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Autore: Violet Moon 81    03/07/2015    3 recensioni
Una nuova vita. E' solo questo che Ebrel desidera. Ha un cuore nuovo e una voglia così forte di ricominciare che le da il coraggio di fare le valige e raggiungere il posto dove riuscire a realizzare i suoi sogni, senza ostacoli, senza più essere vista come la ragazza malata che era un tempo. Un posto nuovo dove nessuno fuorchè sua nonna Margot la conosce.
Nella Scozia del Nord, Inverness la aspetta, per regalarle quello che lei desidera e forse qualcosa in più.
Un battito in più.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sono le 15,30 del 12 Settembre 2014 quando il pullman giunge a destinazione.
Gli unici passeggeri rimasti a bordo siamo io ed una simpatica coppia di anziani che mi ha tenuto compagnia raccontandomi del loro viaggio per festeggiare il 50° anniversario di matrimonio dal quale stanno facendo ritorno.

La piazza di Inverness nella quale ci fermiamo è piccola e poco trafficata, mentre mi guardo attorno un raggio di sole fa capolino timido da dietro la coltre di nubi grigia per poi sparire di nuovo. Cerco nonna Margot ma non riesco a vederla, possibile che si sia dimenticata del mio arrivo?
Mi risulta difficile crederlo quando anche ieri sera mamma era al telefono con lei. Non importa, non ho fretta.
Prendo le mie valige e mi dirigo ad un gruppo di panche poste sotto ad una struttura che ricorda vagamente Stonehenge, faccio appena in tempo a sedermi che sento arrivare da una stradina laterale il rumore fastidioso di qualcosa che somiglia ad un trattore. Dopo qualche istante ho la conferma che non mi sbagliavo, dalla stradina laterale sbuca un trattore, non me ne intendo molto di quei mezzi ma abbastanza da capire che questo è piuttosto vecchio…. E piuttosto scassato! Come si fa ad andare in giro con quel coso? Mi verrebbe quasi da ridere se non fosse che guardando attraverso i vetri di quel mezzo assurdo mi rendo conto che alla sua guida c’è quella graziosa quanto determinata donna che è mia nonna!

“Oh cavolo!” esclamo tra me e me sbigottita.

L’ammasso di ferraglia si ferma proprio davanti a me e finalmente si zittisce per lasciar poi scendere la nonna.

“Ciao tesoro mio!”

Cappello di paglia a coprire una folta chioma argentata, camicia a quadri rossi e jeans infilati in un paio di stivali di gomma verdi, ecco qua, questa è la mia dolce, adorabile nonna campagnola.

“Ciao Nonna” esclamo buttandole le braccia al collo e schioccandole un bacio sulla guancia.

“Allora com’è andato il viaggio?” domanda.
“Benissimo. Quante volte ti ha già chiamato mamma”

“Uff…. Credo 4 o 5. L’ultima dieci minuti fa quando ho riattaccato senza rispondere” alza gli occhi al cielo ridendo.

“Appena arriviamo a casa la chiamo io così si tranquillizza” poi guardo il trattore “A proposito, io come ci arrivo a casa?”

“Con quello” risponde come se fosse la cosa più ovvia al mondo

“Con quello!?.... Ma… E la macchina?”

“Oh, la macchina aveva un problema al carburatore e l’ho lasciata da Ewan”

Scrollo le spalle mentre lei prende le valige “E va bene” poso il piede sul primo gradino del trattore ma lei mi blocca.

“Hai intenzione di guidare tu?”

“Certo che no” ribatto.

“E allora che vuoi fare?” sembra divertita.

“Come ci arrivo a casa se non salgo? Correndoti dietro?”

“Gente di città!” sospira scherzosa “Ci arrivi sedendoti sulla benna!” La vedo sparire dietro alle ruote posteriori e la seguo.

“Sarebbe questa cosa la benna?” indico una specie di pala gigante attaccata al mezzo “Ma…è sicura? Cioè…Dici che mi reggerà?”
“Tesoro, regge quintali di legna o di ghiaia vuoi che non regga… Quanto pesi? 50 chili? Forza sali!” mi incoraggia sorridendo.

E allora non mi faccio pregare ulteriormente.

Volevo qualcosa di nuovo? Eccomi accontentata, sono capaci tutti di andarsene a casa in macchina! Io ci vado sulla benna di un trattore che ha più anni di Noè e più acciacchi di un arzillo vecchietto.

Nonna abita fuori città, in aperta campagna e ho scelto casa sua come meta proprio per questo. Amo la natura , gli animali, tutto ciò che non ha a che fare con cemento e asfalto ma a causa della mia malattia invalidante non ho mai potuto correre in un prato con un cane scodinzolante a tenermi compagnia, non ho mai potuto fare una nuotata al fiume o una discesa con lo slittino sulla neve.

Ora conto finalmente di riuscirci.

Osservo la strada e tutto ciò che la circonda, divoro con gli occhi ogni pietra, ogni foglia fino al più sottile filo d’erba che l’occhio riesce a mettere a fuoco…. E sorrido.

Il sole fa di nuovo capolino tra le nubi ma stavolta sembra averla vinta.

Anche il cielo è dalla mia parte, sorride con me.

12 Settembre 2014. Da oggi comincia tutto. Da oggi Ebrel rinasce per la terza volta.

   
 
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