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Autore: Aven90    01/07/2015    1 recensioni
Ricordate Christian Jackson e le sue vicissitudini nel cercare il serial killer delle Pillole? perfetto, questa storia è ambientata tre anni dopo e lo vede ancora una volta al centro della scena! Quando ormai tutto sembrava finito, ecco che si ricomincia a danzare sul filo di un nuovo assassino seriale.
Genere: Commedia, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ecco, digitiamo per prima cosa Joffrey Lampard nel motore di ricerca” spiegò la ragazza ai due caproni ignoranti che invece non sapevano di essere su quel social maledetto coi contatti uniti alle compagne.

Un attimo di attesa e Joffrey Lampard, o meglio, una sua foto, comparve sotto gli occhi di tutti. C’era scritto “Mantenuto presso Mamma e papà”, ed in effetti era proprio vero, come disse il commissario.

“Sì, la moglie di Lampard è un medico molto famoso, a quanto ne so, ma poi ha divorziato col Questore e adesso sono pieni di soldi tutti e due”

Anche il Commissario era pieno di soldi, ma si sa, l’erba del vicino è sempre più verde.

Così, vedendo un po’ le foto di questo tizio al mare con gli amici oppure in macchina, controllarono lo stato sentimentale.

Single.

“C’è scritto single… cosa vorrà mai dire?” si chiese Whiskers, in quanto era sposato da dieci anni più altri dieci anni di fidanzamento e quindi aveva dimenticato quella parola.

“Vuol dire che non si è impegnato sentimentalmente” spiegò Lucinda. “ma se non è fidanzato… un momento”

Aveva visto una foto compromettente. La fortuna stava nel constatare come Joffrey avesse impostato il proprio profilo come pubblico.

Joffrey seduto davanti a un treppiede con su un Barrett in piena regola. Si trovava su un cavalcavia.

“Cn amici ha fr gli skerzetti ihhihihihi!!1!”

Questo c’era scritto, ma secondo le ricerche non aveva comprato quel Barrett nell’ultimo anno in nessun negozio. Oltre a non avere la licenza per usarlo, lo aveva comprato clandestinamente.

“Sì, è il nostro uomo, e dai commenti si evince che non è in contatto con nessuna ragazza… anzi forse è anche omosessuale” disse Lucinda.

“Bisognerebbe hackerare il suo profilo” suggerì Christian, e Lucinda lo fece. Che ci voleva? Lo fanno tutti, oggigiorno.

Dopo averlo hackerato, controllarono tutta la notte ogni singola conversazione, ma non c’era nulla di compromettente, a parte forse le sue lamentele verso le istituzioni e verso suo padre. Ma non sembrava avere relazioni, né con gli uomini, né con le donne e nemmeno con i funghi.

Una volta fattasi l’alba, Whiskers si rese conto che era già la seconda notte di fila che passava la notte fuori dal suo lettone rassicurante.

“Mancano solo le prove… non ha un alibi e potrebbe avere un ottimo movente. Dobbiamo solo incastrarlo. Adesso sono le… sei, ma del mattino. Quindi abbiamo dodici ore per attirarlo in una trappola. Ieri dev’essersi sentito alle strette, in quanto il suo castello di carte sta per crollare, ebbene faremo in modo di acchiapparlo creando un’esca a cui non può non abboccare”

Ma alle parole del commissario non seguitò una vivace conversazione su come e quando acchiappare Joffrey inchiodandolo con delle prove schiaccianti, ma più che altro si parlò su quale iris fosse migliore: se quella del bar all’angolo oppure quelle che sfornavano al panificio, sempre all’angolo, ma opposto.

Il problema era che però alle sei di quella sera Joffrey avrebbe commesso un altro omicidio, e sarebbe stato il sesto di quella interminabile carneficina, e  ideata solo per sputtanare le istituzioni.

“Perché” si chiese Christian, mentre masticava la iris fritta offerta dal Commissario “devono pagare altre persone per un’insoddisfazione personale? Non ha mai pensato quel bastardo che…”

“Ehilà” intervenne Anthony e Christian dovette starsene zitto. L’Ispettore aveva preso l’abitudine di spuntare a casaccio perché sperava di fare pace col sodale superiore. Anni di amicizia erano stati cancellati con un colpo di spugna, e solo perché a Whiskers era stato tolto il caso. Il problema era che poi non aveva preso nessun altro caso in affidamento.

“Oh, buongiorno ispettore” salutò freddo Christian.

“Ciao, Monopalla. Ti vedo con le occhiaie, oggi. Ci hai dato dentro, vecchio pisellone? Ahahah” gli diede una sberla sulla nuca e andò a prendersi un caffè arabico nel suo solito sgabello, proprio di fronte alla cameriera graziosa che mostrava la camicia sbottonata.

Christian sospirò. Magari ci avesse dato dentro! Lucinda era così invitante! Ma il senso della giustizia che accomunava entrambi aveva loro impedito di avere amplessi da cinque giorni.

