Lui e Lei
Aberforth Silente non era quel genere di persona che fa domande sui
sentimenti altrui, soprattutto se questi erano suoi clienti. Fu questo,
più di ogni altra cosa, a spingere Hermione a scegliere la
Testa di Porco, quella sera. L’ultima cosa di cui aveva
bisogno era la compassione delle persone che avrebbe potuto trovare ai
Tre Manici di Scopa.
Era in uno stato pietoso. Aveva bisogno di bere, fumare e drogarsi
anche, se questo sarebbe servito a stordirla. Ad alleviare il dolore.
Poco più in là stava Draco Malfoy, con
l’aria a dir poco incazzata. Il breve periodo passato ad
Azkaban non aveva certo giovato alla sua reputazione. Era un mese che
andava in bianco. Un mese!! Per un Malfoy stare senza rapporti per un
mese è un disonore, quasi come essere figli di un Weasley.
Qualche volta, al colmo della disperazione, aveva dovuto rifugiarsi in
qualche bar Babbano. Ma non si era sentito soddisfatto. O, per meglio
dire, si era proprio vergognato. In quel momento però vide
una figura con tratti femminili. Anche se non si fidava molto dei suoi
occhi, dato il nuvolone di fumo e la gente ambigua frequentante quel
posto, decise comunque di avvicinarsi al bancone.
- Un Whisky Incendiario, per favore. E
un… cosa posso offrirle?- disse voltandosi verso la donna
che gli sedeva accanto.
- Oh Salazar! Granger!- aggiunse
strabuzzando gli occhi.
- Solo da accendere Malfoy. Come vedi ho
già da bere.
- Che ti è successo Granger?
Fumi, bevi. Non ti ha proprio giovato il matrimonio con Weasley, eh?
Hermione non lo guardò in faccia, ma immaginò il
suo assurdo ghigno. Decise di non farci caso, anche se il riferimento a
Ron le aveva causato un’improvvisa nausea, o forse era
l’alcool?
Draco, dal canto suo, aveva deciso che niente poteva essere peggiore
dei Babbani. E insomma, la Granger era pur sempre una donna! Ma non
aveva l’aria troppo felice. Chissà, magari era
morto Weasley. All’idea un altro ghigno comparve sul suo viso.
- Allora Granger, vogliamo stare qui a
guardarci in faccia o vogliamo intrattenere un conversazione
“civile”?
Altro ghigno. Altro silenzio.
- Sai Granger, in sei anni di scuola non
ti ho mai vista tacere ad una domanda, perché proprio ora
hai perso l’uso della parola?
Lei sembrava sorda. Fumava e beveva come se non si accorgesse di quel
che faceva. Lui scosse la testa, spazientito.
- Saluti Granger.
Fece per alzarsi. Lei mise una mano sul suo braccio. Nonostante lui
sentisse il bisogno impellente di pulirsi, si trattenne.
- Ho trovato Ron con un'altra, nel NOSTRO
letto.
Lui fece per parlare, ma lei continuò.
- Ho appena avuto una bambina che
probabilmente crescerà divisa tra due genitori, Harry
è in viaggio di nozze con Ginny, Luna è in
Irlanda cercando qualche stupido animale, e mia madre è in
un manicomio alle prese con una terribile demenza senile.
Perché avrei voglia di parlare?
Si aspettava finalmente un po’ di dignitoso silenzio da parte
di Malfoy. Si sbagliava.
- Sai cosa penso Granger? Che tu sia solo
la solita donna che ama lamentarsi. Hai trovato Lenticchia con
un’altra. E allora? Insomma capisco che siate terribilmente
melensi dai tempi di Hogwarts, ma forse è ora di cambiare
pagina. Insomma è un Weasley!! E se proprio volevi sfogarti
con i tuoi santissimi amici, potresti benissimo mandar loro una
lettera. Son sicuro che San Potter non avrebbe certo rifiutato
l’idea di un salvataggio e l’Irlanda non
è poi così lontana! E per tua figlia, non farne
un dramma, mica siete morti.
Lo sconcerto di Hermione era tale che non si accorse di aver spalancato
la bocca. Rimase per un attimo a guardarlo e poi iniziò a
parlare, anzi a urlare.
- Come ti permetti di giudicare la vita
degli altri? Tu non sai un cazzo! Io Ron lo amo e non sono qui per
lamentarmi! 6 tu che ti lamentavi del mio silenzio! Non ho intenzione
di rovinare la luna di miele ai miei amici, né la carriera!
Come osi?! Se fossi stata così egoista sarebbero
già qui da un mese probabilmente! Non ti ho raccontato i
miei problemi per sentirmi rispondere cazzate, Malfoy!
