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Autore: Valerie Leyl Alekxandre    04/07/2015    8 recensioni
Come già qualcuno sa, questa Long-Fic è nata come NaLu Week, ma ho deciso di trasformarla in base alle mie esigenze e a quelle dei lettori in una Long.
Ringrazio gaia21 che senza di lei non avrei mai cominciato a scrivere questa long.
Spero possa piacervi quello che la mia mente ha dato origine.​
*§*§*§*
Lucy è una normale ragazza condannata a vivere una vita infelice sin dalla nascita.
Orfana di genitori e cagionevole di salute, si ritrova ad affrontare tante sventure nel corso della sua vita, finché è una delle sue stesse sventure a farle conoscere l'amore di una famiglia e l'amore della sua vita.
*§*§*§*
Un bacione a tutti e che la lettura sia di vostro gradimento!
[REVISIONE IN CORSO]
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non ho un cuore per poterti amare
Capitolo V. Smoke
**❤**

Lucy girava per i corridoi della caserma intenta ad osservare alcune foto appese alle pareti tra le varie porte dei diversi alloggi, notando che la maggior parte di queste raffiguravano dei bambini assieme a degli uomini, tra questi si riconoscevano benissimo la figura di un bambino dai capelli rosa e quella di un bambino dai capelli corvini.
La bionda sorrise nel vedere alcune foto dove raffiguravano i due ragazzini picchiarsi o fare figuracce, “Di certo avranno avuto una bella infanzia” pensò tristemente congiungendo le mani dietro la schiena, quando le venne in mente, seppur per qualche attimo, la sua.
La ragazza riprese a camminare, dando qualche occhiata veloce ad altre foto per poi svoltare alla sua destra e giungere alla porta che l’avrebbe fatta entrare nella sua camera, sì, nella sua camera, perché ormai erano diverse settimane che lei abitava lì e di certo non era stata per decisione sua.
I due ragazzi l’avevano praticamente costretta a venire ad abitare in uno degli alloggi liberi che avevano, perché entrambi sapevano che se lei si sarebbe ritrovata nuovamente faccia a faccia con i tizi che l’avevano picchiata, senza però la presenza di Natsu o di Gray ad aiutarla, lei di certo non ne sarebbe uscita solamente con qualche livido.
Per questo motivo, lo stesso giorno che era rimasta a pranzo da loro, con l’aiuto di Juvia, i due ragazzi riuscirono a convincerla a venire a vivere con loro.
 
-Vorremmo che tu venissi a vivere qui- disse Gray tenendo il suo braccio dietro la schiena di Juvia tenendola a sé, sorridendo.
-Cosa?- Lucy non ci credeva, prima di tutto aveva sempre vissuto da sola, non sarebbe stato per niente facile stare con tanta gente nello stesso edificio, e poi.. non aveva dormito che nel suo letto in periferia e in quello d’ospedale, sicuramente non si sarebbe sentita a suo agio.
-Ma che bellissima idea!- esclamò Natsu comparendo dal nulla con un sorriso così solare da poter illuminare la stanza se non ci fossero già i lampadari accesi. Il rosato camminò verso la bionda tutto entusiasta, poggiando le sue mani sulle spalle di lei –vedrai che ci divertiremo un sacco!- aggiunse evidentemente felice.
-M-ma io..- la ragazza non sapeva che dire, che finalmente avesse trovato una famiglia?
-Lucy..- si fece avanti il ragazzo dai capelli corvini, staccandosi dalla turchina, mentre Natsu si staccò allontanandosi leggermente -..sappiamo tutti bene che se tu tornassi al tuo appartamento quei tizi tornerebbero a continuare il loro lavoro- aggiunse con sguardo serio.
-Noi non ci saremo sempre a proteggerti- disse il ragazzo dai capelli rosati stringendo i pugni, anche se non voleva ammetterlo, sapeva bene che era così.
-Io non ho chiesto di farmi proteggere- disse lei abbassando il capo mentre i tre cominciarono a guardarla confusi.
-Lucy-san..- si lasciò sfuggire Juvia con voce tremante.
-Io non ho chiesto la vostra gentilezza, la vostra disponibilità.. il vostro affetto..- pian piano le lacrime cominciarono a scendere una dopo l’altra fino a diventare un vero e proprio pianto, non sembrava, ma era felice, felice come non lo era mai stata.
-Lucy-san- disse la turchina sorpassando i due ragazzi per poi abbassarsi a dove la ragazza era seduta sul divano, per poi abbracciare la bionda, anche lei cominciando a piangere ininterrottamente.
Natsu e Gray guardarono le due piangere, ormai la risposta la sapevano già, sorrisero entrambi inteneriti dalla scena che si stava presentando davanti a loro.
 
