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Autore: Captainsweet99    04/07/2015    1 recensioni
Allora con tutta la grazia che contraddistingueva la piccola principessa, seppur contro voglia, si avvicinò e fece un inchino e disse>
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era l’alba quando Emma si alzò dal suo letto, come al solito negli ultimi tempi, del resto chi aveva voglia di dormire in questo momento, di sicuro non lei, aveva troppe cose da fare per pensare al riposo, ormai a ventitré anni suonati non poteva più permettersi di indugiare con i suoi doveri da regina, nonostante i suoi genitori fossero ancora in vita e continuassero a governare egregiamente come fin ora avevano fatto.
Però la principessa doveva pensare ad altre mille cose, la nomina di alcune cariche, il rapporto con gli altri regni e soprattutto con i cittadini che era quello più complicato, ma che le stava più a cuore visto i problemi in cui imperversava il regno; povertà infatti si era fatta sentire più spesso negli ultimi anni, molte famiglie che nei periodi precedenti avevano vissuto una vita piena di agi, adesso si trovavano ad essere normali contadini, dopo aver perso i loro averi e coloro che erano contadini prima, adesso chiedevano l’elemosina agli angoli delle strade dopo aver perso le proprie terre, che non riuscivano più a coltivare ed erano costretti a vendere. Questo era solo uno degli scenari che si potevano riconoscere nel regno, sebbene non fosse l’unico a trovarsi in questa situazione, anzi si poteva ritenere fortunata la gente che vi abitava, ci si trovava in una situazione di agio, incredibilmente, rispetto ad altri domini.
Emma in questi anni era maturata moltissimo, nel suo carattere si erano sommate tutte le esperienze che la vita gli aveva dato, brutte e belle, rendendola ancora più fiera e sicura di sé, ma anche più cupa e con meno fiducia nel prossimo.
Quel giorno la principessa avrebbe dovuto avere a che fare con l’esercito, riorganizzarlo e mandarlo a pattugliare i confini, la solita routine…e poi di seguito pubbliche relazione e cena con i genitori; da un po’ di tempo non aveva tempo per se stessa, per svagarsi, per pensare, per gioire, ma teneva duro perché sapeva che il regno e i suoi genitori ne avevano bisogno.
Al calar del sole terminati i suoi compiti, andò nella sala grande per cenare con i genitori, che nel frattempo erano invecchiati, mantenendo però, il principe un aria fiera e coraggiosa, e la madre tratti dolci e delicati, con i capelli neri intramezzati da piccoli fili bianchi che le incorniciavano il viso. Emma invece non era cambiata molto era però più alta e i capelli le ricadevano lunghissimi sulle spalle, gli occhi erano sempre due lucenti smeraldi e le labbra erano rosee e sottili.
Entrò in sala, con ancora indosso i vestiti indossati la mattina, una camicia bianca e un gilè panna, con pantaloni dello stesso colore, che facevano assomigliare la principessa più a un cavaliere dall’armatura lucente; del resto era noto a tutti che la principessa preferiva i vestiti più maschili agli enormi abiti da dama di corte e i suoi genitori, sua madre in particolare, non potevano fare altro che accettarlo, visto che la regina Biancaneve stessa in passato girava per la foresta  vestita allo stesso modo e cavalcando all’amazzone; Emma si sedette e dopo aver salutato i genitori cominciò a mangiare in silenzio.
Questo silenzio, fu interrotto però da Biancaneve…
“Emma io e tuo padre abbiamo qualcosa da dirti” disse guardando il marito con aria preoccupata
“Si Emma io e tua madre, abbiamo preso una decisione per quanto riguarda le condizione del popolo e i rimedi da prendere” disse il re
“Va bene, ditemi pure!” disse guardando attentamente i genitori, Emma infatti aveva fin da piccola un sesto senso che le faceva capire se nei paraggi c’era qualcosa che non andava. ”Non girateci tanto intorno se è così grave, lo sapete che odio le attese”
“D’accordo tesoro, ma tu dovrai prometterci di stare calma…”disse ansiosa la regina.
