Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Aileenx3    30/06/2015    5 recensioni
“Allora non l’hai ancora capito? Sei l’unico motivo per cui infrangerei tutte le leggi di questo mondo, Mikasa” | OS incentrata sulla RivaMika. | Prima di qualsiasi cosa vorrei sottolineare che sono cugini di terzo grado, non qualificabile come incesto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dot, Pixis, Irvin, Smith, Mikasa, Ackerman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era uno dei tanti pomeriggi assolati di Primavera, non c’era una singola nube in cielo e le colombe sormontavano il paesaggio all’interno delle mura. Quel giorno, al quartier generale del corpo di ricerca nel Wall Rose, Erwin, Levi e.. Mikasa, si stavano recando da Pixis per discutere di importanti questioni riguardanti le nuove scoperte nel campo dei giganti e dei passi successivi da compiere per arrivare finalmente alla soluzione del mistero che avvolgeva quelle gigantesche creature. Era la prima volta che Mikasa partecipava ad una “riunione” del genere in veste di “soldatessa che vale quanto 100 uomini” e  perlopiù accompagnata da due figure come Erwin e Levi. Soprattutto Levi. Dopo mesi di sguardi e parole non dette i due avevano finalmente realizzato quello che in realtà significassero l’uno per l’altra e viceversa. Mikasa se lo ricordava bene il momento in cui Levi le disse di essere innamorato di lei, o meglio, il momento in cui lesse che il Caporale era completamente perso per lei. Solo poche settimane prima, sotto il cielo stellato di una notte di Marzo, Levi le si avvicinò consegnandole una lettera. “Probabilmente un altro mandato da Smith” penso lei, ma quando osservò l’espressione semi-imbarazzata di Levi unita alla frase:” […] In conclusione Ackerman, preferirei stare con lei anche solo per un giorno piuttosto che avere a disposizione tutti i detersivi del mondo per tutta la vita” non potè fare a meno di sorridere, anche abbastanza sorpresa dal modo in cui Levi di era dichiarato: la stava chiaramente preferendo a una delle sue più grandi ossessioni! (Forse lei il suo unico pensiero costante adesso?)  Ad ogni modo, in poco tempo divennero famosi come la coppia più forte dell’umanità cosa che non dispiaceva affatto a nessuno dei due, anche se non erano pochi i vocii che si sentivano quando il Corpo di Ricerca ritornava dalle sue missioni fuori dalle mura. Una situazione che colpì particolarmente Mikasa, e poi Levi dopo che lei glielo raccontò, fu quando lei notò due bambini, probabilmente entrambi sui nove/dieci anni: il ragazzo, alto e abbastanza gracile, stava in qualche modo “corteggiando” la bambina accanto a lui, ripetendole frasi come: “Vedrai, un giorno sarò proprio come il caporale maggiore Rivaille!” mentre teneva in mano una scopa, forse per imitare le spade. La cosa curiosa è proprio il fatto che tenesse in mano la scolpa, inconsapevole del fatto che Levi fosse realmente ossessionato dalla pulizia. “Quel bambino ha capito la personalità di Levi molto meglio rispetto a qualsiasi persona l’abbia mai incontrato!” pensava mentre un sorriso si faceva spazio sul suo viso. Quando a cena raccontò l’accaduto al Caporale in un primo momento lui mantenne un’espressione quasi contrariata, poi accennò ad un minimo di sorriso scherzoso guardando quasi affettuosamente Mikasa. Ma questo nessuno lo sapeva, in pubblico si mostravano come due adulti perfettamente composti, quasi come per non far trasparire alcun difetto. Il massimo che ci si poteva aspettare erano delle semplici mani unite e rarissimi, timidi baci sulla guancia. Anche qualche abbraccio, ma solo se strettamente necessario. Ed era proprio l’immagine che stavano dando di loro in quel momento. Non che la presenza di Erwin aiutasse. La sera prima di partire per il Wall Shina li aveva chiaramente avvertiti: “Ackerman, Ackerman” …Pausa di silenzio. Non erano sposati, ma avevano lo stesso cognome. Smith sorrise leggermente, dopo continuò con le solite raccomandazioni riguardanti i comportamenti da tenere in presenza di ufficiali di alto rango. Le ripetè più per Mikasa che per Levi, dato il fatto che per lei era la prima esperienza a quei livelli. “Penso sia tutto chiaro, no? Un’ultima