Ma per lei la situazione era strana e imbarazzante, lei aveva vissuto sola in ospedale per quasi tutta la vita ed anche in quella specie di appartamento, era abituata a vivere da sola senza l’aiuto di nessuno non il contrario, ma proprio quando meno se lo aspettava ad un certo punto era stata catapultata in mezzo ad una mandria di gente, scombinando l’equilibrio che teneva dentro di sé.
La bionda non aveva mai interagito in quel modo con qualcuno, figuriamoci con così tanta gente! Molto spesso non riusciva a rivolgere neanche una parola alle persone che in quel momento parlavano con lei, l’agitazione le saliva in gola rendendogliela secca impedendole di fare un solo suono.
Le uniche persone con cui riusciva a dire anche solamente “a” erano i due ragazzi e Juvia, con quest’ultima nelle ultime settimane aveva stretto un bellissimo rapporto, il quale si era sviluppato durante le lezioni di cucina dettate dalla turchina.
Grazie a lei, Lucy finalmente aveva imparato a cucinare qualcosina di commestibile quando gli altri erano impegnati nelle diverse chiamate d’aiuto provenienti sia dalla città che dalle campagne circostanti, ma se voleva davvero imparare a cucinare, doveva chiedere al cuoco più bravo della caserma, e questo non era niente meno che Natsu.
Eppure a prima vista non sembrava un tipo in grado di cucinare, la prima idea che ci si faceva su di lui era che poteva rischiare di far saltare in aria la cucina con un solo battito di ciglia.
Ma la bionda poté constatare la sua bravura guardandolo all’opera proprio quel giorno, a pranzo, e rimase piacevolmente sorpresa nel vedere lui visibilmente a suo agio tra le pentole.
Si sdraiò sul letto tornando a pensare alle foto che erano appese in corridoio, dove in alcune delle quali, erano raffigurati diversi spezzoni delle vite di Natsu e Gray in campeggio.
La ragazza aveva sempre sognato di intraprendere avventure in mezzo alla natura, anche solo andare a montare una tenda e passare la notte in mezzo al bosco, solo per provare il dolce piacere di sentire i versi degli animali, il venticello fresco sulla sua pelle e di vedere le stelle, non aveva mai potuto osservare le stelle, le aveva sempre viste in alcune foto di riviste, ma mai dal vivo.
In città le era impossibile vederle, per via della luce dei lampioni e delle abitazioni, che continuavano a coprire la vista verso quei puntini luminosi, così belli da mozzare il fiato.
Sospirò pesantemente cominciando ad osservare il soffitto bianco della sua stanza, in quel momento le tornò in mente il giorno in cui si era svegliata in ospedale, con Natsu al suo fianco.
Sorrise, la dottoressa Polyushka aveva ragione, quel ragazzo la stava aiutando davvero molto, e il fatto di non sapere come sdebitarsi con lui per tutto quello che faceva per lei, la faceva sentire triste, in qualche modo voleva ringraziarlo, ma non sapeva come.
Il bussare alla porta le interruppe il suo vagare tra i pensieri, facendola sedere sul letto per rivolgere lo sguardo verso la porta.
-Juvia vuole chiedere a Lucy-san se può entrare!- la voce della turchina risuonò nella stanza, ovattata dalla porta, ma il volume era abbastanza alto per esser percepito dalla bionda.
-Entra pure- disse la ragazza dai lunghi capelli biondi sorridendo quando vide entrare la ragazza dai capelli turchini con il suo pancione a passo lento e affaticato; Lucy era venuta a sapere che Juvia si trovava verso la fine dell’ottavo mese di gravidanza e la cosa la ricoprì di gioia, perché non vedeva l’ora di vedere il pargolo che sarebbe uscito fuori dall’unione della turchina e del corvino.
-Lucy-san, Juvia voleva chiederti se puoi accompagnarla ad andare a fare la spesa- disse la ragazza sedendosi sul morbido materasso dopo la faticosa camminata.
-Ma Juvia, è meglio se non fai inutili sforzi- rispose la bionda guardando la sua interlocutrice, evidentemente preoccupata.
-Ma oggi a pranzo Natsu-kun ha mangiato tutto quello che c’era in frigo ed ora non è rimasto più niente!- pigolò Juvia sull’orlo di mettersi a piangere –come farà Juvia a cucinare per Gray-sama?!- esclamò poi cominciando a piangere ininterrottamente, mentre Lucy la guardava spaesata, non sapendo che pesci prendere.
Infine la ragazza dai capelli biondi sospirò –Andrò io, non ti preoccupare, basta che tu rimani qui ok?- chiese poi poggiando le sue mani sulle gambe della turchina accarezzandole nel tentativo di fermare l’improvviso pianto.
La ragazza piangente smise all’istante di piangere –Davvero Lucy-san farà questo per Juvia?- chiese guardando la sua interlocutrice, la quale annuì con un sorriso ad incresparle le labbra –Ah! Juvia è così felice! Juvia ti ringrazia tanto!- la turchina abbracciò la bionda prendendola alla sprovvista facendole emettere un urletto sorpreso.
-Juvia.. non c’è bisogno di ringraziarmi- disse a fatica Lucy, che nel frattempo, per via della stretta micidiale della sua amica, stava soffocando.
La ragazza dai capelli turchini mollò la presa sulla poveretta, alzandosi cominciando a camminare verso la porta con una mano premuta dietro la schiena.
-Dove vai?- chiese Lucy massaggiandosi il collo per via dell’abbraccio soffocante di poco prima.
-Juvia va a prendere la lista della spesa per Lucy-san!- esclamò lei aprendo la porta per poi scomparire dietro di essa, emettendo un gran tonfo chiudendola.
La bionda sospirò, non ricordava di aver mai vissuto giornate così.. così.. movimentate, anche se non era sicura di definire così il tempo che condivideva con i suoi nuovi amici ormai da giorni, ma era sicuro che per lei era tutto nuovo.
Si alzò dal letto prendendo la sua borsa appesa alla sedia per poi uscire dalla camera, era meglio se risparmiava a Juvia le scale, non voleva metterla in difficoltà più di quanto lo era già e poi soprattutto in quel periodo dovevano stare tutti attenti perché ci voleva un attimo che lei si potesse far male con niente.
-Lucy-san!- la turchina chiamò la ragazza dalla cucina, evidentemente stava piangendo, lo aveva capito a causa del tono che aveva usato.
-Cosa è successo Juvia?- inizialmente Lucy era spaventata, sentendola piangere da lontano le aveva fatto immaginare il peggio, ma quando arrivò al cospetto della ragazza, sorrise.
-Lucy-san! Non trovo più la lista della spesa!- piagnucolò la ragazza che in quel momento era seduta a terra a cercare sotto il tavolo.
La bionda si guardò attorno trovando in seguito il biglietto in mezzo alla frutta riposta nel cesto sul tavolo –L’ho trovato io- disse prendendolo per poi abbassarsi e farlo vedere alla sua interlocutrice –è questo?- chiese sorridendole, Juvia sembrava proprio una bambina quando si comportava in quel modo, e quella era una delle parti più dolci del carattere della ragazza, forse era per quello che Gray si era innamorato di lei.
La turchina tirò su col naso per poi annuire, a quel punto Lucy l’aiutò ad alzarsi dal fresco pavimento per farla sedere su una sedia.
-Che ne dici se ti vai a riposare mentre vado a fare compere?- chiese poi la bionda sedendosi davanti a Juvia, la quale nel frattempo si era asciugata le lacrime.
-Ma c’è molto da fare.. soprattutto da pulire- rispose la ragazza dai capelli color cielo cominciando a guardare la sua interlocutrice.
-Lo farò io quando tornerò, va bene?- disse sorridendole nel tentativo di convincerla.
Juvia annuì titubante accarezzando il pancione –Juvia crede che forse hai ragione- aggiunse facendo l’ultima tirata con in naso.
-È che non voglio che ti faccia male, potrebbe succedere qualsiasi cosa mentre sarò fuori- disse Lucy alzandosi dalla sedia sistemandosi la borsa dopo avervi inserito al suo interno la lista della spesa.
Juvia si alzò anche lei sorridendo, la sua nuova amica era davvero una brava persona, molto gentile e altruista.
-E poi approfitterò del momento per andare in farmacia per andare a prendere i nuovi medicinali che mi hanno prescritto, hai bisogno di qualcosa?- disse la bionda cominciando ad accompagnare in camera la sua amica.
-No, Juvia non ha bisogno di niente- disse gentile la turchina salendo le scale con la bionda.
-Sicura?- chiese Lucy titubante, ma dopo che Juvia si girò verso di lei ripetendo la sua risposta, si fidò facendola entrare in camera –va bene, allora io vado- disse la ragazza dai lunghi capelli biondi facendo sdraiare l’amica per poi aprire la porta e salutarla –a dopo- disse prima di uscire.
 
