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Autore: Queen_V_Introspective    01/07/2015    5 recensioni
La sensazione che alcune persone siano inafferrabili ed irraggiungibili molte volte, può lasciare dentro un'amarezza tale che quando siamo ad un passo dal possibile, ad un passo da ciò che realmente desideriamo, ci sembra quasi di aver paura; di noi, delle nostre emozioni troppo a lungo represse, delle nostre scelte o semplicemente di non esser capaci di afferrare quello che realmente ci sta a cuore. Eppure, quando avvertiamo la presenza dell'altro, i suoi sorrisi, il suo profumo o un semplice sguardo, tutto riesce ad avere un senso. Ed è allora che l'inafferrabile e l'irraggiungibile divengono il possibile e il tangibile. Ed è allora che tutto ha un senso, un senso di te... di noi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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***
A un passo dal possibile…


***




Ti osservo, mentre cammini con fare disinvolto tra i corridoi, con lo sguardo fiero ed alto di chi non si arrende mai di fronte a niente.
Lo stesso sguardo che hai avuto da sempre, sin dal primo giorno in cui hai messo piede in questo posto, ti vedo oscillare quasi come un veliero di tanto in tanto, per non far cadere quella moltitudine di tomi che porti con te sempre.
Sei così buffa sai? Per quanto è alta la pila, ti si vedono solo le gambe ed i piedi intenti a non rischiare di inciampare nei tuoi stessi passi, ti ostini a volercela fare ad ogni costo pur di non utilizzare la magia per farli lievitare ed evitare così una fatica enorme.

Ma tu, sei tu!

La strega più brillante di Hogwarts, Hermione Granger.

Anzi, dopo aver sconfitto Voldemort, sei la strega più brillante di tutto il mondo magico.

Non puoi agire diversamente, andrebbe contro i tuoi stupidi ideali di lealtà, coraggio, audacia e bla bla bla di Gryffindor.

Come potresti accorgerti di tutto il resto del mondo? Come potresti accorgerti di chi in silenzio ti osserva da così tanto tempo?

Avanzi con il passo veloce di un felino quando insegue la sua preda, per raggiungere quello che è tutto il tuo mondo: la biblioteca.

Hai trascorso quasi tutto il tuo tempo qui a scuola in quel luogo, così silenzioso e pieno di polvere.

Mi chiedo ancora perché sono fermo qui, perché perdo tutto questo tempo ad osservarti… in fondo tu sei la sudicia Mezzosangue che per anni ho deriso, insultato e anche ferito.

Il fatto è che mi ha dato soddisfazione ferirti sai, farti sentire inferiore, insultarti è stata la cosa migliore che abbia potuto fare in tutto questo tempo. Sei sempre stata inafferrabile, irraggiungibile come chiunque mai. Neanche io, che provengo da una delle più nobili famiglie di maghi purosangue, sono riuscito ad eguagliarti.
Probabilmente è stato questo a spingermi a trattarti come ti ho trattato, la causa principale non sono stati gli stupidi ideali che mio padre a suon di cruciatus mi ha impresso nella mente e sulla pelle, la verità è che ho sempre invidiato il tuo essere così saccente, disponibile o leale.

Tu e i tuoi stupidi amici Gryffindor, tu e quello stupido di lenticchia o lo sfregiato. Eppure oggi, posso scorgere nei tuoi occhi qualcosa di diverso, sei cambiata, anzi lo siamo un po’ tutti.

È da tempo ormai che non provo più quel sentimento di rabbia, frustrazione o odio nei tuoi riguardi, in passato quando ho avuto l’occasione di incontrarti nei corridoi, non ho esitato un secondo prima di insultarti, il mio intento è sempre stato quello di distruggerti. La guerra però, ha mutato molte cose, persino me.

Oggi non vedo più motivo di farti male, di distruggerti.


Non sei più una minaccia.

Forse non lo sei mai stata.

La vera minaccia sono stato io, verso me stesso.
Sento i tuoi passi sempre più vicino, mi sento inquieto, il mio animo tormentato inizia a dar segni di vita, il cuore scalpita.
Avverto il tuo profumo che ormai dopo tanti anni so riconoscere in qualsiasi luogo aleggi, come dire… è un po’ come se la tua essenza si disperdesse nell’aria.


