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Autore: un battito di ali    04/07/2015    0 recensioni
Leo prima di tornare in ospedale sogna di come sarebbe stata la vita degli altri cinque braccialetti se non si fosse ammalato.
PS: è importante per me che recensiate, almeno per sapere la vostra opinione riguardo la mia storia.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leo, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci qua, intorno a noi ci sono file e file di lapidi con incise nomi di persone che sono venute a mancare e parenti che portano fiori ai propri cari; ci trovavamo in un cimitero, non avrei mai voluto essere in quel luogo, soprattutto in quel momento e in quella circostanza... -Davide se mi hai portato qui significa che Rocco- non riuscii neanche a finire la frase che scoppiai in lacrime: il piccolo del gruppo, l'imprescindibile, il ragazzino che è stato a lungo in coma non c'era più. In quel momento Davide mi abbraccio, stare tra il calore delle sue braccia mi fece tornare la forza di parlare -Cosa gli è successo?- chiesi -L'operazione che Rocco ha subito alla testa non è andata bene, ci sono state diverse complicazioni; ad operarlo non è stata la Lisandri ma sono stati il dottor Abele ed Alfredi; ce l'hanno messa tutta ma non sono riusciti a salvarlo. Rocco è morto sotto i ferri, proprio come me- Non volevo credere alle mie orecchie -Perché non è stata la Lisandri ad operarlo, perché ha lasciato eseguire un'operazione così complessa ad altri due chirurghi? Perché?- in quel momento volevo sapere tutto ciò che era accaduto -Perché erano state le tue parole, quelle di Cris e di tutti gli altri braccialetti a farle superare la sua paura e a convincerla ad operare un ragazzino di undici anni- poi continuo a parlare sempre lui -Se tu non avessi fatto parte della vita di Rocco, se non fossi diventato suo amico sarebbe successo tutto questo; ma grazie alla tua presenza quotidiana accanto a questo ragazzino in coma hai fatto si che un medico tornasse ad operare dopo tanti anni e a salvare vite ad i suoi pazienti- mi disse -Non ci posso credere, questo è soltanto un incubo, quello che dici è tutto falso sono tutte bugie, la vita degli altri sarebbe stata uguale o per alcuni anche meglio- l'amico accanto a me continuava a far cenno di no con il capo -Se dici di no perché tu sei morto lo stesso, perché anche se al tuo fianco avevi me e i braccialetti rossi non hai superato l'operazione che hai subito al cuore, perché?!- continuai però questa volta alzai un po di più il mio tono di voce -Perché è fatta così la vita: si vive ma si muore anche. Ma te per me sei stato fondamentale perché quel pomeriggio in ascensore mi hai permesso di far parte dei braccialetti rossi, entrare a far parte del vostro gruppo mi ha fatto maturare, mi ha fatto capire il vero senso della vita, a fatto in modo che io fossi più gentile con i miei amici e che non bisognava prenderli in giro soltanto perché erano un po' sovrappeso od erano senza una gamba; te di tutti gli altri cinque braccialetti sei stato quello più importante non solo per me ma anche per gli altri, perché te pensi prima a noi e poi a te stesso- rispose lui tutto d'un fiato. Forse era vero quello che diceva Davide, forse il fatto che io avessi il tumore da anni era un segno divino, forse dovevo compiere una missione e quella missione dovevo farla io e nessun altro, per questo il cancro è venuto a me e non ad un altro ragazzo della mia stessa età e con le mie stesse caratteristiche. -Grazie Davide per avermi fatto fare questo sogno e grazie per avermi fatto capire tutta la verita- dissi io -Non sei tu a doverti ringraziare, quello a ringraziarti sono io... Il tuo sogno finisce qui però prima mi devi promettere una cosa, mi devi promettere che non mollerai mai più e che se in qualsiasi momento e luogo avrai bisogno di aiuto lo chiederai ai tuoi amici, me lo prometti?- -Te lo prometto- e lo abbracciai -Ciao Leo, ora devo andare- mi disse lui -Ciao Davide, ciao ti voglio bene- risposi mentre lui pian piano scomparirà. Avrei voluto stare ancora del tempo con lui ma ad un tratto sentii una mano appoggiarsi a me e pronunciare più volte e di seguito il mio nome: era Toni -Ehi amico ben svegliato, spero tu abbia fatto un bel sogno; ti ho svegliato perché siamo arrivati davanti all'ospedale- mi disse il furbo con la sua solita allegria. Scesi dal pulmino e ci incaminammo tutti e quattro verso l'ingresso, però prima di entrare mi fermai -Prima di entrare vi volevo ringraziare per tutto quello che avete fatto e per tutto quello che farete, grazie- è durante l'abbraccio di quei quattro miei amici sussurri a bassa voce ed osservando verso l'alto -Grazie anche a te Davide- Ora ero più forte e potevo superare al meglio il periodo difficile che avrei dovuto affrontare in quell'ospedale.
   
 
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