-Certo he Natsu poteva risparmiarselo- sbuffò Lucy, aveva comprato una marea di cose, a quanto pareva, aveva per davvero svuotato il frigorifero.
Non sapeva nemmeno lei come diavolo stava portando così tanta roba in una sola volta, non poteva nemmeno chiedere aiuto a Natsu o a Gray perché in quel periodo le chiamate, a causa del caldo, erano aumentate e quindi erano sempre più impegnati, lasciando sole lei e Juvia a casa, molto spesso.
La cosa ad entrambe non piaceva per niente, a Juvia mancava torturare con le sue voglie il povero Gray, mentre a Lucy mancavano le sane chiacchierate che faceva con Gray e la compagnia di Natsu.
Lei sentiva che entrambi i ragazzi erano importanti per lei, si era affezionata molto a tutti e due, ma in modo diverso l’uno dall’altro.
Non nascondeva il fatto che entrambi li considerava i suoi migliori amici, ma Natsu era diverso, lei provava un affetto maggiore per lui, diverso da quello che provava per Gray, ma non riusciva a capire cos’era, dato che non lo aveva mai provato.
Sospirò stanca, doveva muoversi a tornare a casa, non aveva ancora ingurgitato i medicinali che aveva comprato poco prima, per questo doveva muoversi, la dottoressa le aveva detto esplicitamente che doveva rispettare gli orari per prenderle, ma la maggior parte delle volte capitava che o se ne dimenticava, o le prendeva in ritardo o semplicemente si stufava di prenderle.
L’ultimo caso avveniva molto spesso, Lucy aveva sempre avuto problemi con le pasticche, non riusciva mai a mandarle giù, neanche con l’acqua, doveva spezzarle in piccolissimi pezzi per poter mandarle giù, altrimenti finiva col strozzarsi, ma oltre a quello, era già da un po’ di tempo che cominciava pian piano a fare a meno di quelle capsule infernali, ormai non le importava molto prenderle o no, data la sua precedente situazione economica.
Ormai mancava poco e sarebbe arrivata, ma delle voci a lei familiari la fecero arrestare quasi subito facendola voltare dall’altra parte della strada sgranando gli occhi dalla paura.
Quel capo biondo lo avrebbe riconosciuto sempre e ovunque, Sting se ne stava al tavolo di un bar lì vicino con la sua ‘bella’ compagnia, leggermente più numerosa del solito.
Digrignò i denti quando si accorse che non aveva con sé la felpa, almeno con quella si sarebbe potuta coprire il capo con il cappuccio per non farsi riconoscere.
Cominciò a camminare svelta nella speranza di non farsi vedere, ma proprio quando stava per chiudere la porta dietro di lei, catturò lo sguardo del biondo su di sé.
Lucy chiuse di scatto la porta, insicura se il ragazzo l’avesse riconosciuta o meno, si poggiò contro di essa per poi scivolarle contro con la schiena fino a sedersi a terra, mentre il cuore cominciò a battere sempre più intensamente, l’ansia la stava assalendo divorandola viva, aveva paura, aveva dannatamente paura.
Il battere così frenetico del suo organo palpitante cominciava a farle davvero male, cominciò a respirare affannosamente, spostando la spesa prese la sua borsa per poi alzarsi e dirigersi verso il divano mentre pian piano le gambe cominciavano a diventare sempre più molli.
Cadde sul divano con un tonfo, per poi estrarre le pillole e prenderle senza l’aiuto dell’acqua, in quel momento era così spaventata che non si era minimamente preoccupata di potersi strozzare con quegli stupidi medicinali.
Le palpebre cominciarono a diventare decisamente più pesanti, ma almeno il dolore, anche seppur di davvero poco, si era affievolito.
Fece cadere la borsa a terra mentre con l’altra mano strinse la stoffa dove vi era il cuore, faceva male lo stesso, ma non poteva far altro che aspettare che la medicina facesse completamente effetto.
Così si addormentò cadendo tra le braccia di Morfeo, sperando di non sognare quel viso che gli aveva procurato così tanto dolore in quei ultimi anni, aveva trovato finalmente un po’ di pace, ma proprio quando aveva cominciato ad abituarvici, lui tornava per perseguitarla, ad ogni costo.
 
-Ehi.. Lucy! Lucy!- lei sentiva chiaramente la voce di qualcuno cercare di svegliarla, il tocco caldo delle sue mani li percepiva perfettamente sul suo braccio, il quale veniva scosso dolcemente.
La bionda aprì lentamente gli occhi, inizialmente accecata dalla luce del lampadario per poi incontrare quegli occhi color smeraldo fissarla preoccupati.
-Natsu?- disse lei con voce roca a causa della gola secca, mentre il ragazzo si spostò leggermente per permettere alla ragazza di sedersi comodamente.
-Lucy!- disse lui abbracciandola prendendola alla sprovvista non capendo il motivo della reazione del ragazzo dai capelli rosa.
Lei nonostante ciò, ricambiò quel contatto, le piaceva troppo la sensazione che provava in quei momenti, si sentiva bene, soprattutto protetta.
-Mi sono preoccupato- disse alla fine lui staccandosi da lei per poi guardarla serio –quando siamo tornati abbiamo trovato la spesa sparsa per terra e te..- disse mentre il viso si inscurì, facendo abbassare lo sguardo alla bionda –..mi sentivo impotente, Lucy- disse ad un certo punto facendo alzare di scatto lo sguardo alla sua interlocutrice –non sapevo cosa fare, eri lì che stavi male e io non potevo fare nulla- aggiunse mentre il tono cominciava a tremare, dalla frustrazione.
Lei non voleva sentire altro, si lanciò nuovamente contro di lui abbracciandolo con foga, stringendolo come più poteva –Io.. mi dispiace.. mi dispiace tanto Natsu- disse lei cercando di contenere le lacrime, non voleva vederlo così, non a causa sua.
Lui la strinse a sé –Promettimi che rimarrai con me- disse soltanto stringendola possessivamente senza farle male.
In quel momento Lucy sentì qualcosa stringersi al petto, come aveva solo pensato di mandare tutto al diavolo? Polyushka glielo aveva detto, eppure Lucy fino a quel momento non ci aveva creduto: se lei sarebbe scomparsa, Natsu avrebbe sofferto, ma solo in quel momento se n’era resa conto per davvero.
Nonostante quella domanda, lei non rispose, rimase in silenzio tra le braccia del rosato, non ancora convinta di riuscir a continuare a vivere, aveva troppa paura di farlo.
 
-Cosa è successo a Lucy-san?!- Juvia comparì sulla soglia preoccupata assieme al suo compagno, il quale la fece in seguito accomodare su una sedia.
-Non devi affaticarti Juvia- disse Gray poco prima di farla sedere –e non ti preoccupare, Lucy ora sta bene- aggiunse posando le mani sulle spalle della sua ragazza cercando di tranquillizzarla.
Intanto Natsu era seduto al tavolo della cucina a bere della birra –Ora sta dormendo in camera sua- disse sospirando in seguito.
-È tutta colpa di Juvia!- esclamò ad un certo punto la turchina, non riuscendo più a sostenere quel silenzio che si era creato, cominciando a piangere peggio di una fontana, mentre entrambi i ragazzi guardarono la ragazza non capendo ciò che lei voleva dire.
-Cosa dici?- chiese Natsu guardandola confuso.
-Juvia ha mandato Lucy a fare la spesa, magari si è sentita male stando sotto il sole per troppo tempo- disse Gray parlando sopra ad una Juvia piangente cercando di farsi sentire dal suo amico, il quale sorrise alla turchina.
-Non è colpa tua Juvia- disse Natsu mentre gli si stringeva il cuore, Lucy non gli aveva dato alcuna risposta, e questo lo aveva turbato davvero molto, ma nonostante questo si ritrovò a sorridere nuovamente ripensando a quando l’aveva salvata, dopo tutto anche lei voleva vivere nel profondo del suo cuore, lui lo sapeva perché se non l’avesse sentita dire “Aiuto” quel giorno, lei ormai non ci sarebbe più.
A quel pensiero sentiva un peso al petto, non doveva pensare a quello che sarebbe accaduto quel giorno, no, non era da lui pensare al passato, lui guardava sempre il futuro vivendo appieno il presente, e così avrebbe fatto con Lucy.
-Io direi di cominciare a preparare da mangiare, che dici Natsu?- Gray prese la parola per interrompere il silenzio che si era venuto a creare, interrotto qualche volta dai singhiozzi di Juvia.
-Va bene- il rosato si alzò cominciando a preparare quello che sarebbe servito per la cena di quella sera.
Intanto il corvino si era inginocchiato davanti alla sua ragazza stampandole un bacio in fronte –Ehi, smettila, non è successo niente- disse con tono dolce tranquillizzandola come meglio poteva.
-Ma Gray-sama..
-Juvia, niente ma, se vuoi andiamo a mangiare un gelato, che ne dici?- propose lui facendola sorridere –è stata una giornata molto calda, ti rinfrescheresti un po’- aggiunse alzandosi porgendole la mano.
-Juvia accetta volentieri- disse la turchina asciugando le lacrime per poi prendere la mano del corvino e uscire insieme per strada alla ricerca di un buon gelataio.
 
