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Autore: deborahdonato4    01/07/2015    1 recensioni
Seguito di "Avere una seconda vita è una cosa. E' renderla migliore, il trucco"
Nico di Angelo e Will Solace hanno deciso di lasciare il Campo Mezzosangue per vivere insieme nel mondo umano. Le avventure non sono finite, e per Nico la prima nuova avventura è alle porte: conoscere la famiglia Solace...
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I sette della Profezia
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Frank e Leo uscirono in cortile a sistemare il barbecue, e i piccoli Valdez furono di nuovo liberi di gironzolare per casa, ma questa volta Nico mise il cancelletto per impedir loro di salire al piano di sopra e cadere dalle scale.
Percy e Jason uscirono in cortile a controllare i bambini, mentre le ragazze rimasero in soggiorno sul divano a chiacchierare e raccontarsi le ultime novità.
Will e Nico rimasero in cucina per qualche minuto, stretti l'uno all'altro, intenti a pomiciare lontano da sguardi indiscreti.
«Voglio fare tanti giochi con te.» borbottò Will contro la bocca di Nico.
«Mi dispiace, ma abbiamo troppa gente in casa per passare inosservati.» rispose Nico, infilandogli una mano sotto la camicia.
«Lo so, ma... se fingessimo di andare al supermercato?»
«E invece dove vuoi andare?»
«Possiamo restare in macchina. Oppure affittare una stanza d'hotel. O chiedere ad Alec se ci impresta una stanza.»
«Will, ti prego, va' a farti una doccia fredda...»
«Solo se vieni con me.»
Nico scosse la testa e ripresero a baciarsi. Entrambi volevano stare da soli con il loro marito, ma per le successive ventiquattro ore avrebbero avuto degli ospiti, quindi l'intimità era ridotta a zero.
Quando si separarono in modo definitivo, prima di sgattaiolare al piano di sopra come due adolescenti arrapati, Nico si lavò il viso nel lavandino e Will stappò una bibita ghiacciata dal frigo.
«Ora dobbiamo fare una scelta.» disse Will, occhieggiando le ragazze sul divano, intente a ridere e chiacchierare e di sicuro fare gossip sui mariti.
«Ovvero? Vuoi adottare un altro bambino?»
«Ne vuoi un altro?»
«Non ho detto questo.»
Will lo studiò. «Ne riparleremo un'altra volte. Dobbiamo fare una scelta. Rimaniamo qui in casa con le ragazze a sparlare di uomini, o usciamo fuori dai ragazzi a fare conversazioni da maschi?»
«Conversazioni da maschi... È da tanto che non ho delle conversazioni da maschi.»
«Tu e Alec di cosa chiacchierate al telefono?»
«Be', di concerti. Di lavoro. Di mogli ficcanaso.»
«Spero parli di Mélisande.»
«Certo, certo, ficcanaso.» Nico sorrise enigmatico, un sorriso che aveva perfezionato nel tempo.
Will gli diede un bacio e disse: «Lasciamo scegliere alle ragazze, eh?»
Nico annuì, sapendo benissimo chi avrebbero scelto.
Infatti, appena spuntarono nel soggiorno, le quattro donne chiamarono Will come se fossero una sola, e Will si accomodò vicino a Piper e ad Annabeth. Nico aveva portato loro da bere, ma nulla di alcolico visto che erano tutte e quattro in fase di allattamento.
Nico uscì fuori, dove gli altri quattro uomini, oltre a badare ai bambini e a tenere sotto controllo la carne sul barbecue, bevevano birra. Ne prese una tesa da Jason, la stappò e la sorseggiò osservando Aaron. Il bambino rideva forte giocando con Jasper. Non lo aveva mai visto così allegro.
«Di cosa stavate parlano?» domandò Nico agli amici, appoggiandosi al tavolo di plastica.
«Della mio officina.» spiegò Leo, attizzando il fuoco. «Io e Calypso passiamo quasi tutto il giorno a lavorare insieme. Ed è stupendo.»
«E i bambini? Li lasciate ad una babysitter?»
«Ma certo che no! Aiutano anche loro. Sono così fiero di Felix! Sa distinguere un cacciavite a stella da uno a croce...»
