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Autore: Maty Frost    02/07/2015    3 recensioni
Il titolo non ha molto senso, è il primo che mi è venuto in mente.... >.<
Passando alla storia...
Avete mai sentito parlare di Robert Louis Stevenson?
Si? Bravi.
No? Riproviamo.
Jekyll e Hyde?
Questa storia parla proprio di loro...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, I Cinque Guardiani, Pitch
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avviso:
Allora, avete presente che prima la storia era narrata in prima persona sia da Jekyll sia da Hyde? 
Nei prossimi capitoli la scriverò in terza persona, perché in prima era diventato troppo difficile.
Detto questo, iniziamo con la vera storia

 

 

 



Era passato solo un giorno da quando Jekyll si era svegliato come spirito, ma a lui sembrava molto di più.
Troppe nuove cose da elaborare, alcune talmente assurde che la mente razionale del dottore si rifiutava di crederci.
Il ragazzo, Jack Frost, gli aveva spiegato come venivano scelti dall’Uomo nella Luna per il loro coraggio, per un loro sacrificio. Ognuno dei Guardiani aveva rinunciato alla propria vita pur di salvare un bambino.

Jack, per esempio, aveva salvato sua sorella.

Henry invece non si ricordava perché fosse stato scelto, ma l’altro l’aveva rassicurato:- A volte gli spiriti dimenticano la loro vita passata. Io, per esempio, non ricordavo niente, fino a che Dentolina non  mi ha restituito i ricordi.-
-E potrei ricordare anche io, se la signorina Dentolina me lo permette?- aveva chiesto Henry, non senza un filo di ansia nella voce. Qualcosa gli diceva che forse era meglio non ricordare….

Ma ormai il dado era tratto. Quella sera ci sarebbe stata una festa, e lì avrebbe potuto chiedere alla fata i suoi ricordi.
Già….la sera. A cui mancavano esattamente sette ore, quaranta minuti e dieci secondi. 

Henry era un tipo preciso. A sentire Jack, anche troppo.

Si sedette sul letto della sua nuova camera, nel palazzo di North, e si guardò attorno, cercando qualcosa da fare per le restanti sette ore: un letto, un comodino, un armadio, uno specchio e una finestra da cui si vedeva il paesaggio, tra l’altro una distesa bianca senza niente di particolare. 
Nessuna provetta, alambicco, o sali particolari con cui divertirsi….

Provette, alambicchi…probabilmente fanno parte del mio passato.”
Ma ancora non riusciva a ricordare bene….se solo non avesse avuto quel maledetto mal di testa che lo tormentava dalla mattina, magari si sarebbe concentrato abbastanza; sembrava quasi che non volesse fargli ricordare…. ma ricordare cosa?

Un’altra fitta alla testa, più forte delle precedenti; il dolore lo fece cadere a terra, quasi agonizzante. 
Henry non era mai stato all’Inferno, ma era sicuro che quello che stava provando ci si avvicinava molto.
Non riusciva nemmeno a stare in piedi. Il mondo prese a girare, veloce, sempre più veloce, fino a che i colori non si confusero tra loro, una macchia, prima bianca, poi sempre più scura, nera…

 

-Henry? Ci sei?- 
Qualcuno bussava alla porta, chiamandolo a gran voce.
- J-Jack?- sussurrò Henry.
Pian piano la stanza smise di girare, e riuscì a mettere a fuoco.
Era sdraiato a terra, vicino alla porta. Come ci era arrivato? Prima era vicino al letto, no?
Jack continuava a bussare: si stava preoccupando non poco. Perché l’amico non rispondeva?
-
Hey? Henry? Così mi preoccupi!! Rispondi!- 
Il dottore si alzò lentamente, appoggiandosi alla parete:- Sto bene!- riuscì a dire:- Stavo…dormendo- la prima frottola che gli venne in mente.
- Però, amico, hai il sonno pesante?- scherzò Jack, quando l’altro riuscì ad aprire la porta
-
Wow, hai un aspetto orribile. Sicuro di stare bene?- gli occhi sempre allegri del ragazzo furono oscurati da un lampo di preoccupazione.
Henry corrugò la fronte: aspetto orribile? Cercò lo specchio nella stanza. Non c’era. Strano, avrebbe giurato di averlo visto, prima.
Allora si diresse verso la finestra, guardandosi riflesso sul vetro: aveva i vestiti stropicciati, le maniche della camicia strappate quasi fino al gomito, i capelli bruni spettinati fino all’inverosimile, per non parlare degli occhi, non riusciva nemmeno a tenerli aperti, e sotto di essi due enormi occhiaie nere facevano la loro comparsa.
-
Sembri Dracula, sai?- scherzo Jack, dalla porta.