Erano un paio d’ore che Lucy se ne stava a letto a fissare incessantemente il soffitto, come se in quel momento fosse la cosa più interessante del mondo. Ma non era il soffitto ad occuparle completamente la sua mente, no, nella sua testa c’erano una marea di pensieri a vorticarle alla velocità della luce, tra cui quelli più pesanti riguardavano il ragazzo biondo.
Ma non era a lui che la ragazza voleva pensare, così si alzò dal letto scoprendosi dalle lenzuola facendo venire a contatto i suoi piedi caldi con il freddo pavimento della sua camera.
Non volle neanche mettersi le ciabatte, cominciò a camminare sistemandosi la veste bianca che indossava uscendo dalla camera.
Camminando per i corridoi si soffermò nuovamente alle fotografie, invidiava molto la felicità dei ragazzi, lei non era mai stata spensierata come loro perché lei sapeva sin da piccola che rispetto agli altri bambini, lei era molto limitata, soprattutto nel giocare con loro a causa della sua malattia.
Da quando era piccola, i medici le vietavano di fare sforzi eccessivi e questo la rendeva ‘noiosa’ agli occhi dei suoi coetanei, per questo si era rifugiata sin da subito tra i libri, quelli erano la sua vera e unica compagnia.
Senza che se ne accorgesse, si ritrovò davanti alle scale, quelle che l’avrebbero portata di sotto e già da lì cominciava a sentire un piacevole profumino proveniente dalla cucina.
Scese lentamente le scale per poi dirigersi verso la cucina, magari avrebbe aiutato Juvia a cucinare data la sua situazione, ma quando vide il capo rosato del ragazzo, voltato in quel momento verso i fornelli, si bloccò.
Come poteva solo dargli una mano? Semmai lo avrebbe aiutato solo a cucinare schifezze, così, depressa per la sua incapacità in cucina, si rigirò per andarsene.
-Lucy!- era lui, si era accorto di lei e l’aveva chiamata.
-Ciao Natsu- si girò lei per guardarlo e sorridergli gentilmente.
-Hai bisogno di qualcosa?- chiese lui sorridendole allegramente, mentre si asciugava le mani con un panno, il quale fino a poco prima era appeso ad una delle sedie della stanza.
-No, niente, ero solo stufa di stare da sola- rispose lei decidendo alla fine di sedersi sorridendo al rosato, magari più tardi gli avrebbe raccontato quello che era successo in quella stancante giornata.
-Allora alzati, così mi dai una mano!- disse lui andando verso la ragazza a passo veloce, entusiasta come lo era quel giorno in ospedale.
-Ehm.. no, meglio di no- disse lei imbarazzata, eppure pensava che ormai Natsu lo sapesse che lei era negata in cucina, nonostante Juvia le avesse cercato di insegnare almeno le cose basilari.
-E perché?- chiese lui guardandola stranito, che c’era di male a cucinare? –pensi di riuscir ad avvelenare tutti?- disse ad un certo punto mettendosi a ridere, mentre lei diveniva più rossa, perché sì, lo pensava per davvero.
-Combinerei solo guai- disse lei distogliendo lo sguardo dal suo interlocutore, più imbarazzata di prima.
Di quel piccolo incidente in sala, sembrava che non ce n’era rimasto neanche la minima traccia, da come in quel momento stavano parlando.
-Vuol dire che ti farò imparare!- esclamò cogliendola di sorpresa per poi prenderle le mani e tirarla su dalla sedia.
-Eh!? Cosa?!- la ragazza non ebbe nemmeno il tempo di ribattere, ma ormai lei lo sapeva, Natsu era impossibile da fermare quando si metteva in testa qualcosa.
-Dai su, almeno sai tagliare la verdura?- chiese lui cominciando a girare qualcosa all’interno di una delle pentole poste sui fornelli.
-Credo.. di sì- disse lei spaesata, eppure quando Juvia l’aveva invitata a farsi aiutare in cucina, non si era sentita agitata come in quel momento.
-Bene, allora comincia- disse lui cominciando a trafficare con altre pentole, dopo tutto non erano a mangiare solo in quattro.
Lucy prese l’occorrente per poi mettersi sul tavolo e cominciare a tagliare, in modo impacciato e alla velocità di una tartaruga di terra.
-Davvero non hai mai imparato a cucinare?- chiese lui ancora girato ai fornelli, la posizione non gli dava modo di vedere come la ragazza se la stesse cavando in quel momento.
-Già- sospirò lei dopo un po’, era talmente concentrata a tagliare che all’inizio non aveva fatto caso alla domanda del rosato –nessuno me lo poteva insegnare- aggiunse corrugando la fronte, le sembrava strano il modo in cui si apriva con il ragazzo, era troppo semplice e.. spontaneo.
-Allora da oggi sarò io il tuo insegnante!- esclamò lui alzando la mano al soffitto entusiasta facendo spaventare la povera, la quale per un soffio non rischiò di tagliarsi un dito.
-Eh!? Ma non ce n’è bisogno davvero!- disse lei diventando rossa come un peperone, la proposta del ragazzo le piaceva molto, ma si vergognava troppo a far vedere al rosato la sua incapacità.
-Sì invece!- esclamò lui spostandosi per andare verso il frigorifero e tirare fuori uova, un po’ di latte e del  formaggio per poi andare in uno degli scaffali a recuperare pan grattato, sale e pepe, per fare una bella frittata –un giorno dovrai pur cucinare per qualcuno- aggiunse sorridendo tristemente, anche se per lui era difficile ammetterlo per l’imbarazzo, gli sarebbe piaciuto se la ragazza dai capelli biondi un giorno avrebbe cucinato solo per lui.
Per colpa di quella frase, il rossore si dipinse sul suo volto fino a farle bruciare addirittura le orecchie, le sentiva pulsare così tanto che si distrasse, ferendosi alla mano.
-Ahi!- si lasciò sfuggire lasciando il coltello per poi correre al lavandino per mettere il dito sotto l’acqua fredda “Oh kami! quanto sono sbadata!” si continuava a ripetere nella testa cercando di non concentrarsi sul dolore che diventava sempre più percepibile nonostante l’acqua fredda gli stesse scorrendo sopra.
-Stupida- disse lui prendendo per il polso la ragazza, chiudendo il rubinetto dell’acqua per poi avvicinare il dito della bionda al viso per scrutare i danni –non ti posso neanche far tagliare della verdura- rise lui facendola arrossire ancora di più di come lo era prima, distogliendo lo sguardo piantandolo sul pavimento.
Ma non era ancora finita per la poveretta perché ad un certo punto sentì qualcosa di morbido e caldo sul taglio, fece per alzare la testa per vedere cosa il ragazzo le stesse facendo, ma appena lo vide la sua testa prese a fumare, talmente tanto era arrossita fino a diventare incandescente.
Natsu aveva posato le sue labbra sul taglio! Lucy non sapeva che fare, si sentiva così rossa che sicuramente di lì a poco sarebbe esplosa per l’enorme quantità di calore che stava generando.
Di certo la sensazione che stava provando era bella, ma la situazione era troppo imbarazzante, soprattutto per il gesto compiuto da rosato.
Ma non ci volle molto che lui si staccò dal dito per poi portarsi la ragazza in bagno per metterle un bel cerotto dove si era fatta male.
Quando arrivò davanti al lavabo, mollò la presa sulla mano della bionda per aprire le ante dell’armadietto appeso davanti a lui e prendere i cerotti.
-Ora ferma che te ne metto uno- disse lui concentrato ad aprire la bustina che conteneva il cerotto, lei lo guardava quasi ridendo, un attimo prima sembrava il re della cucina e un attimo dopo si ritrovava a litigare con un cerotto.
-Sei sicuro di farcela da solo?- disse lei alla fine, facendosi sfuggire una risata, no, era troppo ridicolo! Non lo poteva vedere litigare per davvero con un cerotto!
-Sì! Aspetta un attimo!- disse lui ancora alle prese con quel maledetto affare, lui e i cerotti non andavano mai d’accordo, come facevano gli altri a prendere quella dannata linguetta?! Davvero non se lo spiegava, deciso ad aprirlo, alzò di scatto lo sguardo ghignando, corse un attimo in cucina lasciandola sola, per poi ricomparire qualche secondo dopo con il cerotto quasi completamente tagliuzzato –beh.. almeno l’ho tirato fuori di lì eh eh eh- rise nervosamente grattandosi il capo.
Lei lo guardò con un sorriso divertito in volto per poi avvicinarsi al ragazzo –Vediamo se riesci anche ad attaccarmelo- aggiunse poi porgendo il dito al rosato.
Lui distese il cerotto sul taglio per poi alzare la testa sorridendo allegro –Ok! Ora possiamo tornare in cucina!- disse prendendola ancora per il polso e trascinarla nella stanza.
La bionda fece una faccia spaventata, la tortura non era ancora finita.
-Adesso ti faccio vedere come si taglia, non voglio rischiare che tu ti faccia ancora male- disse lui una volta tornato in cucina, per poi mostrare alla ragazza come fare –è chiaro?- chiese lui mettendosi le mani ai fianchi guardando la ragazza dai lunghi capelli biondi.
Lei annuì insicura per poi cominciare a fare ciò che il ragazzo le aveva mostrato poco prima.
-No, aspetta non così- disse lui mettendosi dietro di lei per poi poggiare le sue mani su quelle di Lucy avvicinando il viso al collo di questa, per poter vedere meglio e non rischiare incidenti.
La ragazza venne colta di sorpresa, no, non si aspettava qualcosa del genere, il cuore aveva cominciato a martellare furiosamente appena lui era venuto a contatto con lei con il suo petto muscoloso contro la sua schiena, il respiro caldo infrangere sul collo e quei tocchi delicati sulle sue mani, le quali venivano mosse da lui nell’intento di farle capire al meglio.
Nonostante tutta quella vicinanza, invece di sentire il calore alle orecchie e alle guance, sentiva uno sfarfallio nella pancia e un bellissimo calore al petto, ma non doveva incantarsi, Natsu le stava solamente facendo vedere come tagliare, non doveva farsi abbandonare dal suo calore.
-Ora hai capito?- chiese lui girandosi per vedere la ragazza, ma l’unica cosa che riuscì a fare fu attaccare il naso sulla guancia della bionda.
Il rosato che fino a quel momento non si era reso conto della situazione in cui si era cacciato, cominciò ad agitarsi, quello strano contatto gli aveva fatto capire che probabilmente era troppo vicino a lei, ma non poteva fare a meno di inspirare il suo dolce profumo.
Lucy invece si irrigidì per un attimo, quel ragazzo prima o poi l’avrebbe fatta atta dannare, ne era sicura, ma non riusciva a fare a meno di farsi cullare da lui.
-Ehm.. scusa eh eh eh- disse lui staccandosi da lei per poi voltarsi verso le pentole e rincominciare a cucinare, mentre un lieve rossore iniziava a colorare le gote della bionda.
-E-e di cosa?- chiese lei balbettando senza voltarsi tenendo salda la presa sulla lama, non si era neanche accorta che aveva cominciato a tagliare, proprio come le aveva fatto vedere il ragazzo dai capelli rosati.
-Uh! È pronto, direi di cominciare ad apparecchiare e a chiamare gli altri!- disse lui cambiando argomento per poi girarsi e prendere la verdura che aveva finito di tagliare la ragazza, quella l’avrebbe usata per fare la frittata.
-Ha-ai ragione- balbettò lei posando il coltello sul tavolo –vado a cambiarmi e torno subito- disse poi scappando su per le scale a passo veloce, il cuore non aveva smesso di martellarle non petto, ed era sicura che la causa era proprio Natsu.
Lui sospirò “Natsu! Ma che cazzo ti è preso!” si urlò mentalmente per poi iniziare a preparare la tavola, doveva tranquillizzarsi, ma sapeva che lui tranquillo non lo sarebbe stato mai più perché finché quella ragazza sarebbe stata nella sua testa e nel suo cuore, il sentimento che provava avrebbe continuato a crescere a dismisura.
 