«Pearl sa lanciare con precisione il suo piatto sulla mia faccia.» disse Percy, altrettanto orgoglioso della propria figlia.
«Emy ha già imparato le tabelline.» gongolò Frank. «Ma è un po' timida.»
«Jasper sa fare la ruota.» ribatté Jason, sorseggiando la sua birra. «E credo sappia anche volare.»
«Opal richiama a sé le pietre preziose.» aggiunse Frank, pensieroso. «L'altro giorno ho portato i gemelli a spasso, e abbiamo oltrepassato una gioielleria. Le vetrine si sono infrante, e una scia di diamanti ci ha seguito per mezzo isolato, prima di cadere a terra.»
«E cosa hai fatto?» si incuriosì Leo. «Le hai intascate?»
«È sbagliato rubare.» gli ricordò Frank. «Ho chiamato un taxi e ho fatto il giro più lungo per tornare a casa.»
«Come fai a sapere che è opera di Opal?» domandò Jason, mentre Nico sospirava.
«Perché a Denzel sono spuntate le ali, tre mesi fa. Ali da pipistrello.»
«O da drago?»
«Spero fossero da pipistrello.»
«Sapete, se volevo parlare dei progressi dei bambini, restavo dentro con le ragazze.» disse Nico, tornando a bere la sua birra. Dopo la sbronza apocalittica di un Capodanno passato con i gemelli Solace, si limitava ad una birra o a dello champagne. Invece, Will non beveva quasi mai, per essere sempre sobrio in caso di chiamata.
Leo scoppiò a ridere. «Sì, capisco, siamo noiosi. Ma oltre officina e bambini, non faccio molto altro.»
«Come vanno i vostri lavori?» chiese Nico agli altri.
«Bene.» disse Percy, serio. Percy era diventato una di quelle persone che tanto aveva odiato in gioventù: un professore. Insegnava storia greca e romana agli stessi studenti del suo patrigno Paul, insegnante di inglese. E aveva anche pubblicato dei libri sugli dei greci. «L'altro giorno ho sorpreso alcuni dei miei alunni intenti a fare disegnini osceni sulla mia auto, e li ho pagati per fare la stessa cosa sull'auto del professor Iron. Non lo sopporto.»
Nico scosse la testa divertito.
Annabeth, invece, era un architetto, aveva già costruito tre palazzi, e ristrutturato alcune vecchie scuole, dei musei e un paio di negozi. Tre volte a settimana insegnava architettura nella sua vecchia facoltà. I suoi corsi erano i più seguiti, anche se Percy diceva che gli studenti avevano troppa paura di mollare per poi essere pedinati da un Annabeth furiosa.
Hazel e Frank avevano aperto un'agenzia di viaggi, e nelle ore libere Frank faceva da babysitter ai loro figli. Avevano iniziato a lavorare in agenzia nello stesso periodo, ed entrambi avevano ottenuto una promozione quando il loro boss aveva dato le dimissioni, affidando l'intero incarico ad Hazel. Nel tempo libero, Hazel gestiva un museo d'arte.
Piper aveva dato vita ad un centro di recupero, con l'aiuto del padre, e Jasper l'aiutava quando non era troppo impegnato nel suo lavoro da archeologo.
Erano tutti bei lavori, e Nico pensò che, se non fosse diventato aviatore, di sicuro avrebbe intrapreso carriera nell'agenzia delle pompe funebri.
«Tu piloti anche elicotteri?» gli chiese Leo, curioso. Aveva già cotto diverse bistecche.
«Di solito no, ma lo so fare.» spiegò Nico, lanciando un'occhiata nel soggiorno. Rimase per qualche minuto in contemplazione, poi si schiarì la gola. «Ehm, Jason? Perché tua moglie sta mostrando le tette a mio marito?»
Le teste di Percy e Leo voltarono di scatto verso il soggiorno, ma Piper dava loro le spalle. Frank tenne gli occhi puntati su Emily.
«Ah, sì.» disse Jason, alzando le spalle. «Ha un seno più gonfio dell'altro. E tuo marito fa visite gratuite agli amici.»
«Giusto, giusto...» sospirò Nico.
Jason tirò un pugno a Percy e Leo. «Che state facendo?» gridò loro.
«La curiosità è uomo.» spiegò Leo.
«No, la curiosità è donna!»
Frank e Nico ridacchiarono.