Ma c’era poco da scherzare. Henry aveva paura. 
Di cosa non lo sapeva neanche lui, ma la sentiva salire alla gola, bloccandogli il respiro.
-
Tutto ok?-
-
S-si, credo di si. Sono solo un po’ stanco. Troppe emozioni in troppo poco tempo-
-
Mmm. Se non vuoi non andiamo alla festa.-
-
Festa?- Ma non mancavano sette ore? Controllò l’orologio. Le nove. Era davvero rimasto privo di sensi per sette ore?!
 Impossibile. Non con un semplice mal di testa. Aveva forse sbattuto da qualche parte?
Jekyll fissò di nuovo il suo riflesso: c’era qualcosa che non andava. 

Jack, nel frattempo si era avvicinato; il comportamento del neo-spirito l’aveva allarmato. Sembrava quasi un altra persona.
-Ehy? Mi hai sentito?- mise una mano sulla spalla dell’altro, che sobbalzò.
-
Cos- si, sto bene. Grazie. Se vuoi scusarmi, mi sistemo, così possiamo andare alla festa.

-
Ok, amico. Ti aspetto nella sala principale.- e uscì dalla stanza,  lanciandosi occhiate preoccupate indietro.


Si poteva dire di tutto di North, ma non che non sapesse organizzare feste; almeno quattro stanze dell’immenso palazzo erano state addobbate con festoni, arazzi, fiori, assurde statue rappresentanti angioletti mezzo nudi completamente fatti di ghiaccio- che Jack considerava un insulto alla propria persona- e soprattutto tavoli e tavoli pieni di cibo, e, soprattutto, bibite alcoliche a non finire.
Naturalmente, North era ad uno di questi tavoli che beveva tre bicchieri di rum contemporaneamente.

Jack e Calmoniglio stavano litigando in un angolo, mentre Dentolina e Sandy stavano “discutendo”, o meglio, la prima si lamentava ininterrottamente dell’aumento di carie nel mondo, mentre il secondo dormicchiava con un bicchiere in mano.

E non erano gli unici immortali: Dioniso passava da un tavolo all’altro facendo a gara con North a chi riusciva a bere di più, Demetra e Persefone erano vicino ad un vaso di fiori e lo trasformavano a turno, litigando su quale fiore fosse il migliore, se la margherita o il papavero, Jack Lanterna spegneva le candele sui candelabri, che venivano puntualmente riaccese da una seccatissima Sunny Solstice, sorella del Sole.

Due o tre satiri, accompagnati dalle ninfe avevano messo su una piccola banda, con flauti e tamburi ed alcuni spiriti si erano messi a ballare.
E ce ne erano molti altri; Henry non riusciva quasi a contarli.
In tutta la sala si percepiva un aria di festa.

North avvistò o Jekyll da lontano, e gli corse incontro, ormai mezzo ubriaco:- Caro Jenkins…no, Jekyn, che piacere vederti!- cercò di stritolarlo in un abbraccio, ma lo mancò e cadde a terra con un tonfo, rischiando di schiacciare due folletti che si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Accorsero subito Calmoniglio e Jack, con un bicchiere d’acqua ciascuno, che versarono sopra lo sventurato Guardiano delle meraviglia, tra le risate dei presenti.
Henry li aiutò a potare North, se è possibile ancora più ubriaco di prima, in un angolo, su una poltrona: persino in tre facevano fatica a portarlo!
-
Ma quanto pesi!- brontolò Calmoniglio, mentre lo sollevavano da terra:- Non potresti metterti a dieta?-
-
Dieta? A che mi serve la dieta! Sono in perfetta forma io!- sbuffò North con la voce impastata dall’alcol, mentre cadeva di nuovo a terra

Dopo diversi tentativi riuscirono a metterlo seduto sulla poltrona.

