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Autore: Severus00    30/06/2015    7 recensioni
Questa storia rappresenta un'altra visione del mondo magico descritto dalla Rowling.
Naturalmente tutto è ambientato nella scuola e i personaggi sono i medesimi, ma la loro vita verrà stravolta.
Hermione Granger mostrerà un altro lato di sé, quello che fino ad oggi ci è rimasto sconosciuto.
Si accorgerà di provare dei sentimenti per una persona che fino a quel momento non aveva nemmeno preso in considerazione e si renderà conto che le emozioni non sono guidate dalla ragione, ma da un'istinto che giace dentro ognuno di noi.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Remus Lupin, Severus Piton, Viktor Krum | Coppie: Hermione/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ce l'ho fatta ragazzi! Sono riuscita ad aggiornare presto, quindi vi lascio a questo capitolo.
Non mi tirate pomodori o verdure di ogni tipo, vi prego...ho paurissima per questo capitolo e spero di non aver rischiato troppo. 
Spero che apprezzerete...*va a nascondersi sotto il letto* :(


Di uomini sconvolti, Minerva McGranitt, ne aveva visti parecchi. Alla sua veneranda età poteva dire per certo di averne visti abbastanza per più di una sola vita. Aveva affrontato due guerre magiche, aveva consolato moltissime persone ed era stata l'insegnante di altrettante, ma durante tutto il suo percorso non le era mai capitato di trovarsi difronte una situazione simile.
L'uomo che si trovava seduto davanti a lei non era esageratamente triste e neppure sconvolto. Sembrava quasi assente, i suoi occhi vagavano per la stanza e la sua espressione era più neutra del solito. Severus Piton non era certo una persona che faceva capire le sue emozioni, ma in quel caso si poteva facilmente intuire che qualcosa lo turbava, ed anche molto.
“Severus, vuoi dirmi qualcosa?” chiese dolcemente la preside.
Lo sguardo di Severus si spostò dalla finestra fino alla libreria che una volta era appartenuta a Silente, poi i suoi occhi si fermarono sulla donna che gli sorrise materna.
“Se ne va” fu l'unica cosa che riuscì a dire, in mezzo a tutti quei pensieri che aveva nella testa.
Anche se Severus non aveva detto il soggetto, Minerva sapeva benissimo a chi si riferiva.
“Sì, Severus, se ne va, ma solo per tre mesi”
“Mi dispiace Minerva, ti ho messo in una situazione pessima..."
“Non dire sciocchezze, Severus! I sentimenti non possono essere controllati, io lo so bene...”
“Non voglio perderla, non voglio fare lo stesso errore per la seconda volta”
“Parlale, Severus...non devi perderla se non è quello che vuoi”
“Lei deve partire, è l'occasione più grande che abbia mai avuto!”
“Sì, certo, ma lei tornerà”
“Sarà troppo tardi, Minerva, è sempre stato troppo tardi...”
“Sei innamorato, Severus?” chiesa la donna a bruciapelo.
Piton si alzò dalla sedia e rimase zitto per qualche secondo, forse anche qualche minuto.
