Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Vahly    17/01/2009    3 recensioni
Si era ripromesso di non tenere il conto, di smetterla di pensare a lui. Di allontanarlo dalla sua mente così come dalla sua vita. E invece ci stava cascando di nuovo. Dannazione.
Draco porta avanti due relazioni contemporaneamente: quella con Astoria e quella con Harry. Quando il moro scoprirà la cosa, lo porrà davanti ad un ultimatum, e la decisione è difficile da prendere per Draco...
Scritta per la quarta edizione del "Fic exchange". Draco/Harry e Draco/Astoria, post settimo libro.
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note: Ammetto di non essere totalmente soddisfatta, ma purtroppo in quest’ultimo periodo non sono particolarmente ispirata. Ho dovuto nominare Ginny, nonostante nella richiesta ci fossero i Weasley tra i personaggi da non nominare, spero non sia un problema. Come argomento serio ero un po’ indecisa, alla fine ho deciso di parlare della decisione di Draco di sposare Astoria nonostante il suo amore per Harry. L’epilogo l’ho aggiunto dopo perché così com’era mi deprimeva, ovviamente essendo un finale aperto siete liberi di interpretarlo come preferite.
Credits: Il titolo è preso dal titolo di una canzone delle mie divinità personali, i R.E.M.



Letter never sent



Quanto era che non si vedevano?
Un mese, due?
Si era ripromesso di non tenere il conto, di smetterla di pensare a lui. Di allontanarlo dalla sua mente così come dalla sua vita. E invece ci stava cascando di nuovo. Dannazione.
La verità, la tristissima verità, era che l’altro gli mancava enormemente, quasi da togliergli il respiro. Nonostante fossero entrambi fidanzati, nonostante avesse promesso a se stesso che non l’avrebbe mai più cercato, in nessun caso… nonostante sapesse che non avevano un futuro, continuava a desiderarlo.
Lo amava, anche se questo non poteva cambiare le cosa.
Anche se ora avrebbe dovuto amare Astoria, avrebbe dovuto pensare solo a costruire una famiglia con lei, ad avere dei bambini che portassero avanti il suo cognome…
Si maledisse tra sé e sé, richiamando alla mente i tempi lontani in cui avevano cominciato ad apprezzarsi l’un l’altro, quando si era fatto incastrare dallo stramaledetto Potter.


Era passato molto tempo, ormai, eppure Draco lo ricordava come fosse stato il giorno prima. Era stato prosciolto da tutte le accuse, dopo la caduta di Voldemort e la fine della guerra, e ciò era stato soprattutto merito di Potter, il quale aveva testimoniato in suo favore durante i processi. Draco odiava sentirsi in debito con quell’odioso Grifondoro, ciononostante non poteva dirsi dispiaciuto per il suo aiuto. Era combattuto tra questi due sentimenti, quando il moro gli aveva mandato un gufo recante un biglietto in cui gli chiedeva di vedersi. Da soli.
Draco non avrebbe saputo dire perché aveva accettato, eppure alla fine andò. Con suo enorme stupore, Harry l’aveva ringraziato sinceramente per tutte le volte in cui si era dimostrato dalla sua parte – cosa che il moro non si sarebbe mai minimamente aspettato, non da lui – e gli aveva ridato la sua bacchetta. Il biondo aveva tentennato leggermente, prima di stringerla tra le mani, sentirla di nuovo sua. Non lo sarebbe più stata, in realtà: dopo che Potter l’aveva vinta sapeva che il proprio legame con quell’oggetto non sarebbe mai più stato come un tempo, ma per qualche ragione gli sembrava importante poterla stringere nuovamente tra le mani.
Passarono minuti, ore a parlare. Il tempo trascorse veloce mentre si dicevano tutto ciò che era rimasto in sospeso tra di loro in quegli anni, ed alla fine, quando giunse il momento per loro di separarsi, il timido saluto di Draco fu soffocato dalle labbra di Harry che si posarono sulle sue.


