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Autore: Anna2    30/06/2015    3 recensioni
Non avrei mai immaginato tutto questo.
Non avrei mai pensato tutto questo.
E, sono sicura sia solo un sogno, queste cose non esistono.
Non esiste che un mostro di non-so-quanti-metri ti rincorra presso delle collinette vicino a una delle spiagge di Long Island, per di più con una ragazzina alta quanto un puffo a tuo fianco.
Il petto mi faceva male, e il cuore batteva così forte che credevo che stesse per scappare dalla cassa toracica, e giuro su tutto quello che c’è di bello nel mondo che i polmoni bruciavano tantissimo – come cazzo ci sono finita, fra parentesi?
Ah, sì, giusto.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Gli Dèi, Nuova generazione di Semidei
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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-Chapter Four.
«Sono Cotta a puntino»
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{anna soter; P.O.V.}


Giovedì 13 Maggio; ore 04:00 PM Ieri sono completamente scomparsa, rintanandomi nella mia Cabina con la mia ninfa Gertian, discutendo. Il motivo? Nessuno, o meglio, i soliti motivi che per le persone come voi può risultare stupido, ma per me importanti, okay, il campo mi piace ma ho riflettuto davvero tanto se farmi portare via dal mio tutore Jean o rimanere qui, in fondo lui mi direbbe di affrontare questa esperienza a petto alto, un po’ come quando mi abbandonò nel college quando avevo dieci anni, ma nella scuola che frequentavo il massimo del pericolo era essere presa in giro dai bulli, questo è l’ultimo dei miei problemi qui.
Per questo ho paura: non è una vera e propria paura, ma è difficile da spiegare. La mia ninfa l’ha definita: “paura incontrollata”. Sapevo di avere una cosa simile ma speravo che non fosse così evidente – forse non lo è, forse lei se ne è accorta solo perchè è stata assegnata ad una come me.
Non lo so.
Ha detto che questo sintomo si presenta con una paura incontrollabile e immotivata nei confronti di situazioni, oggetti o azioni. Che cosa triste e penosa, pensare che dovrei essere la figlia del dio dei Cieli, il dio degli dei, insomma il Big Boss, come quello che devi affrontare nei videogames tipo “The legend of Zelda”, e invece sono così fragile emotivamente che mi faccio pena da sola. 
So solo che ora dovrò andare da Chris e Leo e la cosa mi terrorizza, eppure l’ho promesso. Se non vado, farò sicuramente la figura della cretina cagasotto.
Così cercherò di mettere in mostra le mie abilità di recitazione, esco e il sole già mi acceca, non mi abituerò mai a tutta questa luce, mantengo la testa bassa e le mani nella tasca dei jeans che mi arrivano leggermente sopra le ginocchia. Oggi il campo è più o meno deserto, Nicholas avrà corrotto tutti quanti ad andare da lui come ieri, magari anche Leo e Chris ci sono andati – risparmierei altre figure di merda.
Abbiamo “appuntamento” fuori alla scuderia, che si trova proprio davanti al campo di fragole, il sentiero per arrivare lì non è lunghissimo, okay devo sorpassare alcune Cabine, il fiume e l’arena, non vado di fretta, anche se già di mio ho il passo veloce, in più me la prendo come una passeggiata di piacere.
Arrivata. (S)fortunatamente i due inseparabili fidanzatini sono già lì, Christian con una delle sue magliette di rock band, per essere precisi i Sex Pistols, è appoggiato con la schiena al muro della scuderia, ed ha appena incrociato le braccia sistemandosi prima gli occhiali. Leo invece è di fronte a lui con la maglietta del campo, noto il suo inseparabile oggetto magico avvolto alla vita, da cui tira fuori oggetti a caso. Okay non sono proprio-proprio a caso: quella cosa è molto utile in casi di emergenza suppongo, mi piacerebbe avere un oggetto simile, sarebbe fighissimo.
Stanno spettegolando beatamente senza accorgersi di me, mi avvicino di più sperando di essere notata, mi schiarisco la voce. I due smettono di parlare, Leo ovviamente mi sorride e mi si avvicina con la mano alzata, ci battiamo il cinque.
«Ehi Anna! Come stai? Ieri non sei venuta al Falò».
«Avevo mal di testa, sapete qualcuno mi ha tirato una pallonata in faccia». E guardo Christian che non si scomoda nemmeno di venirmi vicino – semplicemente mi fa un cenno con la mano e io faccio lo stesso con un mezzo sorriso.
«Non credevo che saresti venuta, sembravi così terrorizzata da noi ieri». Dice Christian e lo osservo avvicinarsi a me con sguardo confuso, ma non giudicatorio. Io mi irrigidisco per un secondo, nella sua voce non c’è tono di superiorità o malizia, non ha neanche l’espressione del volto valutatorio.  Non so se mi sta prendendo per il culo o meno, ma non devo dargli questa impressione ancora.
«Non mi sentivo bene, questo è tutto». Rispondo calma, sento il braccio di Leo avvolgermi le spalle «Almeno ora stai bene», dice lui. Lo guardo annuendo, dopo di che entriamo nell’armeria. Non c’è di gran che di scelta, c’è passato mezzo campo prima di noi, ovviamente per gli allenamenti spacca schiena di Nicholas. Christian ha preso una lancia, quella che usa per gli allenamenti, quella lunghissima che sfiora di molto la sua altezza, la punta è di argento levigato. Leo invece, dalla sua cintura, fa comparire un enorme martello, anche quello lo usa per gli allenamenti, dall’armeria prende solo un misero coltellino. Io invece ancora non ho trovato nulla, ho preso arco e frecce ma non trovo una spada decente, mi sono ritrovata a prenderne una a caso per la fretta, ovviamente ora che ce l’ho in mano la trovo estremamente pesante, ma non voglio farli aspettare troppo, non so se Leo si spazientisce facilmente ma Chris sì quindi...
Una volta fuori inizio a preparare l’arco, spero di non usare la spada, chi me l’ha fatto fare di venire qui? Misericordia che disagio che sento!
«Anna? Che ne dici di un allenamento intenso con la spada?» mi chiede  Chris. Lo fa apposta ne sono sicura, anche se mi guarda con quell’aria innocente, sa che con la spada non so combinare niente, che idiota.
«Ecco... non credo di essere capace con la spada, preferisco l’arco».
«Ma se non ti alleni non sarai mai capace».
Mi sta mettendo alle strette – ma ha ragione, forse con degli allenamenti in più riuscirei a diventare brava.