“Nella mia vita c'era stata solo Lily. Mi ricordo ancora le lunghe passeggiate che facevamo nei giardinetti o i pomeriggi passati a parlare dei Dissennatori. Ho amato Lily come una sorella, ma la desideravo ogni giorno di più. Era strano, un'amore terribilmente sbagliato. Entrambi abbiamo fatto le nostre scelte. Io sono diventato un Mangiamorte ed ho sperimentato magie che non avevo sognato neanche nei miei pensieri più vivaci. Me ne sono pentito, Minerva. Quando Lily è morta il mondo mi è caduto inesorabilmente addosso. Era colpa mia. Sono andato da Silente e da quel giorno ho fatto di tutto per proteggere Potter, per ripulirmi la coscienza e per non vivere più con il senso di colpa. Tutto sembrava andare secondo il piano, la battaglia finale si stava avvicinando, quando il Signore Oscuro mi chiamò nella Stamberga Strillante. Non sapevo cosa volesse. Sono andato e quando ho realizzato che aveva intenzione di uccidermi ho capito che il grande piano di Albus non aveva funzionato: io non potevo dare a Potter l'informazione più importante. Per fortuna il ragazzo era lì e gli ho consegnato i ricordi. Poi è stato solo buio.”
Minerva stava singhiozzando e le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi. Severus non voleva guardarla e teneva lo sguardo fisso in un punto sul pavimento.
“Dopo che Nagini mi ha attaccato sono svenuto per diverse ore. La prima cosa che ho visto non appena i miei occhi si sono aperti è stato il suo volto: aveva dei tagli, era sporca, evidentemente stanca e preoccupata, ma nonostante ciò credo di non aver mai visto niente di più puro. Abbiamo passato quella notte insieme, addolorati e tremendamente soli. Mi ha curato, Minerva, e non solo a livello fisico. Mi ha curato dai mali che avevo dentro, dalla striscia di sangue che mi portavo dietro, dalle scelte sbagliate e dalle parole non dette. E non se n'è neanche accorta. Non si è accorta di quanta purezza riusciva a trasmettere agli altri, di quanta voglia di vivere mi ha dato ogni giorno.
Quando Hermione è tornata nella mia classe, a settembre, non sapevo cosa aspettarmi da me stesso. Non sapevo come avrei reagito nel rivedere i suoi occhi ambrati ed il suo sorriso luminoso. Ci ho provato, Minerva, credimi. Ho provato a resistere, ho provato a negare tutto, ho provato persino ad ignorarla completamente. Ma non ce l'ho fatta. Sono caduto ai suoi piedi da più tempo di quanto mi piace ammettere. Adesso capisci Minerva? Lei non è come Lily e non lo sarà mai! Lei mi accetta per come sono, con i miei mille difetti, il mio sarcasmo e il mio essere così nullo in confronto a lei!
Perché ammettiamolo, cosa sono io in confronto a così tanta bellezza, intelligenza, gioventù e coraggio? Zero, Minerva. Però lei voleva me anche quando le dicevo che non avevo più intenzione di vederla, anche quando le sbattevo la porta in faccia, anche quando la insultavo e quando giocavo con i suoi sentimenti! Pensavo che fosse una stupida, pensavo che una ragazza normale se ne sarebbe già andata, sarebbe fuggita per sempre da uno come me. Ho capito perché è sempre rimasta solo quando mi sono accorto che, per lei, sarei sempre rimasto anche io.”