-Ti piacciono per davvero quelle foto- una voce fece sussultare la ragazza, la quale se ne stava per l’ennesima volta incantata a guardare le foto del corridoio, avevano finito di mangiare da qualche ora e mentre se ne stava tornando nella sua stanza, si era incantata ancora a guardare quelle foto.
-Natsu..- disse lei girandosi per poi incontrare gli occhi smeraldini del rosato.
-Juvia mi aveva detto di averti vista guardare le foto molto spesso- disse per poi anche lui girarsi mettendo le mani in tasca e fissare le fotografie.
-Ah..- si lasciò sfuggire lei; continuò a fissare le fotografie per poi sospirare e chiudere gli occhi –com’è il campeggio?- chiese buttando lì la domanda.
-Beh.. io penso che qualsiasi cosa è bella se la si fa insieme- rispose lui ripensando a suo padre, qualsiasi cosa faceva con il suo adorato papà, era bellissima.
Lei sorrise triste, Lucy non aveva mai fatto niente di bello con nessuno; probabilmente Natsu aveva ragione, anzi, la certezza diveniva sempre più ovvia mano a mano che passava del tempo con lui e con la sua ‘nuova’ famiglia.
-Comunque di per sé è molto bello- aggiunse lui vagando tra i ricordi, si era sempre divertito ad andarci ogni estate, anche se per solo un paio di giorni per via del lavoro di suo padre, ma si divertiva lo stesso.
-Immaginavo- disse lei sorridendo nel vedere gli sguardi felici dei suoi amici da piccoli, lo si vedeva troppo bene dai loro sorrisi luminosi.
-Come? Non ci sei mai andata?- si voltò lui sorpreso, guardandola stranito.
-No- disse lei facendo un cenno negativo con la testa dopo aver chiuso gli occhi –da piccola non uscivo quasi mai dall’ospedale- aggiunse con tono triste tornando a guardare le foto.
-Vuol dire che questa estate ci andremo! Anzi! Credo che possiamo già prepararci per andarci domenica!- esclamò entusiasta facendo voltare di scatto la ragazza dai lunghi capelli dorati.
-Cosa?- disse lei sorpresa e felice allo steso tempo.
Ma lui non la sentì poiché cominciò a correre per i corridoi urlando –Gray! Esci fuori ghiacciolo nudista! Quest’anno campeggio!- urlò lui correndo sempre più lontano, fino a quando la sua voce divenne ovattata.
Lucy rimase paralizzata, non riusciva a crederci! Sarebbe andata in campeggio!
Si girò di scatto per poi dirigersi verso la sua camera, appena entrò si lanciò sul letto sorridendo come un ebete, finalmente avrebbe potuto ammirare le sue amate stelle, e non vedeva l’ora.
Abbracciò il cuscino molto stanca, era sicura di poter descrivere quella giornata con una sola parola: movimentata: per quello che era successo quando era tornata a casa, poi in cucina, in bagno e nuovamente in cucina, aggiungendo poi la proposta di campeggio di Natsu.. sì, quella era stata una giornata davvero molto movimentata.
Chiuse gli occhi mentre un po’ d’aria fresca entrava dalla finestra, rinfrescandola, chiuse gli occhi per poi cadere tra le braccia di Morfeo.
 
