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Autore: GreenStrength    04/07/2015    1 recensioni
Dopo aver combattuto contro Ultron, gli Avengers si troveranno ad affrontare una minaccia lasciata ancora in sospeso, ossia l'HYDRA, che stavolta avrà intenzione di creare e guidare un esercito di potenziati al finale di governare il mondo. Dopo essersi divisi, gli eroi più potenti della Terra torneranno tutti insieme, con l'aiuto di tre giovani ragazzi: Christian, Jade ed Assia, che dovranno lasciarsi alle spalle il loro passato, per poter difendere il futuro di molte altre persone!
Dal testo:
Bruce Banner era in viaggio. Non sapeva dove fosse diretto, né tanto meno gli interessava, tanto in qualsiasi posto si fosse trovato, qualsiasi pericolo gli fosse accaduto, l’Altro avrebbe sempre trovato il modo di uscire fuori. Era una maledizione, la sua maledizione. Ed ormai non avrebbe potuto farci più niente. Aveva perso la speranza, ma mai la perseveranza. In fondo quella vita non era fatta per lui. Hulk non era un supereroe e non lo era mai stato. Quanto riguardava sé stesso, l’impresa più eroica che avesse mai potuto compiere era stata… beh non se la ricordava. L’unica cosa che ricordava perfettamente era la rabbia. Lui era sempre arrabbiato.
(Post Age of Ultron)
Genere: Azione, Guerra, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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                                              CAPITOLO 1: TRE RAGAZZI SIMPATICI
Jade, Christian ed Assia atterrarono dritti in mare. Il sole stava calando e già si poteva ammirare il cielo che si dipingeva lentamente di arancione per il tramonto. Purtroppo soltanto due dei giovani erano capaci di nuotare. Assia, infatti, non era ancora tornata a galla. Christian e Jade si guardarono intorno in cerca dell’amica, ma non riuscirono a trovarla, così Jade si immerse. Dopo poco tempo, che a Christian parve un’eternità, la ragazza riemerse, tenendo stretta a sé l’amica, cercando in tutti i modi di tenerle la testa fuori dall’acqua. Assia però era svenuta e il colore della sua pelle sembrava più pallido di quanto già lo fosse.
“Ehi non dirmi che…” iniziò Christian.
“Non lo so, Christian, non lo so!” lo interruppe Jade, ripetendo le ultime parole con un tono che sembrava intendere la gravità della questione.
“Oh questo è il motivo per cui odio l’acqua! Inutile! A che serve poi il mare?”si lamentò il ragazzo, e Jade lo ignorò del tutto.
“Andiamo” incitò subito dopo.
“Oh attenta ad Assia!” venne avvertita da Christian.
“Si certo non preoccuparti. Ora andiamo!”
Detto questo i giovani cominciarono a nuotare in direzione della riva, che era ancora lontana. Mentre nuotavano, Christian sentì qualcosa sfiorargli leggermente la gamba, e urlò dal dolore.
“Che c’è?” domandò Jade irritata.
“Qualcosa mi ha toccato la gamba e non era un’alga!” fu la risposta.
“Rilassati, sarà stato un pesce!”
“Il problema è che tipo di pesce” disse il ragazzo.
Jade  stava per rispondere quando anch’ella vide qualcosa avvicinarsi al suo piede, ma prontamente l’evitò, spostando l’arto. A quel punto, guardando meglio, si rese conto di essere letteralmente in un mare di guai, e il suo viso sbiancò.
“Cosa c’è?” domandò Christian preoccupato.
“Sono meduse” disse poi Jade, con un fil di voce.
“Che cos’hai detto?” Christian allora si guardò intorno a sua volta, e ciò che vide lo fece rabbrividire. Tutt’intorno a loro c’erano delle meduse che li circondavano. La sua gamba era messa male. Il ragazzo fece per nuotare via, ma come risultato ebbe solo una fitta acuta, che gli impedì di muovere l’arto. Stava quindi lentamente affondando, sotto gli occhi di Jade che non poté far nulla per lui, per evitare che all’amica svenuta capitasse la stessa sorte.