***
A un passo da te…


***


Mi sei vicina, mi sfiori con il tuo mantello senza nemmeno accorgerti che io sia lì, vai avanti dritta verso la tua meta come se io… non esistessi.

« Ehi, amico mi senti? »
« Cosa vuoi, Blaise »
« Ti ho chiesto se vuoi venire con noi oggi »
« Venire dove? »
« A Hogsmade, oh avanti Draco, non dirmi che l’hai dimenticato! È una settimana che te ne parlo! Ma sei sicuro di esser qui? O la tua mente è altrove? » intanto vedo un sorriso sornione sul suo viso.
« Cosa stai insinuando Blaise? »
« Niente » sorride ancora, quanto sa essere snervante a volte! »
« Se non vuoi che ti schianti seduta stante, parla!! »
« Credo che c’entri un certo cespuglio, una certa chioma indomabile… »
« Blasie, ma sei impazzito per caso? Che c’entra la Granger adesso, me lo spieghi? »
« Io, non ho affatto parlato della Granger »

Lo osservo, e sul suo viso vedo spuntare oltre quel sorriso fastidioso anche il suo ego smisurato e un’espressione vittoriosa, il mio sguardo gelido quasi lo trafigge ed in quel momento inizia a correre per i corridoi.


« Serpe che non sei altro, fermati subito »


Intanto, mentre lo minaccio da lontano e cerco di raggiungerlo sento la sua risata che riecheggia nei corridoi, non cambierà mai.

Dopo averlo rincorso fino allo sfinimento visto che si è dileguato, decido di recarmi fuori, mi piace sentire il vento tra i capelli, che mi accarezza il viso e mi tiene compagnia. Mi sento leggero, mi aiuta a stare meglio, perché in fondo io non sto bene, dopo tutto quello che è successo, come potrei?

Il marchio.
La morte di Silente.
La guerra.


Si dice che per ogni cosa ci sia un prezzo da pagare, in certi casi il prezzo diventa troppo alto. Come può un padre obbligarti a seguire le sue scelte folli? Io per tutti qui sono un mangiamorte, uno stupido ragazzino viziato con una marea di soldi, un purosangue, no ma che dico… io sono “Il purosangue” per eccellenza.
Quello da cui tutti si aspettano un qualcosa, io sono un Malfoy.
E questo pesa forse più di ogni altra cosa.
Il mio cognome non l’ho mai sentito così soffocante prima di oggi.
Mentre mi perdo nelle mie riflessioni continuo ad avanzare senza prestare attenzione a chi mi sta intorno, quasi senza accorgermene vado a sbattere contro qualcosa perdendo l’equilibrio.
Mi ritrovo all’improvviso un peso che grava sul mio corpo, riesco a sentire il respiro ed il profumo… il suo profumo.
È lei, la Granger.
In un attimo la scosto e sono già in piedi, cerco di sistemare la mia divisa alla meglio cercando di darmi un tono composto.
Maledizione tra tutti proprio lei dovevo incontrare!


***
Paura di decidere…
***



« Potresti fare più attenzione e non andare a sbattere contro la gente, Malfoy! »
« Stai calma, non ti ho visto ok? Togliti dai piedi, Granger »
« Si dia il caso che io.. » cerca di ribattere, ma io, non le do il tempo necessario di finire e continuo a camminare, senza degnarla di uno sguardo, senza una meta. A pochi passi da me, vedo il campo di Quidditch, quella sarà la mia meta.