Emma strizzo gli occhi: “Non vi prometto niente, ma voi ditemi, cosa succede, cosa avete deciso?”
“Bè Emma, io e tua madre abbiamo deciso di farti fare un altro tentativo per la scelta del tuo futuro sposo” il re fece una pausa  “quindi domani ci sarà un ballo durante il quale conoscerai dei pretendenti tra i quali sceglierai il tuo futuro sposo…”
Emma nel momento in cui il padre aveva proferito questa frase aveva fatto cadere la forchetta sul piatto e aveva fissato i genitori negli occhi per capire se quello era un crudele scherzo o un’allucinazione. Non ricordavano come era andata con Killian qualche anno prima, sul serio pensavano che si sarebbe fatta spezzare il cuore un'altra volta da un altro uomo, pensava Emma; erano anni che la principessa aveva chiuso il cuore all’amore, addirittura al suo caro Neal, amico di sempre, che un giorno due anni prima le aveva rivelato il suo amore e le aveva chiesto di scappare con lui, non aveva voluto illuderlo che mai avrebbe potuto provare qualcosa per lui, perché non provava altro che un profondo affetto fraterno per lui. Per quasi un anno non si erano parlati, ma poi lui aveva capito che preferiva essere almeno amico di Emma, non potendo esserne l’amante.
Emma in quel momento non riusciva a parlare, provava la stessa sensazione, che aveva provato quando aveva trovato la lettera di addio di Killian sul letto, quella mattina in cui lui era scappato in seguito alla morte del padre.
“Tesoro, non reagire così” disse Biancaneve cercando la mano di Emma, che intanto la ritrasse.
“Lo facciamo per il tuo bene, prima o poi dovrai dimenticare Killian e dovrai andare avanti, e poi lo sai il regno ne ha bisogno..” continuò la regina.
“Ma sapete anche quanto ho sofferto” disse Emma reprimendo a stento la rabbia e stringendo i pugni sotto il tavolo” Adesso voi due non potete più darmi ordini, sono maggiorenne e decido io per me stessa. Per quanto riguarda il regno, è una mia responsabilità mi premurerò di trovare un modo per provvedere al popolo. Queste sono le mie ultime parole, vi è chiaro?” disse guardando con occhi infuocati prima il padre e poi la madre.
Un pugno battè contro il tavolo, era il re James:” No, Emma finché vivrai sotto il mio tetto dovrai sottostare alle mie regole e io ho deciso che tu parteciperai a questo ballo che ti piaccia o no”
“Oh James, non fare così” disse Biancaneve
“Non intrometterti Neve, tu domani parteciperai al ballo e sceglierai un pretendente e lo sposerai. Hai capito Emma?”
Emma non aveva mai visto uno scatto d’ira simile da suo padre, il re magnanimo della foresta incantata, il padre più dolce e comprensivo al mondo. Ok, forse Emma era stata un po’ dura, ma si erano resi conto di cosa gli stavano chiedendo?
A quanto pareva no! Bene, pensò Emma, non poteva ribattere in quel momento, ma di sicuro la questione non era conclusa, non era più una bambina, adesso era lei a prendere in mano le redini della propria vita.
 
 
Ore dopo, a notte fonda Emma, stava uscendo furtivamente dalla sua camera, non si era neanche cambiata, aveva preparato una sacca con l’essenziale per vivere almeno per qualche settimana, poi avrebbe trovato un impiego da qualche parte, perché sì la principessa Emma stava fuggendo dal palazzo, e dalla sua estenuante e infelice vita; non erano un animale da tenere chiuso in una teca e da mostrare in pubblico a proprio piacimento. Aveva avvertito Neal della fuga e lui aveva promesso di non farne parola a nessuno, il giorno dopo avrebbe detto a tutti che Emma era andata a cavalcare prima dell’alba, così quando si sarebbero accorti della fuga della principessa lei sarebbe stata già troppo lontana.