 

Nico si fece aiutare da Percy e Jason mentre apparecchiava il tavolo del soggiorno. L'aria si stava raffreddando, e presto avrebbe anche nevicato, secondo il figlio di Giove.
Mentre i bambini si rincorrevano per casa, Leo finì di preparare la carne al barbecue e lasciò che Frank lo aiutasse.
«Allora, Will.» disse Leo, posando la carne cotta sul tavolo. «Ti sono piaciute le tette di Piper?»
Will arrossì leggermente, in difficoltà. Guardò i coniugi Grace, non sapendo cosa rispondere. Una sua risposta avrebbe dato una reazione differente da parte di Piper e Grace.
Se avesse detto di no, com'era giusto, visto che quel tipo di cose non gli piacevano, Piper si sarebbe offesa e non gli avrebbe più rivolto la parola.
Se avesse detto di sì, Jason lo avrebbe fissato male per tutto il resto della giornata, e di sicuro gli avrebbe ricordato tutti i pomeriggi al Campo Mezzosangue passati a punzecchiarlo perché passava troppo tempo con Nico.
«Papà Will, Felix si è fatto male!» gridò Christal, arrivando di corsa in soggiorno.
«Oh, arrivo subito!» urlò Will, correndo nella direzione delle strilla del bambino, seguito a ruota da Calypso.
Non avendo ricevuto risposta, Jason e Piper tirarono un pugno sulle spalle di Leo, che sussultò.
«Non si dicono cose del genere!» disse Jason.
«Non di fronte ai bambini, poi.» aggiunse Piper.
«Sono fatto così, cosa potete farci?» disse Leo, facendo spallucce.
Nico scosse la testa, e finì di apparecchiare la tavola. Naturalmente non era geloso di Will. Con il suo lavoro, doveva aver visto parecchie persone nude, mentre Nico ne vedeva in serie tv. Per il loro terzo anniversario di matrimonio, erano andati in un locale di spogliarello, e poi erano finiti in un bar.
Nico aveva capito che, per quanto potessero essere belli gli umani, lui preferiva il figlio di Apollo Will Solace, suo marito, biondo, con un corpo da favola, abbronzato, sempre sorridente, e con un lavoro di gran prestigio. E Will aveva avuto conferma della sua passione per Nico di Angelo, per la sua pelle pallida come latte, i suoi modi ombrosi e adorabili, il suo modo di vestire scuro, i piercing al capezzolo e al sopracciglio. Ma avevano passato una notte indimenticabile, a casa, al pari della sorpresa con i petali di rosa che Will aveva fatto anni prima.
Nico accompagnò Percy, Hazel, Leo e Piper al piano di sopra. I loro figli avevano già mangiato, e li sistemarono in due camere per gli ospiti per il sonnellino pomeridiano. La vivacità di Denzel era sorprendente, ma quando la madre gli diede il biberon si addormentò quasi all'istante.
«Siamo sistemati.» disse Leo, soddisfatto, tornando al piano di sotto, mentre Piper controllava se i baby monitor funzionassero. «I più piccoli dormono. Potremo giocare a strip poker, dopo.»
«Sì, certo.» disse Hazel, scendendo le scale e lanciando un'occhiata all'amico. «Sono sicura che Frank, Percy, Jason e Will non avranno nulla in contrario a giocare con te.»
«Io voglio giocare con voi signore.»
«Leo, ti ricordo che sei sposato!»
Leo sospirò. «Non devi ricordarmelo, Pip.»
La donna alzò gli occhi al cielo e Nico sorrise. Alcune cose non cambiavano proprio mai.
Si radunarono al tavolo e cominciarono a mangiare. Christal capitanava il gruppo dei bambini, composti da Emily, Jasper e Aaron.
Per qualche minuto rimasero in silenzio a mangiare, ascoltando le chiacchiere dei bambini. Jasper ed Emily avevano imparato a parlare da meno di otto mesi, e non la smettevano mai. Jason disse che Jasper aveva la brutta abitudine di parlare durante la notte.
Will si scusò poco prima del dolce per rispondere al telefono, ma la telefonata durò così poco che Nico non ebbe nemmeno il tempo di alzare gli occhi al cielo.
«Logan voleva che andassimo a cena da loro questa sera.» spiegò Will a Nico.
«Hai detto che abbiamo ospiti, e che fino a domani non riusciremo a liberarcene?»
«Sì.»
«Se disturbiamo, andiamo via...» disse Piper, con mezzo sorriso.