“Christian… ehi Christian!” chiamò.
“Mi fa male la gamba, ma… tranquilla… ce la faccio”. Il ragazzo si sforzò di fare un sorriso, ma l’unico risultato fu una smorfia dolorante.
A quel punto Jade non sapeva cosa fare. Avrebbe voluto provare  ad usare i suoi poteri, ma purtroppo quella era un’idea da accantonare, visto che per allontanare quelle meduse, avrebbe dovuto usare molti dei suoi poteri , e avrebbe rischiato di colpire i suoi compagni. Decise quindi di affidarsi alla forza di volontà di Christian, che sembrava cedere ogni momento che passava.
Nel frattempo Bruce si era avvicinato sempre di più. Era riuscito a nuotare il più velocemente possibile senza far uscire nessuno di indesiderato, ed ora poteva vedere chiaramente le tre figure davanti a sé.
Erano solo… dei ragazzini! Notò subito la situazione in cui si trovavano: la ragazza svenuta, il ragazzo dolorante e le meduse che li circondavano.
“Accidenti” disse tra sé, e si apprestò a raggiungerli.
Christian ormai non ce la faceva più. Sentiva come se degli spilli gli trapassassero continuamente la gamba, e per questo motivo cedette. Chiuse gli occhi finché non sentì l’acqua arrivargli alle orecchie e pensò davvero di stare per morire, ma dopo un po’ si accorse di essere ancora lì. Il suo corpo galleggiava di nuovo, sorretto da delle robuste braccia. Erano quelle di Bruce. Il dottore era riuscito ad arrivare giusto in tempo per salvare il ragazzo. Alla sua vista Jade si irrigidì. Strinse ancora più forte Assia e tentò di allontanarsi. Christian invece, stordito dal dolore, non fece nulla, non riconoscendo neanche il suo salvatore.  Jade non sapeva che fare. A questo punto doveva per forza usare i suoi poteri. Poggiò quindi il peso di Assia su una mano sola, e tolse quella libera dall’acqua, cercando di emanare fuoco, ma Bruce la stoppò, parlandole.
“Non vi farò del male” disse. La ragazza non rispose.
“Sono tuoi amici?” domandò poi.
A quel puntò Jade annuì.
“Chi è lei?” chiese la ragazza a Bruce.
“Sono un dottore. Posso aiutarli. Posso aiutarvi!”
Jade non si fidava, ma quell’uomo aveva tra le mani uno dei suoi amici più cari. Doveva agire con calma, per cui consegnò Assia a Banner, che l’agguantò con l’altro braccio, cercando di capire le sue intenzioni.
“Li porti in salvo. Alle meduse ci penserò io” disse poi.
Se Bruce si fosse rivelato una minaccia, ci avrebbe pensato dopo con più calma. L’unica cosa che importasse davvero in quel momento, era la salute dei suoi compagni.
“Come pensi di fare?” domandò il dottore confuso.
“Si allontani” le ordinò Jade.
Bruce fece come detto, e, dopo essersi accertata che gli amici si trovassero ad una distanza che bastasse a non nuocere loro minimamente,Jade  si concentrò, chiudendo gli occhi. Il suo corpo emanò un calore tale da far evaporare parte dell’acqua marina, e dopo poco, rilasciò un’onda d’urto che fece esplodere le meduse intorno. Bruce osservò la scena allibito. Non sapeva davvero cosa dire, e si chiese chi stesse davvero cercando di aiutare. Jade nel frattempo aveva riaperto gli occhi, ed ansimava. Puntò lo sguardo su Bruce e gli fece cenno di andare. L’uomo, che nel frattempo era rimasto a bocca aperta, si riprese dallo stupore ed annui.
“Oh… oh ce…certo” acconsentì balbettando.
La ragazza era soddisfatta della reazione dell’uomo. Sperava che, in qualche modo,  mostrando i suoi poteri, l’individuo si sarebbe intimorito, e avrebbe evitato così di commettere qualcosa di indesiderato.
