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Autore: vale_9826    05/07/2015    4 recensioni
Killian stava beatamente schiacciando un pisolino dopo essere tornato dal lavoro, quando sentì un bussare frenetico alla porta. In un primo momento avrebbe voluto ignorarlo, e in un certo senso ci provò anche, con la speranza che chiunque ci fosse alla porta se ne andasse e lo lasciasse dormire, ma quel bussare non si arrestò, né diminuì di intensità. Così, stanco di quel rumore fastidioso, si decise ad alzarsi e andò ad aprire.
Aveva già una vaga, ma in realtà molto precisa, idea di chi potesse essere, quindi non perse neanche tempo a domandare chi fosse, ma aprì subito la porta.
Una chioma bionda e mossa attraversò la soglia di casa sua, con un passo svelto e nervoso.
Ecco appunto: Emma Swan.
Lo sapeva, anche il modo in cui bussava si differenziava da quello degli altri.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4

Killian non aveva fatto nulla tutto il giorno, sempre se pensare costantemente a lei significasse non fare nulla. Lui si sentiva abbastanza stanco dopotutto, in fondo aveva pensato tutta la giornata a come comportarsi, al perché fosse successo quello che era successo, e a cosa provasse.
Ma tutte le probabili risposte a quelle domande non avevano assolutamente senso. Insomma, Emma Swan era la sua migliore amica, la ragazza sciatta, con atteggiamenti da maschiaccio, sempre chiusa, che si apriva solo con lui. Come poteva pensare a lei come a una persona da… cavolo non riusciva neanche a completare la frase nella sua testa.
Quando aveva visto il suo sguardo pieno di orrore, di vergogna, quasi di odio, si era sentito morire. E anche in quel momento il solo pensarci lo portava a desiderare che tutto quello che era successo fosse stato solo un incubo, a desiderare il loro rapporto di sempre, fatto di battute, di scherzi, di serenità, di affetto.
Però appena pensava a tutte le emozioni che aveva provato quella notte insieme a lei, quasi impazziva. Era stato tutto così bello, così meraviglioso, quando l’aveva baciata, stretta, accarezzata, si era sentito l’uomo più fortunato della terra.
E questo probabilmente dava un senso anche a quegli accenni di gelosia che, solo in quel momento, si rese conto di aver provato in quegli anni: quando si era messa con Neal ad esempio. Non gli era dispiaciuto che lei avesse trovato qualcuno che amava, ma gli aveva dato fastidio. E forse adesso sapeva il perché.
 
< E quindi adesso da quanto state insieme? > chiese Killian un pomeriggio di 1 anno prima ad Emma mentre guardavano la tv sdraiati sul divano.
< Un anno e qualche mese, perché? > gli rispose Emma tranquillamente.
< No  nulla, pura curiosità. Solo mi chiedevo se lui, diciamo ti… avesse mai fatto pressione ecco. > disse Killian piuttosto a disagio. Era curioso dannazione, che ci poteva fare.
< Killian, sei preoccupato per me? > chiese incredula Emma con un sorriso.
Preoccupato? Lui? Giusto un po’, forse…
< Beh insomma non hai mai, cioè… non l’hai mai fatto, e magari mi chiedevo se lui non ti stesse mettendo a disagio e se tu non ti sentissi… sotto pressione ecco! >
Cavolo non era per niente bravo a fare certi discorsi, il fatto che poi stesse parlando ad una ragazza non semplificava le cose. Ma insomma, era solo preoccupato per la sua migliore amica!
< E chi ti dice che io sia vergine, ancora… > rispose Emma quasi in un sussurro mentre cercava di risultare normale girando i canali alla tv.
Killian la guardò mentre con nochalance premeva i tasti sul telecomando. Allora era successo, con Neal. Beh meglio lui che qualche cretino per la sua prima volta, questo era ovvio, ma allora perché sapere che l’aveva fatto con lui non lo rincuorava per niente?

 
Quel ricordo tornò a galla all’improvviso, e si rese conto che già allora lui teneva troppo a lei, talmente tanto da essere geloso di chiunque altro. Ma davvero voleva passare la linea dell’amicizia? Dio era così confuso, e quando si è confusi di solito si parla con una persona fidata. Peccato che l’unica con cui lui riuscisse a parlare fosse Emma, e lei probabilmente avrebbe mangiato vermi piuttosto che vederlo.
 
 
Quando la mattina dopo si svegliò, e il suo primo pensiero lo rivolse a lei, capì che doveva parlarle, e capire cosa lei avesse provato, se non era l’unico pazzo tra i due ad avere certi pensieri nella testa.
Ci aveva già provato a chiamarla il giorno prima ma era stato palesemente ignorato, e quando ci riprovò quella mattina nulla cambiò, Killian così decise di chiamare Mary Margaret per chiederle di Emma. Doveva vederla, e se lei non voleva collaborare, avrebbe trovato un altro modo per incontrarla.
< Pronto? > la voce di Mary era allegra come al solito.
< Ciao Mary Margaret, sono Killian! > esclamò lui.
< Oh ciao Killian… Emma non è con me! >
Killian colse una piccola titubanza nella voce della ragazza.
< Invece è proprio lì con te vero? Sai già tutto… >
< Si. >
< Okay, non dirle niente, so che non vuole parlarmi. Voglio solo un informazione, oggi andrà all’università? >
< Si, ha appena finito di prepararsi… > rispose la donna in un sussurro per non farsi sentire da Emma.
< Perfetto! Grazie mille. > e riattaccò.
Ora sapeva cosa fare, non voleva tenderle certo un agguato. Solo qualcosa di simile.
 
