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Autore: deborahdonato4    03/07/2015    5 recensioni
Seguito di "Avere una seconda vita è una cosa. E' renderla migliore, il trucco"
Nico di Angelo e Will Solace hanno deciso di lasciare il Campo Mezzosangue per vivere insieme nel mondo umano. Le avventure non sono finite, e per Nico la prima nuova avventura è alle porte: conoscere la famiglia Solace...
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I sette della Profezia
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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«Sono felice che tu sia tornato al Campo.» gli disse Jason, per spezzare quel momento di silenzio che si era creato tra di loro.
«Sono felice anch'io.» annuì Nico, soprappensiero, gli occhi puntati sulla schiena lontana del suo figlio di Apollo. E anche sul suo sedere. «Mi sono perso qualcosa, in questi mesi?»
«Nulla di che. Sono comparsi alcuni mostri, ma li abbiamo sconfitti in fretta. Eravamo fuori allenamento. Dopo aver trovato Leo, mi sono occupato degli allenamenti dei semidei più piccoli, quelli appena arrivati.»
Nico annuì una seconda volta. Doveva aspettarselo. Jason era bravo.
«Leo e Calypso si trovano bene qui?» domandò, sforzandosi di fare conversazione.
«Nessuno dei due si lamenta. E Leo è felice di essere tornato nella sua cabina. Ha perfezionato il suo Festus, e immagino che ora sia irrompibile, o qualcosa del genere. Tu cosa hai fatto negli Inferi, Nico?»
«Ah, nulla di che. Ho gestito il posto fino al ritorno di mio padre.»
«È stata una bella esperienza?»
«Più o meno.»
Will e suo fratello Angel scomparvero, e Nico si mordicchiò l'interno del labbro per non corrergli dietro. Si accorse di portare il ferro dello Stige al fianco. Non si era nemmeno accorto di averlo preso. E Jason non aveva fatto alcun commento a riguardo.
«Jason.» mormorò Nico, voltandosi a guardarlo negli occhi. «Tu... ehm, tu hai, ehm, sei stato a contatto con, mmh, con Will Solace, in questi mesi, o... o no?»
Jason batté le palpebre, senza rispondere, osservando dritto davanti a sé, cercando di dare un senso a quei farfugliamenti.
«Be', io e lui non siamo amici.» mormorò infine Jason, senza guardarlo.
«Ah, be', giusto.» annuì Nico, sentendosi ardere le guance.
«Però negli ultimi mesi l'ho visto.» continuò Jason. «Ha passato un sacco di tempo da solo, ad allenarsi. Altrimenti, era in infermeria a guarire pazienti. Ha lasciato due volte il Campo, la prima volta a dicembre, e la seconda volta il mese scorso, per festeggiare il suo compleanno e per fare un esame per la facoltà di medicina, a quanto sono riuscito a capire...»
«Lo hai mai visto...»
«Frequentarsi con qualcun altro che non fossi tu?» concluse Jason per lui, sorridendo, e Nico avvampò ancora di più. «No. Se non era da solo, era con i suoi fratelli, o con quel figlio di Ecate di nome Raphael. Mai visto in atteggiamento intimi con altri semidio.»
«Ah, okay.» bofonchiò Nico. Ma se fosse successo il contrario, Nico non se la sarebbe presa. Infondo, dal punto di vista di Will, era come se loro due si fossero mollati.
«Tu e lui vi siete chiariti?»
«Credo di sì.»
«Devo aspettarmi qualche confessione, durante la tua festa di bentornato?»
Nico scosse la testa, più o meno sicuro di sé.
A duecento metri da loro, Will fu fermato da un capannello di figli di Efesto, che gli chiedevano se fosse più grave un ustione di primo grado o una di terza.
Rispondendo, Will notò Jason Grace e Nico di Angelo superarlo. Nico si voltò appena per lanciargli un'occhiata, incrociando i suoi occhi, e Will cominciò a farfugliare.
«Ora è a riposo.» gli venne in soccorso Angel, spingendolo via dai quattro figli di Efesto. «Domani sarà di nuovo in servizio. E non vi date fuoco, non è affatto una cosa bella.»
Will si lasciò trascinare via, gli occhi puntati sulla schiena di Nico, e non riuscì a fare a meno di sorridere nel notare che il figlio di Ade indossava delle infradito, proprio come lui.