Ci penso cercando di non far aspettare troppo tempo, «D’accordo allora» gli rispondo. Lo vedo sorridere soddisfatto preparando la lancia: quella non mi terrorizza troppo. Si d’accordo, è una lancia – anche molto grande... ed è in mano a un figlio di Ares (anche se questo figlio di Ares non è il più sveglio) non mi fa paura. La cosa che mi terrorizza è di non riuscire a parare i colpi, poichè la spada che mi ritrovo è troppo pesante. Questi sono drammi.
Prendo quella cosa e mi preparo davanti a lui. Sento Leo battere le mani «Fantastico, facciamo una scommessa: chi perde deve venire con me a dare il voto alle Cabine». 
Eh?
«Voto alle Cabine? Si da un voto alle Cabine?» chiedo sbigottita guardando sia Leo che Chris – e loro invece mi fissano alzando un sopracciglio, come se avessi detto una stronzata.
«Sì, non lo sapevi?», mi dice Chris portandosi la lancia sulla sua spalla destra «In più Leo; ti voglio ricordare che deve farlo per forza lei – l’ha sorteggiata Dionisio».
Sono sempre più confusa, quel vecchio ubriacone mi ha sorteggiato per fare una stronzata simile? Non ho proprio voglia di fare questa cosa. In più come cacchio si fa a dare un voto alle cabine.
Leo alza gli occhi al cielo facendo “no” con la testa, «Sì che lo ricordo, disse una cosa tipo: “Chiamate Anania Stoner e fatele fare quella cretinata dei voti per l’ordine delle Cabine!” o qualcosa di simile, hahahaha»
Sgrano gli occhi «Mi ha davvero chiamato Anania Stoner?» okay forse non dovrei preoccuparmi del fatto che Dionisio mi abbia storpiato il nome, ma bensì dei voti – cavolo, l’utilità di questa cosa dov’è?
«Sì non te la prendere, sbaglia il nome a tutti, sopratutto ai nuovi arrivati, tranne a Clarisse, a lei non sbaglia mai il nome», dice Christian. Non era infastidito, almeno è ciò che ho intuito nel suo tono, solo che sembra che se ne sia accorto ora – bah, chissà perchè non mi sorprendo del fatto che a Clarisse non sbagli il nome.
«Okay, allora accetto comunque» dico prendendo la spada usando tutte e due le mani. Christian stringe le spalle alzando le mani «L’hai voluta tu Anna» sembra avvertirmi, dopo di che impugna la lancia con decisione.
«Oh oh sarà l’incontro del secolo! Una figlia di Zeus contro un figlio di Ares» sento commentare in sottofondo Leo, ma rimango a fissare Chris che sorride leggermente alle sue affermazioni «E’ solo allenamento Bro», dice sorridendo con malizia a me «Sappi però che anche se sei una ragazza, non ci andrò piano» continua avvicinandosi pericolosamente.
«Guarda che non te l’ho chiesto» rispondo a tono correndo verso di lui cogliendolo di sorpresa, esattamente come volevo, ma per mia sfortuna la sua sorpresa non dura a lungo. Contrattacca  con decisione, senza però colpirmi. Mi spinge indietro. Che cretino. Prima dice che non ci andrà piano con me e poi non mi colpisce. Ora ne ha la possibiltà. Lo guardo fisso cercando di non farmi più spingere, di questo passo mi troverò le spalle contro un albero, ma è davvero troppo forte, mi abbasso e corro a destra prima che mi possa venire addosso.
«Non te la cavi male» mi dice con la voce leggermente affannosa – devo considerarlo un complimento? 
Non gli rispondo nemmeno, Chris attacca ancora e tenta di disarmarmi quando paro un suo attacco. Questo fa perdere tempo sia a lui che a me. Ci ritroviamo di nuovo a spingerci a vicenda «Oh andiamo» dice con scherno, spingendomi a indietreggiare ancora, ci tiene proprio a mettermi a spalle al muro. Riesce non so come a farmi volare via la spada che finisce ai suoi piedi e con un calcio la fa allontanare da me ancora di più – che grandissimo bastardo.
Riesco ad inciampare e mentre mi spingo indietro mi ritrovo le spalle contro un tronco di un albero, mi punta la lancia in faccia a meno di cinque centimetri, respiro affannosamente con la bocca spalancata alzando e abbassando il petto, lui mi guarda sorridendo, la punta della sua lancia sembra puntare proprio in mezzo agli occhi, poi la ritira, conficcandola nel terreno, mi sorride ancora con uno sguardo che sembra dire: “Sono così figo! Yuppie ti ho battuta! Ha ha!”, vedo arrivare Leo e si battono il cinque e anche il pugno, manca solo un bacino sulla guancia, e poi non dovrei definirli fidanzatini, Leo afferra il polso di Chris alzandolo al cielo.
«Dichiaro vincitore della scommessa: Christian La Rue. Mi dispiace per te dolcezza, ma dovrai venire con me».
Mentre i due fanno le feste come dei cagnolini – io sono sempre di più arrabbiata, come porco Crono ho fatto? Abbasso gli occhi e stringo tra le dita fili di erba strappandone un paio. La giornata di sole sembra oscursi lentamente per colpa delle nuvole, e sento il vento soffiare molto forte.
«Che diamine sta succedendo?» chiede Leo. Lo vedo guardarsi in giro, in effetti è strano.
«Forse al buon vecchio brache di tuono è venuto il ciclo», afferma Chris sistemandosi gli occhiali con uno strano sorriso allusivo sul volto. Anche io inzio a guardarmi in giro, non credo sia colpa di mio padre, perchè dovrebbe?
In lontananza si sente però un fulmine.
«Aiuto Bro, Zeus ti ha sentito».
«Mhh... ops».
Non mi curo di ciò che fra poco succederà. Sono ancora furiosa del fatto che quel bastardo mi abbia battuto, e se penso a ciò che dovrò fare mi innervosisco ancora di più.
Chris si avvicina a me e mi porge la mano, la guardo titubante poi mi decido a prenderla, ma non appena le nostre mani si sfiorano lui la ritira ed inizia ad imprecare in greco antico – io e Leo lo guardiamo con occhi sgranati mentre agita la mano dolorante, sento poi gli occhi dell’altro su di me.
«Ah, capisco» dice mettendosi delle dita sotto al mento.
«Beh io no, illuminami», 
Lui sorride indicandomi, «Stai emanando scintille, è normale, sei arrabbiata perché hai perso».
E’ colpa mia allora? No dai è impossibile.
