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Autore: ElderClaud    16/01/2009    5 recensioni
Non era vero.
Non poteva essere vero.
Questo era solo il frutto della sua acerba mente di adolescente e non di una persona lucida e matura.
Perchè non era possibile che ora Hidan si fosse spogliata davanti ai suoi occhi e si fosse seduta sopra di lui. Continuando comunque a guardarlo dritto negli occhi come in attesa di qualcosa.
Era sorridente e i suoi occhi viola parevano brillare di felicità sincera, quando solo ad un momento prima sembrava volerlo fare fuori all'istante.
[Attenzione! In questa fanfic Hidan è una donna!]
Genere: Erotico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Deidara, Hidan
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Contesto generale/vago
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Attenzione! In questa oneshot Hidan è una donna ok?
Ho scritto questa fanfic in “risposta” a quella scritta da Kurenai88 come ringraziamento (Anche lei aveva scritto una HidanDeidara ma con Deidara donna).
Di conseguenza non aggiungo altro e vi auguro buona lettura!)
Ps: Qui Hidan fa già parte dell'organizzazione benchè fosse entrato dopo Deidara.


Delicious Bitch



“Ehi bimbo....”
La sua voce lo raggiungeva, ma non doveva toccarlo minimamente.
“Posso chiederti una cosa?!”
volse lo sguardo altrove per non guardare quelle labbra carnose muoversi lentamente.
“Ma quanti cazzo di anni hai?!”
se solo avesse potuto le avrebbe dato della stronza e si sarebbe fiondato su di lei invece che strofinarsi i palmi delle mani a vicenda.




Deidara era quello che si poteva perfettamente definire “un bambino prodigio”.
Una grande conoscenza della propria innata e una spudoratezza nel voler apprendere sempre nuove tecniche – dato che comunque non reputava la propria vita importante, non quanto l'arte – faceva di lui uno tra i migliori terroristi di Iwa.
Era un ragazzo giovane, e dalla mentalità decisamente strana per la gente con cui aveva a che fare. Egli disprezzava chiunque maltrattasse la sua arte dandogli del psicopatico o altre cose decisamente poco carine. Tipo della checca isterica.
E cosa ancor più seccante, odiava i cambiamenti improvvisi.
Da semplice terrorista che svolgeva favori all'Akatsuki a membro a tutti gli effetti era un gran passo in avanti, e lui non è che aveva fin da subito apprezzato la cosa.
Senza dubbio perchè quei bifolchi non riuscivano ad apprezzarlo appieno, e poi lui voleva gestire la propria vita come meglio credeva.
Invece no, caro Deidara!
Il tuo destino è quello di morire giovane – e vergine – dentro una organizzazione che mai ti avrebbe compreso del tutto o comunque anche solo in parte.

Provò quindi a rilassarsi sulla poltroncina se cui era seduto ma con scarsi risultati.
Benché si trattasse di una stanzetta piuttosto accogliente per il fin troppo spartano palazzo reale, ci stava a disagio e non riusciva a sillabare una parola verso l'interlocutrice che aveva di fronte.
E dovevano organizzare la prossima missione!
Altra trovata geniale del capo, fargli apprendere i loro metodi lavorativi svolgendo missioni con ognuno dei suoi pericolosissimi membri. Che a suo avviso poi erano tutte delle teste di cazzo incredibili.
Non sapevano un cazzo di lui e della sua arte, e non si preoccupavano neanche un po' di chiamarlo bimbominkia.
Persino la donna che aveva davanti non si era risparmiata di affibbiargli quell'inutile pseudonimo.
Quasi come se non le importasse nulla che quello che aveva di fronte da giovane era stato capace di far esplodere la madre stessa e chiunque non gli andasse a genio. I suoi occhi insolitamente porpora lo scrutavano senza tregua e parevano guardarlo dentro.
E la cosa lo irritava assai.
Se da un lato era “il covo” stesso di quei disgraziati ad innervosirlo – il villaggio della pioggia era decisamente suggestivo con i suoi palazzi metallici – dall'altra la sua nuova compagna di avventura non faceva nulla per farlo sentire a proprio agio.
Hidan era una grandissima stronza quando ci si metteva, o almeno questo era ciò che aveva sentito dire da alcuni membri quando si era parlato di mettere in squadra lui con lei.
Eppure non si poteva rimanere indifferenti al suo aspetto, così simile ad una puttana – dato che sembrava non avere altro al di là della mantella aperta che mostrava una scollatura da brivido – ma al contempo distante e intoccabile per via di quella sua pelle così chiara e quei capelli che dire platinati era poco.
Dava esattamente l'idea della donna bella e irraggiungibile. Capace solo lei di avvicinarsi ad un uomo e di volerlo anche con la forza.
Uno spirito capriccioso devoto ad un Kami decisamente violento e malvagio.
Non che al biondo artista importasse qualcosa ad essere sinceri, per lui quella donna gli stava “solo” ispirando del gran sesso e basta.
Tuttavia la donna non era cieca, e si era perfettamente accorta che il novellino la stava ignorando.

