i nostri corpi
" Da questo?" si chinò su di me, solleticandomi il collo con le labbra
" O da questo?" risalì lasciandomi una scia di baci, fino a raggiungere il mento, e poi la bocca.
Fu un bacio dolce e fugace, ma mi fece vibrare lo stesso ogni terminazione nervosa. Dio, mi sentivo come se fossi diventata di gelatina...
" Soprattutto da questo" sussurrai, prendendogli le mani tra le mie e portandole all'altezza del mio pancione.
Ethan mi regalò il più bello dei sorrisi, confermandomi in quel modo di aver fatto centro. Le sue carezze in quella particolare parte del corpo, mi avevano fatto capire quanto lui tenesse a me più di ogni altra cosa.
" E' stato bravo Harry stamattina?" domandò, senza smettere di accarezzare, spupazzare e baciare teneramente il pancione
" Chi scusa?" domandai divertita
" Devi seriamente cominciare a pensare a un nome per tuo figlio, Em" sostenne, con un tono più serio. Sapevo bene che avesse ragione.
" Ti piace Harry?" ancora quel sorriso impertinente e quel luccichio negli occhi
" Io credo che gli starebbe bene, lo sai? Spero proprio che prenda tutto di te e niente di quel cretino patentato.
Sarebbe bello se avesse gli stessi tuoi occhi, le tue sopracciglia, il tuo naso, le tue labbra, il tuo mento, le tue dita, i tuoi capelli.." 
Non potevo resistere a tanta dolcezza, no..non potevo, non ci riuscivo. Santissimo Ethan Harrow!
" Tra poco lo scopriremo come saranno i suoi occhi" di colpo, realizzai, e a quel punto non riuscii a evitare di agitarmi per il parto.
Lui se ne accorse all'istante "che c'è? che stai pensando?" domandò, le sopracciglia aggrottate e tanta dolcezza nella voce, le mani a carezzarmi una guancia
" Ho sentito dire in giro che il parto in sè per sè non è esattamente uno dei momenti più felici della vita di una donna" commentai ironica
" Non migliorebbe nemmeno se il qui presente Ethan Harrow ti tenesse compagnia stringendoti la mano e rassicurandoti?" 
" Non diamoci troppe aria adesso, signor qui presente!" lo presi in giro, di nuovo rilassata, e lui mi guardò con un cipiglio alzato. Dio, l'avrei baciato fino a consumarlo tutto.
" Non hai risposto alla mia domanda, piccola" mi provocò a sua volta, facendosi ancora più vicino di quanto non fosse.
Alzai gli occhi al cielo " Sì, migliorebbe..ma penso proprio che come ogni comune mortale finirai per scappare a gambe levate non appena mi si apriranno le acque"
" Invece io voglio starti accanto" insistette, cocciuto come un mulo, e tenerissimo
" Aspetterai me e Harry all'uscita della sala operatoria, ma andrà bene lo stesso" sì, mi sarebbe andata più che bene se le cose fossero andate così.
" Chi scusa?" mi riprese, il sorriso che gli andava da un orecchio all'altro
" Stavo provando come suonava" mi giustificai, rendendomi conto di aver chiamato il bambino con lo stesso nome con il quale lui lo aveva chiamato poco prima
" Io dico che vedrò Harry ancora prima di te. Scommettiamo?" mi sfidò, aveva tutta l'aria di essere uno felice
" Cosa?" domandai, mal fingendo disinteresse 
" Una valanga di baci" propose, audace come al solito
" Quelli li vinceresti ogni volta che sorridi" mi lasciai scappare, e prima che potessi arrossire o farneticare qualcos'altro, mi attirò a sè, si mise seduto e mi fece spazio tra le sue ginocchia.
Ero sicura di pesare un po' troppo, ma a lui pareva non fare nè caldo, nè freddo. Si limitò ad avvolgermi le braccia intorno al corpo e baciarmi sulle labbra con tenera passione.