Una volta, raggiunto il campo mi sento più tranquillo, il mio cuore ha quasi perso un battito nello scontrarsi con la Mezzosangue, certo, non che mi sia dispiaciuto, in fondo è pur sempre una ragazza. Negli anni poi, quel suo cespuglio è divenuto un po’ meno selvaggio, quasi domabile. I lineamenti del suo corpo, pian piano hanno iniziato ad assumere forme sottili e sinuose di una donna. La cosa che mi ha destabilizzato più di tutto sono stati i suoi occhi, quando li ho incrociati per la prima volta, quando ho avuto il piacere di potervi leggere dentro il suo odio, la sua rabbia verso di me ne sono quasi stato fiero a suo tempo. Peccato però, che il suo sguardo, la profondità di quelle iridi si è tramutato nel mio incubo peggiore, ho guardato a lungo e a fondo in quel mare di emozioni, dentro ho visto così tanto dolore causato in parte da me e dai miei familiari, che quasi vi sono annegato.
Per la prima volta che ho osato leggere ciò che la Granger portava dentro di se, l’unica e forse l’ultima volta, sono quasi morto.
Mi sono chiesto spesso, se quel mostro che le ha procurato così tanto male sia stato sul serio io, se quel dolore che la mia famiglia ha causato a così tanta gente simile a lei sia giustificabile.


***
Paura di me…

***


Non ho trovato risposte, e da quel giorno non riesco più a ritrovare un briciolo di pace. Non che ne abbia mai avuta, ma almeno la mia anima è rimasta a lungo in silenzio senza obiettare. Oggi, non ci riesco e non voglio zittire quel tormento che non mi abbandona, quell’agonia che pian piano mi sta consumando.
Chissà è giusto, probabilmente l’ho meritato tutto questo dolore.
Avverto i suoi passi accelerare e il suo respiro corto, mentre decisa si dirige verso di me.
Mi ha raggiunto, riesco a scorgere l’odio nei suoi occhi e lo sguardo battagliero. Un tempo non avrei aspettato altro, oggi, invece quasi ho paura di questo confronto, ho paura del suo giudizio su di me, del suo disprezzo.


***
Di tutto quello che non so…

***



Non posso più evitare, non oggi, troppo a lungo l’ho fatto. Cerco di trovare un diversivo, di prendere ancora un po’ di tempo per pensare in fretta a cosa risponderle per non farmi prendere allo sprovvista.
Devo anticipare ogni sua mossa, ogni suo pensiero o parola.
Devo farlo per me, per lei.
Non posso permetterle di farsi del male ancora una volta, non posso permetterle di ferirmi, non posso abbassare la guardia, non ora che lei è troppo vicina a me. Ogni volta che abbiamo avuto un diverbio, uno scontro o una discussione lei è sempre stata scortata da san Potter o dalla Donnola. Adesso è sola, sembra quasi indifesa, ma nei suoi occhi la verità è tutt’altra. Forse, stava aspettando questo momento da troppo tempo.


« Te lo leggo negli occhi, sai? Tutto il tuo disprezzo intendo »

Ecco, ora cara la mia Mezzosangue, sono un passo avanti a te, trovo finalmente la forza ed il coraggio di voltarmi per affrontare, il mio nemico più grande. Non le darò il tempo di ribattere, di affondarmi.

« Lo sento, lo avverto su ogni centimetro della mia pelle ogni qual volta i tuoi occhi si posano su di me »


L’ho colta di sorpresa, i suoi occhi sono sgranati, osservano ogni mio gesto, ogni movimento. Tutta la sua rabbia che poco prima avrebbe voluto riversare su di me è svanita nel nulla. Ho giocato bene le mie carte, come sempre ogni mia mossa centra sempre il bersaglio. Lei è lì ferma, inerme, con lo sguardo fisso su di me, decido che questo è il momento giusto, quello di inchiodare quelle due pozze profonde alle mie iridi argentee. Devo farlo prima che lei riesca a sovrastarmi.

« È strano non trovi? Come la situazione si sia ribaltata intendo… ora sono io che quasi scappo da te. Cosa c’è Mezzosangue, hai ingoiato la lingua per caso? In fondo se mi hai seguito di sicuro non è per sapere come sto »

Ecco, finalmente ho tirato fuori ciò che volevo dire da diverso tempo. Questo sarà il nostro unico ed ultimo incontro, voglio tirare finalmente fuori tutto ciò che ho dentro, ne ho bisogno. Ho paura, già… chi l’avrebbe mai detto, Draco Malfoy ha paura delle parole che quelle piccole labbra rosate possano pronunciare. Perché forse, dopo oggi non saranno mai mie.
Io, sono quello che sono e non posso cambiare, posso cercare di smussare qualche angolo del mio essere, ma non potrò mai cambiare.