“Allora mi rispondi si o no?! O devo forse sillabarti parola per parola la mia domanda?!”
Per carità divina no!
Già le sue labbra erano ipnotiche, se poi ci si metteva a parlare lentamente facendogli persino sentire la lingua che si muoveva sugli incisivi non avrebbe retto due secondi e le avrebbe dato uno schiaffo sicuro.
Deglutendo a fatica, e incrociando le braccia al petto, il biondino la guardò carico d'odio e di rimprovero.
“Ma che ti importa? Sono un adulto punto e basta! E non credo che l'età serva a qualcosa per la nostra missione uhn! Fatti i cazzi tuoi puttana!”
si sentiva ancora terribilmente a disagio ad indossare quella mantella così antiestetica e troppo larga per il suo fisico ancora adolescenziale.
L'esatto contrario di Hidan che spregiudicata com'era se ne fotteva l'anima di possedere invece una versione forse troppo corta.
Il susseguirsi degli accavallamenti di quelle gambe toniche lo innervosivano.
La mantella scivolava via da quella pelle come se fosse stata seta, e la pelle diafana delle cosce si rivelavano ai suoi occhi cerulei in tutto il loro splendore.

Ma non era da considerarsi un uomo fortunato solo perchè viaggiava con una bella donna e possibilmente consenziente.
Se non andavi a genio alla kunoichi masochista per eccellenza c'era poco da fare.
E Hidan ne aveva fin sui capelli di essere chiamata “puttana”. Che male c'era nell'essere indipendente su tutti i punti? Ciò ne faceva forse una donnaccia?
A detta di Kakuzu, suo attuale partner, il cercare di intrufolarsi nel futon del proprio compagno ogni notte – senza comunque ottenere nulla – era da considerarsi tale.
Comunque sia, tralasciando questi fastidiosi pensieri, si rammaricò ancora una volta con il capo per averle appioppato un poppante arrapato. Perchè il giovinetto mooolto era arrapato!

Assottigliò quindi gli occhi purpurei e lo guardò così intensamente da farlo irrigidire ulteriormente sulla poltrona di velluto.
Lo vide nitidamente deglutire mentre la rabbia chiaramente covava dentro quel corpo formoso. Era una furia che sembrava cieca mentre si alzava dal suo trono e gli si avvicinava lentamente.
Deidara si sforzò con tutto il cuore da non insultarla a gran voce e di mantenere gli occhi puntati su quelli di lei e non su altre sue formose parti del corpo.
Quella donna inoltre aveva un profumo tutto suo. Tetro ed esotico al contempo.
Era bella ma per lui non poteva che essere solo un abbaglio, una immagine erotica solo utile da ricordare in fredde notti di solitudine e basta.
Una femminilità ben diversa da quella del numero due del gruppo. Ossia Konan. Così fredda e austera degna di una suora perbenista.
Questa che aveva di fronte era pericolosa, era una donna che aveva più esperienza sul campo di lui e una arroganza che lo batteva in ogni dove.
Ancora una volta doveva dannatamente ammettere che era dipendente da quelle labbra carnose.
Quelle labbra carnose che ora stavano formulando la sua condanna a morte...

“Vuoi scopare moccioso?! Eh?!”
Il giovane rimase interdetto. Sgranò gli occhi e la mascella gli si aprì del tutto.
“Eh? Ma che cavolo di...”
Non ebbe il tempo di continuare, non ebbe neppure il tempo di mormorare altro che quella si era già spogliata e si era messa a cavalcioni su di lui.
“Benissimo allora! Scopami pure! Sono tutta tua!”



Non era vero.
Non poteva essere vero.
Questo era solo il frutto della sua acerba mente di adolescente e non di una persona lucida e matura.
Perchè non era possibile che ora Hidan si fosse spogliata davanti ai suoi occhi e si fosse seduta sopra di lui. Continuando comunque a guardarlo dritto negli occhi come in attesa di qualcosa.
Era sorridente e i suoi occhi viola parevano brillare di felicità sincera, quando solo ad un momento prima sembrava volerlo fare fuori all'istante.
“stiamo calmi...” si ripeté mentalmente lui per la centesima volta.
Come a voler disperatamente ignorare tutto il resto di quello splendido corpo.
Aveva il suo seno praticamente a portata di volto, e se solo ci provava poteva distinguere i pori di quella pelle deliziosamente liscia.

