Storie originali > Commedia
Segui la storia  |       
Autore: LadySissi    03/07/2015    1 recensioni
Raccolta di racconti ispirati ai testi delle canzoni della cantautrice americana Taylor Swift. Storie che indagano le relazioni, l'amore, i cambiamenti, le scelte...e tutto ciò che può riservare la vita.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NOTA AUTORE: Cari lettori, ecco a voi un nuovo capitolo di questa raccolta. Come la precedente, "Clean", si tratta di un'altra one-shot, sul tema dell'...essere fangirl! Questa è la storia di una ragazza come tante e del suo cantante preferito di una vita. Spero tanto che la apprezziate. Grazie per le visualizzazioni che continuano ad aumentare! Abbiate coraggio, lasciate un piccolo commento!! A presto :-)
 

questo è sbagliato, ma non posso fare a meno

di pensare che non ci sia niente di più giusto, tesoro

giunge di nuovo un nebbioso mattino e non posso farci niente

ma vorrei vedere il tuo viso

 

Il Febbraio di quell'anno sembrava indugiare nel portar via l'inverno. La neve e la nebbia coprivano tutto, immergendo il paese in un'atmosfera magica e rarefatta. La luce perlacea del mattino confondeva i contorni di cose e persone, ed il freddo era così pungente ed intenso da invitare a non uscire.

Da sempre, in situazioni del genere, il suo trucco era uno solo: ascoltare un po' di musica con le cuffie. Riempirsi le orecchie di note di primo mattino, mentre faceva colazione, si pettinava e si avviava verso la metro, era sempre stato il metodo migliore per infondere a se stessa un po' di energia ed entusiasmo e per affrontare la giornata ancora agli inizi.

Bastavano, infatti, poche battute per farle nascere sulle labbra un sorriso che altrimenti non avrebbe visto la luce, e pochissime parole del testo per mettere in moto la sua testa ed il suo cuore all'istante.

Suo fratello la accusava sempre di avere sempre avuto, e di mantenere tuttora, un rapporto adolescenziale con i suoi cantanti preferiti. Verissimo, senz'altro.

Ma era anche vero che la musica era una sua grandissima passione, da sempre.

Che aveva sempre adorato ascoltarla, suonarla, ballarla e (anche se in questo era un po' meno brava) cantarla.

Che si era emozionata ai concerti ai quali le era capitato di partecipare.

Che i testi erano considerati da lei delle alternative alla poesia... e lei ne aveva un archivio pieno, diviso per cantanti, con le traduzioni ed i versi più significativi sottolineati.

E, anche se adorava spaziare tra i generi e gli autori più diversi, vi erano cantanti che, anno dopo anno, erano restati con lei, l'avevano accompagnata e, in un certo senso, anche aiutata. Erano quelle persone a cui lei, come la migliore delle adolescenti infatuate, aveva sempre pensato come se fossero una sorta di amici. Le sembrava che la conoscessero, che riuscissero ad intuire i suoi sentimenti e che avessero scritto quelle parole proprio per lei. Ecco, se avesse mai incontrato dal vivo uno di loro, non sapeva davvero come avrebbe reagito.

Tra questi, un posto speciale ed unico sarebbe sempre, sempre stato riservato a Filippo Neviani, in arte Nek.

 

e so che, fin dalla prima nota suonata,

infrangerei tutte le regole solo per vederti

sorridi con quel bel sorriso

e tutte le ragazze in prima fila urlano il tuo nome

 

Ricordava con assoluta chiarezza il momento in cui aveva capito, saputo, deciso che lui- e solo lui- sarebbe stato il suo idolo. E, a differenza della maggior parte delle sue coetanee, non era stato durante la pubertà, bensì molto prima.

Era l'estate del '97, lei aveva sette anni (quasi otto, ormai) ed era finalmente libera dalla scuola e, con essa, dal noiosissimo obbligo di andare a letto presto senza poter guardare quel che più le piaceva alla televisione. Quella sera, infatti, le nove erano ormai passate, ma c'era ancora luce e dalla porta-finestra entrava solo caldo.

Papà faceva il turno serale, mamma era in cucina a fare altro, il fratello, una volta tanto, non la tormentava chiedendole di giocare insieme a lui.

Sapeva che mamma aveva intenzione, in seguito, di guardare un programma musicale, quindi si era accoccolata in poltrona ed aveva iniziato a seguirlo senza di lei. Era una delle prime volte che ascoltava musica che non fosse puramente “da bambini”, e le piacque subito. Quelle melodie, infatti, le sembrarono subito più belle e più profonde di quelle infantili che ascoltava di solito.

