Sono
le 15,30 del 12 Settembre 2014 quando il
pullman giunge a destinazione.
Gli unici passeggeri rimasti a bordo siamo io ed una simpatica coppia
di anziani
che mi ha tenuto compagnia raccontandomi del loro viaggio per
festeggiare il
50° anniversario di matrimonio dal quale stanno facendo ritorno.
La
piazza di Inverness nella quale ci fermiamo è
piccola e poco trafficata, mentre mi guardo attorno un raggio di sole
fa
capolino timido da dietro la coltre di nubi grigia per poi sparire di
nuovo.
Cerco nonna Margot ma non riesco a vederla, possibile che si sia
dimenticata
del mio arrivo?
Mi risulta difficile crederlo quando anche ieri sera mamma era al
telefono con
lei. Non importa, non ho fretta.
Prendo le mie valige e mi dirigo ad un gruppo di panche poste sotto ad
una
struttura che ricorda vagamente Stonehenge, faccio appena in tempo a
sedermi
che sento arrivare da una stradina laterale il rumore fastidioso di
qualcosa
che somiglia ad un trattore. Dopo qualche istante ho la conferma che
non mi
sbagliavo, dalla stradina laterale sbuca un trattore, non me ne intendo
molto
di quei mezzi ma abbastanza da capire che questo è piuttosto
vecchio…. E piuttosto
scassato! Come si fa ad andare in giro con quel coso? Mi verrebbe quasi
da
ridere se non fosse che guardando attraverso i vetri di quel mezzo
assurdo mi
rendo conto che alla sua guida c’è quella graziosa
quanto determinata donna che
è mia nonna!
“Oh
cavolo!” esclamo tra me e me sbigottita.
L’ammasso
di ferraglia si ferma proprio davanti a me
e finalmente si zittisce per lasciar poi scendere la nonna.
“Ciao
tesoro mio!”
Cappello
di paglia a coprire una folta chioma
argentata, camicia a quadri rossi e jeans infilati in un paio di
stivali di
gomma verdi, ecco qua, questa è la mia dolce, adorabile
nonna campagnola.
“Ciao
Nonna” esclamo buttandole le braccia al collo
e schioccandole un bacio sulla guancia.
“Allora
com’è andato il viaggio?” domanda.
“Benissimo. Quante volte ti ha già chiamato
mamma”
“Uff….
Credo 4 o 5. L’ultima dieci minuti fa quando
ho riattaccato senza rispondere” alza gli occhi al cielo
ridendo.
“Appena
arriviamo a casa la chiamo io così si
tranquillizza” poi guardo il trattore “A proposito,
io come ci arrivo a casa?”
“Con
quello” risponde come se fosse la cosa più
ovvia al mondo
“Con
quello!?.... Ma… E la macchina?”
“Oh,
la macchina aveva un problema al carburatore e
l’ho lasciata da Ewan”
Scrollo
le spalle mentre lei prende le valige “E va
bene” poso il piede sul primo gradino del trattore ma lei mi
blocca.
“Hai
intenzione di guidare tu?”
“Certo
che no” ribatto.
“E
allora che vuoi fare?” sembra divertita.
“Come
ci arrivo a casa se non salgo? Correndoti dietro?”
“Gente
di città!” sospira scherzosa “Ci arrivi
sedendoti sulla benna!” La vedo sparire dietro alle ruote
posteriori e la
seguo.
“Sarebbe
questa cosa la benna?” indico una specie di
pala gigante attaccata al mezzo “Ma…è
sicura? Cioè…Dici che mi
reggerà?”
“Tesoro, regge quintali di legna o di ghiaia vuoi che non
regga… Quanto pesi?
50 chili? Forza sali!” mi incoraggia sorridendo.
E
allora non mi faccio pregare ulteriormente.
Volevo
qualcosa di nuovo? Eccomi accontentata, sono
capaci tutti di andarsene a casa in macchina! Io ci vado sulla benna di
un
trattore che ha più anni di Noè e più
acciacchi di un arzillo vecchietto.
Nonna
abita fuori città, in aperta campagna e ho
scelto casa sua come meta proprio per questo. Amo la natura , gli
animali,
tutto ciò che non ha a che fare con cemento e asfalto ma a
causa della mia
malattia invalidante non ho mai potuto correre in un prato con un cane
scodinzolante
a tenermi compagnia, non ho mai potuto fare una nuotata al fiume o una
discesa
con lo slittino sulla neve.
Ora
conto finalmente di riuscirci.
Osservo
la strada e tutto ciò che la circonda,
divoro con gli occhi ogni pietra, ogni foglia fino al più
sottile filo d’erba
che l’occhio riesce a mettere a fuoco…. E sorrido.
Il
sole fa di nuovo capolino tra le nubi ma stavolta
sembra averla vinta.
Anche
il cielo è dalla mia parte, sorride con me.
12
Settembre 2014. Da oggi comincia tutto. Da oggi
Ebrel rinasce per la terza volta.