Disse tutto questo con la voce tremolante e lo sguardo ancora puntato sulle mattonelle.
“Quindi sì Minerva, sono innamorato di lei” sentenziò infine l'uomo.

La donna aveva il viso rigato dalle lacrime e una mano sopra la bocca. Guardava Severus negli occhi e nel suo volto non si leggeva né pietà né arrabbiatura, ma solo comprensione.
“Meriti di essere felice più di chiunque altro, Severus, e sono contenta che l'amore abbia bussato alla tua porta”
Severus non rispose, si limitò a girare di nuovo lo sguardo verso la finestra.
“Sono patetico...”
“Non dire sciocchezze,Severus” disse Minerva “adesso devi solo provarci”
“E' troppo tardi”
La donna lo guardò ed ammiccò un sorriso.
Non è mai troppo tardi, mio caro ragazzo” disse Albus Silente dal suo quadro, togliendo le parole dalla bocca di Minerva.



****

 

 

Nel frattempo Hermione era sola nel suo dormitorio con davanti due valige piene di vestiti e libri. Le guardava da almeno mezz'ora mentre nei suoi pensieri c'era una sola persona. Ammirava il lungo vestito smeraldo e si ricordò della notte del loro primo bacio, sulla torre di Astronomia. Scrutò i vari libri presenti nel suo baule e prese il manuale di pozioni. Lo aprì e vide gli appunti che aveva preso in ogni pagina, i piccoli disegni che faceva in classe ai lati dei fogli e le parti evidenziati. Osservò la spiegazione dell'Amortentia e si ricordò di quel giorno in cui annusò la pozione e percepì il profumo di lui insieme alla pergamena ed all'erba bagnata. Muschio. Quella dolce fragranza che la faceva sempre voltare ogni volta che la sentiva, perché si immaginava di trovarsi dietro lui, con il suo ghigno beffardo e il suo sguardo intenso.
Si accorse di essersi innamorata di lui quando avrebbe sacrificato tutto pur di stare almeno qualche minuto tra le sue braccia. Ma era un'amore sbagliato e Severus se n'era accorto. Lui non voleva rischiare, lui non le aveva mai dimostrato di essere innamorato di lei. Hermione non voleva fare un salto nel buio e non voleva perdere l'occasione più importante della sua vita. Sarebbe andata avanti, avrebbe incontrato nuove persone e chissà, forse anche l'amore della sua vita. Un amore ricambiato.
Osservò per un attimo le due lettere che erano sul letto: Harry e Ron avevano risposto al suo gufo proprio quella mattina. Harry era entusiasta per quella occasione e Ron...beh, Ron l'aveva perdonata e le aveva detto che si era pentito del suo comportamento. Stava frequentando un'altra, una ragazza babbana che faceva la giornalista per una rivista locale. Era felice ed Hermione lo era per lui.
“Vuoi una mano?”
I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce della sua migliore amica, Ginny Weasley.
“Sì, grazie Ginny”
Le due ragazza misero a posto tutto e chiusero i due bauli strapieni di roba.
“Mi mancherai tantissimo” disse la rossa ad Hermione
“Anche tu, Ginny...ti voglio bene” rispose la ragazza abbracciandola.
“Devi scrivermi ogni santo giorno, Herm! Devi tenermi aggiornata e io ti dirò tutto quello che succede qui ad Hogwarts! Questi mesi passeranno velocemente e poi staremo insieme per una settimana intera, 24 ore su 24, per recuperare il tempo!”
Una lacrima, seguita da molte altre, invasero il viso di Hermione.
“Sei unica, Ginny”
In quell'istante Hermione realizzò che doveva confessare alla sua migliore amica ciò che provava per Severus. Se lo meritava: lei c'era sempre stata, in ogni istante bello o brutto e doveva sapere il grande segreto che teneva nascosto a tutti.
“Ginny, prima di andarmene devo parlarti di una cosa” disse la ragazza togliendosi dalla stretta dell'amica, che annuì convinta.
“Mi devi promettere che non ne parlerai con nessuno, nemmeno con Harry e Ron, per il momento” disse la ragazza.
“Certo, hai la mia parola”
“Ecco, vedi...” iniziò Hermione, non sapendo bene quali parole scegliere “io sono innamorata” concluse frettolosamente.
“Questo l'avevo capito da un bel po', Herm”
“Eh, si...però, Ginny promettimi che non mi giudicherai e non ti arrabbierai con me!”
“Sono o non sono la tua migliore amica? Non ti giudicherei mai!”
“Sono innamorata di Severus” disse quella frase con una velocità allarmante, e si mise le mani sugli occhi, quasi per prepararsi alla risata dell'amica.