Non sarò mai alla tua altezza.
E questo è quello che fa più male.


***

Di tutto quello che non ho…



***



« Allora? Non ho mica tutto il giorno a disposizione »


Di certo, chiunque la vedrebbe potrebbe affermare che sia stata pietrificata da un incantesimo, soprattutto poiché si trova di fronte il Principe delle Serpi. Quando si tratta di me, per gli altri è tutto giustificato.
La vedo fare uno sforzo enorme per respirare, sembra quasi una bambola. Pian piano accorcia le distanze tra noi, si avvicina.
Perché lo fai?
Perché ti avvicini così tanto?

Tu non devi farlo, potrei non saper controllare ciò che provo ora.
Quel turbine di emozioni investe entrambi, non capisco cosa stia succedendo, so per certo che lei ancora una volta mi sta contrastando, mi sovrasta e mi annienta come nessuno forse è mai riuscito.

« Mentirei a me stessa se dicessi di non disprezzarti, ma quello che leggi nei miei occhi non è odio »
« E allora cos’è? »
« Pena »

Dritto al centro del petto arriva il colpo.
Il dolore si estende in tutto il corpo imprigionando ogni organo, per un attimo mi è quasi parso di aver smesso di respirare, tutto ciò che non avrei mai voluto sapere è li che rimbomba nella mia testa, quel tonfo che ho sentito al suono di quelle parole mi ha quasi distrutto.
Possono quattro semplici lettere, distruggere una persona? Evidentemente si perché io mi sento a pezzi.
Avrei preferito che lei sbraitasse dicendo frasi senza senso, magari che mi odiasse, ma la pena, quella non riesco a sopportarla.
Abbasso lo sguardo, giro le spalle e riprendo a camminare per cercare una scopa e sfogare così tutta la mia frustrazione, ma so per certo che non è finita lì, la parte peggiore deve ancora arrivare.

« Che fai scappi di nuovo come un codardo? »

Ecco che la sua risposta non tarda ad arrivare.

« Non sto scappando Granger, siamo in un campo di Quidditch, sono qui per allenarmi un po’ non credo di doverti spiegazioni sulle mie azioni. »
« Delle scuse si! »

« Delle scuse? E per quale assurdo motivo »

« Per essermi piombato addosso, per avermi spintonata a terra, per rialzarti, senza aiutarmi e per esser andato via bruscamente senza nemmeno chiedere se io stessi bene o meno »
« Ti sei rialzata e sei qui di fronte a me, credo che basti per sapere che stai bene e che non hai bisogno d’altro »
« Proprio non riesci a capire, eh? »

« Non c’è niente da capire »
« Sei solo uno stupido, Malfoy »

Come una furia scappa via, ed è allora che comprendo di aver agito a differenza di altre volte per la paura di proteggermi e non per quella di ferirla come in passato. Non posso raggiungerla, non posso ferirla ulteriormente, cosa potrei darle io? Cosa potrei offrirle? Probabilmente è giusto così..
Preferisco lasciarla libera dalle mie ossessioni, finiremmo solo per farci del male.
Ed io ne ho fatto già abbastanza.



***

Eppure sentire…
Nei sogni in fondo a un pianto…


***




Sono trascorsi diversi giorni da quell’incontro. Ho cercato di evitarla, di evitare il suo profumo, i suoi occhi ma più ci provo e meno ci riesco. È come una droga ormai per me, ne sono assuefatto.
La vedo persa nei suoi mille pensieri, mi evita con lo sguardo non appena i miei occhi riescono ad incrociare il suo, ha paura di me, ha paura di ritrovarsi incatenata non solo nel mio sguardo, ma anche nel mio essere così spregevole e sporco.

Perché tra i due se c’è qualcuno di sporco sono io e nessun altro.