All’inizio era stato un po’ restio ad aiutarla, non voleva perderla ancora, aveva chiesto se poteva andare con lei, ma lei aveva rifiutato, lui aveva un lavoro e una famiglia da mantenere e poi aveva bisogno di qualcuno su cui contare al palazzo nel caso ci fossero state complicazioni. La principessa gli promise che gli avrebbe scritto appena possibile per fargli avere sue notizie e gli avrebbe dato anche il suo indirizzo. A quel punto Neal non poté rifiutare….
Arrivata alle cucine, Emma prese la porta di servizio per uscire dal palazzo, non voleva mica farsi scoprire!
Guardò fuori dalla porta per vedere se c’era qualche sentinella di guardia, cosa improbabile visto l’ora e il luogo. A quel punto Emma si immerse nel buoi della notte.
Dopo un’ora buona Emma si era trovata nel cuore del villaggio, che oramai conosceva come le sue tasche, visto il tempo che ci passava; conosceva quindi anche il posto dove chiedere informazioni, per navi che sarebbero potute partire dal porto a quell’ora della notte.
Entrò quindi in una taverna, non di certo una delle migliori del paese, anzi era tra le più malfamate, ma era il posto giusto se avevi bisogno di un passaggio, lontano dal regno senza essere scoperta, senza dover rivelare la tua identità, l’unica cosa necessaria era o i soldi, o due braccia saldate al corpo disposte a lavorare.
Emma si diresse al bancone, sicura di non essere riconosciuta visto che non era mai veramente entrata nel locale, ma solo avutone notizie tramite la sua fama; chiese un boccale di birra all’uomo al di là del bancone che vedendo che era una donna fece una gran faccia sorpresa, portandole comunque ciò che aveva chiesto.
Bevuto il boccale di birra, Emma, per niente brilla, chiamò l’uomo e disse:
“Buon uomo, sto cercando un passaggio fuori dal regno, sa se al porto c’è una nave che può partire anche subito?”
“Siete in fuga eh bella signorina, perché non rimanete a bere ancora un po’” disse uscendo dal bancone e avvicinandosi a lei” Siete così carina, avrete di certo bisogno di un po’ di compagnia” disse ridendo disgustosamente e cercando di avvicinare la mano al viso di lei, mentre la principessa indietreggiava.
Emma non sapeva cosa fare, era sola e indifesa, le armi di certo non sarebbero servite all’interno di quella locanda visto che tutti erano ben attrezzati, addirittura quel disgustoso essere, che di certo l’avrebbe uccisa senza esitare. A un certo punto però…
“Non di sicuro della vostra mio caro” senti dire Emma alle sue spalle e vide un uncino che artigliava gli abiti dell’uomo di poco prima e lo allontanava da lei. Emma conosceva quella voce, eccome se la conosceva, era un po’ diversa adesso, forse più profonda, ma di certo sapeva a chi apparteneva. Killian.
Emma tirò il cappuccio della sua mantellina a coprirle gli occhi e si girò, vide Killian, il principe, con abiti pirateschi, senza una mano, con i capelli corti e arruffati e una cicatrice che gli solcava il volto.
Non ci poteva credere cosa ci faceva lì? In quell’orrendo tugurio, e vestito a quel modo poi…
“My lady, scusi questo buon uomo, stasera forse ha bevuto un po’ troppo!” disse guardando negli occhi il vecchio barista.
“Si capitano, scusi se ho importunato la sua amica, vado subito a prepararle un bicchiere di room” disse l’uomo spaventato, non capitava tutti i giorni vedere il Capitano della Jolly Roger preoccuparsi per qualcuno.
“Grazie, grazie tante” disse Emma balbettando, ancora sorpresa da chi si trovava davanti.
“Bè vi consiglio di andarvene non è posto per signore questo”
Emma segui il consiglio del capitano e uscì di corsa dalla taverna.