" Pensiamo dopo alla scommessa" disse tra un bacio e l'altro
" E anche al pranzo?" ..non era la prima volta che finivamo per saltarlo, per un motivo o per un altro
" No quello no, altrimenti Harry brontola" e mi baciò di nuovo, a lungo, in perfetto contrasto con quelle parole
" Penso che brontoli di più il tuo stomaco" lo presi in giro, poggiandogli le mani sul petto per mettere fine a quei baci, ovviamente controvoglia.
Era un mangione..divorava qualunque cosa gli capitasse a tiro. E nemmeno io scherzavo sotto quel punto di vista.
" Tu sei perfetta per me" e così, con quattro parole, fece fare capriole al mio cuore.
Dopo aver pranzato, trascorremmo il pomeriggio a studiare, e a baciarci. Forse più a baciarci che a studiare, e Dio..fu una bellissima giornata.

Circa quarantotto ore dopo, il venerdì sera, aspettavo che Ricky passasse a prendermi.
Avevamo un appuntamento, ma l'unica ragione per la quale avevo accettato di vederlo andava attribuito al fatto che volessi mettere in chiaro le cose tra di noi, e quella volta in modo definitivo. Qualche giorno prima lui mi aveva detto che avrebbe atteso fino al venerdì sussessivo per una risposta alla sua proposta, e anche se avevo deciso che avrei detto di no praticamente all'istante, gli avevo promesso che ci avrei pensato su, e lo avevo fatto in quei due giorni, ci avevo pensato davvero, finendo soltanto per trovare conferma alla decisione che avevo già preso.
A nulla erano valsi i suoi tentativi di sciogliermi il cuore con gesti eclatanti come il mazzo di rose, lo striscione che avevo trovato appeso alla finestra di quello che era stato il nostro appartamento, la seconda e la terza colazione che mi aveva fatto recapitare a casa, e persino il vestito scintillante e attillatissimo con tanto di pochette che mi ero ritrovata a ritirare dalle mani di uno stupito fattorino.
Era bello quel vestito, non potevo negarlo, e nel bigliettino allegato c'era scritto che gli sarebbe piaciuto se lo avessi indossato quando ci fossimo incontrati per decidere della nostra sorte..ma non avrei potuto farlo nemmeno volendo. Mi ero accorta che non mi sarebbe entrato senza nemmeno provare a misurarlo..dubitavo fortemente che mi sarebbe entrato persino se non fossi stata incinta.
Ma dove ce l'aveva la testa? Cos'è..si era addirittura dimenticato che aspettassi un bambino?
Che non lo mai aveva considerato più di tanto era un dato di fatto, ma addirittura comprarmi un vestito del genere, spudoratamente corto e stretto per quelle che erano le mie forme in quei mesi particolari...non capivo, non capivo proprio come avesse fatto a fare una cazzata del genere. Non me l'ero presa per l'abito in sè per sè, che tra l'altro doveva pure essergli costato una piccola fortuna, quanto per il fatto che aveva dimostrato pur se non intenzionalmente, il suo totale disinteresse nei confronti della creatura che mi portavo dentro.
Eravamo alle solite, non era cambiato nulla: era tornato promettendomi un futuro insieme in Germania, come una famiglia, ma continuava a volere me e basta, e quel vestito così sexy ne era la dimostrazione più eclatante. Che si era messo in testa? Che voleva davvero, da me? Per la prima volta in quasi sette mesi, pensai che nella sua testa si fosse innescato un meccanismo malato che avrebbe potuto portarlo a dire,  e a promettere anche le cose più assurde, quelle che pensava che io volessi sentire, pur di non perdermi, o meglio ancora, pur di non permettere a Ethan di starmi accanto.
Forse non si rendeva conto che io desideravo esattamente quello, o forse se ne rendeva conto troppo bene.
In ogni caso, avevo risposto il vestito nella scatola e mi ero rimpromessa di riportarglielo, spiegandogli le mie motivazioni e pregandolo di riportarlo al negozio e magari scambiarlo con qualcosa che avrebbe preso per se: non sarebbero stati i suoi regali a farmi vacillare. Poco ma sicuro, sapevo ciò che volevo, e non ero disposta a rinunciare al ragazzo che mi aveva rubato cuore e anima a soli sedici anni nel modo più puro possibile, senza nemmeno sfiorarmi fisicamente, travolgendomi solo emotivamente.