cosa, una regola speciale che ho inventato apposta per la coppia più forte dell’umanità: Levi, è una sola notte, cerca di non-dormire e lascia Mikasa per conto suo. Ci siamo capiti?” C’era un ovvio tono quasi malizioso in quell’affermazione. Levi alzò gli occhi al cielo, impuntando i piedi a terra e ripetendo le classiche frasette che si dicono quando si ascolta ma poi non si ha intenzione di mettere in pratica. “Come fa a sapere che dormiamo insieme?? Come fa a sapere che..?? Come..??!” Molte volte la ragazza dimenticava che Levi considerava Erwin come il suo migliore amico, mentre a sua volta il Caporale dimenticava che Erwin non era il migliore a mantenere la bocca chiusa. Difatti, nel corridoio del castello, lui e Levi non smettevano di parlare per un solo secondo, mentre Mikasa continuava a salutare diligentemente ogni soldato della Polizia militare. D’un tratto Erwin e Levi si voltarono verso di lei e quest’ultimo le rimproverò la sua continua formalità. “Vedi di non abbassarti più ai livelli di questi pappamolla” disse per poi continuare a parlare col compare, che intanto aveva accennato ad un sorrisetto ironico. Odiava essere richiamata in pubblico, soprattutto in quel tipo di circostanze: doveva eguagliarlo, se non addirittura riuscire ad apparire migliore di quel maniaco delle pulizie. Sfortunatamente lui trovava sempre il modo per smentirla, forse segretamente si divertiva?  Intanto Mikasa, attenta come è solita fare a tutti i particolari, ammirava il giardino del castello del re, fiorito e ben curato. C’erano fiori di ogni genere, dai più puri, come il giglio, a quelli più provocanti e passionali: la famosissima rosa rossa. Al centro del giardino c’era una fontana in pietra a più piani, dove i soldati della polizia militare erano soliti riunirsi durante le velocissime pause pranzo. Persino in quel momento c’erano delle persone riunite attorno alla fontanella: una ragazza, castana, occhi verdi e abbastanza bassa ed un ragazzo, moro, dagli occhi color ghiaccio, alto e dal fisico tonico. Da come si comportavano l’uno nei confronti dell’altra sembrava proprio fossero legati da un fidanzamento o, al limite, che si piacessero. Non appena Mikasa li notò fece il classico saluto, ma.. non venne ricambiata esattamente allo stesso modo. Il ragazzo, prendendo una decisione ovviamente furba perché non sapeva della presenza di Levi a pochi passi da Mikasa, pensò bene di farle un occhiolino che suscitò la rabbia, oltre che della ragazza accanto a lui, anche del Caporale. Fortunatamente Erwin era presente, altrimenti la situazione non si sarebbe conclusa nel migliore dei modi. Arrivati davanti al grande portone dell’ufficio di Pixis due soldati aprirono le porte ai tre, che immediatamente si recarono a salutare il comandante. Subito lui li invitò a sedersi al tavolo, lungo ed in legno, per discutere ma innanzitutto per.. fare le presentazioni. Pixis, con la sua aria da anziano socievole e simpatico, salutò prima Erwin poi Levi, chiedendogli chi fosse la ragazza accanto a lui. “Intende lei?” domandò indicando Mikasa. “Suppongo debba presentarla, lei è Mikasa Ackerman, precisamente la mia sottoposta.” Il comandante la scrutò attentamente, notando la sua compostezza e perfetta forma fisica. “Piacere di conoscerla, Ackerman. E congratulazioni, la notizia è arrivata fin qui. Sono sicuro che la vostra prole contribuirà alla salvezza dell’umanità!” esclamò con orgoglio, mentre Levi e Mikasa arrossivano internamente. La loro prole? Plurale? Se c’era una cosa più certa del fatto che la mattina sorgesse il sole era che non avrebbero avuto figli finchè il pericolo dei giganti si fosse attenuato di parecchio. Era una decisione che avevano preso di comune accordo, per evitare che il loro possibile bambino si trovasse in pericolo o peggio, che morisse quando ancora non era nato. Una volta tornato serio, Pixis iniziò il suo discorso sull’importanza dello sviluppo scientifico e tecnologico per combattere i giganti, mentre ormai tutti si chiedevano il perché non fosse Hanji ad essere andata a parlane, dato che sicuramente era la più informata. Passarono circa due ore da quando l’incontro era iniziato e finalmente era arrivato il momento di congedarsi. Gli stessi