«Come faccio? Non è che perché sono la figlia del Dio dei tuoni ries-»
«Invece sì», mi interrompe lui mettendosi dinanzi a me «tutti i figli degli dèi ereditano i loro poteri, io per esempio riesco a controllare il fuoco, anche se per me è solo un caso raro, ma sì, riesci ad evocare fulmini e altra roba figa!»prosegue per poi porgermi anche lui la mano, «Non arrostirmi, non ci tengo a fare la sua fine» allude a Christian, che continua a imprecare in greco, ma almeno non mi guarda male, deve essere stata una scossa potentissima.
«Ha ha ha» dice sarcastico proprio lui alzando gli occhi al cielo, afferro la mano calda di Leo, sperando di non far scintille. Mi tira su con facilità e sono contenta di non averlo incenerito solo sfiornadolo – Dei che figura di merda con Chris: poso gli occhi su di lui e sembra essersi calmato.
«Mi dispiace» dico riferendomi alla mano.
«Non importa, non fa più male, solo che la prossima volta, chiedi una rivincita invece di arrostirmi una mano», mi dice estraendo la lama dal terreno.
Arrossisco e abbasso gli occhi. Ora il tempo sta migliorando, mi domando se non sia stata colpa mia.
«Sentite... davvero ho questi poteri?»
«Sì, te l’ho detto, davvero non lo sapevi?»
«Sapevo della dislessia, ma nessuno mi ha mai detto di questi poteri, nemmeno Chirone».
«Avevo un amico, era teoricamente tuo fratello – si chiamava: Jason...»
Ah ho un fratello. Bello.
Aspetta...
Ho un fratello.
Eh?

«Cosa? Dove? Perché?» esclamo forse un po’ troppo preoccupata. Ho un fratello e nessuno me lo ha detto, che cazzo, perché tutti mi tengono nascosto le cose?
«Lasciami continuare », mi dice con gentilezza sorridendomi, e poi sento le sue mani sulle mie spalle, mi sorride «In pratica, tu dovresti avere i suoi stessi poteri: invochi fulmini, il che ti rende anche immune all’elettricità, puoi volare grazie alle correnti d’aria, puoi parlare con le aquile, poi manipolare a piacimento il tempo atmosferico, insomma, cose da figli di Zeus, anche se lui era figlio di Giove, ma sono più o meno la stessa persona quindi...»
Mi guarda soddisfatto e leva le mani. Io atterrita faccio qualche passo in dietro, ho tutti questi poteri e nessuno – oltre a lui – si è preso la briga di farmelo sapere? E poi cosa significa che parla di Jason al passato, non sarà mica morto? 
«Che cosa è successo a Jason?» chiedo esitando... non sono sicura di volerlo davvero sapere. Leo sembra rattristirsi improvvisamente, abbassa gli occhi e inizia a giocare con il martello portandolo avanti e in dietro.
«E’ in coma, da almeno un anno, quando sono tornato dopo un soggiorno da sogno all’isola di Calipso, mi hanno riferito che lui ha avuto un brutto incidente con un mostro per salvare la sua ragazza, e ora è in coma» mi racconta con una punta di amarezza e tristezza. Deve essere stato uno dei suoi migliori amici... non so come reagire, insomma sì è mio fratello, ma non so nemmeno come è fatto, non riesco a rattristarmi, non riesco a sentirmi dispiaciuta per questo – sì, so che sto facendo la figura della bastarda, ma non ci riesco proprio, o meglio mi rattrista vedere Leo così, non avrei dovuto chiedergli di raccontarmi, ho suscitato ricordi che forse non dovevano venire fuori. Guardo Chris mettere una mano sulla spalla di Leo, come per incoraggiamento.
«Ehi Bro guarda il lato positivo, almeno mentre eri da Calipso non sei cresciuto minimante, è o non è bello passar più tempo qui al campo?» loro due scoppiano in una risata, e ora Leo sembra essere tornato quello di sempre, ma io non capisco ciò che intendono.
«Uno dei due me lo spiega?» chiedo incrociando le braccia.
«Sì, mentre lui se la spassava da Calipso nella sua isola, gli anni non sono trascorsi, quindi è rimasto un diciassettenne»
«E sono rimasto al campo dopo averla “abbandonata”» mi spiegano.  Sinceramente? Forse era meglio se mi facevo i cazzi miei, sapere tutte queste cose fanno male al mio povero cervello, ma sono contenta che Leo si sia ripreso.
«Ah, hai anche una sorella: si chiama Talia» si rivolge a me Leo, sorridendomi, e io ci metto un po’ per metabolizzare ciò che ha detto. Che ha detto?! Che ho anche una sorella? Ah bene, cose normali in fondo.
Perchèèè!!??
«Cosa? E quando pensavano di dirmelo? Perchè nessuno mi dice qualcosa in questo campo! Prima i poteri e adesso... AH!» grido esasperata guardandoli furibonda, stringendo i pugni lungo ai fianchi. Loro due fanno qualche passo in dietro, sembrano terrorizzati, neanche avessi il ciclo, ma non mi importa, credo di star emanando di nuovo scintille, non ne sono sicura, stringo i denti cercando di non gridare più, perchè davvero forse non ne vale la pena – va a finire che lei è morta.
«Cosa le è successo? Avanti», esclamo incrociando le braccia. Vedo deglutire i fidanzatini, e Leo forse in un istinto di coraggio si avvicina a me con una smorfia nervosa sul viso.
«E’ diventata cacciatrice di Artemide, succede, sai prima era un Pino» biascica quell’ultima frase a bassa voce – mentre io sgrano gli occhi e apro la bocca.
E io mi chiedo se mi stiano prendendo in giro. Un pino, come ha fatto a diventare un pino? Cos’è, è stato Zeus a trasformarla? Il solo pensiero di questa cosa mi fa ridacchiare leggermente, perchè davvero non lo concepisco.
«Va bene, c’è altro da sapere sui miei fratelli?» chiedo ovviamente sarcastica, ma Leo sembra pensarci seriamente; si mette a pensare tirando la lingua di fuori e a guardare il cielo strizzando leggermente l’occhio.
«Jason una volta ha avuto “rapporti” con un mattone e con una spillatrice».
...Oh Dei perchè?!
... Non credo di avere parole, alzo le mani in segno di resa, e loro si guardano come se avessi qualcosa in faccia. Insomma Chris non trova sia strana questa cosa? Mi sembra di aver capito che con Jason non ci avesse niente a che fare, invece reagisce come se avesse detto la cosa più normale del mondo. Zeus, come si fa!
Sarebbe stato meglio vivere nella mia ignoranza sull’oscuro – mooolto oscuro – passato dei miei fratelli.
La prossima volta rimango in Cabina che è meglio.
Il figlio di Efesto sembra invitarmi a prendergli la mano.
