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Autore: Valerie Leyl Alekxandre    01/07/2015    11 recensioni
Come già qualcuno sa, questa Long-Fic è nata come NaLu Week, ma ho deciso di trasformarla in base alle mie esigenze e a quelle dei lettori in una Long.
Ringrazio gaia21 che senza di lei non avrei mai cominciato a scrivere questa long.
Spero possa piacervi quello che la mia mente ha dato origine.​
*§*§*§*
Lucy è una normale ragazza condannata a vivere una vita infelice sin dalla nascita.
Orfana di genitori e cagionevole di salute, si ritrova ad affrontare tante sventure nel corso della sua vita, finché è una delle sue stesse sventure a farle conoscere l'amore di una famiglia e l'amore della sua vita.
*§*§*§*
Un bacione a tutti e che la lettura sia di vostro gradimento!
[REVISIONE IN CORSO]
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non ho un cuore per poterti amare
Capitolo II. Wander
**❤**

-Lucy! Finalmente ti sei svegliata!-
La ragazza cercò di mettersi seduta, ma le due mani calde del rosato la fermarono dall’intento, le quali si poggiarono sulle spalle di lei facendola sdraiare nuovamente sul letto.
-È meglio se non ti sforzi- disse lui mettendo un altro cuscino dietro la testa della ragazza per poi sedersi sulla sedia posta vicino al letto, era davvero felicissimo di vedere la ragazza risvegliarsi dopo due giorni dall’incidente.
-Cosa ci fai tu qui?- chiese lei ancora confusa dalla situazione che si era venuta a creare, lui era solo uno sconosciuto che aveva incontrato mentre faceva la spesa! Perché doveva essere lì con lei? In ospedale poi!
-Beh..- disse grattandosi il capo nervosamente spostando il suo sguardo sulla finestra -mi sono preoccupato- aggiunse smettendo di grattarsi, mentre la bionda cominciò a sentire uno strano calore al petto -quando ti ho tirato fuori dal bus il tuo cuore non batteva più- rispose lui abbassando gli occhi, non era stato di certo bello vedere che qualcuno che si conosceva morire tra le proprie braccia, ma da quello che i medici gli avevano detto, erano riusciti a rianimarla quasi subito in ambulanza.
In quel momento Lucy ricordò di quando il rosato l’aveva tirata fuori dal veicolo, sorrise in seguito quando prese per mano il ragazzo attirando la sua attenzione –Ti ringrazio- disse mostrandogli il suo miglior sorriso, la sensazione lei provava in quel momento era strana, per la prima volta qualcuno si era preoccupato per lei, in un certo senso si sentiva importante.
-Non devi, è il mio lavoro- sorrise lui di rimando, ricambiando la stretta di mano della ragazza poggiando l’altra su quelle di lei.
-Allora sei davvero un vigile del fuoco!- esclamò lei sorpresa, in realtà pensava di essersi sognata il ragazzo con indosso l’uniforme, non pensava che lo fosse sul serio.
-Eh eh eh, già- rispose lui guardando la ragazza, erano ancora visibili le ferite dell’incidente e la cosa lo innervosiva non poco –ora come ti senti?- chiese poi visibilmente preoccupato, avvicinandosi leggermente alla sua interlocutrice.
-Ho solo qualche ammaccatura, niente di più- rispose Lucy cercando di tranquillizzarlo sorridendo, ma lei sapeva che sicuramente l’incidente le aveva causato molti altri guai oltre che per la salute del suo organo palpitante, sicuramente avrebbe perso il lavoro e se non si sarebbe affrettata a pagare l’affitto probabilmente avrebbe perso pure quello, sospirò pesantemente attirando l’attenzione del ragazzo.
-Cosa c’è? Hai bisogno di qualcosa? Ti fa male da qualche parte? Chiamo l’infermiera? Inferm..!- non fece neanche in tempo a finire di parlare che la bionda si lanciò contro Natsu tappandogli la bocca, ma oltre a riuscire nell’intento, fece cadere il ragazzo dalla sedia e con lui anche lei.
La flebo si staccò e così anche tutti i sensori dell’apparecchio a cui la ragazza era collegata, facendo emettere uno squillo continuo al macchinario.
Lucy era adagiata sul petto del ragazzo, con la mano ancora premuta contro le morbide e sottili labbra di quest’ultimo, il quale era con la schiena premuta a terra e i due visi l’uno a pochi centimetri dall’altro, con i lunghi capelli biondi di lei che ricadevano in parte sul pavimento e in parte sulla fronte di lui.