Ad un certo punto, però, l'incravattato e lampadato conduttore annunciò che sul palco stava per salire qualcuno di speciale. Si trattava, infatti, della rivelazione dell'anno appena trascorso, già sulla scena da un po', ma che aveva appena riscosso un enorme successo con il suo ultimo disco. Si chiamava Nek, anche se questo, ovviamente, era solo il suo nome d'arte.

Fu allora che sul palco salì un venticinquenne dai capelli “elettrizzati” e dagli occhi super azzurri, con dei grossi tatuaggi sul braccio, una chitarra ed un grandissimo sorriso. Cantò due canzoni, presentandole come nuovi singoli.

 

...Era ipnotizzata. Non c'era storia: lui era il migliore di tutti quelli che erano finiti sul palco. Non ricordava con chiarezza quali fossero stati i suoi esatti pensieri in quel momento (dopotutto era solo una bambina) ma sicuramente l'aveva trovato bellissimo, ed anche bravissimo e simpaticissimo. Tutto issimo, insomma.

Alla fine della sua esibizione, il conduttore aveva invitato tutti a rimanere in linea perché, in seguito, Nek sarebbe tornato per suonare il suo più grande successo dell'anno passato, Laura non c'è.

Conservava ancora viva la memoria della felicità che aveva provato nel momento in cui aveva saputo che Nek si sarebbe esibito di nuovo. Non c'era stata scusa, orario, sonno che tenesse: lei doveva restare lì ad attenderlo. Era calato il buio, era venuto troppo tardi perfino per i suoi orari estivi, papà era tornato dal lavoro e suo fratello era andato a letto, ma non c'erano santi, lei aspettava.
Finalmente il palco si era riempito di allegre ballerine in minigonna e reggiseno ed il presentatore era riapparso dicendo: “Ed ecco a voi di nuovo Nek...si sono fatte tutte belle per lui!”. Ecco, di quello sì che aveva un ricordo distinto: era assolutamente sicura di aver pensato: “Anche io, anche io, anche iooo!!”.
E poi era bastato ascoltare quel bellissimo ragazzo cantare di nuovo, con la sua chitarra, le sue splendide melodie, e la sua voce semplice e vera, per capire che era stato amore a primo ascolto.

 

Tre anni dopo, nel 2000, era uscito il CD “La vita è”, destinato a restare uno dei suoi preferiti di sempre. Lei aveva ormai finito le elementari, era circondata da coetanei che avevano iniziato ad ascoltare musica, e così le era sembrata la cosa più naturale chiedere ai genitori di regalarle l'audiocassetta. Le sue amiche ascoltavano perlopiù musica pop commerciale, ma a lei non interessava poi molto. Sì, i Backstreet Boys non erano male, e non c'era nulla di malvagio nelle Spice Girls, però non le davano le stesse emozioni. Le piacevano anche altri cantanti, ma Nek era il suo preferito, e non più solo per gli occhi, il sorriso e le belle melodie.

Aveva passato l'estate, infatti, a leggere il libretto con i testi e ne era rimasta molto colpita. Le sue canzoni preferite erano Miami, la storia di un ragazzo che va in cerca di una ragazza che per lui è, più che altro, una metafora della libertà, e Tu mi dai, canzone in cui il protagonista cerca di riconquistare la sua donna, perché sa che lei gli dà quel che lui non ha. E l'amore non era certo l'unico argomento trattato nel disco. C'erano canzoni come Meglio esserci, che presentava il tema della droga, o Con la Terra sotto di me, che denunciava la povertà nel Terzo Mondo.

Ma forse le parole migliori di tutto il CD (anzi, pardon, cassetta) erano contenute nella prima traccia del lato B: Mi piace vivere, vivere, fare e decidere, anche di testa mia. Mi piace vivere, vivere...è il mio carattere, e poi sia quel che sia! Se sbaglio chi lo sa, ma scelgo sempre io quello che mi va!

Un consiglio perfetto per una ragazzina di 10-11 anni, giusto?!?

 

la solitudine del mattino mi raggiunge

quando non sogno te

quando il mio mondo oggi si sveglia

tu sarai in un'altra città

 

I 13 anni erano un'età tremenda, ecco la verità. Quell'autunno ed inverno era quasi impazzita: il suo corpo si deformava, il suo carattere era in evoluzione continua, l'umore cambiava ogni cinque minuti ed aveva una paura folle di andare alle superiori. Nulla era più facile da gestire come un tempo: la famiglia, la scuola, le amicizie, e soprattutto l'amore. Era cotta persa, e senza alcuna speranza, del bello della scuola, un simpaticone che giocava a calcio, si faceva le canne dietro la palestra, sfoggiava occhiali da sole blu e sorrisi a comando. Quel ragazzo, in poche settimane, era diventata la sua disperazione: dormiva malissimo, non le andava di fare colazione, andava a scuola con in testa tutto meno che lo studio e passava i sabati pomeriggio in centro con una sua amica nella speranza di incontrarlo.