«Adesso signorina Soter se permette, abbiamo un lavoro con le Cabine»
Cacchio, e io che speravo che se ne fosse dimenticato.
«Seh, ma prima di andare, alla fine chi è che mi ha tirato la pallonata in faccia ieri?» chiedo, guardando i due, questa cosa volevo saperla da ieri, guardo i due innocentemente.
Chris mi fissa, poi deglutisce, sembra essersi irrigidito «Emh... è stata Mary».
Leo lo guarda confuso «Ma Chris, Mary è-»
«Shhh!».
o 0 O 0 o

«E con la cabina 24 abbiamo finito, vuoi ricapitolare per favore?»
«Certo: allora, 4 su 5 Zeus, 5 su 5 Era, 3 su 5 Poseidone, 5 su 5 Afrodite, 4 su 5 Demetra, 3 su 5 Apollo, 1 su 5 Ares, 3/4 su 5 Efesto...» continuo finché non arrivo all’ultima cabina.
Questa cosa è stata sfiancante, sopratutto perché ho rimediato tante figure non proprio belle. Preferisco sorvolare tutto ciò, sono stanca e affamata e non sono nemmeno le sette – mi chiedo cosa stiano facendo Anna e Nich, ma sicuramente sarà sempre qualcosa migliore di questa.
«Dai dobbiamo solo consegnare questo a una Naiade e poi abbiamo finito»
«Sai dove può essere?»
«No, ma non preoccuparti, si trovano dappertutto, anche sotto i nostri letti»
Lo guardo dubitante, «E tu come fai a saperlo?».
«Ho avuto le mie esperienze» biascica mentre rabbrividisce solo al pensiero, decido di non chiedergli altro. Ci incamminiamo lungo la strada della Casa Grande, e io all’orizzonte vedo delle figure avvicinarsi a noi, una molto alta e l’altra bassa. Quando poi ci avviciniamo sempre di più, oltre a riconoscere che sono due campeggiatori, riesco a sentire anche ciò che dicono.
«Allora piccolo Mirko, cosa abbiamo imparato oggi?»
«Che quando saltiamo gli allenamenti di Nicholas per andare a prendere il sole tu non ti abbronzi perché sei un figlio di Apollo?» 
«Precisamente».
Quando poi ci ritroviamo tutti e quattro davanti, Leo saluta il ragazzo alto battendogli il cinque.
«Ehi Leo che ci fai qui?»
Il figlio di Efesto m’indica «Il Signor D ha incastrato me e lei, abbiamo dovuto dare i voti alle cabine». 
Guardo il ragazzo alto, ha i capelli castani chiari, con gli occhi di un azzurrino appena accennato. E’ magrissimo e molto alto, credo che superi anche l’altezza di Nicholas. Poi guardo il ragazzino: la prima cosa che mi colpisce sono gli occhi neri e gialli, sono fantastici, davvero, mai visti occhi così rari – e i capelli mossi neri; ha la pelle bianca quanto la mia, e poi mi ritrovo a guardare le sue braccia poiché la mia attenzione viene catturata dalla enorme cicatrice che prende tutto l’avambraccio destro. Mi fa abbastanza impressione.
«Io sono Francis Miller, figlio del magnifico Dio Apollo, è inutile che dica chi è Apollo, tutti sanno chi è», si presenta a me lodando suo padre e porgendomi la mano. Io gliela stringo sorridendo imbarazzata, giuro che credevo che lui mi stesse per fare il baciamano, ma non è accaduto per fortuna. «Com’è che non ci siamo mai visti?», non so che rispondergli sinceramente, lo guardo perplessa.
«Emh... non saprei» biascico. Ovviamente lui mi fissa con uno sguardo inquietante sul volto compreso uno strano sorriso malizioso, solo ora mi rendo conto che ci stiamo ancora stringendo la mano, e gliela lascio subito.
«Ah, e lui è Mirko, figlio di Eris, la dea della discordia».
Un esserino così adorabile è figlio di Eris? Ma scherziamo? Quelle guanciotte rosse sono così carine – aw.
Smetto di fissare il poverino, sopratutto perchè anch’io mi sento abbastanza osservata. Sento gli occhi di Francis su di me, quando poi mi volto verso di lui, decisa a chiedergli perché è così inquietante – ma noto una strana figura femminile dietro di lui.
«Emh... coso, dietro di te» lo avverte Leo indicandogli con il dito ciò che c’è, ma lui non si sposta, anzi continua a fissarmi sognante. Rettifico: è più che inquietante.
Mirko picchietta con un dito la spalla di Francis «Davvero Ciccio, c’è tipo una naiade dietro di te».
Questa volta però si leva e questa fa la sua comparsa. Vedo Francis leggermente sconvolto – la naiade ci guarda tutti con un sorriso calmo sul volto, ha capelli lunghissimi e lisci che forse gli arrivano fino ai fianchi, e una coroncina di fiori secchi sul capo. Ha il corpo fasciato da un vestito bianco, ha l’aria strana – fluttua a mezz’aria dinanzi a noi.
«Ciao Ciccio, come va’ quel tuo piccolo problemino imbarazzante?» chiede la naiade unendo le mani; guarda Francis amorevolmente, ma lui no, anzi, si ritrova a boccheggiare imbarazzato grattandosi il capo. Guarda un po’ me e un po’ lei agitando freneticamente gli occhi.
«Ehm, sì l’ho risolto da tempo... grazie... grazie davvero».
La naiade ci guarda «Ciao anche a voi ragazzi – oh, quello è per me?» poi indica il resoconto che ho in mano. Con la coda dall’occhio guardo Leo annuire, e così le porgo il foglio. Lei lo prende sorridendo, poi rivolge uno sguardo di gratitudine a tutti.
«Vi ringrazio per questo, non deve essere stato facile». 
«Nah, alla fine è stato divertente». 
Parla per te Leo.
«Devo andare, grazie ancora per questo, sapevo che il Signor D avrebbe scelto bene».
E chi glielo dice che ha scelto tutti e due a caso?
«Ci vediamo, ehi Ciccio... avvisami se ti viene di nuovo il tuo problemino, ci vediamo sotto il tuo letto», e la naiade gli fa l’occhiolino, questa cosa è ancora più inquietante di come mi guardava Ciccio prima. I ragazzi – compreso Mirko – si irrigidirono di colpo, poi la naiade scompare così come è comparsa: dal nulla, cioè da dietro la schiena di Ciccio.
Francis si schiarisce la voce «Io e Mirko andiamo» e prende per il braccio il piccolino, che non ha avuto nemmeno il tempo di protestare.