Accertatosi di essersi liberati delle meduse, la ragazza e il dottore nuotarono strenuamente fino a riva, dove posarono Christian ed Assia delicatamente.
Jade si rivolse all’amico.
“Ehi, mi senti?”
Il giovane, stordito, rispose.
“Certo”
La ragazza lo guardò preoccupata.
“Ci sono ancora dei pezzi di medusa attaccati alla ferita. Inoltre è stato punto in varie parti della gamba” disse Bruce, attirando l’attenzione di Jade.
“Davvero? E’ possibile una cosa del genere?” domandò la ragazza sinceramente stupita.
“Si, ed è anche una cosa grave. Bisognerebbe lavare le parti infette con acqua di mare, e coprirle per evitare che si scuriscano al contatto con la luce” spiegò il dottore. La ragazza annuì. Si strappò quindi una manica della tuta grigia, che indossava, identica a quelle degli altri due ragazzi, e ancora impregnata di acqua, quindi la usò per coprire l’intera gamba di Christian.
Per l’ennesima volta Bruce la guardò stupito. Quella ragazzina aveva colto appieno le sue parole e le aveva messe in atto, senza che lui le indicasse niente.
“Molto perspicace” si trovò a pensare, mentre provava a curare l’altra ragazza svenuta. Ora le attenzioni caddero tutte su di lei, mentre Christian cercava di riposarsi.
Bruce cercò di sentirle il battito cardiaco, ma non percepì nulla. Per questo si allarmò e cominciò il massaggio cardiaco. Ancora niente.
“No! No no no no no no!” ripeté più volte, sotto gli occhi vigili di Jade, che era pronta ad agire, qualsiasi cosa fosse successa. Bruce constatò che la ragazza non respirava, e per evitare il peggio, arrivò ad una sola soluzione. Le aprì la bocca, tappandole il naso e applicò la respirazione artificiale. Ripeté più volte l’operazione, massaggio cardiaco e respirazione artificiale, fin quando Assia riprese i sensi, tossendo e sputando acqua. Bruce si allontanò dalla giovane per lasciarle aria, e, dopo che il colore della pelle si ristabilizzò alquanto, Jade le corse incontro scuotendola violentemente. Bruce allora spalancò gli occhi in preda allo stupore.
“Cretina, mi hai fatto spaventare”
Assia la strattonò via, irritata e anche confusa.
“Oh, sono viva?” domandò.
“Purtroppo si” rispose Jade.
“Oh, è stato terribile! Credevo davvero di stare per morire! Non sono stata più felice di vederti in vita mia. Cavolo, devo stare davvero male!” scherzò Assia.
“Ma sei proprio stupida! Io mi preoccupo per te, e tu mi prendi in giro? Avrei dovuto lasciarti sprofondare!” disse indignata Jade, pur sapendo che l’amica non pensava davvero quelle cose.
“Almeno saremo in due a sopportarti” la voce debole di Christian attirò l’attenzione di tutti.
“Se non muori da solo, ti uccido io!” lo minacciò seriamente la ragazza alla quale era stato riservato l’insulto. Assia si preoccupò nel vedere il suo amico messo così male.
“E’ stato punto da qualche medusa” spiegò Jade.
“Oh, è stata una brutta giornata per entrambi! Jade, si può sapere perché cavolo a te non è successo niente?” domandò Assia.
“La finisci?” le urlò contro l’amica, irritata, mentre Christian alzò il pollice verso la complice, ma subito dopo si lamentò per un’improvvisa fitta.
Bruce allora si avvicinò al ragazzo e solo allora Assia si accorse della presenza del dottore.
“Chi è quello?” domandò sottovoce a Jade.
“Oh lui ti ha salvato la vita, inoltre ha aiutato Christian a nuotare fino a riva” fu la risposta.
“Oh…” reagì Assia. “Salve” disse poi rivolta a Bruce. Il dottore le fece un cenno con il capo, e alzò la mano in segno di saluto.
“Ci si può fidare?” bisbigliò poi a Jade.
“Non lo so” le rispose, dopo però fece un falso sorriso per mascherare la diffidenza.