-Scusami! Scusami! Scusami!- continuava a ripetere la ragazza tutta imbarazzata una volta essersi seduta a terra di fianco al ragazzo, il quale anche lui si sedette e cominciò a ridere interrompendo le scuse continue della bionda.
In seguito venne trascinata anche lei nella risata, ma vennero entrambi subito dopo interrotti dall’entrata di un infermiera dai capelli rosa raccolti in uno chignon, che tossicchiò per poi camminare verso i due e incrociare le braccia quando arrivò davanti ad entrambi fissando la giovane con serietà, dopo aver spento il macchinario che fino a quel momento aveva continuato a suonare.
-Signorina Heartphilia- la richiamò severa –deve ritornare a letto- aggiunse fulminando la poveretta con lo sguardo, mentre il ragazzo guardava ancora divertito la figura di Lucy.
-Mi scusi signora Polyushka- rispose la ragazza abbassando il capo desolata.
-Signorina- precisò sbuffando la donna prima di uscire dalla stanza lasciando i due soli.
-Certo che mette davvero i brividi quella tipa- disse il rosato lasciandosi sfuggire qualche risatina alzandosi da terra.
Si avvicinò alla ragazza porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi, siccome la gamba, con ancora le fasciature visibili, non era ancora guarita abbastanza per poter esser utilizzata al meglio; Lucy sorrise accettando di buon grado l’aiuto per poi sedersi sul letto.
-Non mi hai ancora detto come ti chiami- sorrise lei risistemandosi una ciocca di capelli dal viso, portandola dietro l’orecchio sorridendo un po’ imbarazzata, era la prima volta che teneva una conversazione con un ragazzo come lui.
-Io sono Natsu!- rispose subito risistemando la sedia per poi andarsi a sedere nuovamente, con l’unica differenza, rispetto a poco prima, che la bionda era seduta davanti a lui e non sdraiata sul letto.
-Piacere di conoscerti Natsu- disse lei impiantando i palmi delle mani dietro la schiena sul materasso per poi spostare tutto il peso su di loro, cominciando a far oscillare i piedi come facevano i bambini –io invece mi chiamo..!
La ragazza venne subito interrotta da lui che finì al posto suo la presentazione– Tu ti chiami Lucy!- disse con lasciando leggermente basita la bionda.
“Che stupida.. anche poco fa mi aveva chiamata per nome” si imbarazzò ancora un po’ per poi risedersi composta –Ora che sai che sto bene non hai più niente per cui preoccuparti, adesso puoi anche andare a casa- disse lei gentile, voleva tanto che lui rimanesse lì con lei, ma sicuramente Natsu aveva altre cose di cui occuparsi fuori dall’ospedale, e poi erano due sconosciuti, cosa lo poteva trattenere ancora lì con lei?
-No, posso rimanere ancora qui a farti compagnia, non voglio lasciarti qui tutta sola- rispose lui grattandosi la testa pensieroso –e poi se la caserma riceverà una chiamata, li raggiungerò subito dato che la sede è qui vicino- aggiunse togliendo la mano dal capo tornando a guardare la ragazza, sempre con il suo solito sorriso a trentadue denti disegnato in volto.
La felicità che Lucy provava in quel momento era così tanta che abbracciò di istinto il giovane uomo –Ti ringrazio!- disse stringendolo chiudendo le palpebre mentre il suo sorriso si faceva sempre più luminoso, le sue braccia circondavano il busto del ragazzo con una presa molto debole, ma quest’ultimo riusciva comunque a percepire tutta la gratitudine della ragazza.
Natsu inizialmente si irrigidì poiché preso alla sprovvista, ma ricambiò quasi subito l’abbraccio poggiando le sue mani sulla schiena di lei, premendo leggermente con queste per non stringerla troppo e farle male, rendendosi conto solo in quel momento di come fosse piacevole abbracciarla.
Appena quest’ultima si rese conto della situazione si risedette di scatto sul letto interrompendo il dolce momento che si era venuto a creare –Ehm.. scusami.. è che nessuno è mai rimasto o venuto qui per me- disse abbassando lo sguardo imbarazzata mentre il tono diveniva più triste.
-Non ti preoccupare- rispose lui sorridendole –io rimarrò qui, ti prometto che ti verrò a trovare ogni volta che potrò- disse lui allegro battendo un pugno sul petto facendole increspare un lieve sorriso di gratitudine.
