Giorno 2 - Gratitude
"Ti amo" dopo un disastro
Natsu sapeva quanto la sua
Lucy tenesse alla propria privacy. O meglio, ormai era la loro
privacy, ma anche adesso che stavano insieme Natsu doveva faticare per farsi
perdonare le sue incursioni non autorizzate in casa di Lucy. Nel letto
di Lucy.
Tuttavia, col passare del
tempo, il ragazzo dovette riconoscere come lei fosse diventata più morbida
verso i suoi atteggiamenti e in più, invece di defenestrarlo, Lucy aveva
iniziato ad aiutarlo con le faccende domestiche a casa sua perché “non vorrai
mica lasciare Happy da solo a dormire in quel letamaio, vero?”.
Natsu aveva inutilmente provato a ribattere che casa sua non era affatto un
letamaio, bensì un posto dove tutto era a portata di mano, ma poi dovette
riconoscere che, effettivamente, da quando anche lei se ne occupava casa sua era
decisamente un posto più confortevole.
Insomma, visto come Lucy
aveva reso linda e pulita la casa, a Natsu parve il caso di mostrare la propria
gratitudine e naturalmente lo fece nel modo sbagliato.
Questo breve racconto inizia
un caldo pomeriggio primaverile, pomeriggio in cui l’ignara Lucy si trovava
con l’altrettanto ignara Mirajane a fare shopping e Natsu invece si
intrufolava nell’appartamento di Lucy.
Come al solito la casa
profumava ed era tutto perfettamente in ordine, tant’è che per un istante
Natsu si domandò che cosa stesse facendo lì. Poi rifletté e arrivò
all’errata conclusione che, dal momento che Lucy era sempre impegnata o alla
Gilda o in missione, doveva pur esserci qualche lavoretto che non aveva il tempo
di fare.
Iniziò ad indagare alla
ricerca di falle in casa della fidanzata, aiutato dal fedele amico Happy.
Eppure, la parvenza di perfezione della casa di Lucy era la realtà: le
lampadine funzionavano tutte, i mobili non scricchiolavano, nessun tubo era
rotto né alcun rubinetto perdeva.
Si stava scoraggiando,
quando, finalmente, adocchiò qualcosa che non andava: da una voluminosa cesta
di vimini verde sporgeva l’angolo di un vestito. Natsu sorrise vittorioso tra
sé e sé e con un gran balzo raggiunse la cesta per poi scoperchiarla e
scoprire che dentro c’erano alcuni vestiti, riposti ordinatamente, ma che
Natsu ricordava di averle visto addosso in questi giorni. Quella era
indubbiamente la cesta dei vestiti sporchi di Lucy!
“Adesso laverò questi
vestiti e lei sarà felice e sgravata da un peso!” pensò tutto soddisfatto.
Non aveva bisogno di sapere
dove fosse la lavatrice perché l’aveva vista nel bagno. La aprì e fissò
prima i vestiti e poi il cestello. Lo fece di nuovo. E ancora. E ancora. Poi si
arrese e guardò Happy.
- Tu sai come funziona questa
cosa? -.
- No. – rispose triste il
gattino, scotendo la testa. – Ma forse da qualche parte ci sono le istruzioni.
-.
- Già, ma chissà dove. -
osservò Natsu, scoraggiato.
Sospirarono entrambi. Poi
Natsu fece un gran sorrisone.
- Happy, ho un’idea! –
esclamò. – Chiamiamo Juvia e facciamo lavare tutto a lei! Sarà velocissima.
-.
Happy inarcò un
sopracciglio, contrariato.
- Io non credo che Juvia
voglia lavare i vestiti di Lucy… -.
Natsu sembrò rifletterci
qualche secondo e anche lui realizzò che non sarebbe stato carino chiamare una
persona per farle lavare i vestiti di una terza persona. Senza contare che
quello era qualcosa che doveva fare lui stesso, con le proprie mani: affidare i
vestiti di Lucy ad un'altra persone sarebbe stato come barare.
Poi però sorrise di nuovo.
- Allora faremo così: tu
cerchi le istruzioni nell’altra stanza e io cerco di capire come funziona da
tutti questi tasti, va bene? -.
- Ahy, sir! – esclamò il
gatto blu prima di svolazzare in camera di Lucy in cerca delle preziose
istruzioni.
Natsu si applicò alla
lettura delle informazioni sopra la lavatrice: più che parole si trattava di
numeri e di disegni da interpretare. Sbuffò: il tempo passava e lui non
risolveva nulla. Con decisione, certo che comunque non avrebbe potuto fare
grossi danni, afferrò tutti i vestiti e li ripose nel cestello. Afferrò un
flacone di quello che pensava essere un detersivo e lasciò perdere
l’ammorbidente. Il problema dell’igienizzante e dello smacchiatore non se lo
pose neppure. Chiuse tutto e avviò un programma medio, inserendo, però, il
massimo della centrifuga.
“Così saranno asciutti
prima” pensò, soddisfatto di se stesso.
Avviò il lavaggio. Adesso
non doveva fare altro che aspettare che la lavatrice finisse il suo lavoro,
possibilmente prima che Lucy rientrasse.
Raggiunse Happy, annunciando a gran voce che ancora una volta aveva sconfitto il nemico e Happy gioì con lui.
L’entusiasmo di Natsu
precipitò, però, quando vide che per cercare le istruzioni Happy aveva
rovesciato il contenuto dei cassetti per terra: sul pavimento della camera di
Lucy c’era di tutto.