Comunque, ormai un nuovo giorno si profilava in quel commissariato, e l’ombra del Questore era più che mai presente.

“Dobbiamo capire chi ha assassinato Kevin Barnet. Posto che questo omicidio non è riconducibile al killer dei numeri, ovvio” disse Anthony. “Essendo che l’auto del Questore era presente al momento dell’omicidio, è possibile che comunque il figlio del Questore, che era con la sua ragazza, abbia visto o sentito qualcosa”

“Secondo noi è stato proprio Joffrey Lampard a premere il grilletto, pensa un po’” disse Whiskers. Anthony allora spezzò una matita che stava rigirando e fissò in cagnesco il suo superiore.

“Allora, secondo me non c’entra niente perché tu non devi parlare” replicò stizzito.

“E tu come osi darmi del tu, pezzo di fango? Sono un Commissario, cabbasisi!” esclamò ripieno d’ira Whiskers.

E stavano venendo alle mani quando infine Brad sparò un colpo in aria.

“Scusate, ma non ne voglio vedere aggaddi (= zuffe), mi fanno impressione” si giustificò Brad, che però aveva bucato il soffitto.

“Sì, hai ragione. Con sto fango non ne vale la pena” disse Whiskers, sottolineando la parola fango.

“Fango ciù rici a to patre” si difese Anthony, offendendo dunque il padre di Whiskers, del quale non erano rimaste nemmeno le ossa.

“Forse to patre, ddu magnaccio” così si difese Whiskers, adducendo che invece il padre di Sanderson fosse colui che gestisce le prostitute.

E tornarono ad azzuffarsi violentemente, separati però da un altro colpo di pistola di Brad, stavolta diretto alla gamba del Commissario, che sanguinò copiosamente.

“Scusate davvero” disse Brad.

“Hai colpito un tuo superiore! Sei pazzo?” chiese Hilary, alla quale piacevano i pazzi.

“Se la sono cercata” si giustificò l’altro, mentre Whiskers ululava per il dolore e venne portato via in ambulanza.

Nel frattempo che succedevano quelle cose, Christian e Lucinda tornarono a interrogare la signora del lenzuolo dirimpettaia alla via Steve Jobs.

“Sì, ho visto tutto” disse colei, versandosi del succo di frutta all’arancia dentro un bicchiere. “Ha abbanniato e ha sparato. Aveva un cappotto grigio ma non so dire come fosse fatto, perché ero nel  balcone e molti dettagli sfuggono”

“Va bene, la ringrazio” disse Christian, e poi disse a Lucinda in macchina “è sicuramente Joffrey. Deve essere per forza lui. Non ha nemmeno un alibi”

“Ci serve una prova schiacciante” ribatté Lucinda. “Dunque, secondo le ricostruzioni, la prima vittima di questo caso stava rincasando dopo aver preso il prezzemolo”

“Sì” annuì Christian.

“La seconda vittima si era appartata per scrivere un messaggio dopo aver detto di assentarsi”

“Sì” annuì di nuovo, svoltando con la macchina.

“La terza vittima è stata uccisa nella sua cucina, perché in qualche modo l’aveva vista parlare al telefono col fidanzato” disse Lucinda.

“Esatto. Si trovava su un ripiano più alto, figurati se non lo sapeva!”

“Sì, e questo quadrava anche col rombo, poi chiuso con la quarta vittima, che stava passeggiando da solo” ricordò Lucinda.

“Ecco. Ma con questo cosa vuoi dire?” chiese Christian.

“Voglio dire le modalità dei delitti. Joffrey usa persone di cui è sicuro che hanno fatto una promessa di ritornare” disse Lucinda. “Infatti, anche l’ultima vittima ha citofonato a casa, ma non ha potuto rispondere”

“Sì… però come possiamo acciuffarlo? Credi che dovremmo…”

“Inscenare un teatrino davanti ai suoi occhi. Su Busybody abbiamo visto che fa nuoto, no? Ecco, ci appostiamo davanti la piscina comunale e mettiamo in atto la Trappola!”

Così, ringalluzziti dal piano, andarono a riferirlo al povero Thomas Whiskers, che ingessato era fermo a letto.

“Sì, sono stato operato subito” disse lui, senza che nessuno lo avesse chiesto, ma avendo visto i due agenti arrivare. “Sto bene, e se non me lo impedissero verrei subito a indagare al magazzino”

“Non c’è bisogno di magazzino” disse Christian. “io e Lucinda abbiamo organizzato una trappola”

“Oh, cacchio! No, per favore, devo essere io ad arrestare quel bastardo e sputtanare sia il Questore che quel fango”

Ormai Anthony era diventato un pezzo di fango. Cioè, lo era anche prima, un fango, ma dopo aver perso l’amicizia lo era nel vero senso della parola.