Banner nel frattempo controllò l’infortunio di Christian, togliendogli la bendatura provvisoria, e riscoprendo una brutta infiammazione. I pezzi di medusa però, erano scomparsi. Ricoprì subito la ferita, con i gemiti di dolore da parte del ragazzo.
“Allora?” gli chiese Jade.
“Purtroppo la ferita non può guarire senza l’applicazione di una qualche crema contro le irritazioni, che qui non vedo. Bisognerebbe trovarla al più presto, oppure, nel peggiore dei casi, il vostro amico rischia di entrare in shock anafilattico” rispose preoccupato.
“E tu non hai niente di tutto ciò?” domandò Assia. Gli diede del tu: a quella ragazza le formalità non piacevano per niente, ma Bruce non se accorse nemmeno.
“Purtroppo le uniche attrezzature mediche di cui potevo aver a disposizione si trovavano sul veicolo dove viaggiavo, che ahimè si è schiantato”
A quelle parole le ragazze si accigliarono. Strano, anche il loro veicolo si era schiantato, ma abbandonarono subito i loro dubbi. Dopotutto quel tizio li stava aiutando, ma non era però da escludere l’idea che fosse un agente dell’HYDRA, che li stava ingannando. Quanti dubbi! Quanti sospetti! Certo era da dire che a prima vista Bruce non avesse proprio un aspetto minaccioso, ma se non fosse solo? Se ci fosse qualcun altro con il quale si tenesse in costante contatto? Queste domande si posero nelle menti delle giovani ragazze, una dopo l’altra, ma non era proprio il momento di pensarci. Bisognava concentrarsi solo ed unicamente su Christian.
“Propongo di chiamare il pronto soccorso. Sapete forse dove ci troviamo? Magari riusciamo a trovare una cabina telefonica e, se non lo sapete, potremmo chiedere a qualcuno il numero specifico del posto” propose Bruce.
Le giovani accantonarono subito l’idea. Di chiamare il pronto soccorso non se ne parlava. Qualcuno avrebbe potuto rintracciare l’HYDRA. Dopotutto, in qualsiasi posto si trovassero, l’unica che sapevano davvero, era che fosse in affari con l’organizzazione. Non sapevano però come spiegarlo al dottore, e quindi si limitarono a non dire nulla, sperando che l’uomo cambiasse idea. Ma non fu così.
“Non potete chiamare i vostri genitori?” chiese.
Nessuna risposta.
“Non volete parlare? Bene… ragazzi da dove venite veramente?” domandò nuovamente.
Ancora niente.
“Capisco!” Bruce non voleva insistere troppo. Non sarebbe stato il caso, visto i poteri di una di loro. Dovevano essere dei potenziati, non c’era alcun dubbio. Ragion per cui, non li avrebbe persi di vista. Non poteva contattare gli Avengers. Lui non era più uno di loro. E chiamare lo SHIELD era escluso! Sapeva benissimo quanto fosse corrotto. L’unica soluzione era chiamare il pronto soccorso, ma non era proprio una buona idea. Anche il ragazzo poteva avere qualche potere speciale, ed avrebbero potuto scoprirlo. Non poteva andare in nessun tipo di farmacia. Si maledì per non avere soldi, ed ovviamente anche i ragazzi ne erano sprovvisti. E allora che fare? Si passò una mano sul volto, in preda alla frustrazione, poi si rivolse di nuovo a Jade e ad Assia.
“Sentite, lo so che siete spaventati, che non vi fidate. E’ comprensibile, davvero. Ma se voi non aiutate me, io non posso aiutare voi” disse.
“Cosa vuole sapere?” chiese Jade.
“Siete dei potenziati vero?” domandò Bruce, lasciando di sasso le due ragazze. Come diavolo faceva quel tipo a sapere chi fossero i potenziati? La fiducia calò notevolmente.
“Chi è lei?” domandò nuovamente Jade.
“Te l’ho già detto! Sono un dottore!” rispose Bruce.
“Chi è lei veramente?” ripeté Jade, stavolta molto più seria.
Bruce allora chinò la testa, fece un mezzo sorriso, e sospirò, dopodiché rispose.