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Alla fine mi sono liberata di tutti – che Zeus mi aiuti. Sono abbastanza stanca di tutto, ma almeno ora posso andare in pace, credo. Leo è tornato da Chris e aveva accennato qualcosa come: “Devo accogliere il mio fratellino romano nella mia cabina” e quindi non credo che si siano messi ad allenarsi di nuovo, e non ci tengo a sapere ciò che combinano. Francis e Mirko non so dove siano. Strano però che un ragazzo che forse è all’ultimo anno qui è con uno che sarà forse al primo. Forse lui è il suo tutor.
Non ho una meta – so che devo allenarmi, ma dopo la batosta da parte del figlio di Ares meno probabile di tutti, voglio solo andare in giro.
Mi giro i pollici, vorrei cercare Anna, ma non ho idea di dove potrebbe essere, non credo sia al falò, troppo presto – forse è... cavolo non ne ho proprio idea, dovrò setacciare l’intero campo solo per trovarla mi sa.
Tra un passo e l’altro, credo di essere capitata nei dintorni dell’anfiteatro.  Come ci sono arrivata non ne ho idea, mi guardo in giro, ovviamente è deserto, tranne che per una persona. Credo che sia una semplice semidea come ce ne sono tante qui dentro, ma poi noto che non ha la maglia del campo. Non dovrei preoccuparmi, neanche Christian indossa la maglia, eppure è un figlio di Ares, mi avvicino ancora. La tipa sta dipingendo su una tela bianca, i suoi capelli rossi e ricci sembravano andare dappertutto per colpa del leggero vento, indossa una maglietta azzurra e dei pantaloni bianchi sporchi di pittura colorata. Credo di essermi avvicinata troppo, ma lei continua a dipingere tranquilla – così per evitare di fare la figura della stalker decido di dire qualcosa.
«Ehi, ciao».
«Scusa se non mi volto a salutarti ma è quasi finita» dice riferendosi al quadro suppongo. Lo guardo attentamente – ma non so cosa possa essere, mi spiego; c’è una ragazza, ha i capelli rossi ed è girata di spalle, non penso che si sia dipinta, i capelli di quella del quadro hanno la stessa lunghezza dei miei, che cosa inquietantissima, e poi mi soffermo a guardare quello che ha addosso: una maglia di colore rosa, un rosa sporco, e i pantaloncini sono rotti e strappati, stringe tra la mano destra una spada. Poi sposto la mia attenzione su altri soggetti del quadro, c’è un ragazzo che sta trafiggendo un altro, quello colpito non mi ricorda nessuno, ma l’altro... ha qualcosa di stranamente familiare, riesco a sentire il sentimento di dolore che prova – non solo quello colpito, ma anche l’altro.
«Posso chiederti che cos’è?»
«Davvero non lo vedi? Andiamo è evidente».
«Mi dispiace ma... non lo capisco».
Lei si gira di scatto, la sua espressione che all’inizio sembrava dire: “ma sei seria?” scompare, e il suo viso è preoccupato, i suoi occhi all’improvviso si illuminato – apre la bocca:
Per salvare la dea della Luna,
I figli della morte raduna,
I nemici si preparano a combattere,
Sull’isola che non si può sempre vedere,
Porterai un ragazzo sopravvissuto ad un massacro,
con la forza di smuovere quel luogo sacro
.

La sua voce, è terribilmente inquietante, sopratutto perchè non è la sua normale voce, ma era triplicata rispetto quella normale. E quello che ha detto? Ho il cuore che batte a mille, e continuo a guardare in avanti, realizzo solo ora che è svenuta, giace sull’erba, la guardo ancora sconvolta – ma cos’è questa ragazza?
Affondo le ginocchia nell’erba e inizio a scuoterla sperando che si risvegli.
«Ehi! Andiamo non farmi preoccupare! Cos’era quella pagliacciata con la voce? Andiamo ragazza svegliati!»
La tizia apre gli occhi lentamente sbattendo le palpebre, sorrido a vedere che sta bene, sopratutto perchè ora dovrò riempirla di domande.
«Cos’è successo prima?»
Si mette le mani sporche di pittura secca sulla tempia destra, «Una profezia, ho avuto una profezia, scusami. Devi essere nuova di qui, sei la figlia di Zeus, giusto?» annuisco, ora ha più senso ciò che è accaduto – solo perchè a me questa profezia?
«Sono Rachel Elisabeth Dare, e come avrai intuito, sono un oracolo, ospito lo spirito di Delfi dentro di me».
Questa cosa diventa sempre più strana, mi alzo e lei mi porge il braccio, io lo afferro tirandola su’. Si appoggia a me, sono leggermente più alta di lei, così si appoggia alla mia spalla mentre la trascino fino alla Casa Grande, il tragitto è lungo, anche fin troppo. Arrivata davanti alla casa, sbatto il piede sulla porta, un buon modo per bussare, ehi, non giudicate, voi non avete una persona più svenuta che sveglia addosso; non è bello – alla fine qualcuno mi nota lì dentro.
La porta si apre mostrando Chirone «Si può sapere che-» non fa in tempo a finire la frase, mi vede e ammutolisce, «miei Dei! Avanti ragazze entrate» indietreggia radicalmente, mi aiuta con Rachel che intanto è di nuovo svenuta, «Cosa è accaduto?» mi chiede.
«Emh... in poche parole, mi ha fatto una profezia, blaterava su un’isola che non si vede, dei figli della morte, un ragazzo sopravvissuto, spero non sia Harry Potter, e che Artemide doveva essere salvata e insomma questo, che significa?»
Chirone mi guarda serio, penso che non abbia apprezzato la mia citazione ma okay, «Non preoccuparti, so già che significa, tu ora va nella tua cabina, ne parleremo domani».
Insomma quel che mi ha detto è un modo carino per cacciarmi via, ma se lo dice Chirone devo stare tranquilla. Esco dalla casa rassicurata dal sorriso del centauro, ma okay, sono assolutamente curiosa di sapere cosa è accaduto.
Mi nascondo dietro la porta della casa, cerco di ascoltare qualcosa, appoggio l’orecchio, cosa inutile – ma dettagli.
Per una manciata di minuti non sento niente – solo brusii, ma poi la voce del centauro si fa chiara e riesco ad ascoltare:
«Senta lei non capisce Signor D, tutto torna: il fatto che il Dio Apollo sia venuto qui a denunciare qualcosa di strano nella Dea Artemide, la nuova profezia di Rachel a Anna Soter-»
«Anna Soter? Davvero lei, fra tutti quanti ha ricevuto una profezia? Non dire sciocchezze».