“Ma se non la fanno uscire…” obiettò Lucinda.

“Che cacchio, Lucì! Sono il Commissario di Musgans, io! Posso fare ‘nzoccu vuogghiu!” e infatti scese dal lettino e si fece dare una sedia a rotelle, ammettendo che in effetti non poteva camminare.

“Non sarà una gamba fitusa (= puzzolente) a fermare la grande ribalta del Commissario! Ci scriveranno un giallo di sopra!”esclamò Thomas, determinato a vincere come lo sono io che sto scrivendo questo giallo fituso.

“Sì, magari sopra il gesso! Stia zitto, Whiskers, e andiamo alla piscina comunale!” disse Christian, utilizzando un sarcasmo ignorante.

Così i tre andarono alla piscina comunale. Erano le diciassette e quarantacinque di una giornata qualunque. Secondo il regolamento, il killer 24/7 avrebbe dovuto colpire di lì a un quarto d’ora.

“Bene, vedete? Fra poco uscirà” disse Lucinda.

Si fecero le sei meno dieci ma nessuno che potesse assomigliare a Joffrey faceva capolino da quelle porte scorrevoli.

Le sei meno cinque, e neanche l’odore di Joffrey. Al che, a Whiskers pervenne una domanda.

“Sentite” esordì. “Ma siete sicuri che questo fosse il giorno in cui Coso si allena?”

Christian e Lucinda si guardarono. Nessuno aveva controllato, in effetti! I due si precipitarono verso la portineria e in effetti la portinaia disse che Joffrey Lampard si sarebbe presentato proprio l’indomani.

In quello stesso istante, un lampione cadeva sopra la testa di Sandra Bowman, la donna arco che aveva avuto la sola colpa di dire “Sto tornando a casa” al telefono.

///

In effetti, Joffrey Lampard non aveva quel giorno la piscina, perciò ha avuto tutto il tempo di studiare la sua prossima vittima.

Aveva funzionato il depistare le indagini non scrivendo 24/7 nell’ultimo omicidio, così la polizia credeva che la morte di Steve Jobs Ave fosse solo un altro caso, isolato dal resto, quindi erano in attesa ancora del quinto omicidio del killer. A ad ogni modo non ci sarebbero state otto morti, ma solo sette. E quel giorno ci sarebbe stata la sesta, come da regolamento.

L’aveva trovata, era Sandra Bowman, una sua vecchia compagna di corso all’università. Lui aveva interrotto gli studi, lei si era laureata e sposata da poco. L’aveva cercata su Busybody e poi grazie alle conoscenze in polizia, aveva trovato il suo recapito e l’aveva pedinata tutto il giorno.

E adesso era il momento di terminarla, dato che comunque aveva soddisfatto la sua vita. Inoltre, aveva sentito al telefono che stesse dicendo “Sto tornando, preparate la tavola”. Ebbene, il cliente ideale.

Erano le sei, quasi. Si appostò con la Chevrolet vicino casa sua, la Leonardo da Vinci Street, il numero 100, proprio accanto a un lampione. E lui, guarda caso, aveva una sega.

Non c’era nessuno per strada, e comunque la gente alle macchine non facevano caso a lui, e se per caso un passante dovesse chiedere, poteva dire di esser un addetto alla manutenzione in borghese. Niente di cui preoccuparsi, la gente tende a farsi gli affari propri.

Anzi, per essere ancora più sicuri, decise di arrampicarsi sul  palo usando i suoi talenti in free climbing, un vecchio corso stupido fatto perché la personal trainer era graziosa.

Così, dovette solo calcolare bene la traiettoria… che riuscì. Il palo della luce cadde proprio sopra la cucuzza dell’odiata Sandra, che morì sul colpo.

A Joffrey non rimase altro che scendere senza guardare in basso e comporre 24/7 con i pezzi di vetro.

///

“Maledizione” si disse Christian, guardando il cadavere maciullato il vetro ovunque, che ricordava loro che l’assassino era in circolazione.

“A quanto pare Joffrey ha un alibi” disse Anthony, baldanzoso. “Alle sei di oggi aveva la piscina, che si trova molto lontano da qui”

Christian e Lucinda lo sapevano benissimo dove si trovasse la piscina. Solo che quello non era giorno di allenamento, checché ne dicesse il fango.

“Che è, ora non parli più? Chiacchierooone! Monopaaaalla! Questo capita chi si mette con quel figgh’i pulla (= figlio di buona donna)” e via così. Anthony era sicuro che il colpevole non fosse Joffrey, e i fatti gli stavano dando ragione, almeno secondo il suo modo di vedere.

Ma lui, Lucinda e Whiskers sapevano che era stato Joffrey, e sarebbe bastato andare a parlare con la portinaia della piscina per verificare l’alibi.

Avrebbero dovuto tendergli una trappola, quindi avevano solo un giorno per farlo.

   
 
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