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Autore: White Queen of Asgard    30/06/2015    2 recensioni
Ormai per i quattro ragazzi tutto era tornato alla normalità.
La solita vita di sempre: università casa, casa università.
Quelle tre ragazze avevano dato una piccola svolta alla loro vita e quell'incidente li aveva cambiati ulteriormente.
Ma, come disse Roger, quello era "solamente l'inizio" e il tutto deve ancora accadere.
* * * * * * * * * *
Seguito di You Don't Need Nobody Else But Me
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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04) FOR OTHER GIRLS WERE NEVER QUITE LIKE THIS
10/02/73

"Allora, John. Parliamo un po' di te" propose la ragazza dopo che ebbero ordinato da mangiare.
"Emm... Che posso dire..."
"Be', ho visto che sei molto timido" lo interruppe l'altra ridendo.
"Si, ma... sono timido il giusto, ecco" rispose il ragazzo.
Arrivarono i piatti e cominciarono a mangiare.
"Ma come diavolo fai a essere così magro?!" chiese Roberta vedendo la quantità di cibo che John stava ingoiando.
"Come?" domandò sollevando lo sguardo dal piatto non avendo neanche sentito quello che aveva dettola ragazza essendo troppo occupato a mangiare.
"No, dico... stai finendo tutta la scorta di cobo del ristorante. Come fai a restare così magro?" chiese nuovamente ridendo.
"Ah... Non lo so. Me lo chiedono tutti quelli con cui vado a mangiare" Rispose riprendendo a mangiare, e così fece anche la ragazza.
Finito di pranzare, John pagò per entrambi poi uscirono.
"Che facciamo adesso?"
"Non saprei. Potresti... conoscere alcuni miei amici" rispose con quell'insicurezza che ancora non lo aveva lasciato. 
"Si, alcuni... Gli unici" continuò abbassando la voce e cominciando a guardare a terra grattandosi la testa.
"Buona idea. Mi farebbe piacere" rispose Roberta "e aggiungi una persona a quella lista di amici" disse, con l'aggiunta di un occhiolino che fece arrossire il ragazzo.
Si incamminarono verso la casa di Freddie ma per loro sfortuna trovarono lì anche il riccio e il biondino e la scena non fu una delle più accoglienti.
Il primo era seduto a disegnare con fogli sparsi per tutto il tavolo, l'altro girava per casa con la pancia che non la smetteva di brontolare e l'ultimo era mezzo addormentato sul divano.
"C'è il caffè?" chiese Brian.
"Si" rispose Roger con lo stesso entusiasmo che si ha quando si deve andare dal dentista. 
"Però non so..." disse con un'aria indecisa.
"Cosa?"
"C'è anche il the?"
"Si, c'è" rispose Freddie.
"Roger tu cosa prendi?"
"Non fargli domande. Ha troppo sonno anche per pensare" s'intromise Freddie ridendo.
"Sta' zitto. Comunque, prendo un caffè" rispose il biondo.
"Fred, tu che prendi?"
"Un the, ma più tardi"
"Ma si può sapere perché non mi aiutate mai?!" urlò sbattendo le mani sul tavolo e facendo volare i fogli per tutta la stanza.
"Brian, i fogli!" lo rimproverò Freddie iniziando a mettere a posto tutti i disegni con l'aiuto del riccio.
"Bri, sei un casinista" continuò il biondo con gli occhi socchiusi ma l'altro non lo sentì essendo occupato a scusarsi in continuazione con Freddie. 
"Emm... ciao ragazzi" salutò John per far notare la loro presenza.
"Oh, ciao John!" ricambiò Freddie.
"John! The o caffè?!" urlò Brian fiondandoglisi addosso e prendendolo per le spalle.
"A-Abbiamo appena mangiato, non prend-"
"Ma che diavolo!" Continuò a lamentarsi parlando da solo senza neanche accorgersi della ragazza.
"Chi è lei?" chiese Freddie fingendo di non sapere nulla.
"Lei è Roberta"
"Chiamatemi pure Roby. Preferisco" aggiunse sorridendo.
"Tu!" urlò Brian puntandole l'indice addosso "the o caffè?!"
"Io... prendo un the"
"Grazie a dio... vado a fare del the"
"Tu sei fuori" disse Roger "ma il mio caffè?"
"Si, faccio anche quello"
"Ecco, bravo" rispose facendo uno sforzo enorme per alzarsi ad andare a salutare la ragazza.
"Roger" Le diede la mano e chiamò il riccio. Questo arrivò con un biscotto ficcato in bocca e bofonchiò un qualcosa di incomprensibile.
"Eh?" disse Roberta non avendo capito, come non avrebbe capito una qualunque persona normale.
"Ha detto 'piacere, Brian'" suggerì Roger, l'unico che riusciva a capirlo.
"Piacere mio" rispose ridendo.
"Bene bene. Tesoro, è pronto il the?" chiese Freddie.
"'Tesoro'?" La ragazza non riuscì a trattenere una risata a quel soprannome "ma lo dici a tutti o c'è qualcosa fra voi due?"
"Lo uso con tutti, cara mia. Noi siamo solo amici. Vero, amore?" rispose mandando un bacio a Brian, e un occhiolino non poteva mancare.
"Dai, che poi ci crede! Comunque, dà quei soprannomi a tutti"
Brian si fiondò in cucina per controllare a che punto fossero the e caffè.
"Finalmente quella povera bestia si sfamerà" scherzò Freddie.
"Tanto fra cinque minuti gli viene di nuovo fam-"
"Ragazzi, è pronto!" Brian entrò in salotto con un vassoio sul quale c'erano le quattro tazze e un pacchetto di biscotti e, per un motivo sconosciuto ma decisamente inutile, indossava il grembiule da cucina rosa (molto virile) di Freddie.
"Finalmente. Ma che diavolo ci fai col mio grembiule?"
"Faceva scena"
"Faceva scena?"
"Faceva scena"
"Faceva... scena. Si..."
Dopo aver bevuto il the e il caffè, John e Roberta decisero di abbandonare Freddie con il morto di fame e con il mezzo addormentato.
"Allora noi andiamo"
"Almeno avrete qualche minuto per farvi i fatti vostri" aggiunse il biondo sottovoce ancora mezzo addormentato. 
"Come, scusa?"
"Niente. Dai, andatevene che ho sonno"
"Molto gentile, come sempre"
John gli tirò un'occhiataccia.
Finalmente uscirono ma poi si presentò il dubbio: "Bene, ora... che si fa?" chiese John non appena si chiusero la porta alle spalle. 
"Be', potremmo andare a fare un giro"
"D-Da soli?" 
"Perché? Ti spaventa la cosa?" Roberta rise e prese il ragazzo per il polso e lo trascinò fino in centro. Durante il percorso dovette subirsi una serie di "ma dove stiamo andando?!" e "non puoi fermarti un attimo?!"
Arrivati a destinazione cominciarono a girare per i negozietti fermandosi per la maggior parte del tempo nei negozi di dischi.
"Aspetta aspetta aspetta" Roberta fermò il ragazzo e si piantò davanti a una vetrina di un negozio si scarpe con l'espressione di un bambino di fronte a un negozio di caramelle.
"Sono fantastici" disse fissando un paio di stivaletti neri.
"E comprali, no?"
"Nah. Tanto poi finisce che non li metto" rispose solo per non fare la figura della ragazzina che compra tutto per poi non mettere niente.
Il ragazzo rimase per un attimo a guardare quelle scarpe con una delle sue mezze intenzioni ma la ragazza lo trascinò al negozio successivo prima che potesse decidersi.
Dopo giri e giri fatti per tutti i negozi si decisero a tornare a casa, anche perché, con quella temperatura, non era poi così piacevole starsene fuori di casa.
"Allora... io torno a casa" disse Roberta.
"Se vuoi ti accompagno" propose John riuscendo finalmente a sentirsi a suo agio con quella ragazza, così si incamminarono.
"Se vuoi domani possiamo rivederci" propose la ragazza e John accettò. 

