“Andiamo, Jared, questo no, la ruota no!” ridacchiò Jemsen, cercando di sottrarsi.

“Non possiamo andarcene senza essere saliti sulla ruota panoramica, è praticamente l’attrazione del Lunapark!” disse Jared.

“È per le coppiette. È una cosa romantica.”

“Perché, pensi che l’amicizia non sia romantica?”

Jensen si ammutolì.

“Mentre cerchi le parole per rispondermi, vado a prendere i biglietti.” Ridacchiò Jared.

“No, aspetta, Jay!!”

Ma Jared era già andato a prenderli.

Salirono sulla ruota con Jensen che si guardava intorno imbarazzatissimo.


“Hai le vertigini?” gli chiese Jared, ridacchiando.

“Sì! E poi ci guardano tutti, Jay.”

“Non badare a loro.”

“È solo che non siamo più ragazzini…”

“È qui che ti sbagli.” gli rispose Jared con infinita dolcezza, spiazzandolo, infatti Jensen lo guardò sorpreso, ancora una volta senza trovare le parole.

“Riesci sempre ad avere l’ultima parola.” Gli disse, ma quello che avrebbe voluto dire era: riesci sempre a farmi star zitto, a spiazzarmi.

“Certo che sì. Non ti fa piacere essere qui con me?”

“A me fa piacere sempre essere con te, in qualunque luogo.” Disse Jensen, prima di arrossire vistosamente, rendendosi conto delle parole che aveva detto.

Si preoccupò quando Jared non disse niente, ma chinò il capo, sorridendo.

Poi Jared lo baciò dolcemente, a occhi chiusi, romantico, tenendogli una mano sul viso. Jensen sentiva la brezza del vento accarezzare i loro visi, comprese quelle dita che con infinita dolcezza gli toccavano la guancia,compreso quel bacio che Jared gli aveva dato con tanta dolcezza e che sembrava diverso dagli altri.

“Sei un sogno.” Si lasciò scappare Jensen. Era un sussurro e se lo lasciò scappare, Jared lo sentì ma ebbe il dubbio che intendeva dire invece “è un sogno?” e non gli chiese altro, troppo sopraffatto dal momento.

Erano venuti al lunapark perché Jared aveva dei problemi con i famigliari e Jensen voleva tirarlo un po' su, non avrebbe immaginato che sarebbe stato invece Jared a farlo sentire felice, così felice.