Decido di non ascoltare più, mi sto ficcando in cose probabilmente più grandi di me, fuggo via, queste cose sono strane, e mi chiedo sopratutto perchè a me? Non nascondo il fatto che questa cosa mi spaventa.
Penso sia ora di pranzo, così faccio l’ennesimo giro del campo, fino ad arrivare alla mia destinazione, lì ci sono quasi tutti, tranne Anna – ovviamente, e non vedo nemmeno Nich. Fantastico, sono di nuovo da sola, e non ci penso nemmeno ad andare a salutare Leo e Chris.
Prendo tra le miliardi di cose degli spaghetti al sugo, Normalmente mi sarei riempita di cose nel piatto – ma dopo tutto quello che mi è accaduto credo che non mi abbufferò.
Mangio gli spaghetti disinteressata e quando mi accorgo di star quasi finendo, mi alzo e butto il resto nel Focolare e corro via nella cabina, fregandomene anche di Anna. Lo so, non è una bella cosa, ma ne ho abbastanza di tutti, fanculo a Leo, Chris, i miei improbabili fratelli, e anche a Rachel e la sua profezia. Ora voglio riposarmi. 

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Venerdì 14 Maggio; ore 09:55 PM. Quando questa mattina Nich è venuto a svegliarmi di tutta fretta, scusandosi di qualcosa, non credevo che poi alla fine me la sarei presa così tanto, eppure non ce l’ho davvero con lui, insomma, anche io avrei dovuto intuirlo, tutti parlavano della grandissima caccia alla bandiera, io neanche a farmi due domande su cosa fosse, forse perché ero troppo occupata a scoprire che mio fratello aveva “rapporti” con un mattone e una spillatrice? E’ incredibilmente strana questa frase, sorvoliamo, ovviamente no, e quindi mi hanno fregato, e anche alla grande.
Insomma, allenamenti mattinieri nell’arena con Nicholas, che ora che ci penso era la mia prima volta lì, non c’ero mai stata, fu stano abbastanza, sopratutto perché non sapevo come muovermi e c’erano dei figli di Ermes che per portare delle misere spade fecero un casino enorme. Oh Zeus, spero di non incontrarli mai più.  Comunque quella mattinata è stato un inferno, ora non è che si è aggiustato il tutto, mi sono chiesta tutto il giorno in cosa consistesse questa caccia alla bandiera, cerco però di rimanere calma, sarà una cosa di routine, dal momento che lo fanno ogni – porca Gea, Zeus aiutami tu! – Venerdì, dire che mi sono arrabbiata contro colui che doveva “proteggermi”  – chi gli ha dato questo incarico poi? – era poco, e poi dopo essere stati “smistati” in una delle due squadre cioè quella Ares, capitanata ovviamente dai suoi figli, Clarisse e Christian, si è dato il via alla mia prima meravigliosa (meravigliosa... sì certo) esperienza nella caccia alla bandierina.
Ci hanno persino detto che alcuni nel Campo Giove parteciperanno a queste specie di Battle Royal – e io non sapevo nemmeno dell’esistenza di questo campo, andiamo bene. Comunque con alcuni, equivale a una persona, ehi! E’ colpa di Nicholas, okay? Lui ci ha detto: “alcuni ragazzi”, e poi quando il tipo si è presentato davanti a noi, Nicholas si è giustificato dicendo che non ha mai detto che con alcuni intendeva tante persone ma una, penso che nessuno abbia capito il suo ragionamento – penso anche che neanche lui si sia capito. 
In pratica Anna ed io siamo nella squadra Rossa, come già avete potuto intuire è quella di Ares, in questa squadra oltre a me e Anna, io per Zeus e Anna per Ade, ovviamente, ci sono anche: Pollux, Carolina e Sunny per Dionisio, pardon: Signor D. Francis e Austin per Apollo, Clarisse, Christian, Maika, Lukas e Sebastian per Ares. Per Afrodite ci sono: Sheen, Mitchell, Brian e Victoria e, per ultimo, Mirko figlio di Eris. 
Dal momento che ho fatto la lista della spesa per la mia squadra, facciamone un’altra per la squadra avversaria! Yeah.
Squadra Azzurra: Leo, Flame (il tizio Romano), Tony e Katy per Efesto, o Vulcano, per Flame. Francette per Demetra. Lux per Iride. Brandon e Kenny per Ecate. Arianna, Samuel, Dave e Johnathan per Atena. Snorlax, Jeff e Jade per Ipno. 
Perfetto no? No.
Sapete il perché? Perché la metà di quelle persone neanche la conosco, e penso di non stare tanto simpatica alla maggior parte, e quando mai mi direte. L’altra metà non mi considera di striscio. Ho avuto solo sguardi di strani, incuriositi, non ho mai però osato rivolgere la parola a quella gente. Ma poco male sinceramente, meglio soli che male accompagnati – no?
Clarisse poi ha architettato un piano a prova di bomba, (parole sue, eh), io e Anna facciamo da escamotage nelle vicinanze del fiume. La mente geniale di quella ragazza l’ha portata a pensare che chiunque cerchi di attraversare il fiume, dovrebbe in qualche modo affrontarci, siamo pur sempre armate e mettiamo... paura? No, per niente, ma dai l’enorme spada che Anna si porta dietro è inquietante, dai, ci sono i teschi come decorazione.
A proposito, solo oggi ho scoperto che ieri era il suo compleanno: dire che ci sono rimasta male è poco, ci credo che poi mi ha portato rancore. Per fortuna poi mi ha perdonato quando gli ho raccontato che anche io ho avuto una giornata non proprio rose e fiori. Gli ho anche raccontato della profezia, lei non sa cosa voglia dire, siamo abbastanza confuse su questa cosa, e io non voglio più parlare di questa storia davvero, non ci ho dormito la notte.
Per il momento tutto è tranquillo, non c’è da lamentarsi – Austin e Francis stanno molto attenti a sorvegliare la bandiera e forse anche noi, insomma, dovrebbero aiutarci nel caso che qualcosa andasse storto, tipo la nostra morte – ma a volte mi sono ritrovata a distrarmi guardando il fiume illuminato dalle torce di fuoco divino (il fuoco degli dei, che può uccidere semidei, dei e mostri, ma non gli umani, eh, non si scherza con quei cosi).  E’ sera e noi dobbiamo pur vedere qualcosa – in fondo è una bella nottata: la luna è chiara, questo significa che Artemide non ha il ciclo, ne sono felice. Si sente il verso dei gufi che fanno eco negli alberi, poi mi ricordo che questa è la foresta a cui Nich ci ha tanto detto di tenersi alla larga, e penso alla coerenza di colui che ha ideato questa orripilante caccia alla bandiera.  Scommetto che è stato Dionisio, solo lui può organizzare robe simili, se mi sbaglio... pazienza – non lo voglio neanche conoscere minimamente. Poi non sembra nemmeno tanto spaventosa questa foresta.