-Ohy! Gray!- urlava Natsu battendo la mano sulla porta della stanza del corvino, dimenticandosi completamente che Gray condivideva quella camera con qualcuno.
-Natsu-kun..- una voce terribilmente famigliare e spaventosa venne udita dal ragazzo dai capelli rosati, mentre un brivido di puro terrore gli percorse la spina dorsale.
-J-Juvia..- balbettò il rosato mentre la porta cominciava ad aprirsi lentamente, rivelando lo sguardo accigliato della ragazza dai lunghi capelli turchini.
-Natsu-kun.. perché sei qui a disturbare dal proprio riposo Juvia e Gray-sama?- chiese mentre una vena, molto visibile sulla sua fronte, cominciava a pulsare convulsamente.
-Eh.. eh eh- rise lui nervoso facendo un passo indietro, molto lentamente –e-ecco i-io..- balbettò non ricordandosi il motivo per cui era andato a farsi ammazzare dalla ragazza.
Intanto il corvino, sdraiato sul letto, cercava di trattenersi dal ridere, quanto ci godeva quando era il suo amico a venir strapazzato da Juvia.
-Allora?!- chiese lei alzando il tono di voce, terrorizzando ancora di più il poveretto, ma subito dopo lei si mise a piangere –perché Natsu-kun è venuto a disturbare Juvia e Gray-sama!- urlò piangendo ancora più intensamente.
-A-avanti Juvia.. non piangere- disse Natsu con le mani tra i capelli, disperato, e lui che voleva solo parlare con quel ghiaccio pervertito.
-Ma Juvia è così triste!- urlò lei più disperata che mai.
-Cosa diavolo vuoi fiammifero?- Gray comparve dietro Juvia posandole la mano sul capo, mentre guardava seccato il rosato.
-Ti devo parlare- rispose Natsu ripresosi dalla disperazione di poco prima.
-Juvia- la chiamò lui facendola voltare per farsi guardare da lei –ti prometto che torno subito, vai a letto- disse facendo smettere di piangere la sua amata, per poi uscire e chiudere la porta della sua camera –cosa diamine vuoi?- chiese poi incrociando le braccia al petto.
-Ho intenzione di andare in campeggio- disse ghignando furbo facendo sgranare gli occhi al suo amico d’infanzia –domenica- aggiunse facendo cadere le braccia al corvino.
-Cosa?- chiese lui, a dir poco sconvolto, erano anni che non andavano in campeggio dopo la morte del padre di Natsu, e lui di punto in bianco voleva tornare a farlo?
-Ho pensato che sarebbe meglio se tu e Juvia rimaneste qui durante il campeggio, in quello stato non credo che sia conveniente farla venire- continuò il rosato ignorando completamente la reazione del suo interlocutore.
Gray decise di lasciar perdere le motivazioni che avevano spinto il suo amico a ritornare a fare campeggio, per poi tornare serio –Si hai ragione, è meglio così- rispose il corvino.
-Bene! Allora buona notte!- disse Natsu cominciando a correre verso la sua stanza, lasciando il suo amico solo in corridoio, il quale sospirò rientrando in camera.
 
Erano passati due giorni e Lucy in tutto quel tempo non era mai uscita di casa, aveva troppa paura di incontrare Sting, era ormai quasi certa che lui l’aveva riconosciuta, ma la cosa che la faceva stare ancora più male era che non lo aveva ancora detto a nessuno.
Ma nonostante quello, la ragazza si sentiva al settimo cielo, erano le quattro del mattino e tra qualche ora lei sarebbe andata in campeggio, e ciò non le permetteva di dormire.
Era rimasta sveglia tutta la notte per l’agitazione, anche se lei sapeva che non dormire faceva male, ma quel giorno se n’era fregata, non vedeva l’ora di partire.
Decise così di uscire silenziosamente dalla camera, per non svegliare nessuno, e dirigersi al piano di sotto per poter uscire nel piccolo cortile posto sul retro, così da prendere un po’ d’aria fresca.
Non si mise le ciabatte per paura di svegliare qualcuno con il loro rumore, per poi incamminarsi per i corridoi ed arrivare alle scale, scese lentamente per poi andare in cucina e raggiungere in seguito il cortile, la cui entrata era proprio in cucina.
Si sedette su una sedia per osservare il cielo, ormai chiaro poiché il sole aveva cominciato già a sorgere da qualche minuto, vide distintamente alcune nuvole bianche solcare l’immenso azzurro colorato di qualche raggio arancio.
Rimase ad osservare il cielo finché non sentì la porta della cucina aprirsi, si girò di scatto spaventata, ma trasse un sospiro di sollievo quando vide la chioma rosata di Natsu.
Il ragazzo non si era ancora accorto della presenza della bionda poiché intento a stiracchiarsi con gli occhi chiusi sorridendo.
-Cosa ci fai qui fori a quest’ora?- chiese lui dopo essersi accorto della ragazza, avvicinandosi a lei senza che il sorriso se ne andasse via dal viso.
-Non riuscivo a dormire- rispose lei fissando il cielo, la compagnia di Natsu le piaceva molto, soprattutto in quei momenti –tu?- chiese lei per poi guardare il suo interlocutore sorridendogli gentile, dopo averlo visto ancora un po’ assonnato.
-Io e mio padre uscivamo sempre a quest’ora prima di andare in campeggio- rispose lui sospirando un po’ triste, gli mancavano i bei momenti passati con lui.
Lei lo ascoltò intristendosi, aveva sentito dire che il padre di Natsu era morto quando questo era ancora un ragazzino, era morto per salvare suo figlio, ma nessuno le aveva mai detto cosa fosse successo nei minimi particolari.
-Beh.. credo che sia meglio se ora vai a prepararti, tra poco si sveglieranno anche gli altri- disse il rosato sbadigliando per poi rivolgere il suo sguardo sulla bionda, la quale annuì alzandosi.
-Va bene- disse cominciando ad incamminarsi verso l’entrata -a dopo- aggiunse entrando per poi dirigersi in camera.
 
Il campo in cui avrebbero trascorso il resto dei due giorni era distante circa tre ore dalla caserma, ma nonostante il lungo tempo che avrebbero impiegato ad arrivare, Lucy rimase per quasi tutta la durata del viaggio appiccicata al finestrino del piccolo furgoncino, sì, furgoncino, perché lei e Natsu non erano i soli ad andare in campeggio, c’erano anche alcuni dei colleghi del ragazzo, i quali erano anni che non facevano una vacanza del genere.
La ragazza guardava il paesaggio mutare, si stavano dirigendo tra le colline, in mezzo ai boschi, e per lei era la prima volta che vedeva così tanto verde in vita sua.
Natsu, che era seduto di fianco a lei, sorrise, era contento per aver reso felice la bionda, ma sapeva che finalmente lui avrebbe fatto i conti con il passato, superarlo, perché la ferita che gli aveva inferto la scomparsa di suo padre, non era ancora guarita.
Tornò a guardare davanti a sé mentre il chiasso provocato dai suoi compagni diveniva pian piano sempre più forte, si erano messi a cantare e la cosa non fece altro che divertire sia lui che Lucy.
Ormai aveva deciso, quel giorno ci sarebbe riuscito, quel giorno avrebbe superato il dolore del passato e se ci sarebbe riuscito, avrebbe aperto il suo cuore.
“Papà, te lo prometto, ci riuscirò” pensò lui chiudendo gli occhi, per poi addormentarsi.
 
 “Mi chiedo come faccia a dormire con questo chiasso” pensò la bionda rivolgendo lo sguardo sulla figura che dormiva beata di fianco a lei.
Sorrise osservando il viso tranquillo del ragazzo, con un’espressione contenta dipinta in faccia, sembrava un bambino agli occhi della ragazza.
Rimase a guardalo finché una curva fatta da veicolo non fece scivolare il ragazzo verso di lei, facendogli appoggiare il capo sulla spalla di questa.
Quest’ultima si irrigidì al contatto, sentiva la guancia del ragazzo deformarsi contro la superficie sferica della sua spalla, i capelli sbarazzini solleticarle il collo ad ogni minimo movimento ed infine il caldo respiro del rosato.
Nonostante la strana posizione, la ragazza decise di non svegliarlo, poggiando lentamente la sua testa su quella del ragazzo dai capelli rosati, addormentandosi anche lei.
 