soldati di prima aprirono di nuovo il grande portone ed Erwin, Levi e Mikasa si recarono verso la mensa. Appena i tre misero piede nel refettorio vennero puntati da tantissimi sguardi: la loro fama non cambiava dal wall Maria al Wall Shina. Si sedettero ad un tavolo isolato dal resto della mensa, completamente affollata, dove ebbero modo di discutere sull’argomento dell’incontro. Fu Erwin ad iniziare la conversazione, dopo aver bevuto un bicchiere di rigoroso vino rosso offerto da Pixis. “Allora, cos’è che ne pensate delle parole del comandante?” Levi e Mikasa lo guardarono con un aria abbastanza sconcertata: sicuramente si sarebbe ubriacato in meno di trenta minuti. “Beh Erwin, mi trovo d’accordo. E la teoria di quel misterioso siero mi intriga parecchio, forse sarà un punto chiave per la risoluzione di quest’enigma.” Affermò Levi mandando giù un boccone di carne prelibata. “Erano anni che non mangiavo una roba del genere” pensò. “E tu Mikasa? Sono curioso di sapere cosa ne pensi.” Le chiese Erwin mentre continuava a bere calici e calici di vino. “Uhm.. Comandante Smith, io la penso come Levi. Inoltre vorrei veramente sapere cos’è successo ad Eren e come mai è in grado di trasformarsi in gigante. Ed anche Annie ed altri. Voglio andare a fondo con questa storia.” Affermò la ragazza mangiando un pezzo di pane con un’accortezza tale da pensare che le fosse stato appena razionato. “Il tuo entusiasmo ci aiuta nelle ricerche, Ackerman!” concluse Smith. La conversazione seria durò ben poco, il tempo per un’altra bottiglia ed Erwin cominciò a dar spettacolo a tutta la mensa. Se fosse stato cosciente probabilmente non l’avrebbe mai fatto. Poco dopo l’iniziò dello show Erwin si sentì male rischiando di vomitare l’intera cena sul pavimento lindo della mensa, per questo motivo Levi e Mikasa lo condussero fino ad una delle tante camere del castello, dove poteva riposarsi e smaltire la sbronza. “Cavolo quanto pesa Erwin!” esclamò Mikasa esausta, le innumerevoli rampe di scale del castello non avevano aiutato. “Mikasa, fidati, sei più pesante tu quando devo prenderti imbraccio.” Ironizzò Levi col suo solito tono da falso stronzo. Da un lato lei preferiva ignorarlo, ma dall’altro la tentazione di fargli male fisico non era poco. Tuttavia non l’avrebbe mai fatto, prima di tutto perché era convinta che stesse scherzando, secondo.. se lo facesse le spetterebbe una punizione salata da scontare. Una volta portato Erwin in camera sua i due salirono altre rampe di scale, stranamente in completo silenzio.
“Levi?”
“Mikasa?”
“C’è qualcosa che non va?”
“No, tutto come dovrebbe essere. Ho sonno più del solito e neanche stanotte dormirò.” Affermò riluttante. Quella maledetta insonnia non lo lasciava solo per una notte, gli incubi ricorrenti gli facevano visita ogni volta ed ormai dormire era diventato impossibile.
“Levi, posso restare sveglia se-“
“No Mikasa, riposati. Non accetto obbiezioni, consideralo come un ordine.”
Mikasa annuì davanti alla risposta fredda e distaccata di lui, pensando che quando assumeva quel tono era il momento giusto per tacere. Dopo pochi minuti riuscirono a trovare la loro stanza, contraddistinta dalle altre da un particolare che rimandava direttamente a loro: le ali della libertà dipinte sulla porta. Appena aprirono quest’ultima si trovarono davanti gli occhi un alloggio da veri e propri re: tende rosse realizzare con tessuti pregiati, un letto a baldacchino con delle vele bianche e coperte del medesimo colore delle tende con decorazioni color oro. La stanza non peccava di tappeti, luci, comodini ed armadio: tutto era perfetto, tanto che per un attimo credevano di aver sbagliato camera. Il lampadario, rigorosamente in oro puro, sorreggeva delle candele che bastavano per illuminare tutta la stanza, dotata anche di un bagno. “Nettamente migliore di quello che mi aspettavo.” Affermò compiaciuto lui, mentre ancora osservava i minimi particolari. “Spero che in quell’armadio alto 2 metri troverò qualcosa che mi stia bene, almeno per una notte” disse mentre si dirigeva verso l’armadio, cercando un pigiama o qualcosa del genere. Mikasa, nel frattempo, si sedette comodamente sul letto, soffice e morbido, stremata della giornata trascorsa.