-Quindi siamo amici?- chiese lei sollevando il capo guardandolo speranzosa, lui sarebbe stato il suo unico e primo amico e ciò la rendeva tremendamente felice.
-Certo!- annuì convinto –lo siamo da quando ci siamo incontrati no?- chiese posando lo sguardo sulla sedia rotelle mentre un’idea gli passò per la mente e senza dare il tempo alla ragazza di rispondere, si alzò di scatto dalla sedia così bruscamente da farla cadere a terra per poi prendere la sedia a rotelle ed avvicinarsi al letto –andiamo in giardino! Dell’aria fresca ti farà senz’altro bene!- disse convinto guardando la ragazza con il suo immancabile sorriso.
-Io non credo sia una buona idea..- disse la ragazza pensierosa -..se la signorina Polyushka mi scopre uscire dalla stanza non so cosa mi farebbe- la bionda rabbrividì dopo aver esposto il suo pensiero.
-Allora facciamolo di nascosto!- e con questo lui, senza aspettare la risposta della sua interlocutrice, la prese fecendola accomodare sulla sedia a rotelle.
-Ehi! Ma cosa..!- disse lei per poi essere interrotta dal rosato.
-Shh!- gli fece lui affacciandosi alla porta per guardare se la tirannica dottoressa fosse nei paraggi, per poi sfrecciare per i corridoi con un sorriso entusiasta stampato in volto, mentre la ragazza, inevitabilmente sorrise nonostante fosse leggermente terrorizzata per via della velocità con cui correva il ragazzo spintonando la sedia.
Continuarono a girovagare per il piano finché di punto in bianco il ragazzo dai capelli rosa si fermò facendo sfuggire un urletto sorpreso alla bionda per la brusca frenata.
-Ehm..- il ragazzo si grattava nervosamente la nuca, mentre la gente camminava intorno a loro creando con le loro chiacchiere una leggera confusione, che nascose in parte il tono imbarazzato del rosato.
-Fammi indovinare.. non sai dov’è, vero?- disse la bionda per poi cominciare a ridere quando si girò per guardare in volto il suo interlocutore e sorridere imbarazzato in modo impacciato.
La risata cristallina di Lucy lo fece sorridere, stavolta senza più l’imbarazzo di poco prima, perché sentiva chiaramente che fosse una risata sincera, e forse era probabilmente una delle poche che sfuggivano alla ragazza.
La seguì a ruota cominciando a ridere anche lui, prendendo a spingere nuovamente la sedia a rotelle, dirigendosi verso l’ascensore.
-Allora..- disse lei tenendo il mento tra le dita, mentre scendevano al piano terra -..se non ricordo male, il giardino si raggiunge passando per il padiglione A..- aggiunse per poi girarsi verso il ragazzo, il quale la stava osservando –ora in che padiglione siamo?- chiese a Natsu guardandolo interrogativa, da quando si era svegliata non aveva la benché minima idea di dove la sua stanza fosse situata, erano un paio di mesi che non veniva più ricoverata, quindi qualcosa si era dimenticata.
Il rosato ci pensò su qualche secondo per poi rispondere –Beh.. se non sbaglio nel padiglione B- rispose lui corrugando la fronte, non essendo perfettamente sicuro della risposta che aveva dato.
-Allora non siamo molto lontani- disse lei sorridendo, mentre la porta dell’ascensore si aprì facendo uscire i due.
Lucy cominciò a dare indicazioni al ragazzo, il quale le seguiva chiacchierando con lei, cominciando a parlare un po’ di sé e del lavoro che faceva, raccontando dei suoi compagni e delle strane e divertenti mini avventure in cui si imbattevano nella caserma.
La bionda si lasciò sfuggire qualche risata quando lui le raccontava delle frequenti risse tra lui e il suo migliore amico, coinvolgendo la maggior parte delle volte anche il resto dei suoi compagni, se non quasi sempre.
La ragazza non aveva mai sorriso o riso così tanto in tutta la sua vita, soprattutto in quel modo e in compagnia di qualcuno, si sentiva debitrice nei confronti del ragazzo, nonostante lo avesse conosciuto solo da neanche un giorno.
Il giardino dell’ospedale era aperto a chiunque, sia a pazienti che a visitatori, nel tentativo di rendere l’edificio meno affollato nei corridoi, e quindi di garantire delle visite più tranquille e di rendere piacevole la permanenza per i pazienti, permettendo a quest’ultimi di venire a contatto con l’aria fresca e pulita, e con la natura.