Nel giro di una manciata di minuti, Will si ritrovò a sorseggiare un cocktail di frutta analcolico - come tutto il resto, d'altronde - -consegnatogli da una figlia di Demetra. Lo sorseggiò, guardando intimorito la folla di semidei che si era creata sulla spiaggia. C'erano dei cartelloni di benvenuto per Nico, e Will aveva perso il figlio di Ade tra la folla già da qualche minuto.
«È qui.» tentò di tranquillizzarlo Angel, senza molto successo. «Da qualche parte, ma sappi che è qui.»
Will annuì, terrorizzato alla sola idea che Nico potesse lasciarlo di nuovo. Non glielo avrebbe permesso, non dopo quei momenti indimenticabili che avevano passato insieme.
Will si sedette goffo sul tronco di un albero, osservando la distesa di oceano di fronte a lui. La voglia di farsi un bagno a quell'ora non gli era passata, e sapeva che, da un momento all'altro, qualcuno dei suoi fratelli lo avrebbe sfidato. E Will non era intenzionato a tirarsi indietro. Sentiva nelle vene una certa euforia che non sarebbe passata tanto presto.
Angel scomparve dal posto al suo fianco, e Will si ritrovò stretto tra Derek e Austin. Entrambi tenevano gli occhi posati su di lui, e Will capì quello che i fratelli gli avrebbero detto da un momento all'altro.
«Allora.» disse Austin, porgendogli un vassoio pieno di panini al formaggio. «Cosa dobbiamo fare con Nico di Angelo?»
«Lasciarlo in pace?» domandò dubbioso Will, prendendo un panino.
«Stai scherzando, fratello?» rise incredulo Derek, mentre Austin sondava con attenzione il volto del suo capo cabina. «Dopo quanto abbiamo visto negli ultimi mesi, credi davvero che lo lasceremo senza un graffio?»
Will giocherellò nervoso con la manica della maglia. Angel gli aveva fatto notare che i segni di Nico erano ancora ben visibili, e allora Will aveva optato per infilarsi una maglia lunga e nera, e sopra quella arancione del Campo Mezzosangue.
Come poteva chiedere ai suoi fratelli di lasciar in pace Nico senza creare in loro delle domande insistenti a cui sarebbero giunto rispose imbarazzanti?
Mordicchiandosi il labbro, Will scrutò i semidei alla ricerca di Nico. Lui doveva essere lì, da qualche parte. Portava ancora il laccio al collo, con quell'unica perla arancione che cambiava colore, diventando viola. La portava ancora. Non doveva essersela mai tolta.
«Lasciatelo in pace.» ripeté Will ai fratelli, senza guardarli. «Io e lui dobbiamo ancora, ehm, parlare. E quando avremo finito di parlare, se quello che mi avrà detto non mi è piaciuto... Lo lascerò a voi.»
Derek e Austin lo guardarono disgustati. «Questo tuo modo pacifico non mi convince, Solace.» disse Derek, mentre Austin si alzava. «Insomma, fino al mese scorso dicevi che se ti fosse comparso davanti, lo avresti spedito in ospedale con il naso e qualche ossa rotti.»
Will arrossì. Non ricordava di averlo detto, ma non era improbabile.
«Le persone cambiano.» bofonchiò.
«Vedremo, Will.» mormorò Austin. «Vedremo.»
Will li osservò allontanarsi e si voltò a guardare Angel, che lo stava osservando più nervoso di lui.
«Ti va di tenerli d'occhio?» lo pregò.
Angel lanciò un'occhiata al cielo, che cominciava a scurirsi. «E chi tiene d'occhio te?»
«Sono abbastanza grande per tenermi d'occhio da solo.» lo tranquillizzò Will, anche se sapeva, in cuor suo, che non era affatto così.
Nico sedeva tra Leo Valdez e Calypso. Di fronte a loro, c'erano Piper e Jason, che ridacchiavano raccontandosi storielle del loro ultimo viaggio insieme.
Nico si sforzò di non ascoltarli, e cercò di concentrarsi su quello che gli stava dicendo Leo. Calypso sedeva a poca distanza da lui, con un leggero sorriso sul volto, e lo stava studiando con gli occhi. Nico le si era già presentato, e fino a quel momento l'aveva trovata simpatica.