Io..non sarei mai più riuscita a provare lo stesso per qualcun'altro, e con Ricky..sì, ero stata bene, avevo trovato la mia stabilità, ma avevo scoperto che mi piaceva molto di più quel senso di vertigine permanente che avevo sentito per la primissima volta quando Ethan mi aveva stretto forte a sè.
Avevo realizzato di essermi accontentata, in un certo senso, della tranquillità e della dolcezza che mi aveva offerto Ricky, perchè ancora non sapevo cosa significasse voler scomparire tra le  braccia di qualcuno...a sedici anni, lo avevo immaginato, lo avevo disperatamente agognato, ma non mi ero mai potuta confrontare con la realtà. E invece, dopo aver provato sulla mia pelle cosa vuol dire annegare in un paio di occhi, rischiare di svenire per un certo sorriso, e tremare tutta dal desiderio di essere di qualcuno nel senso più carnale del termine, non ero disposta ad accontentarmi di niente di meno.
Volevo Ethan e basta, e la cosa più bella, incredibile, meravigliosa, e figa di tutte, era che anche lui mi voleva.
E avevo capito che non c'era storia quando mentre tenevo lo sguardo fisso sullo striscione che Ricky mi aveva dedicato, e mi era arrivato un banalissimo messaggio da parte sua,  io mi ero ritrovata a sorridere come una deficiente al cellulare, non alla dichiarazione d'amore.
'Rossa o blu?' era quello il contenuto del messaggio al quale Ethan aveva allegato una foto di una macchina in miniatura che aveva intenzione di comprare per il compleanno di un cuginetto.
Io gli avevo risposto semplicemente 'rossa' con il cuore a mille, molto più presa dal giocattolo che dallo striscione sopra la mia testa, e lui un attimo dopo mi aveva scritto 'approvato'. Il giorno dopo l'avevamo incartata insieme, e aveva addirittura insistito perchè lo accompagnassi alla festa...mi aveva detto che non vedeva la sua famiglia da un po', che aveva trascorso insieme a loro il giorno di Natale, e che era stato invitato al compleanno, ma che non aveva molta voglia di prendervi parte. Sapevo che la rottura della band e il suo isolarsi dal resto del mondo rifugiandosi all'Old London, avesse influito anche nel rapporto con la sua famiglia, e mi dispiaceva un sacco, anche se mi pareva che da Natale a maggio le cose fossero migliorate parecchio..almeno il rapporto con sua madre era tornato quello di una volta, e lui diceva che era merito mio, anche se sinceramente non capivo perchè.
Comunque non lo avevo accompagnato alla festa..visto il pancione piuttosto evidente, mi sarei sentita un po' in imbarazzo, e avrei messo anche lui in una scomoda posizione..anche se ero più che sicura che sua madre, e tutta la famiglia, magari gentilmente informati anche da zia Meg, sapessero tutto di me.
Mi stavo ancora crogiolando nel momento in cui Ethan mi aveva chiamato alla fine della festa, e mi aveva tenuto al telefono per ore, raccontandomi di quanto suo cugino avesse apprezzato il suo regalo, e lo avesse costretto a giocare con lui per tutto il tempo, parlandogli di qualunque cosa gli passasse per la testa con la spontaneità tipica di un bambino, e impicciandosi dei fatti suoi, chiedendogli persino se avesse una ragazza da portare in auto come credeva di poter fare lui con una sua amichetta speciale. E con un filo di voce, Ethan mi aveva detto di avergli risposto di sì: anche lui ce l'aveva un'amichetta speciale.
Stavo ancora pensando a quelle parole che mi avevano fatto sciogliere il cuore più di qualunque altra cosa che a giorni Ricky sarebbe arrivato a scrivere persino dei muri, quando il mio ex ragazzo arrivò, e uscimmo insieme come gli avevo promesso.
Durante il viaggio in macchina gli spiegai del vestito, e pur restandoci un po' male, alla fine lui acconsentì a portarlo indietro; poi, non appena giungemmo al ristorante e prendemmo posto, non riuscii più a reggere quelle conversazioni che avevano il solo scopo di farci perdere tempo, e gli dissi chiaramente che non sarei partita con lui.