Una vetrata di notevoli dimensioni garantiva parte della visione sul giardino, ma per il giovane uomo dai capelli rosa non era abbastanza.
Uscì trascinandosi dietro la ragazza, ancora seduta sulla sedia, la quale rimase leggermente sorpresa dalla vista del giardino, non se lo ricordava così grande.
-Wow, non è niente male!- disse Natsu guardandosi attorno, mentre camminava per i piccoli viali del giardino, che si inoltravano alcune volte in mezzo a qualche boschetto di piccoli alberi dall’altezza di neanche tre metri.
Erano presenti numerosi cespugli e numerose panchine, le quali per la maggior parte erano coperte dall’ombra di qualche albero più grande, ma che non superava i cinque metri di altezza.
Lucy si sentiva bene, l’odore dell’erba appena tagliata e dell’acqua che innaffiava i prati le metteva buon umore, il ragazzo aveva ragione, l’aria fresca le stava facendo un buon effetto, Natsu era soddisfatto della reazione positiva della ragazza, rimanendo incantato alla sua vista: con gli occhi chiusi e un sorriso ad incresparle le labbra mentre prendeva profondi respiri, ma la comparsa del venticello causò un colpo di tosse che interruppe il momento, in cui pure l’accompagnatore di lei era partecipe.
-Ehi, ti senti bene?- chiese lui fermandosi per poi andare ad inginocchiarsi davanti alla bionda, guardandola preoccupato, poggiando le mani sui bracci della sedia.
La ragazza continuò a tossire per poi fermarsi per rispondere guardandolo in volto –Mi sarò presa un po’ di raffreddore quando ero sotto i ferri- disse toccandosi dove ci dovevano essere alcuni punti sulla gamba, coperta in parte dalle fasciature e dalla vestaglia bianca che le avevano fatto indossare i medici.
-Allora aspetta un attimo- rispose lui sorridendole per poi alzarsi e togliersi la sua giacca e poggiarla in seguito sulla schiena della ragazza coprendole anche le spalle –almeno così non prenderai freddo- aggiunse incrociando le braccia soddisfatto, mentre lei abbassò lo sguardo arrossendo un po’.
-Grazie- sussurrò lei nascondendo gli occhi con la frangetta quando abbassò lo sguardo per nascondere il rossore, all’improvviso sentì il suo cuore cominciare a battere più forte.
-Ma va, non devi ringraziarmi- disse lui sorridendo, sedendosi poi su una panchina prendendo un gran respiro, mentre lei rialzò lo sguardo, per poter guardare meglio il suo interlocutore, intento ad osservare il giardino.
Lucy si strinse nella giacca rossa del ragazzo sentendo provenire da esso il calore che aveva percepito quando erano ancora nella stanza quando lei si era lanciata su di lui per tappargli la bocca, finendo inesorabilmente a terra, sopra il rosato.
Il calore l’avvolgeva, ed era una bellissima sensazione, sembrava di risentire l’abbraccio che si erano scambiati qualche decina di minuti prima.
Si rese conto solo in quel momento che un pesante silenzio era calato tra loro due, e lei non voleva, voleva parlare con quel ragazzo tanto allegro e solare, ma non poté fare a meno di fissarlo per un paio di minuti, intenta ad analizzare fin nei minimi dettagli i lineamenti del viso e delle labbra che poco prima aveva toccato, arrossì vistosamente al pensiero per poi prendere un profondo respiro.
-Come mai hai deciso di fare il vigile del fuoco?- chiese lei catturando l’attenzione del ragazzo, il quale si irrigidì non avendo previsto la domanda, cosa che notò la ragazza –Non pensavo fosse una domanda troppo p..!- venne subito interrotta da un sospiro del rosato.
-Semplicemente ho seguito le orme di mio padre- rispose lui portando gli occhi al cielo, sotto lo sguardo attento della ragazza dai lunghi capelli biondi.
Lucy abbassò nuovamente lo sguardo, percepì chiaramente il tono triste di Natsu, e dal modo in cui aveva risposto, si pentì di avergli fatto quella domanda.
-Scusami.. io non..- non ebbe nemmeno il tempo di finire che la calda mano di lui si posò sul suo capo, scombinandole i capelli, quel gesto, anche se troppo confidenziale per due persone che si conoscevano da meno di un giorno, l’aveva rincuorata molto.