Dopo non sapeva neanche quanto Emma cessò di correre con il cuore in gola, non ci credeva, il suo Killian era lì ed era un capitano dei pirati; perché non gli aveva rivelato chi era, perché non lo aveva abbracciato e poi preso a schiaffi per averla abbandonata?. Non lo sapeva…. Sapeva però che aveva bisogno di qualcuno  che la aiutasse a fuggire, e lui era la persona giusta….
Decise che sarebbe andata al porto, senza farsi riconoscere per la principessa Emma, ma per un umile passeggiera, che per fuggire avrebbe anche lavorato come mozzo in mezzo a una ciurma di uomini.
Si diresse quindi di gran carriera al porto; a un certo punto si fermo titubante: ma un momento come si chiamava la sua nave? Ce n’erano così tante al porto, adesso come faceva a capire qual’era. Doveva tentare, era rischioso, ma doveva tentare.
Salì su un enorme vascello, paragonabile alla nave reale, che però si distingueva da quella per un nome dipinto sulla prua: Jolly Roger, bè un nome fantasioso, non c’è che dire, sperava le avrebbe portato fortuna…
Salì sulla nave, era stranamente silenziosa, non si sentiva neanche un respiro, ma Emma sapeva di essere spiata, e ne ebbe la conferma quando vide una figura nera stagliarsi davanti ai suoi occhi, nascosta dal buio della notte, ma che il risplendere dell’uncino rendeva inconfondibile e aveva una spada in mano puntata alla sua gola. Bè per lo meno non l’aveva riconosciuta!
“Chi osa salire sulla mia nave senza il mio permesso, fatevi riconoscere!”
“Ss-scusatemi capitano, sono la donna della locanda, quella che avete difeso” disse Emma balbettando.
Killian aveva gli occhi sgranati, ma sì certo era la donna che era stata aggredita dal locandiere; non sapeva perché l’aveva difesa, aveva qualcosa di familiare, ma non sapeva ancora cosa però…
“Oh mi scuso per l’aggressione, ma sa com’è non si sa mai con la brutta gente che c’è in giro”
“Strano detto da un pirata” si fece scappare Emma per pentirsene subito dopo.
A Killian quell’impertinenza non era proprio nuova, ma non sapeva dire chi gli ricordava quella donna, sta di fatto che sgranò gli occhi per la sorpresa, nonostante questo però non si sentiva di aggredire quella donna, a cosa era servito dunque difenderla!?
 “Sì in effetti avete ragione” disse Killian con un mezzo sorriso” Visto che sono un pirata, allora porgo io a voi una domanda, che ci fate qui sulla mia nave?” “Non avete paura di me?”
“No” esordì Emma, ma cosa le prendeva? Da dove veniva tutta quella sicurezza?
“Wow, siete schietta signorina” disse il capitano alzando un sopracciglio e ghignando ancora più sorpreso di prima “Bè sentiamo che volete?”
“Un passaggio sulla vostra nave!” disse Emma sicura e decisa
Killian scoppiò in una fragorosa risata, mentre Emma arrossiva fino alla punta delle orecchie, non poteva arrendersi.
“Perché avete scelto proprio la mia nave?” disse Killian “Non sarebbe meglio per voi aspettare domani? E poi nella mia ciurma non c’è spazio per una donna”
“Sono in fuga” disse  all’improvviso tutto d’un fiato Emma
Killian non rispose subito, quella risposta lo aveva lasciato senza parole, capiva il bisogno della donna e l’avrebbe aiutata, ancora una volta... ”Bene” disse Killian più rilassato “Allora benvenuta sulla Jolly Roger, io sono il capitano Killian Jones, però la gente mi chiama con un pittoresco soprannome, Capitan Uncino”
Emma era ancora sorpresa della facilità con cui il capitano l’aveva accettata a bordo, ma non osava replicare, meglio tenerselo amico, senza contare che aveva avuto la fortuna di non essere stata riconosciuta. Il suo soprannome le piaceva, sì gli stava proprio a pennello.