-Ohy Lucy!- oramai era da quasi più di un’ora che erano ‘approdati’ al campo, in una radura in mezzo a una marea di alberi –sai montare la tenda?- chiese poi avvicinandosi alla ragazza, che se ne stava in disparte a guardare gli altri al lavoro.
La bionda fece un cenno negativo con la testa –No, non so proprio da dove cominciare- disse lei affranta, in quei due giorni si era completamente dimenticata di farsi insegnare almeno le cose più importanti che c’erano da sapere.
-Io ho già montato la mia, se vuoi di do una mano- disse lui guardando il borsone della ragazza, il quale era a terra poggiato contro un albero.
-Grazie- rispose lei abbozzando un sorriso, si sentiva una svampita, come aveva potuto dimenticarsi di chiedere a qualcuno di farle da ‘istruttore’?
Il rosato disse un “Ma figurati” a bassa voce, prendendo il borsone della ragazza per poi allontanarsi dal posto, ormai non c’era più spazio lì per montare quella della bionda, l’avrebbe montata vicino alla sua.
Dopo un lungo lavoro per poter spiegare a Lucy come montare la tenda, finalmente iniziarono a tirarla fuori dal borsone cominciando la loro missione.
Natsu giurò di non aver mai faticato così tanto a montare una tenda con qualcuno, ma nonostante quello, si era divertito molto, vedere all’opera la bionda in quel modo lo aveva fatto ridere più volte, consapevole che la ragazza si sarebbe imbarazzata ad ogni suo sbaglio, ma cosa ci poteva fare se lei era così buffa?
 
Dopo aver finito di preparare il campo, il gruppo si era spostato camminando in mezzo agli alberi per giungere al fiume e così per poter fare un bel bagno rinfrescante.
Tutti stavano facendo il bagno tranne naturalmente qualcuno che aveva deciso o di rimanere al campo a dormire e a sistemare le ultime cose, o a prendere il sole.
Lucy rimase a riva sedendosi sui sassi lasciando che i piedi venissero bagnati dalla corrente del piccolo fiume.
Tutti si stavano divertendo e la ragazza fissava gli altri felice, si sentiva in pace, tranquilla, ed era in mezzo alla natura, non poteva chiedere di meglio, magari la compagnia di Juvia le sarebbe piaciuta, ma sapeva fin troppo bene il motivo della sua assenza.
Uno schizzo la fece destare dai suoi pensieri poiché venne bagnata quasi completamente con l’acqua ancora gelida del corso d’acqua.
-Avanti Lucy! Entra!- era Natsu che in tutti i modi cercava di far entrare in acqua la poveretta, la quale rifiutava categoricamente.
-No- diceva lei sorridendo divertita quando vedeva dipinto sul viso del suo amico quell’adorabile broncio che avevano i bambini –io non entro- aggiunse scoppiando a ridere quando il rosato, all’udire di quella frase, uscì dall’acqua dirigendosi verso di lei e cominciare a bagnarla ancora abbracciandola e facendole il solletico.
-Te la sei cercata!- continuava a dire lui facendo ridere all’impazzata la poveretta, la quale non riusciva ad opporsi al suo torturatore.
-No! Natsu!- urlava lei in preda a diversi spasmi a causa del solletico e del freddo, veniva continuamente percossa dai brividi quando la sua schiena veniva a contatto con i sassi caldi riscaldati dal sole mentre l’acqua proveniente da Natsu le cadeva addosso –smettila!- diceva lei cercando di coprirsi il più possibile con le braccia, ma poco poteva fare con quel costume addosso.
-No- diceva lui tra le risate, essere l’artefice delle risate della ragazza lo rendeva felice.
Alla fine, il rosato riuscì a prenderla in braccio per poi lanciarsi contro l’acqua fredda, ma quando l’acqua cominciò ad arrivargli oltre le ginocchia, cadde con lei in acqua, inzuppandola completamente.
-Stupido!- disse lei una volta aver fatto uscire la testa dall’acqua, rialzandosi dando un pugno sul braccio del ragazzo.
-Ma dai! È stato divertente!- rispose il ragazzo dai capelli rosati ridendo, per poi cominciare a schizzare dell’altra acqua sulla poveretta.
Questa inizialmente si girò di schiena per non riceverla in faccia, si nascose il viso fra le mani aspettando che il suo torturatore la smettesse, infatti, quando lo sentì smettere si girò di scatto cominciando a schizzare contro di lui.
Continuarono a giocare così, finché lei non decise di uscire, dopo tutto stare troppo in acqua non le avrebbe fatto certo bene, prese l’asciugamano e si coprì completamente, cominciava ad aver davvero freddo, non aveva mai fatto dei bagni così freddi.
Si sedette tra i sassi caldi al sole per potersi riscaldare al meglio, e la sensazione che ne trasse era piacevole, il caldo oltrepassava l’asciugamano con facilità.
Tornò a guardare gli altri divertirsi, sorridendo spesso quando vedeva Natsu fare lo stupido con gli altri, finendo spesso col fare figuracce frequenti.
La giornata si rivelò molto bella, perché dopo aver mangiato tornarono di nuovo a fare il bagno, divertendosi ancora di più rispetto alla mattina precedente, poiché l’acqua si era scaldata anche se di poco.
Lucy invece si era messa ad esplorare nelle vicinanze dell’accampamento, voleva vedere qualche animale e se era fortunata anche qualche tana, ma nonostante non avesse trovato niente di ciò, era rimasta meravigliata dalla bellezza che la circondava.
Nel tardo pomeriggio, poco prima che il sole cominciasse a tramontare il gruppo si era diviso per andare a cercare un po’ di legna per il falò, quella sera avrebbero mangiato la carne al fuoco e più tardi anche i marshmellow.
 
-Perché non vieni anche tu a fare il bagno sotto le stelle?- chiese Natsu, una volta tornato dal fiume, dirigendosi verso la ragazza, la quale se ne stava seduta vicino al falò con il naso all’insù a osservare il cielo con occhi luminosi.
-Preferisco stare sulla terra ferma- rise lei nervosa continuando a guardare le sue amate stelle.
-E perché?- chiese lui sedendosi davanti al fuoco per asciugarsi prima –è molto più bello guardarle in acqua che qui- disse lui accennando al fumo che continuava ad uscire dalle fiamme, il quale copriva parte della visuale della ragazza.
-No, davvero preferisco stare qui- disse la ragazza dai lunghi capelli biondi, non voleva far vedere a tutti che non sapeva neanche nuotare, in quel momento si sentiva una completa incapace, non sapeva fare niente e soprattutto rendersi utile per qualcuno.
-Fidati di me che è bellissimo- disse lui alzandosi con il suo sorrisone a trentadue denti, entusiasta come un bambino, prese per mano la ragazza facendola alzare.
-No, Natsu..- pigolò lei fissando impaurita il fuoco mentre si allontanava dal campo trascinata dal ragazzo.
-Devi venire, è uno spettacolo mozzafiato!- esclamò lui avvicinandosi sempre di più all’acqua.
-Ti prego no!- diceva lei cercando di tornare indietro, invano, perché il rosato era nettamente più forte di lei; una volta arrivati a riva, dei brividi percorsero la ragazza quando venne a contatto con il liquido freddo, in quel momento non aveva mai avuto così tanta paura dell’acqua.
Era la prima volta che le capitava, fare il bagno al buio, e soprattutto nell’acqua profonda, aveva una tremenda paura di quello che si nascondeva tra le acque, dopo tutto lei leggeva molto, soprattutto libri fantasy, per questo non riusciva a impedire alla propria mente di fantasticare qualche creatura cattiva nascosta nel letto del fiume.
-I-io non so nuotare..- sussurrò sconfitta fermando la marcia in acqua del ragazzo.
-Cosa?- disse lui girandosi, in quegli ultimi giorni stava scoprendo cose su di lei che continuavano a spiazzarlo.
-Te l’ho già detto.. non so nuotare..- sussurrò nuovamente facendo un passo indietro staccando le sue mani da quelle del suo interlocutore.
Lui rimase zitto finché un idea non gli venne in mente facendolo scattare come una molla –Ho un idea!- disse camminando verso la bionda con passo deciso, sì, era decisamente una buona idea, avrebbe approfittato del momento, l’unica cosa che gli mancava però era il coraggio.
Si avvicinò alla ragazza, poggiò le sue mani sulle spalle di lei per poi avvicinarsi con un enorme sorriso in faccia avvicinando le sue labbra.. all’orecchio della bionda, le sussurrò qualcosa all’orecchio mentre lei annuiva titubante.
-V-va bene- balbettò lei abbozzando un sorriso, per poi girarsi e camminare verso il campo per poi entrare nella sua tenda, mentre Natsu si girò verso i suoi compagni più felice che mai, per poi andare a correre incontro a loro nell’acqua per rincominciare ‘la festa’.
 