Alzò la testa per guardare il suo interlocutore, notando in quel momento che quel bellissimo sorriso era ancora lì, disegnato sulla sua faccia, che cercava in tutti i modi di tranquillizzarla.
-Forse è meglio se rientriamo- disse lui alzandosi dalla panchina, togliendo prima la mano dal capo della ragazza, non voleva aggravare la situazione della bionda facendola ammalare più di quanto lo fosse già.
Lei annuì portando una mano alla giacca per tenerla chiusa al collo, dato che in quel momento una leggera folata di vento passò proprio in mezzo a loro, causando un leggero movimento ai capelli di entrambi.
Natsu si mise dietro di lei e cominciò a spingerle la sedia, ripercorrendo la strada che avevano fatto circa mezz’ora prima, stavolta in totale silenzio.
-Chissà se la signorina Polyushka si sarà accorta della mia assenza- si lasciò sfuggire lei poco prima che le porte dell’ascensore si aprirono, interrompendo il lungo silenzio venutosi a creare da quando erano in giardino.
-Spero proprio di no- rabbrividì al pensiero Natsu, cominciando a spingere la ragazza per uscire dall’ascensore, per poi guardarsi attorno ed esser sicuro che la dottoressa non fosse nei paraggi.
Cominciò ad andare sempre più velocemente per fare il più in fretta possibile, con un sorriso divertito stampato in faccia ad entrambi, sembravano due bambini alle prese con un nuovo gioco.
-Natsu, vai piano!- disse la bionda cercando di non urlare divertita per i corridoi per non disturbare gli altri, ma poco poteva fare con lui, che sembrava proprio un bambino, nonostante l’aspetto maturo che aveva.
-Dai almeno ci divertiamo!- disse lui cominciando a fare strane manovre spaventando tra le proprie risate la poveretta, che si aggrappava ai bracci della sedia convulsamente quando lui impennava, sinceramente non sapeva se ridere o piangere.
Il ragazzo non dava neanche il tempo di farsi riprendere dalle infermiere quando queste lo vedevano correre facendo scatti di velocità a posta per seminarle, Lucy sapeva che non era il comportamento da tenere in un posto del genere, ma non si era mai divertita così tanto in ospedale.
Un sorriso triste si dipinse sul suo volto, sin da piccola aveva vissuto tra quelle mura, oramai in quell’ospedale non faceva altro che vagare in solitudine, da piccola raramente passava un po’ di tempo con un assistente sociale, quasi mai con un qualcuno della sua età, ma le cose erano cambiate perché da quel giornno lei non era più sola.
Alzò lo sguardo per poter vedere il ragazzo, ma l’improvvisa curva le fece chiudere gli occhi per la paura, li riaprì quando sentì la sedia fermarsi ritrovandosi nella sua stanza, con solo il rumore del fiatone di lui ad interrompere il loro silenzio.
-Arrivati!- disse lui sedendosi calmando il proprio respiro, mentre la ragazza posò le mani sulle ruote, cominciando a spingersi verso il letto.
-Non c’era bisogno di correre- disse lei facendosi scappare un risolino divertito, quel ragazzo sembrava davvero un bambino, le era strano pensarlo come un vigile del fuoco, eppure, quando lo aveva incontrato per la prima volta al supermarket, non sembrava così vivace e pieno di energia da vendere.
Lui la guardò alzarsi con un po’ di fatica portando il peso sulla gamba sana, per poi salire sul letto issandosi sopra poiché era un po’ troppo alto per lei.
Per lui vederla in difficoltà con il letto era buffo, come quando l’aveva incontrata per la prima volta, eppure lei non era tanto bassa, ma evidentemente non era neanche abbastanza alta per riuscire a salire con la gamba ancora malconcia; si alzò dalla sedia per prendere quella a rotelle e spostarla, avrebbe dato solo fastidio se l’avessero lasciata lì.
Lei si tolse la giacca rossa del ragazzo, poggiandola sul limitare del letto, siccome non le serviva più, ormai erano dentro e tanto freddo non c’era, le sarebbe bastato il lenzuolo.
La bionda si coprì con il lenzuolo le gambe, si sentiva ancora debole e stanca, ma voleva rimanere sveglia, voleva approfittare del fatto che Natsu era ancora lì con lei a farle compagnia, solo quando se ne sarebbe andato via avrebbe chiuso gli occhi per riposarsi un po’.