* * * * * * * * * *

Per tutta la strada di casa John stette a pensare a quelle scarpe che avevano visto nel negozio.
Arrivato davanti alla porta di casa sua si decise.
Ritornò al negozio e comprò quelle scarpe che la ragazza amava tanto.

* * * * * * * * * *

Il giorno successivo il ragazzo andò a casa di Roberta, come stabilito.
La ragazza aprì la porta e lo accolse con un grande sorriso.
"Lo accetti un regalo di natale in ritardo di due mesi?" chiese John porgendole il pacchetto. 
"Se proprio me lo offri così" rispose ridendo.
Dopo averlo aperto non poté crederci.
"Oddio. Non so che dire. Grazie" furono le uniche cose che riuscì a dire prima di fiondarsi addosso a John per abbracciarlo.
"Scusa" disse ridendo.
"P-Prego" disse con un filo di voce arrossendo più che mai e cominciando a sudare.
"Aspetta qua"
Roberta andò mettersi le sue nuove scarpe e tornò dal ragazzo.
"Come sono?"
"Ti stanno benissimo" rispose ancora a bassa voce.
Passarono un'altra giornata insieme e la sera si infilarono in un bar conosciuto dalla ragazza in cui il jukebox non poteva mancare.
"Cosa metto?" chiese Roberta tirando fuori una monetina.
"Aspetta, fa vedere" John cominciò a guardare tutte le canzoni finché non trovò I've Just Seen A Face "questa?"
"Sono anch'io per i Beatles per tua fortuna" rispose mettendo la canzone.
I've just seen a face, I can't forget the time or place where we just met. She's just the girl for me
Ordinarono da bere e si sedettero a un tavolino.
Had it been another day I might have looked the other way and I'd have never been aware, but as it is I'll dream of her tonight
John fissava l'acqua nel bicchiere cantando sottovoce e la ragazza se ne accorse.
"La puoi alzare la voce, eh"
"Si, è che... non so cantare, ecco"
"Nah, non ci credo"
"Come, scusa?"
"Non ci credo che non sai cantare. Anche io lo pensavo ma poi mi hanno detto il contrario. Quindi sentiti libero di cantare perché secondo me lo sai fare"
I have never known the like of this. I've been alone and I have missed things and kept out of sight, for other girls were never quite like this
"Da da da da da da. Falling, yes I am falling and she keeps calling me back again" il volume ancora era basso ma la ragazza riuscì a sentirlo. 
"Te lo dicevo che sapevi cantare" disse sorridendo.
"Falling, yes I am falling and she keeps calling me back again" cantarono in coro dopo l'assolo, lui sulle note più basse e lei su quelle più alte. Continuarono (in coro e non) finché la canzone non finì. 
Il momento di tornare a casa era sempre "dopo questa canzone" ma alla fine rimasero lì per tutta la sera a mangiare e a cantare.



Angolo della Queenie:
(...Non mi ricordo cosa stessi per scrivere)
Questo qua sopra era un esempio della mia memoria da elefante morto, causa dello star caricando questo capitolo a quest'ora.
Comunque, ecco di nuovo il nostro John alle prese con una ragazza.
E si, John sa cantare (se volete sentirlo lo potete trovare su YouTube)
Ringrazio
Sweet_Lady_Queen per le recensioni e tutti gli altri che stanno seguendo questa storia.
Nel caso aveste consigli ricordo che potete lasciare una recensione.
Alla prossima!
  
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