Un rumore di passi fece scattare la bionda, la quale se ne stava tranquilla a leggere un libro, vide un ombra muoversi a pochi passi da lei, qualcuno si stava avvicinando.
L’ombra avanzò fino all’entrata per poi aprire lentamente la tenda, rivelando la figura del ragazzo dai capelli rosati con stampato in viso un sorriso entusiasta.
-Pronta?- chiese lui abbassandosi per poi porgere la sua mano alla ragazza, la quale chiuse il libro riponendolo vicino al suo sacco a pelo per poi guardare il suo interlocutore e annuire –bene, allora andiamo- disse poco prima che Lucy prendesse la sua mano per poi uscire dalla tenda e camminare verso il fiume.
Tutti stavano dormendo nelle proprie tende, era notte inoltrata e le stelle mostravano il loro massimo splendore, rispecchiandosi nella scura acqua del fiume.
-Dai.. vieni!- disse lui incoraggiandola a raggiungere la riva, mentre si toglieva la maglietta per entrare in acqua.
Lei annuì togliendosi la sua maglietta e i pantaloncini, rimanendo in costume da bagno, si avvicinò all’acqua bagnando i piedi, Natsu la prese per mano cominciando a camminare, mentre la bionda cominciava ad arrossire.
-Ci sono io, ti prometto che non annegherai- disse lui mentre l’acqua si faceva sempre più alta, fino ad arrivargli sopra gli addominali.
Lucy cominciava ad avere paura, l’acqua era scura e la circondava senza permetterle di vedere cosa c’era al suo interno, strinse più forte la mano del ragazzo, il quale accorgendosene si avvicinò a lei, mollò la presa sulla mano della ragazza per poi poter appoggiare entrambe lungo i fianchi della bionda.
Lui continuava a sorriderle –Guarda su, non ti preoccupare, ti tengo io- disse alzando lo sguardo mentre camminava nel riflesso del cielo.
Lei poggiò le mani sulle braccia del ragazzo per poi alzare lo sguardo e vedere il cielo illuminato da una miriade di puntini luminosi, concentrati per la maggior parte in una scia.
-Quella è la via lattea- disse lei meravigliata riconoscendola, l’aveva vista nei libri, ma vederla in quel modo, sentiva una calda sensazione al ventre, qualcosa di piacevole, semplicemente si stava commovendo.
-Eh già- disse Natsu sorridendo, mentre entrambi venivano illuminati dal fascio di luce generato dalla mezza luna.
Il ragazzo abbassò lo sguardo per poter vedere la bionda, e rimase felice nel constatare che la ragazza si era emozionata, rimase ancora una volta incantato dal suo sorriso e dalla sua espressione meravigliata.
-Lucy..- la chiamò catturando lo sguardo di lei su di sé, con quel sorriso che ancora non accennava di andarsene.
-Cosa c’è, Natsu?-chiese lei ancora visibilmente felice, talmente tanto contenta da non notare il tono del ragazzo.
Lui l’avvicinò a sé lentamente facendo venire a contatto i loro corpi, Lucy prese ad arrossire, ma il sorriso continuava ad incresparle le labbra.
-Io..- lui la guardava intensamente, sentiva il cuore cominciare a battere sempre più velocemente, si considerava uno stupido, era un mese che la conosceva e già si sentiva legato a lei da un sentimento davvero molto profondo.
D’altro canto la ragazza invece cominciava ad agitarsi sentendo lo sfarfallio alla pancia e il cuore cominciare a battere sempre di più, così velocemente che sembrava rimbombarle nelle orecchie, ma non batteva come quando cominciava a stare male, no, era diverso, in quel momento lei si sentiva bene, nonostante l’enorme imbarazzo che stava provando in quel momento.
-..devo dirti una cosa- disse lui avvicinando il suo viso a quello della bionda, ad una lentezza allarmante.
A quelle parole Lucy sentiva lo sfarfallio diventare sempre più intollerabile, era sicura che stava per succedere qualcosa, ma la sua testa era andata in pappa e il cuore non smetteva di riversare tutto il rumore che stava facendo, nelle sue orecchie.
-D-dimmi- balbettò lei con le guance in fiamme, mentre i suoi occhi cioccolato si incatenarono a quelli smeraldini del rosato.
Il respiro di Natsu si infrangeva sulle labbra di Lucy, era rovente a tal punto da scaldarla in tutto il corpo, erano così dannatamente vicini..
Un rumore li colse di sorpresa, facendo sobbalzare entrambi una per la paura e l’altro perché non se lo aspettava.
-D-direi d-di c-cominciare ad a-andare- disse lei balbettando sia dall’imbarazzo che dalla paura, stringendo convulsamente con le mani, le braccia del ragazzo.
Questo percepì la paura della ragazza, ne rimase intenerito, ma al tempo stesso la tristezza si impossessò di lui.
Annuì sorridendole –Hai ragione, andiamo- disse lui cominciando ad uscire, lasciò la presa sui fianchi di lei per prenderla nuovamente per mano e dirigersi al campo in completo silenzio.
Alle fine non ci era riuscito, non era riuscito ad aprire il suo cuore.

 
**❤**
Angolo dell'autrice
Scusate il ritardo >_< ma è stato un vero parto questo capitolo, vi giuro che non ho mai avuto così tanta difficoltà a scrivere un capitolo TT.TT erano tre giorni che lo scrivevo, e continuavo a distrarmi con niente, proprio non riuscivo a concentrami TT.TT
Ho paura che non piaccia, perchè non mi convince molto, soprattutto a dove ho inserito la parola 'fumo' >_< l'ho utilizzato come un qualcosa che avrebbe permesso a Natsu di dichiararsi, ma non mi convince..
Ditemi cosa ne pensate vi prego, sono ben accette anche critiche, perchè so che me le merito TT.TT
Vi dico che questo è uno dei capitoli più lunghi che io abbia mai scritto, quindi spero che almeno per questo vi sia piaciuto un pochino ❤
Vorrei ringraziare infinitamente i lettori e coloro che hanno aggiunto alle ricordate/preferite/seguite la mia fiction, vi voglio davvero tanto bene **
Un abbraccio gigantesco a coloro che hanno recensito lo scorso capitolo *^*, grazie a najlafullbuster (devi sapere che io metto Juvia in ogni mia fiction *^*), a Memy-chan (ti prego non uccidermi, so quanto hai agognato il bacio e la dichiarazione O_O), a OurladyofSorrow (sono felice che ti piaccia così tanto, ti ringrazio per aver recensito tutti i capitoli ❤) ed infine a nalla85 (e qui? Ti ha soddisfatta come l'ho sviluppata? *^*)
Ora vado, devo cominciare subito a scrivere il day 5 O_O sono indietrissimooooo!
Un bacione a tutti voi ^^
Mary
   
 
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