Ormai avevano abbandonato ogni minima traccia di dignità.
- Ah certo Granger. Dimenticavo che tu
sei una Grifondoro. Un’altruista, vero? E il famosissimo
orgoglio dove lo metti eh?un mese è passato e tu sei ancora
qui a piangerti addosso. Che schifo!
Poi riprendendo un po’ il controllo si sedettero. Silenzio.
Passarono minuti, forse ore. Nessuno dei due parlava. Poi Lei con voce
flebile.
- Il mio orgoglio l’ho perso da
un po’.
- Da quando ti sei sposata con Weasley,
ovvio.
- No, l’ho perso quando ho
smesso di crederci.
- Di credere in cosa?
- Che potesse funzionare.
Ancora silenzio. Poi Lui:
- Sai cosa devi fare Granger?
- No, cosa?
Sguardo speranzoso.
- Vieni a letto con me stanotte.
Sbigottita, lo guardò.
- E così ritroverò
il mio orgoglio Malfoy? Con te?
Incredula, rise. Una risata fredda.
- No, però dopo ti sentirai
meglio.
- Per le tue incredibili doti? No grazie.
- L’hai detto tu Granger, hai
perso già l’orgoglio. Non ti rimane
nient’altro.
- La dignità.
- Sai dove trovarmi.
Se ne andò con rinnovata sicurezza.
Un’ora dopo Lei era di fronte a Malfoy Manor.
Non sapeva la parola d’ordine. Fottutissimo bastardo.
Fece per andarsene. E poi una voce:
- Ti aspettavo Granger.
Allora… non riesci a immaginarti la parola
d’ordine?
- Me ne vado.
- Dignità, Granger.
Salirono lungo le scale. Fino ad arrivare in un’ ampia
stanza.
- Allora Granger, vuoi qualcosa da bere?
Ghigno.
- Malfoy, voglio te. Ora.
Con una foga improvvisa iniziarono a baciarsi. Passione e piacere. Lei
avvertì l’erezione di Lui. E Lui la fece sua. Lei
provò emozioni nuove. Nuove vette di piacere. Lui si accorse
di volerla. Non si sarebbe accontentato di una notte.
Lei non voleva più la sua dignità.
Un anno dopo
Una porta che sbatte. Un saluto confuso.
Significavano solo una cosa: litigata.
Lui arrivò in camera da letto.
- Si può sapere che succede?
Un singhiozzo dal bagno.
- Hermione, esci da lì.
- Che vuoi?
Occhi gonfi. Sconvolta. Quella faccia lì l’aveva
già vista. Quella notte, la loro prima notte.
- Che ti ha fatto Weasley?
Ora occhi spalancati. Stupita.
- Come fai a sapere..?
- La nostra prima notte.- disse
semplicemente.
Si avvicinò a baciarla. Lei si scostò.
- Non rendere tutto più
difficile, cazzo!
- Mi vuoi dire che succede?
- Va bene! Torno con Ron.
Lui si lasciò cadere sul letto. Non disse niente.
- Sono incinta. Non posso rimanere qui.
Se si venisse a sapere che frequento un altro butterei fango sulla
famiglia. Mia e tua. Ti farò vedere tuo figlio quando
nascerà. Diciamo che, semplicemente, non dovrà
saperlo nessuno.
Silenzio. Lei pianse. Lui rimase immobile.
- Devo andare.
- Un cazzo. Tu non ti muovi.
- Draco, per favore.
- Zitta, stiamo parlando di mio figlio
che crescerà credendo di essere un Weasley. Stiamo parlando
di te che torni con l’uomo che ti ha tradito. Stiamo parlando
di una finzione. Stiamo parlando di noi.
- Non c’è
più un noi, Draco. Lasciami andare. Ti prego.
- Tu come starai?
Attimo di esitazione. Occhi fugaci.
- Bene.
- Allora vai. Parleremo
un’altra volta di mio figlio.
- Draco?
- Si?- Lui la guarda, speranzoso.
- Ti amo. Scusa di tutto.
- Stai facendo del male a te.
Undici anni dopo
Stazione di King Cross. Lui è nell’ombra. Vede Lei
e Weasley.
Vede suo figlio. Alla fine non ha avuto molte occasioni per conoscerlo.
Weasley si è messo in mezzo. Che direbbe la gente se lo
venisse a sapere?! Ma che dice la gente nel vedere un Weasley senza
lentiggini e con gli occhi verde chiaro? Fanculo Weasley. Passano
vicino a dove è seduto lui. Lei accenna un saluto. Lui vede
una lacrima negli occhi di lei. Occhi infelici.