“Beh che aspetti? Guardami no?!”
un tono più acido si fece sentire da quella vocina allegra e un po' isterica. Il fatto di avere la femminilità di quella donna premuta contro il suo pacco sempre più gonfio sembrava essere l'unico pensiero corrente.
Premeva, premeva e premeva come gli ormoni nella sua testa.
Ormoni che insistentemente gli dicevano di assecondare quell'ordine divertito per dare sfogo alla sua passione adolescenziale.
Ed egli quindi l'assecondò.
Spostò gli occhi azzurri mentre il labbro inferiore veniva morso a sangue e guardò altro che non fossero il collo e le spalle di quella femmina assassina.

L'istinto era tremante in lui, brividi oscuri e caldi partivano da dentro il suo cervello per poi dipanarsi in tutto il suo corpo come un'onda che placida va a morire sulla spiaggia.
Calda, bollente, che lo faceva fremere quando si andava a distruggere sui suoi gingilli.
Il corpo di quella donna era ancora più bello di quanto se l'era immaginato, era una autentica opera d'arte che tuttavia – per ovvie ragioni – non era come la sua argilla esplosiva.

No...
Era molto di più.

Ed era intento a scoprirlo in quel momento. Invogliato dal suo profumo e dal suo continuo muoversi placida sopra di lui.
Coccolandolo piano con lievi mugugni rivolti al suo orecchio sinistro.
“Ti piaccio vero bimbo...?!”
si gli piaceva quella donna. Gli piaceva quel suo corpo perfetto e gli piaceva l'idea di stare per fare quella cosa con una donna divina.
Divina su tutti i sensi.
Era bella come un kami e crudele come un kami.
E nella sua stupidità giovanile stava per scoprirlo.

Lo stava per sperimentare mentre le sue mani, prima titubanti, iniziavano ad accarezzare piano quelle candide cosce.
Piano, con molta calma, si portò dalle ginocchia fino all'altezza del suo seno. Percorrendo tutta la linea dei fianchi e lasciando al suo passaggio una scia di bava causata dall'orrida innata delle sue mani.
Hidan schizzinosa com'era, non poté non rilasciare una smorfia da quel suo bel visino angelico.
Arricciando all'insù le labbra superiori e mostrando all'esaltato e fremente giovanotto i bianchi incisivi.
Era più che sufficiente per quella volta.
Se doveva dargli una lezione, ebbene era ora che arrivasse al succo. Terminando all'improvviso l'assurdo rapporto.

Si staccò da lui con sguardo a dir poco deluso e insoddisfatto. Schioccando la lingua dentro la bocca e lasciando lui perplesso e ancora fremente di precoce desiderio.
“Ehi... Ma che ti prende adesso?! M-ma che ca...”
Era assurdo ciò che era successo. Era iniziato tutto troppo velocemente ed era finito tutto sempre troppo velocemente.
E lui che nella sua testa non capiva nulla. Non capiva il perchè di quel gesto, il perchè di quel suo carattere di merda, il perchè anche del perchè di essere al mondo se bisognava fare figura di merda del genere.
“Beh?! Che hai moccioso? Non avrai davvero pensato che lo facessi con te vero?!”
Cosa?
Ma era forse impazzita? Sembrava che la sua voglia di scopare fosse svanita e che fosse ritornata ad essere come prima di spogliarsi. Una stronza con la puzza sotto il naso.
Sbuffò seccato a quel cambiamento repentino e soffocò un ringhio battendo i palmi delle mani sui braccioli.
“Ma lo sai che sei una stronza eh?!”
quella parve non sentirlo minimamente mentre raccoglieva la cappa da terra e se la risistemava lentamente bottone dopo bottone. Dandogli rigorosamente le spalle.

“Sei solo un moccioso Deidara... E sei per giunta senza speranze”



Eccola qui la massima finale.
Il capriccio delle donne era rappresentato alla perfezione da Hidan, e ciò che gli aveva “insegnato” a modo suo era l'ennesima umiliazione nella sua schifosissima vita di perdente.
Non sarebbe stato facile andare in missione con quella donna, e nonostante l'odio crescente per lei, e il suo dargli le spalle mentre usciva dalla stanza, gli urlò lo stesso addosso una frase che aveva il sentore di una previsione futura.


“Tra un paio d'anni vedi come ti apro in due maledetta puttana! Cadrai ai miei piedi!”
nonostante il tono furioso ed eccitato al contempo, doveva ammettere a se stesso che quella femmina sapeva il fatto suo.
E le sue parole lo lasciarono ancora una volta furioso e a bocca aperta.
“Sì certo... Oppure sarai tu tra un paio di anni che ti inginocchierai davanti a me per supplicare una scopata!”




Forse era stato umiliato, ma... Volete mettere il “sollievo” di una scommessa del genere?





Oddio, non so proprio cosa pensare. Non son convinta che sia venuta bene!
Ad ogni modo ditemi voi cosa ne pensate e lasciate una recensione please! (ps: la mia long fic “come cuoio e oro” sta ricevendo poche recensioni ultimamente. Raga, con tutto il cuore ve lo dico, se non ve ne frega nulla la cancello!)


   
 
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