Leo gli stava spiegando come avesse fatto a sopravvivere, e a trovare l'isola di Calypso, quando cominciarono a partire i fuochi d'artificio. Tutta la spiaggia si fermò, osservando quel meraviglioso gioco pirotecnico gestito da figli di Efesto e figli di Ecate.
«C'è il tuo zampino, Leo?» domandò Nico, affascinato, mentre il suo nome, scritto in grandi lettere oro, compariva sul cielo.
«Potrei aver fatto qualche ritocchino qui e là.» annuì Leo, sorridendo. «Ma vi giuro che non ho lavorato attivamente per creare questo tipo di fuochi d'artificio.»
«Non ti credo.» mormorò Calypso.
«Piccola, ho passato tutto il pomeriggio in tua compagnia...»
Calypso lo zittì, e Nico sorrise.
«Oh, per gli Dei, Nico di Angelo sta sorridendo!» esultò Leo, facendo voltare di scatto Piper e Jason. «Abbiamo bisogno di una foto!»
Nico si ritrovò gli occhi quasi lacrimanti per le decine di foto con flash che gli vennero scattate, sempre con meno sorriso.
«Hazel passerà di qui in settimana.» lo avvisò Piper, mentre Jason le mostrava gli scatti di Nico. «Vuole venirti a salutare.»
«Le hai detto tu che sono qui?» domandò Nico, strofinandosi gli occhi.
«Sì, ho dovuto. E l'ho detto anche ad Annabeth e a Percy. Ti mandano i loro saluti, e degli abbracci.»
Nico annuì, pensieroso. Finché gli abbracci erano solo virtuali, gli andava bene.
«Ti saluta anche Reyna.» aggiunse Jason.
«Oh!» esclamò Nico. Il Pretore Romano gli era mancato molto, in quei mesi negli Inferi, ma non quanto Will. Si mise a cercarlo tra la folla, ma non individuò quei fluenti capelli biondi da nessuna parte. C'erano molti semidei intenti a mangiare, a ridere e a scherzare, e anche a ballare. Will doveva essere da qualche parte a festeggiare il suo ritorno.
Nico comprese di volere essere con Will a festeggiare il suo ritorno al Campo. Non voleva stargli lontano un altro minuto. Voleva stringerlo a sé, baciarlo, e ripetergli «Scusa» per la millesima volta. Sebbene Will, ormai, lo avesse perdonato.
Jason notò qualcosa attraversare gli occhi scuri del figlio di Ade, e non fece commenti, attirando su di sé l'attenzione di Leo, Piper e Calypso, che osservavano il figlio di Ade curiosi.
Will bevve quattro cocktail alla frutta, ascoltando le chiacchiere di Angel e di alcune figlie di Demetra. Erano tutte tipe simpatiche, che forse lo guardavano più del dovuto, ma era passato tanto tempo da quando le attenzioni femminili lo avevano attratto. Si guardò attorno, alla ricerca di Nico, e il suo cuore perse un battito notando Jason e Piper da soli, senza Nico.
Mille dubbi, mille domande, cominciarono ad invaderlo. E se Nico fosse tornato negli Inferi senza dirgli niente? E se fosse partito, questa volta lasciandolo in modo definitivo, spezzando non solo il cuore ma tutto il resto?
Will schizzò in piedi, lasciando il suo bicchiere vuoto tra le mani di un perplesso Angel. Cominciò a farsi largo tra la folla, alla ricerca di Nico. Dopo un minuto, mentre l'ansia lo avviluppava sempre più, cominciò a chiamarlo.
«Nico! Nico, dove sei?»
Ricordi di lui bambino che chiamava in quel modo il cane Sparky lo invasero per un secondo, ma scacciò in fretta quei ricordi. Il cane era stato investito da un camion, e non c'erano camion sulla spiaggia.
Riuscì a vederlo. Stava chiacchierando con Leo e Calypso, chissà di cosa. Nico sembrava rilassato, ma la postura delle sue spalle era rigida. E sembrava sul punto di scattare in piedi da un momento all'altro.
Will sorrise vedendolo, e il suo cuore sembrò tornare al suo posto.
«Nico.»
Lo aveva quasi sussurrato, ma il figlio di Ade lo sentì lo stesso. Spostò lo sguardo su di lui, e si osservarono. Distavano più di cinquanta metri, ma ormai non c'era più distanza che li avrebbe separati. Erano fatti l'uno per l'altro. Erano destinati a vivere una vita insieme, una vita piena di momenti felici, una vita meravigliosa, fino alla morte di uno dei due. Will riuscì quasi ad immaginarsi Nico di Angelo adulto che spirava tra le sue braccia.