Non sarebbe mai dovuto accadere, eppure a Draco non dispiaceva che fosse successo. In fondo. Anzi, molto in fondo. Se ci ripensava ora, era stato il più grosso errore della sua vita.
Prima di Potter, aveva sempre pensato di essere etero. Il suo inconscio conosceva la verità, ma non lo aveva mai informato del fatto che a lui le donne non interessavano. Così aveva semplicemente pensato che il problema fosse il non aver mai incontrato la donna giusta ed era passato con facilità da una ragazza all’altra, illudendosi che prima o poi si sarebbe sposato ed avrebbe messo su famiglia con quella che sarebbe dovuta essere una ragazza bellissima, intelligente, colta e purosangue.
Niente di più sbagliato.
Quel bacio (unito a molti altri), ed il successivo rendersi conto che tutti i suoi sogni di una famiglia perfetta non si sarebbero mai avverati lo avevano fatto cadere in un baratro di incertezza e disperazione.
Io non sono gay, continuava a ripetersi. Già, ma allora che ci faceva con Potter?


Fu in quello stesso periodo che conobbe Astoria.
Aveva continuato a vedersi con Harry, sebbene non spessissimo, e tra i due era nata una specie di relazione non ben definita. Non era solo sesso, anche perché avevano cominciato ad andare a letto assieme solo in un secondo momento, né era una vera e propria storia d’amore. Forse anche questa mancanza di definizioni aveva finito con lo destabilizzare Draco, e non aiutava il fatto che c’era una specie di tacito accordo che prevedeva il non farsi domande ed il non raccontarlo in giro.
Probabilmente il rifiuto che bruciava ancora dentro Draco era stato il motivo principale per il quale si era letteralmente gettato tra le braccia di Astoria, non appena ebbe notato un minimo accenno di interesse da parte della ragazza. La conobbe come figlia di un’amica di sua madre tornata da poco dalla Francia, ma era diversa dalle altre ragazze che aveva conosciuto in quell’ambiente. Era semplice, simpatica, e… pura, come della neve incontaminata. La sua compagnia era piacevole e con lei si divertiva, si rilassava.
Dunque, alla fine decise di provare. Se davvero non era destino, tanto, le cose sarebbero durate ben poco.
Ed invece si era trovato a portare avanti due relazioni parallele, senza sapere più come uscirne fuori.
Da una parte non riusciva a mollare Potter. Si sentiva legato a lui in modo sempre più forte, e la sola idea di poterlo perdere… lo annientava. Gli piaceva chiacchierare assieme a lui, farci l’amore, scherzare e battibeccare di continuo. Ed un po’ alla volta si era reso conto di non poter più tornare indietro: era innamorato perso, non c’era nulla da fare.
Dall’altra parte, però… anche se non amava davvero Astoria, le voleva bene. Sapeva che non era giusto ingannarla così, sapeva che prima o poi avrebbe dovuto dirle la verità. Ma anche l’idea di farsi scivolare tra le dita quell’apparente felicità, quel focolare che lo attendeva ogni sera, quella donna che lo amava con devozione e che avrebbe potuto dargli dei figli, era terribile almeno quasi quanto quella di perdere Harry.
E non sapeva cosa fare.