-Tu non hai fame?- chiese lui massaggiandosi lo stomaco guardando intanto la ragazza, che fece un cenno negativo con la testa per rispondere al rosato.
-Tu?- chiese lei sorridendo, era evidente che lui avesse fame.
-Io si- rispose poggiandosi sul tavolino scorrevole, posizionato alla fine del letto per non dare fastidio alla paziente -va bene per te se esco un attimo a prendere qualcosa da mangiare?- chiese lui poi staccando una mano dal tavolino per grattarsi il capo.
Lei annuì –Non devi neanche chiedermelo- rispose poi regalandogli un leggero sorriso.
Natsu sorrise di rimando cominciando ad uscire, ma venne subito interrotto dalla ragazza, che lo richiamò arrestandolo subito.
-Natsu- lui si girò interrogativo per guardarla –la giacca- disse poi muovendo la testa verso la giacca rossa ancora appesa al letto.
-Ah! Grazie!- disse lui tornando indietro per poi correre fuori, non vedendo l’ora di mettere i denti su qualcosa di commestibile.
Lucy si sdraiò meglio per poi chiudere gli occhi e sospirare pesantemente, la sua situazione era anomala per lei, si sentiva strana; solitamente, quando era in ospedale, se ne stava da sola alle prese con il silenzio della stanza, per la maggior parte a leggere qualche libro che le portava qualche infermiera per rendere la permanenza in ospedale più piacevole e meno noiosa, oppure se ne stava semplicemente a dormire, per non pensare a nulla.
Ora invece eccolo lì, il suo salvatore, in qualche modo lui aveva fatto arrestare il suo continuo vagare nella solitudine che la vita le aveva imposto, cominciando ad illuminarle la giornata con piccoli gesti.
-Lucy- una voce di donna la chiamò facendole aprire gli occhi e girare la testa per guardare colei che stava sulla soglia della stanza.
-Signorina Polyushka- disse lei richiudendo gli occhi e riportando la testa come l’aveva un attimo fa per poi cominciare a parlare –sei qui per sistemarmi la flebo?- chiese lei sospirando pesantemente, gli aghi non li aveva mai sopportati, soprattutto quello che doveva tenere a letto, conficcato in una delle vene del suo braccio.
La donna cominciò a camminare verso il letto trascinandosi un tavolino con su l’occorrente per la flebo della ragazza –Ti ho vista in giardino- disse invece la donna dai capelli rosa prendendo il braccio della bionda e cominciando a fare il suo lavoro, ignorando totalmente la domanda della sua interlocutrice.
La ragazza riaprì gli occhi –Scusa, lo so, non dovevo uscire- rispose affranta la bionda guardando il bianco soffitto.
La donna sospirò continuando a fare ciò che aveva iniziato non rispondendo più, ormai lei era uscita, cosa doveva fare? Metterla in punizione? Legarla al letto? No, non avrebbe fatto niente di tutto ciò, non era mica sua madre.
-Te lo avevo detto- disse ad un certo punto la donna, finendo ciò che aveva iniziato, sedendosi sulla sedia, dopo aver spostato un po’ il tavolino cosi che da non darle fastidio.
Lucy girò nuovamente la testa guardando la sua interlocutrice con aria interrogativa –Cosa?- chiese guardando l’espressione seria della sua dottoressa.
-Di fare più attenzione- rispose la donna dai capelli rosati incrociando le braccia –e non parlo dell’incidente- aggiunse guardandola severa.
La bionda indirizzò il suo sguardo da un’altra parte, non riuscendo a sostenere quelli della sua interlocutrice –Cosa importa ormai?- chiese chiudendo gli occhi, era stanca di lottare, perché mai doveva curarsi adeguatamente? Se comprava i soldi per i medicinali, non ne aveva per prendersi da mangiare e pagare l’affitto se invece prendeva da mangiare e pagava l’affitto, non ne aveva per le cure, quindi la cosa non cambiava in nessun dei casi, sarebbe morta comunque.
-Lo hai visto oggi- rispose la rosata sospirando –ora hai qualcuno che può aiutarti più di quanto possa fare io- aggiunse in seguito continuando a guardarla.
-Eh?- Lucy non riusciva a capire dove la dottoressa Polyushka volesse arrivare, così quest’ultima sbuffò alzandosi in piedi spazientita.