“Chi sono io? Fidati non vorresti saperlo”
“Come sarebbe a dire?” domandò stupita Assia.
Il discorso però venne interrotto dai gemiti di dolore di Christian.
“Volete davvero perdere tempo nel sapere chi sono io, quando il vostro amico sta per morire?” domandò Bruce.
“Si, lo siamo” intervenne allora il ragazzo dolorante, per rispondere alla precedente domanda del dottore. Christian si sforzò di sedersi. Bruce gli si avvicinò.
“Sto bene non si preoccupi” disse, ancora un po’ addolorato, e finalmente si sedette.
“Christian” lo chiamò Assia, ma non fece in tempo a finire, in quanto venne interrotta da Jade.
“Ok, uno, sappi che mi fa piacere che tu ti sia ripreso, e due… COME DIAVOLO TI E’ VENUTO IN MENTE DI DIRE UN INFORMAZIONE DEL GENERE AD UNO SCONOSCIUTO? Ma dico, la testa ce l’hai solo per dividere le orecchie?”
“Ehi, ehi calma. Pensateci bene. Se fosse un agente dell’HYDRA, che scopo avrebbe di mantenerlo segreto? Ci avrebbe portati con lui o magari avrebbe già contattato un esercito, non trovare? E poi sarei io quello stupido? Ma perché dovete pensare così male? Soprattutto tu, Jade. Perché diffidi da tutto e tutti?” spiegò il ragazzo.
“Ho semplicemente imparato a farlo” fu la risposta.
“Ok, ok. Ragazzi, non so voi, ma io qui avverto una certa tensione. Ora che il giovane…” disse
“Christian” continuò il ragazzo seguito da un “non ci posso credere” da parte di Jade.
“Ora che il giovane Christian si è ripreso, cosa ne dite di sederci e spiegarci tutto a vicenda?” propose Bruce.
“Mi sembra una buona idea” concordò Assia.
“D’accordo” accettò anche Jade, dato che ormai non avevano più niente da perdere.
“Allora che ne dite di dirmi i vostri nomi? E poi magari, potreste spiegarmi un po’ i vostri poteri, visto che ” chiese Banner.
“Io sono Christian, l’ho già detto. L’HYDRA ha fatto molti esperimenti su di me. Sono stato il primo ad essere portato lì. Mi hanno iniettato il DNA di un gatto all’interno dell’organismo, e grazie a ciò riesco a fare cose… cose del genere!” e detto questo Christian mostrò un degli artigli che gli crebbero sulle dita, con dei cuscinetti che si formarono sui palmi delle mani, inoltre sorrise, mostrando dei canini molto sviluppati.
“Ho un udito molto più sviluppato della norma, per non parlare della vista. E neanche con l’olfatto me la cavo male.” Spiegò infine. Bruce lo osservò meglio. Christian aveva i capelli chiari, ma non abbastanza dall’essere biondi. La sua pelle era abbastanza scura e le sue iridi erano dorate, proprio come quelle di un gatto.
“Jade” si presentò poi l’amica di Christian. “L’HYDRA ha immesso varie sostanze nel mio corpo, creando una reazione termica, che mi ha permesso di poter mettere in atto una continua combustione a mio piacimento” spiegò.
“Generi fuoco!” ipotizzò Bruce.
“Esatto”
I poteri della giovane erano molto interessanti, come pericolosi. Jade aveva dei capelli lisci corti fino alle spalle. Alcune ciocche erano bionde, mentre altre erano di un colore molto scuro. Presentavano però anche delle pigmentazioni di rame. I suoi occhi erano davvero grandi e scuri, e da essi non si riusciva a percepire nessun emozione. Erano degli occhi quelli, che non trasparivano nulla. La sua pelle era di un bianco latte, quasi impressionante.