In qualche modo, gli eventi gli precipitarono addosso senza che lui potesse farci nulla, in una tiepida serata di marzo. Come spesso accadeva, aveva raccontato a sua madre ed alla sua fidanzata di dover partire per lavoro, mentre in realtà si era recato a Grimmauld Place, dove ora viveva Harry. Il moro sembrava particolarmente nervoso quella sera, di cattivo umore come non lo era probabilmente mai stato. La serata, tuttavia, era trascorsa tranquilla e passionale come si erano prefissati; solo la mattina dopo che il moro aveva rivelato al compagno che cosa lo turbava. O meglio, gliel’aveva mostrato.
A quanto pareva, infatti, un inviato de “Il profeta” era riuscito a cogliere Draco ed Astoria in atteggiamenti intimi, facendo finire le loro foto in prima pagina. Draco si era accigliato, meditando vendetta contro quel giornalista, ma quasi subito la sua attenzione si era concentrata su un altro pensiero: come l’aveva presa Potter? Di certo male, visto l’atteggiamento che aveva avuto tutta la sera prima… ma male quanto?
Non gli ci volle molto a scoprirlo.
Nonostante avesse sempre saputo perfettamente di non poter tenere il piede in due scarpe, non in eterno, una parte di lui aveva continuato a sperare che le cose potessero andare avanti così. Peccato che Harry non fosse dello stesso parere.
“Non avevi detto che era un’amica, e che la frequentavi solo per far piacere a tua madre?” Aveva domandato, scuro in volto. Draco tacque per un lungo istante. Cosa poteva fare, cosa poteva dire? Scusarsi non sarebbe servito a nulla, no?
Sospirò. Poi rispose.
“Sì, l’ho detto.”
“E…?”
“E a quanto pare non è vero.”
Harry annuì, mormorando “Bene, perfetto…” e Draco sapeva che stava parlando più a se stesso che a lui.
“Immagino che tu sia arrabbiato.”
Il moro alzò un sopracciglio. “Tu dici? Dovrei esserlo?”
“Harry… io…”
“No, guarda, lascia stare. Non raccontarmi una stronzata, non sono stupido. Pensavi davvero che non l’avrei mai scoperto? Pensavi davvero… pensavi che la tua vita amorosa sarebbe passata inosservata ai media? O forse eri talmente preso da te stesso che non t’importava, che pensavi di potermi usare fin quando ci sarei stato e dopodiché mi avresti gettato via come un calzino usato?”
Il biondo sospirò. “Non è così.”
“E allora com’è?”
“Io… io volevo solo la mia famiglia perfetta, qualcosa che apparisse impeccabile agli occhi di tutti. È da idiota, lo so. Ma io… forse è anche per il cognome, l’eredità, ma… non è solo quello. Non principalmente. Forse volevo soltanto una vita come tutti gli altri, dopo che mi è stata negata un’adolescenza normale. Insomma, dopo la guerra, l’esperienza con i mangiamorte, e tutto il resto… io… volevo solo una vita normale. Tutto qui.”
Sentiva il disperato bisogno di guardare Harry negli occhi, abbracciarlo, sentire che lo capiva.
Ma Harry gli dava le spalle, ed era distante come non mai.
“Ed immagino che una relazione con un uomo non faccia parte della tua idea di vita perfetta, non è così?”
“Non voglio lasciarti. Non voglio che tra noi finisca.”
“Quindi vuoi continuare a stare con me mentre davanti a tutti ti costruisci una vita di cui io non farò parte. Vuoi che io sia il tuo amante e stia a guardare mentre ti sposi, e forse mentre hai dei figli… vuoi che ti guardi essere felice con qualcun altro e che passi la vita semplicemente ad aspettare una tua chiamata, ad aspettare che tu ti faccia vivo quando non hai voglia di vedere tua moglie?”
“Non… non è ancora mia moglie…” tentennò Draco. Sentiva la gola improvvisamente secca, e le parole non volevano uscire. “Io… non ti userei solo per il sesso, non… non ti metterei al secondo posto. Anche se immagino che sì, vorrei avere dei figli… e no, non credo che potremmo mai vivere la nostra storia alla luce del sole.”
Harry si voltò. I pugni serrati lungo i fianchi, le labbra tanto strette da essere sottilissime.
“Ed io che ruolo avrei in tutto questo?”
“Non lo so. Tu che ruolo vorresti avere?” Domandò Draco, tutto d’un fiato.
Gli sembrò che Harry tentennasse
“Non lo so neppure io. Non adesso. Chissà, forse una settimana, o un paio di giorni fa, avrei saputo risponderti. Ma non adesso.”
Draco si avvicinò, e gli si strinse contro. “Non lasciarmi per questo.” Mormorò.
Harry sospirò, e con evidente sforzo di volontà lo allontanò da sé.
“Mi dispiace, Draco. Io… non credevo sarei mai giunto a dirti una cosa del genere, perché non voglio lasciarti. Però… ci ho pensato molto, davvero, e non sarei in grado di passare la vita a condividerti con qualcun altro, ad accontentarmi delle briciole. Devi scegliere, o me o lei.”
Draco tentennò. Harry distolse il suo sguardo non appena il biondo tentò di fissarlo negli occhi, nonostante ciò seppe che diceva sul serio.
Non voleva perderlo. Non poteva lasciare Astoria.
Non voleva deludere l’unica persona a cui tenesse davvero, ma non poteva neppure deludere la sua famiglia.
Abbassò lo sguardo, e si accorse di tremare leggermente. Si auto convinse che fosse il freddo.
“Non posso lasciarla.”
Disse solo.
Harry lo guardò, solo per un attimo.
Poi gli voltò le spalle nuovamente, dirigendosi verso la porta.
“Torno fra un’ora, mi aspetto che quando torno tu te ne sia andato.”
Draco sentì le lacrime premere per uscire, ma non disse nulla, né lo inseguì. Lasciò che la porta si aprisse e si richiudesse, e che Harry uscisse fuori dalla sua vita.