-Bene, Henry, ti presento Calmoniglio, Guardiano della Speranza, il “Canguro” di Pasqua! Un grande rompiscatole, nevrotico che non riesce a stare agli scherzi!- rise Jack, schivando uno scapaccione del suddetto coniglio:- Coniglietto di Pasqua, non “Canguro”; scusa il poppante, non riesce nemmeno a distinguere un aitante coniglio da un canguro.- 
Henry gli strinse la mano…la zampa…insomma, quello che era. 
Coniglietto di Pasqua. Alto quasi tre metri e con armi sulla schiena. Proprio adatto a portare le uova di cioccolato ai bambini.
-
Piacere di conoscerla, signor Calmoniglio. Dottor Henry Jekyll, per servirla.-
Il coniglio fece una faccia strana:- Signor Calmoniglio…per servirla…si vede che è una persona per bene. Fossi in lei mi terrei lontano da un combinaguai come Jack.- 

Si allontanarono di nuovo, facendosi dispetti a vicenda.
A Henry non restò altro da fare che avvicinarsi ai tavoli del banchetto, cercando di evitare le ragazze che giravano per la sala, acchiappando spiriti a caso: si avventavano sul malcapitato e quando si allontanavano, quello era coperto di stelle filanti e segni di rossetto.
Cosa che il dottore voleva evitare.

Era così impegnato a nascondersi che non si accorse della figura avvolta nel mantello che gli veniva incontro fino a che non vi sbatté contro.
-Mi scusi signore, non guardavo dove andavo. Sta bene?- chiese dopo essersi ripreso dalla sorpresa
-
Si,si sto bene- scontroso. L’uomo si aggiustò il mantello e si lisciò i capelli corvini; sorrise, come se Jekyll fosse stato la sua prossima cena.
-
Ma se fossi in te starei attento, la prossima volta. Succedono brutte cose, a chi abbassa la guardia.- 
Henry mantenne lo sguardo alto. Cosa abbastanza facile, visto che l'uomo lo superava almeno di una spanna.
Ma chi diavolo si crede di essere! Minacciare così la gente!…aspetta un secondo, che razza di canini ha! “

L’uomo sembrò indovinare i suoi pensieri, perché il suo sorriso si fece ancora più ampio, mostrando i canini, mostruosamente lunghi:- Piacere di conoscerla, signore, sono il Conte Dracula.-
Jekyll mantenne il suo sangue freddo:- Piacere, Dottor Henry Jekyll. Ora, signore, se non le dispiace vorrei passare.-
Dracula pareva avere altri progetti, ma la sua espressione mutò di colpo, dal sadismo più completo al più sorpreso terrore. 
Indietreggiò velocemente, balbettando scuse, e sparì di colpo, lasciando Jekyll da solo.

Il povero e molto sollevato dottore non ebbe nemmeno tempo di reagire, che la luce delle candele si spense di colpo.

Nel buio, si udì una risata.
-
Buona sera a tutti, gentili signori!-

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

 

Ce l’ho fatta! Finalmente….

E finalmente succede veramente qualcosa! 

Comunque…Gyber! Visto? Sono riuscita a metterci anche Dracula! Così nessuno rimane escluso!

Ma cosa avrà spaventato così tanto il re dei vampiri? 

Lo scoprirete nel prossimo capitolo!… o forse no.

Ho solamente un’altra cosa da dire: i pochi spiriti che ho citato sono tratti da storie popolari e mitologia.

Bene.

Spero che vi sia piaciuto.

   
 
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