Mi fa male osservarla e non poterle parlare, non poterle dire che in un certo senso mi dispiace, che vorrei poter tornare indietro e non fare ciò che ho fatto. Indietro però, non si torna… nemmeno più le giratempo ci sono, quindi questo è il passato, questo è il presente e non cambierà mai nemmeno in futuro.
Ho pensato molto in questi giorni a lei, alla discussione, le ho inviato un gufo dandole un appuntamento per questa sera.
Ho deciso di chiarire le cose, ho bisogno di chiarire le cose.
Mi vien quasi da ridere al solo pensiero di avere un chiarimento con lei.
Sono teso non posso negarlo mentre attendo che arrivi, spero che non decida di ignorarmi e non venire, in fondo è troppo leale ed onesta per lasciarmi aspettare come uno stupido qui, in cima alla torre di astronomia.

La cosa più buffa in tutto questo gran caos, è il semplice fatto che tra tante persone, io, possa aver rivalutato qualcuno, non qualcuno qualsiasi attenzione, ma una Mezzosangue anzi la Mezzosangue per eccellenza.

« Allora Malfoy, dimmi cosa vuoi e chiudiamo subito la faccenda »

Non cambierà mai, sempre la solita Gryffindor, cocciuta e testarda.

« Volevo parlarti dell’altro giorno »
« Non mi pare che abbiamo altro da dirci al riguardo »
« Ti sbagli »
« Io, non mi sbaglio mai »
« Certo, tu sei Hermione Granger, come potresti sbagliarti »
« Abbiamo opinioni e pensieri differenti, quindi per me la faccenda è chiusa, ora se vuoi scusarmi devo andare a dormire, non voglio rischiare di far perdere punti alla mia casa per… »
« Per uno come me, un Mangiamorte »

Mi volto verso di lei, e come qualche giorno fa vedo la stessa espressione di sgomento sul suo viso, lo stesso sguardo perso quasi nel vuoto.

« Io, non ho detto questo »
« Ma l’hai pensato »
« No n-non è ve- vero… »
« Mezzosangue! Credi che non lo sappia cosa si dica in giro sul mio conto? Credi che non sappia cosa pensate tu e tutta la tua casa o le altre? Credi che a me faccia piacere sapere tutto questo? Sono umano anche io, per quanto improbabile possa sembrare anche io sono una persona e come tale, respiro, vedo e sento »
« Io, non so cosa dicano gli altri sul tuo conto, ma non è affar mio, voglio solo che tu mi lasci in pace »
« Lo sto facendo Mezzosangue, lo sto facendo »
« Ah sì e come? »
« Sei così piena di te, così intenta a crogiolarti nella tua saccenza che non ti sei accorta del mio cambiamento, è vero continuo a chiamarti Mezzosangue, ma ho smesso da tempo di insultarti, di ferirti o perseguitarti di proposito! Ho smesso di essere Draco Malfoy il ragazzino arrogante e viziato, ma tu sei troppo onnipotente per accorgerti di qualsiasi cosa troppo… »
« Basta! Non voglio sentire oltre! Ti ho detto che non mi interessa »
« No, che non la smetto, adesso tu mi ascolterai, perché io voglio che tu lo faccia e perché io ne ho bisogno! »

Quasi non mi accorgo di averla afferrata per le braccia e la sto strattonando, nei suoi occhi leggo la paura, l’angoscia e il dolore. Cerco di calmarmi, di riprendere le mie capacità in pieno per poterle parlare… perché è solo questo ciò che voglio, parlarne, voglio che lei mi ascolti perché da lei non posso avere nient’altro.
Per un attimo mi soffermo ad osservarla, non da segni di cedimento, però avverto le sue paure, la guardo negli occhi e lei sostiene il mio sguardo come mai prima d’ora. Una nuova certezza si sta facendo strada dentro di me, non c’è solo pena o paura nei suoi occhi, c’è anche altro ed io voglio sapere cos’è. Allento la stretta fino a lasciarle libere le spalle, poi le porgo delicatamente una mano lei sembra soffermarsi sul mio gesto, sembra quasi esitare. Leggo incertezza, stordimento e sorpresa sul suo viso.