Il giorno dopo gli aveva scritto una lettera. Fondamentalmente era una lettera di scuse, ma non solo.

“Stupido, imbecille di un Potter

Pensavi davvero che sarei riuscito a scordarmi di te? Devi essere un folle, se hai creduto anche solo per un attimo una cosa del genere.
Io ti amo, ok? È la verità. Non ti sto ingannando, non ti sto usando. Non potrei, non più oramai.
Lo so che suona assurdo, ma voglio anche te nella mia vita. Voglio te almeno quanto voglio Astoria, e probabilmente anche molto, molto di più.
Ma voglio anche una vita tranquilla, felice.
Lo so, potrei anche essere felice solo con te. In un altro mondo, in un’altra vita. Ma non qui ed ora.
Voglio avere dei figli, dare dei nipotini a mia madre. Mi ha sempre chiesto quando le avrei dato un nipotino da coccolare – lo so, non sembra il tipo, ma ti giuro che è così – ed io so che lo desidera con tutta se stessa. Voglio sentire lo scalpiccio dei piedini sul pavimento, voglio sapere che la mia casata non terminerà con me. Puoi capire come mi senta? Non desideri anche tu le stesse cose?
Sono sicuro di sì, anche se non me l’hai mai detto.
Un matrimonio, il sorriso dei tuoi cari quando le presenti la tua fidanzata… il poter camminare mano nella mano di fronte a tutti, il non dover subire le battutine della gente sui tuoi gusti sessuali, l’avere accanto qualcuno che non debba vergognarsi di stare con te perché sei del suo stesso sesso. Non dirmi di non averci mai pensato. Non ti crederei.
Sarebbe folle da parte mia pretendere che tu assecondi ogni mio desiderio, e capisco che tu ti sia sentito tradito. Ho sbagliato, lo so, e mi dispiace immensamente.
Te l’avrei mai detto, se non fossero uscite quelle foto?
Non lo so neppure io, anche se credo che prima o poi sarei stato costretto a farlo, in un modo o nell’altro (altrimenti come avrei potuto spiegare il fatto di portare una fede al dito?)
Eppure, continuo a sperare che tu un giorno possa capire. E perdonarmi.
E lo so, che è a dir poco umiliante dire una cosa del genere, ma devo farlo: ti prego, ti imploro, non lasciarmi. Non farlo. Parliamone, almeno – so che lo abbiamo già fatto, ma non sono stato in grado di spiegare molto – dammi una possibilità. Una soltanto. Ti prego.
Ti amo, e continuerò ad amarti.

D.M.”



L’aveva tenuta chiusa nel cassetto per almeno un paio di settimane, continuando a chiedersi se fosse stato il caso di spedirla, di riscriverla daccapo (rileggendola si era reso conto che era davvero orribile, non aveva mai scritto in modo tanto pessimo prima di allora) o di lasciar perdere del tutto.
Alla fine, quando era quasi sul punto di spedirla, gli era arrivato un gufo da parte di Harry.
Il messaggio diceva soltanto:


“Mi sono fidanzato con Ginny. Credo che ci sposeremo.
Volevo solo che lo sapessi.

H.P.”


Non sapeva se fosse un semplice avviso od un ultimatum, perché non aveva avuto il coraggio di chiederlo.
Oramai era passato un mese, o forse due, dall’ultima volta che aveva visto Potter, ed all’improvviso fu certo di quello che sarebbe stato il loro futuro: avrebbe lasciato che le cose andassero come dovevano, e Potter avrebbe fatto lo stesso. Così, si sarebbero sposati, ed avrebbero avuto dei figli – Harry di sicuro più di lui, dato che stava con una Weasley – che sarebbero andati ad Hogwarts, e lì avrebbero cercato di evitarsi. O forse no. Ma di sicuro nessuno avrebbe saputo della loro storia.
Il loro cammino assieme terminava lì, e le loro strade non si sarebbero mai più incrociate.