" Sei sicura? Ci hai pensato bene?" lo sguardo di colpo vitreo, e il tono più voce freddo, spaventato, minaccioso..non sapevo definirlo nemmeno io
" Ci ho pensato..e la mia risposta è no" ribadii, convinta
" Non vuoi venire con me?" "no" sussurrai, consapevole del fatto che non sarei mai riuscita a staccarmi da lui sul serio
" Aspetto tuo figlio e ovviamente tu avrai tutti i diritti su di lui...ma non su di me" chiarii..non che non gli volessi più bene, per me era stato importante, e tanto anche, però amavo un'altra persona..il mio cuore era sempre appartenuto a Ethan Harrow, ed ero io ad averlo capito troppo tardi. Era il destino ad averci tenuti lontani per troppo tempo, ma noi eravamo fatti l'uno per l'altra. A sedici anni lo avevo già intuito, poi avevo fatto l'ipossibile per dimenticarmene, e pensavo pure di esserci riuscita, ma mi erano bastati quegli occhi così belli e così rari, e quel sorriso così maledettamente dolce e impertinente, a confondere pericolosamente la carte in tavola.
" Non mi interessa di questo bambino,ok? Io voglio solo sapere se tu mi ami" sputò quasi con rabbia, accorgendosi un istante dopo della potenza e del significato delle proprie parole.
Avevo avuto ragione io: non aveva mai voluto il bambino, voleva me e basta, me a tutti i costi, quasi come se fosse diventata una malattia, ed era disposto a chissà quali follie per avermi, per possedermi. Lui mi amava, di quello ne ero sicura, ma non era più un amore sano, e prima o poi avrebbe potuto finire per sfogarsi di tutti i sacrifici e le stupidaggini che aveva fatto per tenermi con sè, proprio su Harry.
Già, Harry mi pareva proprio un bel nome per mio figlio.
" Scusami Ricky, io non avevo previsto nulla di tutto questo..ma no, non ti amo"
" Non sei mai riuscita a dimenticarlo sul serio quell'uccellino canterino da quattro soldi, vero?" alzò il tono di voce, facendosi sentire dal resto del locale
" Lui ti ha rubato il cuore quando eri ancora una ragazzina, e ci hai provato, hai provato ad accontentarti di un ragazzo normale come me durante questi due anni, perchè dello sfigato non si sentiva più nemmeno parlare..poi, di punto in bianco lo incontri (e  ho finalmente capito dove vi siate visti per tutto questo tempo!) e scopri di non aver mai smesso di amarlo, non è così?
Non te lo hanno insegnato gli stupidi libri d'amore che ti leggi la sera, che la tecnica del 'chiodo scaccia chiodo' non funziona mai?
Eh? Rispondimi! Non te lo hanno insegnato?...che stronza.."
" Non ho mai voluto prenderti in giro, e lo sai anche tu, ma se adesso vuoi far finta di non crederci, sei libero di farlo"
"Fai buon viaggio, ok?" dissi soltanto, a testa alta, afferrando la giaccia e scappando da quel posto e da lui. Mai come allora, ero sicurissima di aver fatto la scelta giusta. Non avevamo più nulla da dirci.



BUONSALVEEEE!!!
Eccomi ritornata :DDD
Gli esami sono fniti, e anche per me è ufficialmente iniziata l'estate...che bellezza, non vedevo l'ora :DDDD
In ogni caso, spero che il capitolo vi sia piaciuto, e vi anticipo già che tra una mezzoretta al massimo, andando a curiosare sul mio profilo, troverete una nuova storia ;)
Poi volevo dirvi anche un'altra cosa: ho aperto un profilo instagram per condividere le frasi e le citazioni tratte da questa storia, e dalla nuova..quelle che ritengo siano più belle. Perciò, se anche voi amate come me Emma e Ethan, seguitemiiiiiiii :) Mi chiamo 'eppyeppy96' :DDD
Grazie come sempre per il vostro sostegno, un bacione, e a prestooooooo <3<3<3









































  
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