-Quel ragazzo di prima- rispose mettendo le mani in tasca –credo che ci rimarrebbe davvero male- aggiunse poi guardando la finestra “e non sarebbe l’unico” pensò.
-No, ci siamo solo incontrati per caso ad un centro commerciale, si dimenticherà quasi subito di me- rispose la ragazza dai lunghi capelli dorati stringendo lievemente le lenzuola, le faceva male ammetterlo ma era la verità, Natsu si sarebbe dimenticato molto presto di lei quando non ci sarebbe più stata, Lucy non si sentiva nessuno, perché mai lui avrebbe dovuto considerarla se la prima a non farlo era lei?
-Non credo proprio- disse Polyushka attirando lo sguardo della sua interlocutrice su di sé –è rimasto qui per due giorni, da quando eri in terapia intensiva fino al tuo risveglio, credo che abbia preso a cuore la tua situazione- aggiunse prendendo il tavolino per uscire –non farti scappare questa opportunità- con questo uscì lasciando sola la ragazza preda dei suo pensieri.
Questa si portò una mano al cuore, lo sentiva battere debolmente, lei e la dottoressa sapevano che se avrebbe continuato a respingere ancora per molto i diversi tentativi che quest’ultima le donava, prima o poi avrebbe finito di respirare.
Chiuse gli occhi riportando la mano lungo il fianco, la stanchezza stava prendendo il sopravvento, magari un piccolo sonnellino se lo sarebbe fatto, in quel momento non la trovava una cattiva idea.
Così si lasciò andare tra le braccia di Morfeo, lasciandosi sfuggire un lieve sorriso prendendo un sospiro, abbandonandosi completamente tra le candide e morbide lenzuola.
 
-Aaaah! Devo far presto!- si diceva Natsu correndo verso l’uscita dell’ospedale, aveva una fame da lupi, in quei due giorni non aveva fatto altro che bere caffè per tenersi sveglio, e il pensiero di non esser riuscito in quei giorni a mangiare per colpa della preoccupazione, in quel momento gli faceva venire ancora più fame.
Uscendo andò a sbattere contro qualcuno cadendo subito dopo rovinosamente a terra –Ma che diamine..!- si disse massaggiandosi la testa serrando gli occhi.
-Stupido fiammifero! Fa più attenzione dannazione!- disse un ragazzo dai capelli corvini massaggiandosi anche lui la testa, alzandosi pian piano da terra guardando in cagnesco il suo amico d’infanzia.
-Ma che ci fai tu qui?- chiese il rosato, cercando di ignorare ciò che gli aveva urlato dietro il suo amico, alzandosi anche lui.
-Me lo chiedi pure?- rispose Gray sbuffando ––non ti sei neanche fermato a casa per dormire- finì guardandolo serio, per il ragazzo dai capelli corvini era strano vedere così preoccupato il suo compagno.
-Eh eh, scusa- disse lui ridendo nervosamente, aveva fatto preoccupare il suo coinquilino, non che migliore amico, e questo riusciva a percepirlo nel modo con cui il ragazzo gli parlava e ne era dispiaciuto.
-Come mai andavi di fretta?- chiese poi Gray sospirando rassegnato.
-Ehm.. andavo a prendere qualcosa da mangiare- rispose il rosato –sai, ho fame- aggiunse sorridendo nervosamente al suo amico, si era ricordato solo in quel momento che era di fretta.
-Dai, ti accompagno- disse il corvino cominciando a camminare con il suo amico al bar più vicino, al massimo avrebbero preso un panino se il ragazzo era tanto di fretta.
-Allora? Alla fine si è svegliata?- chiese Gray seduto di fianco al suo amico al bancone di un bar nelle vicinanze dell’ospedale.
-Sì, quasi due ore fa- rispose Natsu ingoiando solo in quel momento i numerosi morsi che aveva fatto al suo panino, per poi fare un sorso alla birra fredda che aveva davanti.
-Che tipa è?- chiese il corvino incuriosendosi, chissà, magari anche lui sarebbe diventato amico di quella ragazza.
-Non lo so- disse semplicemente il rosato dopo aver finito il suo panino e la sua birra, facendo quasi cadere dalla sedia il suo amico il quale si aggrappò al bancone risistemandosi meglio.
-Come non lo sai? Non hai parlato con lei?- chiese lui sbigottito, ma cosa aveva come migliore amico? Uno stupido babbeo rincitrullito?
