E lei era sotto quel ciliegio, il nostro ciliegio.
Come la prima volta che la incontrai, era vestita di un abito che sembrava essere disegnato sulla sua pelle. Di quell'azzurro della mattina primaverile e di quel bianco da fare cornice che la rendevano una principessa. Un flebile sorriso solcava il suo dolce viso, mentre le dita accarezzavano con esitazione la corteccia dell'albero, quasi con timore di danneggiarla.
Le stesse dita che tempo fa stringevano le mie mani, giocavano con i miei capelli, fino ad arricciarli.
Ad ogni tocco, mi rendevo conto che le sue mani tremavano e il mio cuore si infranse come un cristallo nel vedere il suo viso bagnato da lacrime che sapevano di malinconia.
Mi dispiace di averla abbandonata lì, senza averla salutata, senza averle dato un ultimo bacio.
"Torna..."- dice, come se fosse un sussurro.
Il tramonto alle mie spalle sembrava compatire il mio dolore, un dolore che non scomparirà. Nessun colore splendente nel cielo, nessun profumo dolce, solo un ciliegio che sovrasta quella pallida tela che viene abbracciata dalle nuvole.
Il suo pianto diventò simile ad un sussurro, affievolendosi sempre di più, e si lasciò cullare dall'oscurità della notte.
Lei era sotto quel ciliegio, il nostro ciliegio. Lo stesso ciliegio dove, dieci anni fa, venne messo il mio corpo a riposare.
Come la prima volta che la incontrai, era vestita di un abito che sembrava essere disegnato sulla sua pelle. Di quell'azzurro della mattina primaverile e di quel bianco da fare cornice che la rendevano una principessa. Un flebile sorriso solcava il suo dolce viso, mentre le dita accarezzavano con esitazione la corteccia dell'albero, quasi con timore di danneggiarla.
Le stesse dita che tempo fa stringevano le mie mani, giocavano con i miei capelli, fino ad arricciarli.
Ad ogni tocco, mi rendevo conto che le sue mani tremavano e il mio cuore si infranse come un cristallo nel vedere il suo viso bagnato da lacrime che sapevano di malinconia.
Mi dispiace di averla abbandonata lì, senza averla salutata, senza averle dato un ultimo bacio.
"Torna..."- dice, come se fosse un sussurro.
Il tramonto alle mie spalle sembrava compatire il mio dolore, un dolore che non scomparirà. Nessun colore splendente nel cielo, nessun profumo dolce, solo un ciliegio che sovrasta quella pallida tela che viene abbracciata dalle nuvole.
Il suo pianto diventò simile ad un sussurro, affievolendosi sempre di più, e si lasciò cullare dall'oscurità della notte.
Lei era sotto quel ciliegio, il nostro ciliegio. Lo stesso ciliegio dove, dieci anni fa, venne messo il mio corpo a riposare.