- Ha… Happy… - balbettò
Natsu. – Lucy ci ucciderà per questo. -.
- No, Natsu, non lo farà.
– replicò l’Exceed con un’espressione da maestrino.
- No, tu non capisci. Mi squarterà. – Natsu iniziò a sudare freddo.
- No, invece. Tu llle pppiaci.
– Happy sghignazzò, diabolico.
Natsu non era convinto di
piacere alla maga fino a quel punto, quindi iniziò a darsi da fare a rimettere
a posto tutto. Ma la lavatrice terminò prima di lui.
Corse in bagno, sperando di
poter usare il fatto di averle lavato i vestiti come attenuante, ma le sue
speranze andarono infrante quando aprì il cestello e scoprì con orrore che i
vestiti avevano i colori diversi e mischiati. Tirò fuori un top per osservarlo
meglio. E da quando Lucy indossava vestiti a misura di Asuka?
Il rumore della porta che si
apriva gli fece gelare il sangue nelle vene.
Trattenne il respiro.
E poi l’urlo di Lucy.
- KYAAAAAAAAA!!! Che cosa è
successo qui dentro? – urlò la ragazza. – NATSU! – esclamò dopo.
Colto in flagrante.
Il drago fece capolino
timidamente dal bagno.
- E… ehm… ciao Lucy?
Divertita con Mira? Spero che tu abbia comprato tanti nuovi vestiti. -.
- Non cercare di cambiare
argomento con me, Natsu Dragneel! – esclamò Lucy. – Sembra che la mia
camera sia stata invasa da quaranta ladroni, che diavolo avete combinato? –
sbottò, stringendo i pugni lungo i fianchi, fremendo di rabbia.
Happy si nascose dietro il
letto.
- Lucy fa paura… -.
- E tu, sta’ zitto! – lo
zittì lei.
- Ahy, sir! – Happy
scomparve del tutto sotto il letto.
Il gatto non voleva assistere
ad un natsucidio.
- Non… io dicevo sul serio.
– iniziò a giustificarsi Natsu. – Credo che… ti serviranno davvero…
altri vestiti. -.
Come a voler provare la
veridicità delle sue parole le mostrò il top ormai ridotto a dimensioni mini,
chiudendo gli occhi e attendendo un meritato Lucy kick. Quando ciò non avvenne
riaprì lentamente un occhio e vide che Lucy era immobile, a bocca aperta.
Evidentemente sotto shock era in
preda a tremori e a Natsu non era mai sembrata più terrificante di così.
- Natsu, io… io… -.
Anche il tono della sua voce,
basso e decisamente minaccioso, tremava. Inspirò profondamente ma Natsu non le
diede il tempo di ricominciare a parlare e si lanciò in una frettolosa
spiegazione.
- Lucy, lo capisco quanto tu
sia arrabbiata. Mi dispiace. Volevo solamente fare una lavatrice per te, per
ringraziarti per tutto quello che fai per me e casa mia. Solo che non sapevo
usarla, allora Happy ha cercato le istruzioni ed ha fatto confusione in camera,
poi però non le ha trovate, così ho provato da solo. Perdonami Lu, ti prego,
ti prego, ti prego. -.
Chiuse di nuovo gli occhi
sapendo che quelle scuse non sarebbero state minimamente sufficienti.
- Lucy, non lasciarmi per
questo. – mormorò, sottovoce.
Quelle parole sembrarono far
rinsavire la ragazza, ma Natsu era ancora troppo impaurito per accorgersene.
- Io ti amo. -.
Per qualche motivo, Lucy si
rilassò e si trovò con un piccolo sorriso in volto. La rabbia l'aveva
abbandonata: Natsu era un imbranato, sbagliava, ma in fondo lo faceva per lei. E
l’amava davvero. E Lucy sapeva anche che non voleva perderla. Era arrabbiata,
ma di certo non aveva intenzione di lasciarlo per un motivo così futile.
Si avvicinò al suo ragazzo
e, invece di picchiarlo, lo abbracciò. Natsu si sorprese per quel gesto
inaspettato, ma non obiettò nulla, anzi, ricambiò la stretta.
- Mi dispiace, Lucy. -
ripeté.
- Lo so. -.
Lucy stava ancora sorridendo.
Era così bello abbracciarlo.
- Ti amo anch’io, Natsu. E
non ti lascerei mai per un vestito. -.
- Sono un po’ più di
uno… -.
- E io ti amo lo stesso.
Soprattutto perché adesso… - Lucy lo strinse di più. - … mi devi una
giornata di shopping a tue spese. – concluse.
Sorrise soddisfatta e gli posò
un bacio sul collo. Natsu piombò di nuovo nel panico, ma non osò rifiutare.
- S… sì. – balbettò
solamente.
Pensava di aver scampato la morte, ma si era sbagliato di nuovo.
L'angolo dell'autrice.
Vista l'ora, buonanotte a tutti!! xD
Allora, eccomi qui con il secondo capitolo il secondo giorno di questa settimana. Spero che vi sia piaciuto e, se volete, lasciate pure una recensione. Anche solo per dirmi se non vi piace, che cosa non vi piace. Insomma, se mi date un feedback io posso rispondere meglio alle vostre aspettative ^.^
Detto ciò, ringrazio per le recensioni Sayaka chan 94 e tanomax e ringrazio anche esme_chan e ancora tanomax per aver inserito la storia tra le seguite e le preferite.
Mi scuso per eventuali errori di battitura.
Alla prossima!! ^.^
@matrix@