«Certo che questa spada è uno schifo».
«Ah, il mio arco è una chiavica» ribatto io facendo una espressione schifata.
I nostri grandi discorsi, davvero.
«Che noia» sento dire da Anna, non posso darle torto, 
«Fare da escamotage non è gratificante» continuo io, mi metto a sbadigliare, dopo di che mi strofino l’occhio. Con le mie parole non voglio dire che vorrei essere a posto di Francis e Austin – ho un’idea tutta mia sull’ “essere gratificati”.
Come arma ho l’arco, come ho già accennato prima, questo lo uso per gli allenamenti con Chirone, e per evitare che io rimanga senza arma; una spada che tengo nella fodera alla mia destra. Lei ha solo una spada, con cui non si trova per niente bene. Ricordo che gliela ha prestata Nicholas, secondo me è troppo grande per lei. Cerco di non distrarmi, i figli di Atena potrebbero comparire da un momento all’altro, tipo Super Sayan, e se non sono loro, allora sono quelli che fanno parte della loro squadra – ovvio.
Austin e Francis si erano allontanati dal mio campo visivo da un po’, e io li cercavo con lo sguardo. Forse sta andando qualcosa storto e loro sono andati a dare una mano, inizio a fissare dall’altra parte del fiume, non è facile, tutto è buio, ma riesco a vedere a sorpresa una sagoma in lontananza, faccio notare questa persona ad Anna, lei prepara la spada, –  quel qualcuno avrebbe potuto attraversare il fiume passando sulle varie pietre che fungevano come una specie di passaggio. Infatti quel qualcuno è Flame, il fratello di Leo per parte Romana, lui è nato quindi da Vulcano – e sì, vi voglio ricordare che purtroppo Leo fa parte della squadra di Atena come lui – insomma il Romano stava attraversano il fiume, preparo subito l’arco: ora che i due figli di Apollo non ci sono, dobbiamo stare molto attente – insomma.
«Ehi! Fermo lì dove sei!» grido tendendo la freccia, non so’ come funzioni veramente, non lo devo davvero colpire – almeno spero.
Pur vedendoci armate e pronte a combattere contro di lui, continua ad attraversare il fiume sulle pietre, non sembra spaventato, anzi, si avvicina con fare sicuro di se stesso, impugna un martello. Da esso vedo fuoriuscire delle fiamme. Lui però ha anche una catena attorcigliata al braccio, chissà se pesa quella cosa, non assomiglia troppo a Leo, forse solo per i capelli ricci e la pelle abbronzata – per il resto sembrano completamente diversi.
«Mi hai sentito? Ti ho detto di stare fermo!» ringhio contro di lui prendendo la mira.
«Che c’è?! Vuoi davvero colpirmi? Non ne avresti il coraggio». Mi sfida sogghignando. Spalanco la bocca abbassando di poco l’arco, guardo Anna, sorpresa anche lei delle parole di sfida del fratellastro di Leo, lei alza e abbassa le spalle guardandomi – con il mio stesso sguardo di confusione.
Le sue parole m’irritano, confermo; non assomiglia minimamente a Leo.
Ovvio che non voglia colpirlo, non siamo davvero in Battle Royal, ma non voglio passare come codarda, e il fatto che si stia avvicinando a noi due impugnando saldamente il martello infuocato sogghignando malvagio e io non stia facendo niente oltre che a tendere l’arco non significa niente – mi chiedo cosa stanno facendo i due figli di Apollo ora.
«Ci rivediamo tesoro, peccato che tu sia nella squadra di Ares, con la figlia di Zeus – ma fa niente» dice rivolgendosi ad Anna... Che cazzo significa? Si sono già incontrati? Cioè io so della sua esistenza grazie a Leo, era riuscito a dirmi un paio di cose prima di dividerci.
Ma so che ora sto sul cazzo a un’altra persona, o almeno e ciò che ho intuito nelle sue parole riferite a me.
Mi allontana spingendomi molto forte mettendomi da parte, mi scotta persino il braccio; scotta come il fuoco quel ragazzino. Anna impugna la spada, lanciandomi sguardi di scuse – e altri di confusione verso il suo avversario.
«Flame, che stai facendo?» esclama proprio lei mettendo la spada dinanzi a se stessa.
«Voglio combattere contro di te, non con lei» e mi lancia un’occhiataccia, sembrava avercela a morte con me.
Prima il Signor D.
Poi Sheen.
E ora lui – che cosa ho fatto?
Prima che potessi ribellarmi a quella situazione lui mi lancia addosso del fuoco, che poi mi circonda completamente creando delle pareti di fiamme annebbiandomi completamente la vista; inizio a tossire già senza ossigeno, mi sforzo di riuscire a vedere qualcosa al di fuori del fuoco, cado in ginocchio coprendomi la bocca – sono circondata.
Completamente circondata da fiamme. Eppure riesco a sentire la voce di Anna e dell’imbecille; gridavano cose tipo: «Flame, aiuto cerca di spegnerla!», «Te l’avevo detto che non so controllare il fuoco!» e poi non riesco a capire altro.
In questa cella di fiamme non c’è via di uscita, se provo ancora ad avvicinarmi oltre al fuoco è ovvio che finirò ustionata, e mi chiedo, come cazzo è venuto in mente a Flame di intrappolarmi qui dentro – tutto quel fumo che ha nella testa gli fa davvero male! Ma perché non fa nulla per levare il fuoco? Sto bruciando viva cazzo! 
Tossisco ancora prima di accasciarmi completamente sul terreno: sono senza forza, continuo a tossire e respirare, anche se è inutile, il fuoco ha bruciato completamente l’ossigeno...
«CAZZO NON SO’ COME FARE!» sento la voce di Flame imprecare, cerco di tenere gli occhi aperti, ma ad un certo punto sento le fiamme completamente su di me. Credo che l’incompetente, invece di spegnermi, stia alimentando di più il fuoco.
Lancio un grido – un grido acuto e pieno di dolore, il fuoco mi sta completamente sopra le gambe quando, all’improvviso, vedo una figura familiare avvicinarsi, mi accascio completamente al suolo quasi interamente bruciata, le fiamme cessano – e riesco a riconoscere la figura: Leo.
Chiudo gli occhi perdendo i sensi stanca – l’ultima cosa che ricordo è Leo che mi prende in braccio portandomi via.