ANNI DOPO


Scorpius non sembrava particolarmente agitato, quella mattina, nonostante si accingesse a prendere l’Hogwarts Express per la prima volta. Draco notò che neppure lui era apparso tanto disinvolto quando era stato il suo turno, e un pochino lo invidiò. Nonostante non avesse nulla da temere – non era lui a dover iniziare la scuola, dopotutto – non ricordava di essere mai stato tanto agitato dal giorno del suo matrimonio. Ed era sicuro che se non fosse stato per il pesante cappotto scuro abbottonato fino al collo, probabilmente avrebbe scoperto di tremare un pochino.
Anche se non ne avevano mai parlato, Astoria sapeva che suo marito aveva avuto un’altra relazione contemporaneamente alle loro prime uscite, e nonostante fosse sicuro che non sapesse assolutamente che si trattava di Potter, una parte di lui continuava a chiedergli “E se lo capisse dal modo in cui lo guardi? E se intuisse qualcosa?” Forse era per questo che non aveva degnato di un solo sguardo l’ex grifondoro e la sua allegra famigliola. O forse solo perché non aveva la forza di vederlo felice con un’altra, felice lontano da lui.
Eppure, alla fine dovette voltarsi. Sentiva chiaro su di sé lo sguardo del moro e del suo amico, e così cedette. Fu solo un attimo, lo salutò con un rapido cenno della testa e subito rivolse il suo sguardo altrove. Eppure, al suo cuore tanto era bastato per cominciare a battere all’impazzata.
“Senti anche tu la stessa cosa, Harry? Anche tu non hai dimenticato?” domandò mentalmente, conscio di non poter esprimere ad alta voce il suo malessere.


Stava per andar via accanto ad Astoria, quando sentì qualcuno chiamarlo alle sue spalle. Si voltò, e quasi non volle credere a ciò che aveva davanti.
Potter.
“Buongiorno, Malfoy.”
Lo salutò. Rivolse un cenno di saluto anche ad Astoria, prima di tornare a concentrarsi sul biondo.
“Buongiorno, Potter. Non mi aspettavo che mi avresti rivolto la parola, mi hai sorpreso.”
Ribatté il biondo, realmente stupito.
“Sono sorpreso anch’io,” concesse il moro, “sai, dopo tanto tempo che non ci vediamo, mi sono chiesto ‘perché non andare a salutarlo?’ dopotutto, alla fine i nostri rapporti non erano più poi così tanto pessimi, no?”
“Già,” annuì il biondo, sorridendo tristemente, “non lo erano.”
“Sai, in realtà non volevo solo salutarti. Il fatto è che con Ron, avevamo pensato di organizzare una cena, tra i ragazzi del nostro anno, sai… e mi chiedevo se ti andasse di partecipare.”
Draco tentò di sondare il suo sguardo, nella speranza di cogliere un qualunque accenno che lo portasse a pensare che non si trattasse davvero una cena in cui erano invitati tutti i loro compagni, ma non ebbe successo. Ciononostante, non cotè fare a meno di provare una crescente sensazione di euforia.
“Ma certo,” annuì, “contaci.”
“Ok, bene. Allora… beh, ti farò sapere il posto e l’ora. Ti manderò un gufo al più presto.”
“Sì, benissimo.”
“Benissimo.”
L’imbarazzo era palpabile, tra di loro, e la tensione fortissima. Astoria si sarebbe resa conto di qualcosa? Per qualche motivo, sembrava non avere poi molto importanza in quel momento.
“Allora ci vediamo.”
Si risolse a dire il biondo. Il moro sorrise ed annuì, prima di salutarli entrambi e recarsi nuovamente dalla sua famiglia e dai suoi amici.
Draco esultò, dentro di sé.
Forse aveva rinunciato troppo presto a lui. O forse non sarebbe accaduto mai più nulla tra di loro, chi poteva saperlo.
L’unica cosa di cui era certo, era che – al contrario di ciò che aveva pensato anni prima – le loro strade si sarebbero incrociate ancora.
E non avrebbe permesso che quella fosse stata l’ultima volta.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Vahly