« Guarda che non ti ricapiterà più un gesto del genere »

In quel momento lei, finalmente decide di affidarsi a me, decide di poggiare la sua mano calda, morbida e delicata sulla mia. La conduco verso l’apertura della torre, per osservare meglio il cielo là fuori.

« Non preoccuparti Granger, non ho intenzione di schiantarti »

Senza darle tempo di rispondere riprendo fiato e continuo a parlarle.

« Non volevo farlo, non ho mai voluto farlo. Sono stato obbligato, o lui o la mia famiglia. So che tu avresti scelto la morte piuttosto che obbedire o farti marchiare come una bestia, ma io, non sono te. Nonostante tutto, a modo mio, io ho stimato Silente. »
« Lo so. »

La sua voce è flebile, non l’ho mai sentita rivolgersi con questo tono così pacato verso di me.

« Ah lo sai? »
« Per quanto tu sia stato odioso in tutti questi anni, non sei una persona cattiva, non fino al punto di uccidere qualcuno. Posso farti una domanda? »

Ecco, so cosa vuoi chiedermi e forse è arrivato il momento di dare tutte le risposte celate dietro quella non risposta.

« Perché »
« Come hai detto poco prima, non sono una persona cattiva fino a quel punto, non avrei potuto mandare verso morte certa un essere umano solo perché un pazzoide mezzosangue e i suoi folli compari volevano ripulire il mondo dall’impurità, dalla feccia; quando il primo impuro fosse proprio lui! È stato un modo per riscattarmi Granger, per la morte di Silente, e perché non ne potevo più di quella stupida guerra, di vedere ogni giorno migliaia di persone trucidate in casa mia. Vedi Granger alcune volte la prigione la portiamo dentro, sapevo che fingendo di non riconoscervi quella notte io e la mia famiglia saremmo stati puniti, ma, per una volta ho deciso di agire per il bene comune, di non essere egoista. Potter, tu e lenticchia eravate l’unica speranza di poterci salvare tutti. Non potevo sprecarla, non volevo vivere quella vita fatta di omicidi, non avrei potuto sopportarlo. »

Osservo il cielo, le costellazioni, è bellissimo, sembra quasi un'immagine dipinta e non realtà.
Poi accade qualcosa che non mi aspetto, qualcosa che non ho previsto, la sua mano si posa sulla mia, poi lentamente mi sfiora il viso in una che diventa una carezza. La guardo dritto negli occhi, incatenando il suo sguardo nel mio. E non leggo più la pena, ma il dolore. Il dolore, di un qualcosa che ha segnato tutti, il dolore delle pene che ci hanno inflitto, il dolore delle torture, della perdita.

Il dolore allo stato puro.

In quel momento da quel piccolo braccio sottile, riesco a scorgere una scritta che viene celata sotto la camicia, non so per quale assurdo motivo mi avvicino al suo polso, slaccio il bottone e lascio scivolare su la manica della sua camicia. Eccola lì, la traccia indelebile di quel dolore.
Mezzosangue
Con le dita ripercorro ogni singola lettera impressa su quel braccio indifeso, mi chiedo: può una persona così fragile sopportare allo stesso tempo un così grande peso?
Un dolore così grande?
Non lo so, non ho una spiegazione a questo.
Avvicino il suo braccio alla mia bocca e quasi con timore le poso un dolce bacio sulla scritta. Non conosco il motivo del mio gesto, so solo che l’ho sentito dentro e che ho voluto farlo. È una sorta di scusa, per tutto il male che io e la mia famiglia siamo stati capaci di farle. È una sorta di perdono che cerco disperatamente dalle sue iridi ambrate.

« Mi dispiace »
« Non importa, è passato »
« Vorrei solo non fosse mai accaduto »
« Purtroppo accadono tante cose che non vorremmo, che ci è impossibile impedire, possiamo imparare tanto da esse, possiamo essere migliori. »

Le accarezzo il viso e per la prima volta vedo un sorriso sul suo viso, non uno qualunque, un sorriso rivolto verso di me. So che non cambieranno le cose, perché il passato non può essere mutato, ma proverò a far cambiare il futuro da questo preciso istante. Mi avvicino lentamente, le circondo la vita con le mie braccia, osservo ancora per un poco il suo viso stupito, noto le sue gote imporporarsi, ma non mi respinge.
In quel momento stringo un po’ di più, ho paura che lei possa scappare, ho paura che possa schiantarmi, ho paura che lei non voglia più vedermi, fortunatamente niente di tutto questo accade.

