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Autore: Mushroom    02/07/2015    4 recensioni
Castiel studia arte. Almeno, questo è quello che dice quando si presenta, chiedendogli di posare per lui.
Dean ha una borsa di studio completa grazie allo sport, non è sicuro di quello che vuole dal futuro ed è segretamente un nerd della letteratura europea.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Ed eccoci con la seconda parte, in cui si può notare come certe cose vengano scritte solo PER LA TRAMA. Detto anche il capitolo che non avrei scritto neanche a dodici anni. Sto cadendo in bassissimo.
Grazie mille a tutti coloro che hanno dato attenzione a questa storia! Grazie! So che c'era poco da recensire, ma l'avete fatto, e so che c'è ancora poco di... tutto? Ma prometto che, scherzi a parte, ci sarà una trama. E Castiel smetterà di sembrare il pervertito numero quattro di Penthouse. Also, grazie ai seguiti e alle preferite e in realtà a tutti coloro che hanno letto o aperto per caso la pagina.
Ricordate che Cas vi fissa anche quando credete che non lo faccia.

Note:

Ed eccoci con la seconda parte, in cui si può notare come certe cose vengano scritte solo PER LA TRAMA. Detto anche il capitolo che non avrei scritto neanche a dodici anni. Sto cadendo in bassissimo. Grazie mille a tutti coloro che hanno dato attenzione a questa storia! Grazie! So che c'era poco da recensire, ma l'avete fatto, e so che c'è ancora poco di... tutto? Ma prometto che, scherzi a parte, ci sarà una storia. E Castiel smetterà di sembrare il pervertito numero quattro di Penthouse. Also, grazie ai seguiti e alle preferite e in realtà a tutti coloro che hanno letto o aperto per caso la pagina. Ricordate che Cas vi fissa anche quando credete che non lo faccia.

*

 

Capitolo 2.

A Dean non piace stare da solo.

Ama le persone. Lasciatelo in una stanza con un gruppo di sconosciuti, e siete sicuri che si farà offrire da bere da qualcuno; oppure che scatenerà una rissa, ma questo è un altro discorso. Il punto è che è bravo nello stare con altri esseri umani, ma a quando pare non è bravo con i rapporti in senso più generale.

Diversamente, avrebbe altri amici oltre a Benny e Charlie. E suo fratello.

Pochi ma buoni, no?

Il tipo in trench mantiene la parola, e una settimana dopo Dean ha smesso di vederlo ovunque metta piede. In alternativa, Castiel – questo è il suo nome, forse dovrebbe iniziare a usarlo – lo sta spiando silenziosamente da un luogo dove non può essere visto, ma questo sarebbe a significare che prima – per tutto quel fottuto tempo – si è comportato in modo che Dean potesse vederlo mentre lo fissava.

Il che, diciamocelo, lo rende sempre più inquietante.

“Quindi uno mi ha chiesto se poteva vedermi nudo.”

Sam fa il verso di un animale morente. “Non voglio sapere.”

Dean dedica un sorriso sornione alla webcam, prendendo un sorso da una lattina di birra e alzando entrambe le sopracciglia. Vedere l'effetto che quella frase fa alle altre persone è molto più divertente che sperimentarla sulla propria pelle. “Sam, guardi troppi porno” sospira, affranto “Non è quel genere di storia lì.”

“Sicuro.”

Poggia la lattina, che glielo sta dicendo a fare. “Sul serio, questo tipo se ne esce fuori chiedendomi di posare per un progetto d'arte, te ne rendi conto?”

Sam non se ne rende conto. Sam non gli crede e si limita a fare spallucce “Vedila così, non è neanche il modo peggiore in cui hai rimorchiato.”

Prima di tutto, che ne vuole sapere lui di come rimorchia. Secondo, al massimo è questo Castiel che ha tentato di abbordarlo, non viceversa.

Suo fratello è inutile. Se ne ricorderà nei tempi a venire.

Quando chiude la chiamata, fuori sta iniziando a imbrunire e, dalla finestra della pidocchiosa casa dello studente, il sole sferza le nuvole e le colora di arancione.

Puzza ancora dagli allenamenti. A causa di Sam – della loro rituale chiamata su skype – ha dovuto rimandare la doccia. Quindi guarda l'orologio. Le docce, a quell'ora, dovrebbero essere vuote.

Animato da quello spirito – non che si vergogni ma hey, uno ci tiene a fare le cose senza troppi culi all'aria intorno – tira fuori un cambio, gli asciugamani e esce dalla stanza.

Come previsto, il bagno è una landa desolata. Le attività delle squadre sono finite da un po' – e comunque, la maggior parte degli atleti tende a lavarsi negli spogliatoi del campus sportivo, non in quelli del dormitorio.

Sono cose che impari, dopo un giorno o due. Addirittura, ha abbastanza fortuna da trovare ancora acqua calda, il che rende il tutto una doppia fottutissima vittoria.

La vita sa essere splendida. Qualche volta. Con ristrettezze.

Ma in ogni caso gli hanno insegnato ad essere contento per le piccole cose, e quando mette i piedi sulla superficie di ceramica e sente il getto caldo arrivargli addosso, è decisamente felice. Per un po' si sente solo il gocciolare dell'acqua e un borbottio sommesso – che dovrebbe essere una canzone, nota più o nota meno, Dean non canta mai con la voce. Tanto meno a voce alta.

