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Autore: semplicemente chiara    30/06/2015    0 recensioni
Una ragazza normale vive la sua vita travagliata, ma normale, in un piccolo appartamentino a Londra in compagnia della sua famiglia,o di quello che ne resta, ancora in vita, dopo il tragico incidente avvenuto in seguito alla nascita della piccola e del suo adorabile fratellino, gemello in realtà. La sua vita travagliata rimarrà tale a lungo, circa 11 anni a dirla tutta, ma per lei, quella che chiamerà routine rimarrà fantastica in qualunque contesto verrà posta, magica o meno. Quindi si ritroverà presto costretta ad attuare un passo piuttosto significativo per lei, ma anche per la sua famiglia ristretta, ma pur sempre famiglia. Ma c'è qualcuno nel suo ambiente familiare che già sa cosa le succederà presto e non sarà poi tanto sconvolto appena la piccola rifiuterà categoricamente il suo ruolo e la sua vera natura e sgranerà i suoi piccoli occhietti vispi alla vista di un oggetto che parla di cose così strane e surreali, idiozie, insignificanti e assurde idiozie.
Fine introduzione ho già anticipato troppo se volete saperne di più leggete la storia, grazie infinite per l'attenzione e buona lettura.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Il suo respiro  affannato rimbalzava sulle pareti e le ritornava alle sue orecchie.  Guardava fisso la parete bianca mentre le gocce di sudore, le scendevano lente sul viso unendosi alle lacrime salate che rigavano la guancia destra. Poi entrambe, l' una abbracciata all’altra arrivavano alle lenzuola, lasciando un leggero alone, che occupava l'unico spazio asciutto rimasto. In seguito,  la ragazza si risvegliava da quella specie di trance e si alzava lentamente scostando le lenzuola , dopo le rimuoveva dal letto e usciva lentamente dalla stanza aprendo la porta, che emetteva un leggero scricchiolio. Camminava a passo svelto, con i piedi nudi che emettevano un leggero eco appena toccavano il pavimento. Arrivata davanti a quella porta in legno di noce,probabilmente, la apriva, poggiava le lenzuola in terra e si dirigeva verso  il letto, dove una minuta figura giaceva con gli occhi chiusi, immersi forse in qualche sogno che ricordava la sua giovinezza, dopo, la ragazza poggiava le labbra sulla sua fronte e lasciava che una lacrima cadesse, fino a bagnare  le sue labbra. Solo dopo esser stata lì ferma per  un po’ a guardare,raccoglieva le lenzuola e si dirigeva verso il bagno, in quel luogo prelevava i vestiti presenti nella lavatrice e vi inseriva le lenzuola, dopo raccoglieva gli indumenti bagnati e si dirigeva verso il piccolo balconcino, presente in soggiorno, lo apriva lentamente e usciva fuori, disponeva in silenzio i vestiti ben tesi, in modo che si potessero asciugare in fretta e dopo si fermava  a guardare il sole, che si affrettava  a sorgere, in tutto il suo splendore e bagliore, dal retro di due splendide, ma ormai corrose dal tempo, montagne e la splendida e particolare stella sorgeva  in un impeto, cacciando via la luna, per risplendere in una serena e calma giornata di agosto. La ragazza attraversava infine la porta del piccolo balconcino, chinando lievemente la testa, e si affrettava ad andare verso la sua stanza, dove sistemava in modo preciso e pignolo le lenzuola, sul suo letto spoglio, facendo combaciare alla perfezione ogni singolo lembo con il margine del materasso, in modo da non far emergere una singola piega, che avrebbe rovinato quell' armonia che si era creata nel suo lato della stanza. Quando finiva prelevava i suoi vestiti ordinari dall’ armadio e si apprestava a dare un altro bacio sulla fronte, questa volta al suo fratellone, che come al solito era velato da un sonno profondo, dal quale difficilmente si destava non prima delle 11.15, durante il periodo estivo, ovvero quando i cancelli della scuola rimanevano chiusi, nel caso invece, questo edificio era aperto ed era giorno scolastico, la sorella lo svegliava con delicatezza, ma subito dopo aver provato con le maniere dolci, prendeva il sopravvento del suo corpo, il poliziotto cattivo, che non si creava scrupoli a gettare un secchio, pieno di acqua, gelata la maggior parte delle volte, sul viso del bell’ addormentato, come lo chiamava lei. Allora, si chinava sul capo del fratello, scostava i capelli, leggermente bagnati, e poneva le sue labbra al centro della fronte del ragazzo, poi alzava lentamente la testa e si dirigeva furtivamente verso il piccolo bagno su in soffitta, così casomai il fratello si sarebbe svegliato, cosa improbabile, non le avrebbe fatto spegnere il cellulare e di conseguenza fermare una canzone che stava ascoltando, quindi non avrebbe ascoltato più musica per il resto della mattinata, ed in quel giorno la musica  era la sua ancora di salvezza, ed interromperla, avrebbe significato affondare giù sul fondo del mare. Chiuse la porta del bagno e mise nel cesto per gli indumenti il suo pigiama, aprì la tenda della doccia, prima di compiere il primo passo,  fece partire una canzone e dopo i suoi pensieri svanirono, sotto l’ acqua calda che scorreva imperterrita sopra la sua pelle bianca.        
   
 
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