“Tch, ho trovato solo dei pantaloni che siano decenti. Chi diamine indosserebbe robe così frivole?!” si lamentò Levi, mentre col suo paio di pantaloni si dirigeva verso il bagno. “Per di più non so neanche quand’è che l’abbiano lavati l’ultima volta.. che schifo, quasi quasi dormo così.” Lui chiuse la porta del bagno e a quel punto anche Mikasa cercò qualcosa nell’armadio: ben presto si rese conto che il Caporale non aveva completamente torto: le camicie da notte non le piacevano e raramente ne avrebbe indossata una, in presenza di Levi poi. “Mi fanno sembrare 50 anni più vecchia, penso sia difficile vestirsi come persone normali eh?” disse per poi sospirare. “Penso che prenderò questo paio di pantaloni e terrò la canotta che ho adesso, anche se dovrò apportare delle piccole modifiche ai primi..”  Dopo circa dieci minuti Levi uscì dal bagno a torso nudo con solo dei pantaloni lunghi fin sotto la caviglia. Appena alzò lo sguardo verso l’alto non potè fare a meno di notare la perfetta Silhouette di Mikasa, che indossava dei pantaloncini corti e una canotta abbastanza scollata con delle bretelline. A sua volta la ragazza non perse l’occasione di poter ammirare ancora una volta il fisico del Caporale: entrambi arrossirono, lei nettamente più di lui, ma poi ripresero una normale conversazione.
“Allora cosa ne pensi dell’incontro di oggi?” chiese lei cominciando a farsi spazio fra le coperte del letto, dubitando della risposa che Levi aveva dato precedentemente ad Erwin.   
“Tsk, sempre le solite stronzate. Non nego che probabilmente abbiano ragione, ma alla fine siamo sempre noi a farci il culo per combattere i giganti.” Rispose mentre finiva di asciugarsi i capelli con l’asciugamano. Mikasa, con le coperte fin sopra il seno, alzò le ginocchia per poi accovacciarsi su se stessa. “Non hai tutti i torti a pensarci bene. Ma fossi in te mi fiderei di più di Pixis, insomma l’hai visto anche tu no? Sembra uno che sa il fatto suo.” Disse mentre seguiva con lo sguardo gli spostamenti di lui. “A parte la borraccia di liquore che porta sempre attaccata alla cintura è un tipo okay.” Replicò. “A parte la borraccia di liquore, sì.” Levi posò con accortezza l’asciugamano sul comò vicino alla finestra, poi si avvicinò anche lui al letto e allontanò le coperte da Mikasa. Fatto ciò salì anche lui sul letto, avvicinandosi sempre di più alla labbra della ragazza finchè non le diede un bacio. Cominciò poi a abbassare le bretelle della canotta, quando Mikasa contestò quello che stava facendo con un certo rossore in viso.
“L-Levi..”
“Uhm?”
“Ricordi quello che ci aveva detto Erwin?”
“Sì, so bene che stiamo infrangendo gli ordini del comandante” disse mentre le accarezzava le braccia.
Mikasa arrossiva sempre di più, ma cercava di mantenere la calma. “Non dovresti trasgredire così quello che Erwin ti dice..”
“Allora non l’hai ancora capito?” _devo sempre spiegarti tutto.._ “Sei l’unico motivo per cui
Infrangerei tutte le leggi di questo mondo, Mikasa” le sussurrò soavemente all’orecchio. E lei non era assolutamente preparata per tutto ciò: il cuore le batteva più forte che mai e a malapena riusciva a sostenere lo sguardo di lui, impegnato a baciarle le spalle, il collo e poi le labbra. Ogni volta che le labbra di lui toccavano la pelle della ragazza lei rabbrividiva, ma allo stesso tempo amava quella sensazione, la consapevolezza di sapere che era suo e che non c’erano altre labbra o un altro corpo che avesse mai baciato. Mikasa mise le mani fra i capelli morbidi e profumati di Levi, che intanto le accarezzava la coscia. Quando poi con la mano destra risalì dalla gamba fino ad arrivare al seno la ragazza gemette, suscitando in lui l’istinto di continuare. La mora era imbarazzata, mostrare il suo lato più femminile a qualcuno non l’aggradava molto, soprattutto se quel qualcuno era Levi. Il Caporale amava vedere la sua Mikasa quasi totalmente indifesa, sapendo che lei fosse totalmente nelle sue mani. Avere al suo fianco una ragazza, una donna dal carattere così forte lo faceva sentire come mai si era sentito prima. Tutto d’un tratto, fra un bacio e l’altro Levi spinse la sua lei contro il materasso, ammirandola in tutta la sua semplice bellezza.