« Perdonami se puoi, un giorno »
« L’ho già fatto, nel preciso istante in cui ho deciso di venire qui questa sera »

Le sue parole mi lasciano senza fiato, sento il cuore che batte forte, non so cosa fare, se non continuare a stringere saldamente il suo corpo esile, annusando il suo dolce profumo. Cerco di ritrovare la lucidità, di esser razionale, ma qualcosa dentro di me prende il sopravvento. Qualcosa che a lungo ho represso.
Allento un po’ la presa, per poter rimirare di nuovo il suo viso dolce, ha lo sguardo basso, che vaga nel vuoto, sento il suo imbarazzo, e la cosa mi fa sorridere. Con le dita afferro il mento delicatamente e la costringo a guardarmi negli occhi.

« Non avere paura di me » Lei annuisce .
Riesco a dirle solo queste semplici parole con la voce roca, avrei tante cose da dire, ma non è il momento e poi non riesco a pronunciare altro. Sono troppo preso da lei, dal suo profumo, dalla sua bellezza.



***
Nei giorni di silenzio …
Nei cieli di cobalto…
C’è…



***


Mi avvicino alle sue labbra e vi poso sopra le mie, riesco a sentirne la sua morbidezza, il suo sapore dolce. Non mi ha respinto, anzi ho sentito le sue labbra incatenarsi alle mie, ho sentito la sua pressione su di me, qualcosa di indescrivibile, siamo rimasti così ancora per un po’ ad osservare il cielo, stretti l’uno all’altra ed ho capito che forse, tra le tante cose sbagliate che ho fatto in tutta la mia vita, questa è l’unica che abbia avuto un senso.



***
Un senso di te…


***





Credits
La canzone che ho utilizzato per questa breve songfic è: Eppure sentire
dell'artista Elisa Toffoli.
La canzone non è stata presa a scopo di lucro.




***




Note dell'Autrice:

Salve! Questa è la prima volta che scrivo qualcosa in questo fandom e soprattutto è la prima volta che scrivo di Draco\Hermione spero siate clementi con me :)
Oggi per caso ascoltavo questa canzone bellissima di Elisa, che io amo come Cantante e stimo come persona, così ho iniziato a scrivere e ne è uscita fuori questa piccola FF.
Che dire, vi lascio alla lettura, mi scuso se ci sono errori di battitura\punteggiatura\verbali o di altra natura, provvederò subito a correggerli qualora me li segnalate.
Non so se qualcuno ha mai scritto una songfic su loro due di questo tipo, ne se qualcuno abbia utilizzato questa canzone, il sito di Efp è immenso, soprattutto il fandom di Harry Potter è pieno zeppo di FF e per quanto io ami leggere, purtroppo non posso conoscerle tutte; quindi se qualcuno ha già scritto in passato su di loro in questo modo o utilizzando questa canzone, ci terrei ad essere avvisata ed io provederò subito ad accertarmi delle similitudini con altre FF eliminando la mia ovviamente. Non mi permetterei mai di plagiare il lavoro altrui.
Detto questo voglio ringraziare tutti coloro che leggeranno questa FF, chi aggiungerà la storia tra Seguite\Preferite\Da ricordare,
coloro ( se ne avranno piacere ovviamente!) che recensiranno ed i lettori silenziosi.
Un Bacio a tutti e spero vivamente di poter scrivere ancora in questa sezione!

Buon lettura con affetto,
Annalucia.

***





© Disclaimer. Tutti i personaggi sono stati tratti dal Libro/ Film: Harry Potter, essi non mi appartengono, la sua autrice originale è J.K.Rowling e di tutte le case editrici che pubblicano le storie di Harry Potter nei vari paesi. La storia non è scritta a scopo di lucro.







   
 
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