«Will.»
Nico notò gli occhi di Will ingigantirsi nel sentir chiamare il suo nome. Forse non si era aspettato che lo avesse sentito. Nico si alzò in piedi, come un soldato pronto al combattimento, e gli fece cenno di avvicinarsi, di sedersi lì con lui.
Will gli si avvicinò in fretta, mentre i pensieri gli tornavano all'ultimo momento, di dieci mesi prima, in cui l'aveva visto. Derek lo aveva trascinato via da Nico dicendogli che Raphael stava di nuovo male, e Will era andato in infermeria, senza voltarsi di più verso Nico. Ad averlo saputo...
A meno di un metro dal figlio di Ade, Will si lasciò prendere dall'emozione e lo abbracciò. Non era un abbraccio fraterno. Non era per niente un abbraccio fraterno. Will lo strinse a sé, e Nico lo abbracciò a sua volta, chiudendo gli occhi, assaporando il suo profumo.
«Ho temuto che te la fossi svignata.» mormorò Will, vergognandosi di sé stesso.
«Non me la svignerò più, è una promessa.» gli sussurrò Nico.
Will sciolse l'abbraccio, gli prese il volto tra le mani e lo baciò. Baciare Nico di Angelo gli causò anche un lieve momento di sordità. Oppure sulla spiaggia era calato un silenzio tombale.
Quando i due semidei lasciarono andare le labbra dell'altro, Will notò di non essere sordo. Sentiva ancora il crepitio delle fiamme. I semidei che li circondavano li osservavano a bocca aperta, sbalorditi, increduli. Will si domandò se fosse più per il fatto che fossero due ragazzi, o se perché nessuno si sarebbe mai aspettato il figlio di Ade intento a baciare un'altra persona, indifferentemente dal sesso.
«Oh, per gli Dei!»
Nico spostò lo sguardo su Leo, mentre la mano di Will scivolava nella sua. La strinsero, e Nico si rese conto che non gli importava più dell'opinione di nessuno. Era vissuto per anni da solo, non sentendo la mancanza delle chiacchiere o dell'amicizia. I suoi occhi si spostarono su Piper e Jason. Entrambi lo guardavano sorridendo, e Nico capì che su di loro avrebbe sempre potuto contare.
«Dovevo immaginarmelo!»
Nico sussultò, guardando Leo, appena schizzato in piedi. Gli andavano a fuoco le mani. Aveva le guance arrossate, e gli occhi da pazzo. Calypso si allontanò per precauzione.
«Avevo sentito Jason parlarne, l'altro giorno, ma non credevo che fosse proprio così..! Oops.» aggiunse Leo, prendendo del tutto fuoco.
Will e Nico fecero un passo indietro, mentre Calypso si gettava sulla sabbia per bloccare sul nascere delle nuove fiamme. Leo rischiò di inciampare nel tronco, e si appoggiò a dei festoni colorati, collegati a tutti gli altri festoni sparsi per la spiaggia.
Will guardò la spiaggia accendersi delle fiamme di Leo, e per qualche secondo rimase sordo alle strilla di aiuto dei suoi compagni semidei.
Leo, spente le proprie fiamme, cercò di spegnere i festoni, dopo essersi assicurato che Calypso stesse bene.

Nico perse la cognizione del tempo. Lui e Will corsero in aiuto di molti semidei, aiutandoli a bloccare le fiamme, rendendosi a malapena conto che quello lo stavano facendo tutti quanti. I figli di Apollo stavano cercando di prendere il controllo della situazione, ma la maggior parte di loro aveva altro di cui occuparsi.
Nico si sentì afferrare per le spalle e non si preoccupò minimamente di quello che sarebbe accaduto di lì ad un secondo. Sentì un doloro acuto alla guancia, e si ritrovò con il sedere per terra, la guancia dolorante.
«Derek!» urlò Will, sbalordito. «Che diamine ti è saltato in testa?!»
«A me?» gridò Derek, furioso, mentre i figli di Apollo fronteggiavano il proprio fratello. «A te cos'è saltato in testa? Ti sei per caso dimenticato come sei stato male negli ultimi mesi? Hai bisogno di una rinfrescatina?»
