Scrivere, forse è proprio questa la cosa che mi fa andare avanti mentre fisso il nulla, seduto su questa scarna panchina. Desolazione, deserto, mi sembra quasi di non sentire le parole della gente, i clacson delle macchine o il rumore del poco vento che soffia fra le foglie. Niente. Non sento niente. Apatia. È questa la condizione che rende infelice il mio cuore. Un cuore fragile, più volte spezzato, calpestato, ignorato, schernito dalla cattiveria e l'insensibilitá della gente. Solo tu, fra i tanti uomini che ho conosciuto, sei riuscito a rimetterne insieme i pezzi e ad apprezzarne l'essenza. E lo hai fatto sin da subito, dal primo momento in cui il tuo sguardo da turista sperduto ha incrociato i miei occhi bui in un pomeriggio di canicola in centrocittá. Hai saputo intrattenermi, farmi sorridere, era da tanto che nessuno ci riusciva. Ho provato cosa significa veramente "non poter fare a meno di qualcuno" e ho trovato la pace nei tuoi abbracci, ho provato la passione quando sei entrato in me e la più profonda disperazione nelle tue lacrime e nella tua partenza. Chissà se ancora ti ricordi di me, chissà se mi pensi. Tornassi indietro, lascerei tutto e ti seguirei oltreoceano. Mi manchi, torna da me, anche solo per poco. Un tuo sguardo di un secondo può dissipare mesi di tenebra nei miei occhi! Non dimenticarmi!