«Per me, potete rimanere anche... mmh, fino a domani sera.» disse Nico.
Chiacchierarono del Campo Mezzosangue, parlando dei loro amici, delle loro famiglie, di Chirone e del Signor D. Percy spiegò che voleva avere come minimo tre figli, mentre Annabeth era intenzionata a non dargliene più di due. Per Jason e Hazel, i figli che avevano erano già abbastanza, mentre Frank ne voleva di più e Piper non fece commenti.
Parlarono delle loro vite quasi tranquille una volta lasciato il Campo, risero di come avessero preferito i mostri in un certo periodo della loro vita, dei primi anni di matrimonio. Parlarono anche del giorno al falò, il bentornato a Nico, quando lui e Will si erano baciati pubblicamente, e Jason era quasi svenuto dalla gioia perché «L'ho sempre saputo, ragazzi!».
Poi si ritrovarono a parlare delle profezie che li aveva uniti. Sebbene fossero un po' scontenti al pensiero, erano felici di essersi conosciuti, di aver intrapreso quel tipo di vita insieme. Nel corso degli anni erano morti dei loro amici, ma altri erano sopravvissuti, e le loro vite avevano continuato, rendendo tributi ai morti.
Avevano amato, avevano dato alla luce delle nuove creature simili a loro. Erano diventati amici, e i vecchi rancori ormai erano stati dimenticati.
Leo uscì per qualche minuto, per andare a prendere la sua sorpresa "indimenticabile". Frank fu tentato di chiuderlo fuori casa, e Will gli urlò che se avesse osato dare fuoco a casa sua, com'era successo tanti anni fa con la baita, gliel'avrebbe fatta pagare di tasca sua. E Calypso gli avrebbe chiesto il divorzio e si sarebbe tenuta figli e officina.
«Dai, la mia sorpresa è questa!» esclamò Leo, un po' offeso per i loro modi di fare, mostrando loro due bottiglie di vino rosso di annata eccellente. «Le ho comprate per quest'occasione.»
Will recuperò i bicchieri da vino, e Leo lo servì. Restarono tutti e dieci in piedi ad osservarsi con il calice pieno, studiando i cambiamenti che gli anni avevano portato loro. Quando si erano trovati sull'Argo II, nessuno di loro aveva pensato anche solo per un momento che, dopo quasi quindici anni, si sarebbero trovati lì, a festeggiare, con i loro figli che li guardavano felici.
«Direi che è il caso di fare un brindisi.» disse Leo, schiarendosi la gola, alzando per primo il proprio calice. «A noi, i Mai Più Profezie!»
Gli occhi di tutti si voltarono verso i bambini. Esclusa Christal, ognuno dei loro figli si sarebbe potuto trovare un giorno nelle profezie di Rachel Elizabeth Dare. Erano figli di Eroi, dopotutto.
Nico si voltò a guardare Will, che lo stava già studiando. Si osservarono sorridendo, ammirando il lavoro che il tempo aveva fatto con l'altro. Erano cresciuti, il loro amore si era fatto sempre più forte negli anni, e niente era riuscito ad abbatterlo. Certo, c'erano stati degli alti e bassi, soprattutto di primo mattino quando Will scappava di casa per andare al lavoro, e Nico guardava stanco il posto vuoto lasciato dal marito.
Si erano amati tanto, in quegli anni, ed entrambi capirono, ad una sola occhiata, che avrebbero continuato ad amarsi per tanti altri anni. Gli Dei erano stati misericordiosi con ognuno di loro. Gli stavano lasciando un periodo di pace, il più lungo che si fosse mai visto, e nessuno poteva lamentarsene.
Will diede un buffetto sulla guancia di Nico, che si voltò a guardare Leo, in attesa che tutti seguissero il suo brindisi. Nico alzò il braccio.
«Mai Più Profezie.» disse, e Will unì la sua voce a quella del marito. Anche gli altri lo dissero, e i bambini non capirono il significato di quelle parole che facevano rallegrare e intristire al tempo stesso i loro genitori.

 

Ciao a tutti!
Mi scuso per aver pubblicato in ritardo questi capitoli...
Volevo solo farvi sapere che se non pubblicherò niente domani, ci vedremo di sicuro venerdì!
Un bacione a tutti, e grazie per la pazienza.

Debby
 

   
 
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