Tranne al karaoke e quando è ubriaco.

E poi comunque –

(“Ciao, Dean”)

– il sapone gli schizza via dalle mani tanto velocemente quanto è veloce il moto di accelerazione del suo cuore, ed è così sfigato – certo che sì, è Dean Winchester, le leggi di Murpy sono state create appositamente per lui, il fatto che andasse tutto liscio doveva puzzare di bruciato – che lo shampoo gli finisce sugli occhi.

Cazzo.

Brucia, porca merda.

Strizza gli occhi con forza, voltandosi di scatto. Fanculo.

Appena riesce a riaprili, cerca qualcosa con cui coprirsi, ma sa benissimo di non avere niente a portata di mano, ed è terribilmente consapevole di star mostrando il culo allo sconosciuto inquietante numero uno.

Lo riconosce dalla voce. Non si dimentica una voce così.

Per un attimo, rimane immobile. L'acqua è ancora aperta, non riesce a sentire nient'altro se non il sangue che gli pompa nelle orecchie. A quanto ne sa, si sta immaginando tutto.

Sta iniziando ad avere allucinazioni uditive. È l'unica spiegazione.

Tranne che, quando ingoia il rospo e decide di comportarsi diversamente da una ragazzina di un anime spiata mentre fa il bagno alle terme – non sono in un fottutissimo hentai –, decide di voltarsi.

Il coglione è ancora lì, a un palmo dal suo naso.

Nudo.

Totalmente a suo agio.

Gli occhi di Dean lo studiano dal basso verso l'alto. Si strofina una mano sulle labbra “Figlio di puttana” dice, invece di Per favore chiudi gli occhi e smettila di guardarmi. C'è una scintilla, nelle iridi del tipo, che lo fa sentire esposto.

Grazie al cazzo. È nudo. Certo che è esposto.

Solo che – niente, si zittisce, poco importa che Castiel, sotto quel trench, non sia per niente lo stereotipo dell'artista nerd e gracilino. Il tipo fa sport, perché quei muscoli lì non sono semplicemente compresi nel pacchetto completo vita da college.

“Non hai chiamato.” Castiel sbatte le ciglia, ancora umide, e non si muove. Non si scusa. C'è un cazzo di motivo se non ha chiamato. Tipo hey, non salvi il numero di un guardone che ti compare alle spalle nelle docce.

Eccetto, ovviamente, quando lo fai.

(Ha conservato quel tovagliolino.)

Dean sente il bisogno di fare un passo indietro, ma se anche ci provasse, finirebbe solo con la schiena sulle mattonelle e nessuna via di fuga. Deglutisce. “Senti, lascia che metta in chiaro la cosa.” respira profondamente, portando una mano in avanti. Cerca di mantenere la direzione degli occhi sulla sua impersonale faccia da schiaffi. “Non ho alcuna intenzione di farmi vedere nudo – “

“Adesso sei nudo.”

Grazie del gentile memo. “-- di posare per te, okay?”

Spera che questa volta capisca l'inglese.

Ma Castiel non smette di fissarlo. Può sentire lo sguardo su di lui, palpabile come se fosse una cosa fisica, tracciare ogni linea del suo corpo come se stesse invadendo un nuovo livello di privacy. “È davvero un peccato.” alza il mento, serio, inclinando il capo in modo bizzarro “Non sei a tuo agio con la nudità.”

Dean lascia andare una risata. Lo sta prendendo per il culo? “Sono molto a mio agio con la nudità, fin tanto che ho una ragazza con me” ammicca alla sai quello che intendo, amico.

Castiel sembra ignorare il commento. “Non sarebbe gratis.”

“Ti sembro forse una puttana?”

A quel punto – forse perché l'ha detto come se fosse sul punto di staccargli la testa – Castiel indietreggia, alzando i palmi delle mani. “Non sono qui per pagarti per del sesso, Dean. L'università ti darebbe dei crediti per fare da modello.” si ferma, con molta calma, ora il suo sguardo è cambiato. Sembra profondo. Ha qualcosa di scuro all'interno che gli stringe lo stomaco. “Sono interessato a disegnarti, non a scoparti.”

Dean apre e chiude la bocca, come un coglione e oh, perché tutte le persone normali fanno quello che fa lui. Tutte compaiono dal nulla e ti seguono in ogni dannatissimo luogo perché vogliono solo riempire un album da disegno.

Quel pensiero suona ridicolo anche nella sua testa.

“Quello che vuoi.” sbotta, stringendo un pugno “Ma l'ultima volta che qualcuno mi ha guardato così, ci sono andato a letto.”

E quello è quanto, signori. Le danze si chiudono. Castiel rotea platealmente gli occhi, come se Dio stesso potesse scendere in quel momento per punire Dean, e dentro di sé la sente come una vittoria.

Dean uno, stramboide in trench zero.

Prendi questa, Signor non-sei-a-tuo-agio-con-la-nudità.

Con uno sbuffo, si allontana. Non si sente meglio finché non riesce a saltare dentro i jeans, le spalle che si rilassano improvvisamente.

“Comunque dicevo sul serio.” si sente dietro, mentre scappa via. “È davvero un peccato che tu non ti senta confortevole senza vestiti.”

 

 

   
 
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