Will lo ignorò, aiutando Nico ad alzarsi. Nico si massaggiò la guancia, e Will gli tolse via un po' di sabbia dai capelli.
«Hai smesso di mangiare!» gridò Austin, arrabbiato quanto Derek. Will notò che mancava George. Doveva essere da qualche altra parte con Mitchell, probabilmente. «Hai cominciato a comportarti come se fossi un morto! Come puoi dimenticare tutto quello che ti ha fatto?»
Will scosse la testa. «Voi non capite.» bofonchiò.
«Noi non capiamo?» ripeté Helen, frustrata. «Aiutaci a capire, allora. Cosa diamine è accaduto per farti cambiare idea così velocemente su Nico di Angelo?»
Will guarì una bambina figlia di Afrodite da una brutta bruciatura sulla spalla, e guardò i semidei che, finalmente, avevano smesso di assomigliare a delle torce umane. C'erano così tante cose da fare, così tante ustioni da guarire, e i suoi fratelli gli chiedevano spiegazioni sul suo comportamento con Nico...
«Lo amo.» mormorò infine Will, guardando con sfida i fratelli. «E anche voi avete fatto cose stupide per amore.»
«La cosa stupida è stata perdonarmi così in fretta?» domandò Nico, curioso. Era turbato dalle parole dei figli di Apollo, e sapeva che avevano detto il vero. Will si era ridotto male per colpa sua.
«No, idiota.» sospirò Will, dandogli un altro bacio. «Perdonarti è stata la cosa migliore che io abbia mai fatto. Fratelli, vi ringrazio per essermi stati così vicini negli ultimi mesi, ma Nico mi ha spiegato il motivo che lo ha tenuto distante da me... Senza contare che mi ha scritto una lettera che è andata perduta.»
«Ah, molto comodo.» sbottò Austin, furioso. «Ti ha scritto una lettera, ma la lettera si è persa.»
«Può capitare.» ringhiò Will. «E ora, se non volete finire tutti in punizione, segregati nella cabina per il resto dell'estate, vi consiglio di darvi una mossa a guarire i feriti. E se non potrete fare a meno di questa conversazione, ne riparleremo domani in infermeria.»
I figli di Apollo si allontanarono borbottando, e Will capì che ne avrebbero discusso anche quella notte in cabina.
Nico gli prese le mani tra le sue, osservandolo. Aveva le guance arrossate.
«Mi dispiace tanto per tutto.» gli disse, piano.
Will gli prese il volto tra le mani. «Ti ho già perdonato, Nico.» gli disse, baciandolo. «Ti amo. Non dimenticarlo.»
«Ti amo anch'io. Non dimenticarlo nemmeno tu.»
«Vuoi aiutarmi a non dimenticarlo?» sorrise Will, lanciandosi un'occhiata attorno. «Che ne pensi di aiutarmi con i feriti?»
«Ma certo, Will. Qualsiasi cosa per te.»
Will sorrise dolcemente al figlio di Ade, che lo prese per mano. Ma presto dovettero lasciarsi, perché le vittime di Leo Valdez erano più numerose di quanto pensassero.

Certo, la serata non era finita nel modo tranquillo che entrambi avevano immaginato, ma finalmente stava giungendo al termine. Nessuno dei due, svegliandosi quel mattino, avrebbe mai creduto ad un epilogo del genere. Ma ormai era fatto. Era successo. Loro si amavano, e il Campo lo sapeva. Lo sapevano tutti, e tutti ne erano così entusiasti dall'andare a fuoco.
Nico sapeva di non dover ridere in una situazione del genere, ma non ci riuscì. Will, percependo quello che gli era saltato in testa, sorrise a sua volta, e gli strizzò l'occhio.
Quello si preannunciava solo l'inizio di una nuova vita insieme.




FINE       <3
 

Ciao a tutti!
Mi dispiace aver pubblicato dopo due giorni.
Questa Solangelo si è conclusa in questo modo, con un tuffo nel passato. Tecnicamente questo doveva essere il finale della prima Solangelo, Avere una seconda vita..., ma ho preferito inserirla negli extra qui.
Come tutto è iniziato.
Come tutto è nato.
Grazie a tutti voi.
Un bacione gigantesco
Debby

 
   
 
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