“Il mio nome invece è Assia” si presentò infine l’altra ragazzina. “Non ho nessun potere. L’HYDRA non ha potuto fare nessun esperimento su di me” disse poi, quasi sollevata. Quindi lei poteva essere più debole degli altri, e questo poteva metterla in pericolo, ma di certo non la rendeva una minaccia. Almeno qualcuno era riuscito a salvarsi. A quei poveri ragazzi era stata cambiata la vita radicalmente. I capelli di Assia erano castani, e, anche se ancora bagnati, si potevano notare dei ricci lunghissimi. I suoi occhi erano dello stesso colore dei capelli, anche loro molto grandi. A differenza di Jade, i suoi occhi sembravano manifestare una tristezza immensa, mischiata ad una grande stanchezza, ed era impossibile non perdersi almeno un secondo a fissarli. La pelle invece era di un pallido cadaverico, sembrava quasi malata.
“Bene Christian, Jade ed Assia. Io invece mi chiamo Bru…” cominciò il dottore, ma si interruppe da solo, pensando che sarebbe stato meglio non dire il proprio o nome. Siccome quei ragazzini avevano passato del tempo con l’HYDRA, probabilmente erano a conoscenza degli Avengers, e dopo i disastri combinati, il suo nome non era più sconosciuto.
“Brook Ba…Bana. Brook Bana” mentì spudoratamente Bruce.
In quel mentre si sentì uno strano rumore. Gli stomaci dei ragazzi stavano brontolando. Poverini. Chissà cosa davano da mangiare loro. E soprattutto se  gli davano da mangiare.
“Avete fame non è vero?” domandò.
“Si tanta. Non mangiamo da giorni” rispose Assia.
Bruce allora si accorse del pacchetto di noccioline. Fortunatamente se l’era messo in tasca, e così tirò fuori la confezione fortemente ripiegata. All’esterno era piuttosto bagnata, ma fortunatamente le noccioline si erano salvati, visto che era fatta di plastica impermeabile.
“Ecco tenete” disse, lanciando il pacchetto ad Assia, che lo afferrò prontamente.
“Oh, grazie, davvero!” disse la ragazza, sinceramente grata.
“Abbiamo molto di cui ringraziarla dottor Bana” disse infine Christian.
Bruce sorrise.
“Non c’è bisogno che mi ringraziate. Sono un dottore, è mio dovere aiutare le persone che ne hanno bisogno” disse poi. Nel frattempo il sole era calato del tutto ed il cielo si era fatto scuro.
Jade aveva bruciato con i suoi poteri il paracadute usato da Bruce per atterrare sulla costa, creando così un fuocherello che avrebbe fornito luce e calore. Dopo un po’ Christian ed Assia si addormentarono, mentre Jade restò sveglia per molto tempo. Passata qualche ora però anche lei cedette al sonno. In fondo era stata una giornata dura per tutti. Bruce invece restò sveglio. Non avrebbe lasciato quei ragazzi. Potevano stare anche dalla parte dell’HYDRA, ma dai loro racconti si capiva che non erano stati loro a deciderlo. E poi, dopotutto, oltre che strani, quelli erano davvero tre ragazzi simpatici.







Angolo dell'autrice
Rieccomi con questo primo capitolo dopo il prologo! Vi confesso che ho sudato tanto per scriverlo, e come la scorsa volta, sono riuscita a pubblicarlo alle 6.00 del mattino. Non prendetemi per pazza. Bevo troppo caffè ultimamente. In questo capitolo conosciamo meglio i tre giovani ragazzi, e stringono un rapporto con Bruce, che però non rivela il suo vero nome. Ho usato lo stesso cognome di Eric Bana, l'attore che ha interpetato Bruce nel film di Hulk del 2003. Voi l'avevate riconosciuto? Se si avrete sicuramente visto il film. In quel caso, vi è piaciuto? Fatemi sapere. Comunque ho usato il cognome perchè cominciava con Ban xD
Eh, niente. Che ci crediate o no mi si sono rovinate le mani a furia di scrivere, ma non m'interessa. Sono i rischi del mestiere. u.u
Spero proprio che mi facciate sapere se questo capitolo vi piace o no, ma tranquilli, ringrazio anche chi legge solamente. Spero però che non facciate i timidi. 
Beh, io vado... e alla prossima! :D
  
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