-Beh, secondo me è troppo presto per stabilirlo, ma a da quanto ho visto mi sembra una bella persona- rispose Natsu ignorando completamente la quasi caduta del suo migliore amico, guardando il fondo del suo bicchiere.
-Bene, ora che sai che sta bene credo proprio che possiamo tornare a casa- disse Gray alzandosi dallo sgabello.
-No, io torno più tardi- lo fermò il rosato, alzandosi anche lui poggiando prima il suo bicchiere sul bancone, con i dovuti soldi da dare per ciò che aveva mangiato.
Gray sospirò –Va bene, al massimo poi ti chiamo- rispose incamminandosi verso l’uscita con il suo compagno.
-Grazie Gray- disse Natsu prima di cominciare a correre sfrecciando verso l’ospedale, lasciando il corvino davanti al bar.
Il ragazzo dai capelli corvini si mise le mani in tasca cominciando ad incamminarsi verso la caserma –Ma si dai, forse uno di questi giorni la vado a trovare anche io se non esce prima- disse sorridendo facendo scomparire totalmente la preoccupazione che aveva accumulato in quei giorni per il suo amico d’infanzia.
 
-Lu..!- Natsu fece capolino all’entrata della stanza di lei chiamandola, ma si interruppe quasi subito quando vide che si era addormentata.
Camminò lentamente per non farsi sentire e si sedette notando in seguito la flebo, probabilmente durante la sua assenza un infermiera era passata di lì per mettergliela.
Si poggiò sul letto puntellando i gomiti sul materasso spostando un po’ indietro la sedia per rimanere più comodo cominciando in seguito a fissarla.
Sembrava dormire beatamente, con quel lieve sorriso in volto, la rendeva molto angelica e il fatto che era circondata dal bianco delle lenzuola, faceva risaltare ancora di più il suo colore di capelli.
Non voleva disturbare il sonno tranquillo della ragazza solamente per dirle che era tornato, perché sapeva che la bionda era ancora indebolita e stanca, non gli andava di interrompere il suo dolce riposo.
Si tolse la giacca appendendola alla sedia, rimanendo con la maglietta a maniche corte nera, per poi poggiarsi allo schienale sospirando, avrebbe aspettato ancora un po’.
Ma finì solo con l’addormentarsi in seguito con la testa appoggiata sul letto e con il viso nascosto dalle braccia, poggiate anch’esse sul morbido materasso.
Polyushka comparì sulla soglia della porta fissando i due –Hai finito di vagare nella solitudine, Lucy- disse incrociando le braccia dopo essersi appoggiata con la spalla allo stipite della porta facendosi sfuggire un piccolissimo sorriso.
 
**❤**
Angolo dell'autrice
Ta daaaaaaaaaaa'! Allora? Che ne pensate?
Finalmente sfodero le personalità dei nostri personaggi ^^ ma non li ho ancora presentati al 100%
Ho sfoderato l'arma pucciosa *^* shi proprio quella ** dai.. non li trovate teneri? ❤
Va beh, vediamo poi come si svilupperà il prossimo capitolo, sinceramente non vedo l'ora che sia domani iiiiiiih!
Voglio ringraziare coloro che hanno letto il primo capitolo e anche coloro che hanno aggionto ai preferiti/ricordate/seguite questa NaLu Week ^^
Un enorme abbraccio alle OTTO e dico OTTO (dio mio non mi sembra vero di aver raggiunto così tante recensioni al primo capitolo O.O) persone che hanno recensito lo scorso capitolo ❤
Grazie a Mary_ice (sono felice che la fic ti interessi, riguardo il trio del pullman, scoprirai qualcosa in più nell'aggiornamento di domani ^^), a BleackRose (spetta ancora un po' che così potrai leggere anche il resto xD), a Princess_Star (mi dispiace per le altre mie long, ma dovrai aspettare che finisca di pubblicare la NaLu Week >.<), a Sayaka chan 94 (sono contenta che la pensi così ❤), a nalla85 (spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto come quello precedente ^^), a _LucyHeartphilia_ (a causa tua il rossore che ho sul viso sta diventando il colore naturale della mia pelle XD), a gaia21 (per forza che è fantastica, l'ho dedicata a te la fic ❤), ed infine a Memy-chan (sono strafelice di sentirti anche qui e sapere che la trama ti piaccia *Q*)
Con questo vi saluto, vi ringrazio ancora tanto tanto, non immaginate quanto io sia felice *O*
Un bacione enorme a tutti voi e a domani ❤
Mary
   
 
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