Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Shily    02/07/2015    3 recensioni
Natale 1977.
La guerra fuori infuria, le insicurezze crescono e le paure diventano le vere protagoniste.
Due settimane e uno fascio di lettere che James Potter e Lily Evans si scambiano, tra sorrisi nascosti, muri da distruggere, illusioni da voler vivere a pieno e un sentimento che nasce e cresce, finalmente pronto a essere vissuto.
(Dalla prima lettera)
Se fossi qui, soprattutto, non potrei dirti che probabilmente – molto più forse sì che forse no – se adesso mi chiedessi di uscire ti direi di si.
Ora come ora, James, con la neve fuori che sa di tante cose e di niente – e che sa di te, non vorrei altro che dirti di sì.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Di lettere perdute e parole sbiadite
 
(19 Dicembre, Anno 1977)
Ciao James,

non scriverò ‘caro James’ perché suona tanto come qualcosa di formale e lontano. Mi sembra un saluto che crea un muro invisibile tra due persone, non trovi anche tu?
Non dirò ‘caro James’ perché è troppo distante da te e da me, da quello che siamo e da quello che potremmo essere insieme – come se tu non fossi lo stesso che, poco prima che partissimo per queste vacanze, è ruzzolato giù per le scale portandosi dietro i suoi amici in un insieme di gambe, braccia e imprecazioni; e come se io non fossi la stessa che ne ha riso forse più di quanto avrebbe dovuto, invece di intervenire e cercare di sistemare la situazione, come ogni buon Caposcuola avrebbe fatto (Cosa stavi guardando, James, di tanto interessante quella mattina?).
Quindi, visto che tu sei sempre tu, forse ancora un po’ troppo rumoroso, ma sempre tu, e io sono ancora io, probabilmente ancora troppo impegnata a pensare a tutte le conseguenze delle mie azioni per vivere e basta (me lo dicesti tu alla fine del sesto anno, ricordi? Penso di non averti mai detto quanto quelle parole siano state importanti per me): ciao James!
E’ quasi Natale, le vacanze sono da poco iniziate eppure mi sembra già di vederne la fine e stamattina – per favore, non ridere –, quando mi sono svegliata, mi è sembrato quasi di sentire l’odore della neve.
Mi rendo conto, sai James, di quanto questo possa suonare strano e a tratti bizzarro, però giuro che non c’è nulla di inventato in queste parole.
Stamattina, semplicemente, ho aperto la finestra e l’odore della neve mi ha investita, improvviso e travolgente.
Sa di tante cose, questa neve.
C’è l’odore del parco di Hogwarts, dentro. Di quando finisci una giornata piena di lezioni e non desideri altro che stenderti sotto un albero e rilassarti.
C’è una pozione riuscita bene e c’è il fuoco della Sala Comune, caldo e rassicurante come quando la sera, prima di andare a dormire, ci sediamo sul divano per un po’ e parliamo – di cosa, alla fine, neanche lo ricordo, ma parliamo. Per ore, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
C’è anche casa, in tutto quel bianco; ci sono i biscotti preparati dalla mamma e le mille cravatte strane di papà, quelle che tanto mi piacevano da piccola e che la mamma non sopporta.
Se scavi bene, c’è anche la risata lontana di due bambine, una bionda e una rossa, che ridono per tutto e per niente. Che ridono per il puro gusto di farlo, come se fosse la cosa più semplice del mondo e come se non dovessero fare altro per tutta la vita.
Ma soprattutto ci sei tu, James, in questa neve.
C’è l’odore della tua sciarpa, quella rossa che porti sempre in questo periodo per nascondere il naso rosso e le labbra screpolate dal freddo.
Ci sono i tuoi capelli perennemente in disordine e i tuoi occhi sempre sorridenti. Sempre con una strana luce negli occhi, come se vedessero qualcosa che possono vedere solo loro – vorrei tanto vederlo il mondo che vedi tu, James. Vorrei tanto vedere con i tuoi occhi per un po’, per scoprire tutte quelle meraviglie che ti fanno sorridere.
Vorrei che fossi qui, sai James?
Mi piacerebbe averti davanti, seduto di fronte a me mentre cerchi di aprire tutti i cassetti della mia scrivania e scoprire quante più cose possibili.
Ti parlerei faccia a faccia, occhi negli occhi, se fossi qui.
Vorrei tanto poter distruggere queste barriere che le lettere creano – come se le reazioni e le emozioni si potessero vivere attraverso pagine di pergamene e strisce di inchiostro.  
Ti vorrei qui, James, lo vorrei davvero tanto; però, ad essere sinceri, c’è una parte di me, quella codarda, quella vigliacca, che è contenta così. Quella parte che forse, un po’, si trova comoda in questa distanza che c’è tra noi.
Perché se tu fossi qui, con i tuoi capelli indomabili, gli occhiali storti, la perenne iperattività e la parlantina, non riuscirei a dirti nulla di tutto ciò.
Non potrei dirti che giusto un po’... okay, un po’ più di un po’, diciamo tanto, mi manchi.
Se fossi qui, soprattutto, non potrei dirti che probabilmente – molto più forse sì che forse no – se adesso mi chiedessi di uscire ti direi di si.
Ora come ora, James, con la neve fuori che sa di tante cose e di niente – e che sa di te, non vorrei altro che dirti di sì.
Lily
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note a piè di pagina:
Here I am!
Liberi di lanciare pomodori, carotine e chi più ne ha più ne metta.
Inizio questa breve – brevissima – long fic, o raccolta, o insieme di pagine insensate (a voi la scelta della definizione) senza un perché e senza un reale motivo.
Solitamente tendo a concludere ciò che voglio pubblicare prima di farlo effettivamente, e così doveva essere anche stavolta.
Poi qualcosa è scattato nella mia testa.
Quindi, eccomi qui: con una breve raccolta non ancora completa e appena iniziata, con delle idee vaghe e appena accennate e con tanta insicurezza.
Ho fatto un breve schema  di quello che dovrebbe essere il mio piano (come se poi lo seguissi) e, se non sbaglio, dovrebbero essere sei lettere in totale (breve, lo so) che si scambiano James e Lily in queste vacanze Natalizie.
La prima è di Lily (ci piace sottolineare l’ovvio), la scrive il 19 Dicembre, ovvero un giorno esatto dopo il ritorno a casa.
Mi sono documentata: non ricordo bene in quale dei vari siti(tra lexicon, radio potter e potterwiki non so più quante pagine ho controllato) stava scritto che le vacanze durano due settimane e che il 1 Gennaio si ritorna (non era scritto proprio così, okay. In realtà diceva che il trimestre riprendeva il 1 gennaio, quindi facendo due più due…).
Poi, volendo essere precisa per una volta nella mia vita, ho controllato il calendario del lontano 1977. Et Voila!
Breve precisazione: James e Lily non stanno ancora insieme ma, come si può ben intuire, non si odiano. C’è qualcosa: lo sa lui, lo sa lei, lo sanno loro e lo sanno anche gli altri (e con altri intendiamo i non citati, ma sempre presenti, Malandrini). Hanno ormai un rapporto stretto e mi piace pensare che abbiano parlato di varie cose, motivo per cui James capisce i riferimenti di Lily nella lettera (come le due bambine che ridono) e motivo per cui Lily si sente a suo agio a parlare a ruota libera.
Bene, avendo fatto delle note più lunghe del capitolo in sé, io andrei.
Au revoir. 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Shily