“Devi smetterla di essere così straordinaria, Mikasa. Mi fai perdere le staffe.” Disse dopo aver tirato su le coperte. Lei gli accarezzò il petto con il palmo della mano. “Nah guarda, probabilmente le ho già perse.” Mikasa sorrise com’era solita fare in quei momenti, un sorriso malizioso che stuzzicava ancora di più l’istinto di Levi, cosa che a lei piaceva fare. Infatti se era vero che a lui piaceva averla sotto il suo controllo neanche Mikasa era da meno. Cosa ci si poteva aspettare da lei dopotutto? Non si era mai completamente piegata alla sua volontà e non lo avrebbe fatto neanche in quelle circostanze. Con delicatezza gli prese poi la testa con entrambe le mani per avvicinarla al suo viso e baciarlo, baciarlo e baciarlo mentre la testa e le spalle sprofondavano sempre di più nel cuscino, alto e soffice. _Non male, Ackerman_ pensò lui. Mikasa era proprio così: un momento prima rischiava di rimetterci l’orgoglio e poi faceva di tutto per far sì che fosse lui a supplicarla con tutto ciò che fosse in suo potere.
Levi iniziò a slacciarle il reggiseno di un bianco candido mentre lei si occupava dei pantaloni tutto ciò mentre continuavano a baciarsi, sempre con più passione e desiderio dell’altro. Arrivati a quel punto l’unica cosa che li copriva era la biancheria intima, che Levi per primo sfilò delicatamente alla ragazza.

 “Te lo dico per l’ultima volta Caporale, se non ti fermi qui domani mattina Erwin non esiterà a farci una ramanzina coi fiocchi” ansimò Mikasa.

 “Vuoi veramente che mi fermi adesso?” disse lui mentre le accarezzava i fianchi.


Lei, di tutta risposta, si diresse con le mani verso i boxer di lui, sfilandoglieli lentamente.
Così, dopo una lunga notte di passione, i primi raggi di luce del mattino si fecero strada fra il vetro delle finestre del castello, compresa quella della coppiapiùfortedell’umanità. Lì giaceva Mikasa ancora addormentata sul fianco, le gambe una sopra all’altra leggermente piegate ed una mano sotto il cuscino. Sorrideva beatamente e Levi non perse l’occasione di ammirare segretamente quel sorriso pochi minuti prima di andare a prepararle qualcosa da mangiare per colazione. Levi adorava quel sorriso e accarezzarle la guancia mentre era stampato sul volto di lei lo inteneriva più di ogni altra cosa. Quando Mikasa si svegliò si accorse che Levi non era lì e sospirò pensando che se ne fosse già andato a parlare con Erwin o chicchessia. Uno dei lati della sua relazione con Levi che lei non era ancora riuscita a mandare giù era proprio questo: raramente avevano abbastanza tempo per trascorrere una giornata insieme da soli senza che si tratti di una questione “lavorativa”. Mikasa fece come per tirarsi su da quel materasso con la coperta color rosso ciliegia fin sopra al seno per coprirla. Stava pensando quasi di alzarsi e raggiungere il suo lui, quando lo vide entrare dalla porta della stanza con una tazza di tè e dei biscotti. Alla vista di una Mikasa illuminata dai primi raggi del mattino, i cui capelli, ormai più lunghi, scendevano sulle spalle, Levi arrossì leggermente, abbastanza però da essere notato. Si avvicinò a lei, dicendole che li aveva preparati poco tempo prima e che nessuno l’aveva visto conciato con quei pantaloni inguadabili. Mikasa sorrise, accettò volentieri la colazione e, sempre tenendosi con la mano sinistra la coperta, iniziò a bere la tazza di tè. Levi la osservò per un po’ di tempo senza dirle niente, chiedendosi se il tè fosse di suo gradimento come del resto i biscotti.

“Mikasa, stai bene?”
“Uhm, sì.” Rispose lei timidamente mentre sorseggiava del tè.
“Meglio così, credevo di averti fatto male, stanotte”

Lei arrossì di colpo, riflettendo la sua immagine in quello che era rimasto del tè. Levi abbozzò un sorriso, le si avvicinò e la baciò sulla fronte. Mikasa rimase quasi sorpresa per pochi secondi, dopo aver realizzato quello che era successo alzò la testa per seguire i movimenti di lui, che si era già alzato per andare a cambiarsi.

“Sei bellissima, Mikasa.” 

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Ho peccato contro Maria,Shina e Rose. Mi dispiace e chiedo perdono. Erwin era leggermente tanto fuori personaggio, ma sembrava fosse divertente vederlo sotto questo punto di vista, quiiindi. uvu In conclusione vorrei dedicare la questa OS a quattro mie amiche che shippano Rivamika just like me: Alessandra, Vale, Alessia e Paula. :3 Vi vogliiio bene ragazze! <3 
   
 
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