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Mi fa male la testa e il torace, non ho idea di dove io mi trovi in questo momento, mi sembra solo di sentire ancora le fiamme su di me, ma sono sicura che sia solo un’impressione. Apro lentamente gli occhi, tutto mi pare sfocato, dondolo un po’ con la testa.
«Ehi! Si è svegliata!» sento dire da una voce familiare, mentre mi tiro su ritrovandomi seduta sul lettino. Vedo altre persone circondarmi, sono sordidissima, quasi non li riconosco – quasi.
«Come stai?» mi domanda Anna con fare preoccupato – cerco di risponderle, ma la testa mi fa così male.
«Io... mi sento tanto male» esclamo con la voce di una bimba. Poi tocco la testa, notando al mio tocco che è fasciata, sento anche la presenza di un cerotto sulla mia guancia, mi guardo le mani e anche una di esse è fasciata.
«Bene, Miss Fiamme Bollenti si è ripresa» sento commentare ironico e anche deluso come al solito il Signor D, che nella stanza non ho neanche notato e- aspetta, come mi ha chiamata!?
«Come ti permetti!?» grido fulminandolo con lo sguardo, ma lui di tutta risposta beve sorso della Diet-Coke, e poi prende a guardarmi intensamente negli occhi: sembrano due grandi orbite vuote, dove inizio a vedere Fiamme, ma misericordia cos’ha quell’uomo a posto degli occhi? Io sgrano i miei di occhi e poi mi sorride beffardo vedendomi leggermente spaventata ed esce di tutta fretta da quella che credo sia l’infermeria. Sono tentata di lanciargli dietro il cuscino su cui riposavo prima, ma è già uscito – peccato.
«L’importante che tu stai bene» sento dire da Nich avvicinandosi a me fino a sedersi sul letto. Dopo un paio di secondi mi abbraccia – che novità, ma mi chiedo, nessuno ha visto gli occhi di Dionisio? Solo io? Davvero?! Andiamo!
Mugugno un po’ dal dolore, mi fa’ ancora male il corpo, come al solito non lo ricambio nell’abbraccio, non per cattiveria ma quell’uomo mi fa tanto male quando mi abbraccia – mai come ora però.
«Nicholas, credo che tu le stia facendo male», dice Christian, neanche di lui mi sono accorta, fantastico – lui qui.
Nicholas mi lascia, biascicando un: «mi dispiace», io gli sorrido, guardo un po’ tutta la stanza, tanto per vedere se ci sono altre persone che partecipano a questo party hard nell’infermeria, ma per fortuna non c’è più nessuno, sì ci sono solo: Anna, Nich e Christian. Quest’ultimo è seduto alla mia destra, dove c’era anche Dionisio e i fratellini alla mia sinistra. Beh ora Nich e seduto sul lettino. In questo momento vorrei che Leo fosse qui, l’unica cosa che mi ricordo e lui che mi prende in braccio e mi salva dalle fiamme, vorrei ringraziarlo.
«Mi spiegate che è successo?» dico con voce roca, poi cerco di schiarirmela tossendo, ma non ci riesco. Sento gli occhi degli altri su di me – riesco a smettere di tossire dopo vari secondi «Abbiamo vinto poi?» continuo, facendomi venire in mente la gara alla bandierina di merda.
«Ehm... no, non abbiamo vinto, mentre tu bruciavi, Arianna, Dave, Samuel e Johnathan sono riusciti a prendere la bandiera. Clarisse è incazzata nera».
«Ah».
Ah, quindi, mentre bruciavo mi sono tipo passati vicino senza aiutarmi? Capisco che oltre all’intelligenza i figli di Atena non hanno un cazzo,  ma almeno la decenza di prendere un po’ di acqua dal fiume che era lì vicino e buttarmelo addosso!
«Comunque, ora stai bene, no? Io e Leo ti abbiamo portato qui. Poi  Austin e Francis ti hanno guarita con il nettare e l’ambrosia» interviene Anna, probabilmente vedendomi metà tra il confuso e l’arrabbiato. Stringo le coperte fra le dita per evitare di far scoppiare fulmini – cosa non buona dal momento che non ho ancora imparato a controllarli.
«Io vado a procurarti un’altra maglietta, questa è completamente a pezzi» dice Nich alzandosi dal letto e uscendo. Io intanto la controllo; ha ragione, le maniche non esistono più, e mi lascia metà pancia scoperta, che imbarazzo.  Anche i pantaloni, se prima mi arrivavano fino alle caviglie ora fanno metà gambe – perchè? Perchè sempre a me?
«Dov’è Leo?» domando, cercando di distrarmi dal pensiero che tutti mi hanno vista conciata così.
«Non ne abbiamo idea, forse è con Flame, o forse con Efesto, so che è successo qualcosa riguarda te in questo tempo», mi dice Chris; io annuisco piano abbassando la testa.
«Mi fate un favore?» chiedo, e li guardo annuire, «Prendete anche a me una Diet-Coke? Ho voglia di qualcosa di fresco, sapete com’è...»






 
:.:..angolo delle due A..:.:

Ciao a tutti! Qui che vi parla sono come al solito Anna e Anna, chiamateci come vi pare, speriamo che il capitolo vi sia piaciuto, e anche la grammatica, corretta dalla mamma di Gigi sta volta. Non c'è tanto da dire, in questo capitolo avete visto Anna Soter sotto una fimma diversa, poverina, ora le persone la prenderanno per il culo per sempre. Ma ciancio alle bande, se vi siete sconvolti per ciò che è successo a Jason, una cosa che non abbiamo accennato nel capitolo è che potrebbe svegliarsi da un momento all'altro. Per quanto riguarda la questione di Calipso e Leo, qualcuno potrebbe odiarci tanto, ma ci dispiace, è una AU per noi le cose potrebbero finire così come per voi potrebbe finire tutti felici e contenti. Cordiali saluti alle splendide persone che leggono/recensiscono, un saluto a Raffaele che legge la storia ma non vuole iscriversi e recensire, un saluto a Arianna che noi tutti amiamo, che anche lei legge in silenzio. Un saluto anche alla banda dei coglionazzi, che ogni giorno mi rompono, mi rompono sopratutto il cuscino. E in fine Mariafrancesca la Mary che avete sentito nominare da Chris e Leo, la salutiamo ed è sempre nei nostri cuori.
Piccolo spazio per la profezia: lo sappiamo non è un gran che, ma non siamo una cima con queste cose, ma ehi! L'originale includeva un ombelico che che puzza fra i versi, suggerito dal nostro grande amico Giovanni un saluto pure a lui. 
E come dice Alessandro: fin che la barca va...
​Lasciala andare!
Anna2
   
 
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