Una delle sue salvezze era stato – che domande! - il nuovo CD di Nek, Le cose da difendere. Un titolo emblematico, visto che si trovava ad un punto di svolta nella sua vita, in cui avrebbe dovuto decidere che cosa considerare un ricordo dell'infanzia e che cosa conservare. Aveva preso l'abitudine di dormire con accanto il suo lettore CD, per ascoltare la splendida musica di Nek quando l'ansia le impediva di prendere sonno. Un paio di sue canzoni prima di alzarsi le davano la giusta grinta per andare a scuola ed “affrontare” (si fa per dire, eh) quel ragazzo così speciale.

Ed alcuni pomeriggi che si sentiva più giù del solito aveva preso l'abitudine di starsene sdraiata sul letto con la sua musica nelle orecchie.

Le sue semplici parole erano il segreto del suo malumore, della sua agitazione, di quei pensieri così nuovi che la spaventavano e la eccitavano. Lì dentro vi era tutto quello che provava, che nessun altro riusciva ad esprimere così bene.

Nek era da qualche parte, lì fuori. In un'altra città. Forse in Italia e forse no. Ma ciò che era certo era che la stava aiutando.

 

hai suonato nei bar, suoni la chitarra

ed io sono invisibile, e tutti sanno chi sei

e tu non vedrai mai mentre mi fai addormentare

con le tue canzoni, ogni notte, alla radio

 

Negli anni successivi, c'erano stati moltissimi altri momenti in cui le canzoni di Nek erano state il simbolo della sua vita.

Le aveva cantate durante gli anni del liceo, incurante delle sue compagne che un po' deridevano questa sua passione.

Ne aveva ascoltata una speciale, Quando sarò lontano, mentre si trovava nelle Marche con degli amici e non faceva altro che pensare ad un ragazzo che aveva conosciuto durante un weekend in Toscana.

Aveva scritto persino un tema su di lui, anzi, un saggio intitolato “la poesia nella vita ed in ciò che ci circonda”, ed aveva pure preso 9, perché... beh, perché la sua prof. era semplicemente l'unica che avrebbe potuto capire ed accettare una scelta del genere.

Lui le aveva spesso regalato degli occhi nuovi, per vedere in modo diverso non solo l'amore, ma anche, spesso, la vita stessa. Le sue parole così semplici, schiette, vere le erano entrate nel cuore per sempre.

Tanti erano gli insegnamenti che non avrebbe mai, per nessun motivo, dimenticato.

 

quindi abbassa quel faro, dimmi cose come

non riesco a staccare i miei occhi da te”

non sono niente di speciale, solo un'altra ragazza

con gli occhi spalancati, disperatamente

innamorata di te

dammi una foto da appendere sul muro, superstar

oh dolce, dolce superstar.

 

Il mondo della musica era ormai molto diverso. Anche lo stesso Nek si era modernizzato, creando account sui social network e restando in contatto con i fan. Era finito il tempo delle audiocassette e delle interviste sui mensili. Lei non aveva più 7 anni, ma 25, ed anche lui, ormai, aveva passato i 40 e si era fatto una famiglia.

Le capitava spesso di vedere adolescenti esaltate all'idea di seguire i propri idoli, e restava sempre stupefatta a causa della poca comprensione che mostravano i suoi coetanei. Lei, invece, si rivedeva molto in loro. Le sembrava improbabile che fosse passato già un decennio da quando era una tredicenne un po' folle.
Avrebbe voluto dire loro di lasciar perdere la serietà dei suoi coetanei, di non ascoltare chi diceva loro “Adesso lui è la tua vita, ma presto lo dimenticherai”, perché lei non aveva mai scordato quella torrida sera del '97. Ma non voleva passare per pazza, quindi si accontentava di sorridere loro incoraggiante.

Aveva appena letto che sarebbe uscito il nuovo disco di inediti di Nek. Non le restava che pensare: “...quando vuoi. Davvero, quando ti pare. Oggi, domani, tra dieci anni ancora. Sarò sempre presente, sarai sempre la mia superstar.”

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: LadySissi