“Beh è un nome carino ma io-” Ginny si bloccò e sgranò gli occhi “quel Severus?"
“Piton, sì” disse dopo qualche secondo Hermione, con la voce più sicura che riuscì ad utilizzare.
Ginny si alzò dal letto e camminò per la stanza avanti e indietro.
“Raccontami tutto”
Hermione iniziò a parlarle della loro storia e di tutti i particolari, anche quelli più imbarazzanti.
“Lui è innamorato di te, questo è ovvio” sentenziò Ginny alla fine.
“Non me l'ha mai detto!”
“Te l'ha dimostrato, Herm” rispose la rossa pacatamente.
“Io..ehm, non sono sicura di ciò che senta lui per me”
“Chiediglielo!”
“Non posso, Ginny! Adesso io parto e se mi dicesse che prova qualcosa per me non ce la farei ad affrontare un viaggio di tre mesi sapendo che lui è dall'altra parte del mondo!”
“Allora parlagli non appena torni da quello stramaledetto viaggio, ma secondo me faresti meglio a chiarire subito le cose!”
“Mi aspetterà?”
“Non lo so, Herm...non vorrei darti false speranze: se tu parti lasciandolo senza neanche una parola è probabile che quando torni non ti degnerà nemmeno di uno sguardo”
“Gli parlerò allora, subito!” disse la ragazza dopo essersi alzata dal letto.
“Vai, Herm...sarà nel suo ufficio!” disse la rossa “E ricordati: io ci sono sempre, qualunque cosa accada”.
Hermione fece un sorriso e se ne andò dalla torre di Grifondoro a grandi falcate, percorse un lungo corridoio e scese le scale che l'avrebbero condotta nei sotterranei. Con il fiatone ed i capelli vaporosi arrivò alla sua porta e bussò due volte. Nessuno rispose, poi Hermione vide un foglietto attaccato al legno. 'Per gli studenti della mia Casa: se desiderate parlarmi urgentemente sono nell'ufficio della preside a bere del succo di zucca”.
Hermione non capì bene l'ultima parte del foglietto fino a che non si ritrovò davanti ai due gargoyle di pietra che le chiesero la parola d'ordine.
“Ehm...succo di zucca?” disse lei titubante.
“Prego, signorina” disse la statua facendo apparire una scalinata a chiocciola.
Quando entrò nell'ufficio della McGranitt era in condizioni pessim e si ritrovò imbarazzata davanti la preside e Piton presi da una conversazione. Quando Severus la vide balzò in piedi, mentre la McGranitt tossì.
“Ehm, buonasera professori...” disse Hermione piano “io in realtà volevo chiedere una cosa al professor Piton, ma sono andata nel suo ufficio...però...beh c'era il foglietto alla porta...quindi io...adesso sono qua”.
“Io devo proprio andare a parlare con la professoressa Sprout della coltivazione di Mandragole” disse la preside, alzandosi dalla sedia “arrivederci Hermione”.
Quando furono soli, Hermione e Severus si guardarono per un po'.
“Devo parlarti” iniziò lei.
“L'avevo capito”
“Come sai io partirò tra pochi giorni e non voglio avere nessun rimorso o rimpianto. Sai ciò che provo per te, sai che ho fatto di tutto per noi e che lo rifarei, ma adesso devo sapere cosa provi tu per me Severus. Non posso andarmene e pensare di rifarmi una vita sapendo che tu ricambi i miei sentimenti. Se invece non sei interessato a stare con me, se tutto quello che abbiamo condiviso è stato solo un errore madornale, ti prego di dirmelo adesso”.

Lui la guardò e deglutì.
“Sai che non penso che sia stato un errore” disse lui.

Severus non sapeva veramente cosa fare; aveva paura che dicendole che l'amava avrebbe impedito che lei partisse e non voleva assolutamente che lei rinunciasse a quella occasione per lui.
“Io non ti merito, Hermione, non ti meriterò mai...”continuò l'uomo.
“Io, però, voglio te, Seveurs”
“Potresti avere un uomo molto più giovane, un uomo giusto per te e con meno problemi alle spalle”
“Tu sei l'uomo giusto per me, Severus!” sbottò la ragazza.
“Perché dici questo?” chiese lui, con la voce rotta.
“Perché tu mi hai fatto capire cosa realmente volesse dire essere innamorati di qualcuno, i sacrifici che bisogna fare in amore e la gioia che un semplice gesto possa darti"
“Tu partirai Hermione e se quando tornerai mi vorrai ancora io sarò qua” disse Severus “è una promessa”.
“Mi aspetterai per così tanto tempo?” chiese lei con la voce rotta, alzando la testa e guardandolo nei suoi pozzi neri.
“Ti aspetterei per una vita intera” rispose lui, immergendosi nei suoi occhi ambrati. 

   
 
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