“E il vostro nome?” esordì a un tratto Killian
Emma rimase in silenzio per qualche secondo, non sapeva come presentarsi, come faceva a inventare un nome così su due piedi? Quando stava per dire qualcosa, il capitano la interruppe: “Lasciate perdere, non è necessario che me lo diciate, vorrà dire che lo scoprirò da solo, siete diretta in qualche luogo in particolare?”
Emma scosse la testa e disse: “Ovunque purché sia lontano da qui!”
“Bene allora, sistematevi nella mia cabina, domani vi presenterò alla ciurma!” disse Killian, quella donna era capace di sorprenderlo, come da tanto tempo nessuno era riuscito, gli piaceva, era forte e sicura, meglio di tanti altri uomini del suo equipaggio.
Emma era grata a Killian per la discrezione che stava avendo… ma un momento, cosa???? Nella sua cabina???
“Perdonatemi l’impertinenza capitano, ma preferirei dormire in una cabina per i fatti miei!”
“Non preoccupatevi” disse Killian, notando il timore della ragazza “Non voglio di certo importunarvi, voi dormirete sul mio letto e io dormirò a terra! Non vorrete di certo dormire con i miei uomini? Non so se le loro intenzioni sono buone quanto le mie, perciò forza muovetevi!”
Emma trasse un sospiro di sollievo e finalmente, trovato un sicuro passaggio verso la libertà si sistemò nella cabina di Killian; era una cabina degna di un capitano, ma più ordinata di quello che di aspettava, Killian era sempre stato così meticoloso? Non che ricordasse…
Era ancora sulla soglia, quando senti alle sue spalle il capitano, saltò su in un istante, non l’aveva proprio sentito arrivare e inoltre la sua figura la metteva in soggezione, nonostante sapesse chi si nascondesse dietro quella maschera da mascalzone “Bene, quello è il letto, sistematevi pure!” disse Killian.
“G-grazie” disse Emma
Lasciò la sacca ai piedi del letto, si tolse le scarpe, e si stese sul letto, era morbido e anche piuttosto grande, profumava di menta e rum, probabilmente quello era anche l’odore di chi ci dormiva…
“Non vi togliete la mantella?” disse Killian ad un tratto facendo sobbalzare Emma
“No, ehm, ho freddo, preferisco tenerla” disse Emma
 “Come volete” disse Killian.
Emma si stava appisolando quando senti qualcosa di pesante sopra la testa, si girò e vide un coperta.
“Tenete, con questa di certo non avrete freddo”
“G-grazie”
“Insomma sapete dire solo questo?!” disse Killian ridendo dolcemente.
“No è che non mi aspettavo tanta gentilezza da un pirata!”
“Ah be la faccenda del pirata! Non sarò di certo un principe dedito all’etichetta, ma di certo non permetto che una giovane donna muoia assiderata!”
Emma rise per la battuta non voluta che il capitano aveva appena fatto, bè in effetti lui era o meglio era stato un principe, ma era meglio non dire niente almeno per ora, non poteva saltare la sua copertura.
“Cosa avete da ridere?”
“Nulla, nulla scusatemi! Buonanotte capitano!”
 “Buonanotte” disse Killian che intanto si era preparato un giaciglio per terra.
Quella notte era stata alquanto strana per entrambi, Killian aveva “conosciuto” qualcuno che dopo tanti anni aveva risvegliato la sua curiosità e Emma aveva ritrovato qualcuno di molto importante per lei, non sapeva bene cosa aveva provato a trovarselo davanti, era confusa, cosa avrebbe fatto nei prossimi giorni? Non sapeva neanche questo, sapeva solo che su quella nave si sentiva stranamente sicura…









L'autrice: E anche questo capitolo è giunto al termine, come avete visto Emma e Killian si sono ritrovati, qualcuno più consapevole dell'altro, è stato un incontro casuale, dettato dal destino, chissà cosa avverrà nei prossimi capitoli!?! Vi lascio sulle spine, se volete sapere come prosegue la storia dovrete attendere il prossimo capitolo, io prometto di pubblicare il più presto possibile, per ora è tutto. Un abbraccio enorme. Ale.

 
   
 
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