Giunse all’università di Emma giusto qualche minuto prima che finissero i corsi, si nascose dietro un muro da dove poteva tenere d’occhio l’uscita e rimase ad attenderla.
Aveva paura di non riuscire a vederla in mezzo a quella calca di studenti, ma fortunatamente la sua coda bionda spiccava abbastanza da notarla.
Cominciò ad avvicinarsi per fermarla e parlarle, ma poi vide che non era stato il solo ad avere quell’idea.
                                                   
Emma cominciò appena a scendere gli scalini d’uscita dell’università, si era precedentemente laureata in psicologia ed ora stava facendo la specializzazione in psicologia criminale.
All’uscita si ritrovò davanti Neal, con un sorriso tirato e le mani nella tasche dei jeans scuri. Si lasciò sfuggire un piccolo sbuffo, proprio non le andava di parlare già a quattr’occhi con lui, già aveva dovuto studiare come risolvere problemi mentali per ore, non aveva voglia di risolverne altri.
< Ciao… > la salutò lui in imbarazzo.
< Che ci fai qui? > chiese Emma, come al solito, acida e brusca.
< Non hai risposto al mio sms e allora sono venuto a cercarti. Voglio chiederti ancora scusa per la nostra discussione. >
< Bene, ora che lo hai fatto c’è altro? > chiese ancora sulla difensiva.
< Emma si può sapere cosa ci succede? Non facciamo che litigare e urlarci contro. Non volevo che andasse a finire così la nostra storia… >
< Io credo invece che dovremmo finirla qui! >
Lo disse così, di getto. Ma se ne pentì un attimo dopo. Ora avrebbe dovuto dirgli il perché, avrebbe dovuto confessargli l’errore madornale, seppur bellissimo, che aveva fatto. E Neal ci sarebbe stato male, ma da un lato, sentiva di doverlo fare, perché non riusciva più a tenersi tutto dentro.
< Cosa?! Non sarà per la discussione dell’altra sera vero? > chiese un allibito Neal, che non riusciva proprio a credere a quello che aveva appena sentito.
Lui ed Emma stavano insieme da quasi due anni, perché buttare via tutto così?
< Anche, ma non solo per quella. Neal senti, lo sai che tengo a te, molto, ma ormai tra noi non può andare avanti. Io sono stanca, non mi sento più bene quando passo del tempo insieme a te, ma anzi sono sempre nervosa, irritata o arrabbiata. Ho capito che non voglio più continuare questa storia, perché ormai non credo ne valga più la pena. >
< Emma ascolta io posso cambiare, posso migliorare, possiamo ricominciare ed essere di nuovo felici insieme, ti prego non mi lasciare. Ti amo troppo per rinunciare a te! >
< Neal ascolta non è solo per questo. Io ho fatto una cosa, ed è anche per questo che non ce la farei a stare ancora con te. Perché mi sento in colpa, e sporca e… >
< Aspetta un attimo, di che cosa stai parlando? Cos’è che hai fatto? > chiese lui con uno sguardo indagatore e sospettoso.
Aveva un presentimento, Neal, ma sperò fino all’ultimo momento di sbagliarsi.
Emma si morse il labbro, consapevole che dopo lui l’avrebbe odiata. Sentiva un peso sullo stomaco però, che non poteva proprio più tenersi dentro, ed era giusto che lui sapesse la verità.
< Neal io… io ti ho tradito. >
 
< Che cosa? ! >
Neal non poteva crederci, la sua Emma se l’era spassata con qualcun altro a sua insaputa, allora dopotutto le sue paranoie e la sua gelosia non erano così ingiustificate.
< Da quando? > chiese ormai in preda alla rabbia.
< Solo l’altra notte , quando abbiamo litigato… > disse Emma che ormai non riusciva neanche a guardarlo in faccia.
< E dovrebbe essere una giustificazione? >
< No, non lo è. Ma non l’ho fatto intenzionalmente, ero mezzo ubriaca e… > tentò di spiegare Emma ma Neal l’aggredì.
< Ma per favore Emma, dì pure quello che vuoi, resta il fatto che ti sei scopata un altro, che tu fossi ubriaca o meno non fa differenza. Chi è? Con chi sei stata? >
Emma non voleva dirglielo, perché sapeva che sarebbe andata a finire molto male, così tentò di mentire.
< Non lo conosci, in realtà non lo conosco bene neanche io… l’ho incontrato in discoteca. >
< Non è vero mi stai mentendo. Non avrò il tuo super potere che ti fa capire quando qualcuno mente e che funziona con tutti, ma ti conosco abbastanza da capire quando sei tu a mentire. Emma per l’ultima volta, dimmi chi è! >
< Che cosa ti importa? È me che devi odiare, quindi sapere chi è non ti cambierà nulla! >
< A me invece interessa, quindi voglio che tu me lo dica adesso. >
Neal, vedendo che Emma non era intenzionata a rispondergli, afferrò la ragazza per le spalle e cominciò a scuoterla violentemente.
< EMMA DIMMI CHI È! >
 
Killian, nonostante sapesse che non fosse “buona educazione” aveva origliato tutta la conversazione tra Emma e Neal, e non appena vide che quest’ultimo stava mettendo le mani su Emma uscì allo scoperto, gli diede una spinta e si mise davanti alla bionda.
< Killian, cosa fai? > esclamò Neal infuriato.
< Evito di farti fare una sciocchezza! Come puoi pensare di metterle le mani addosso? > urlò Killian incredulo.
< Non stavo facendo nulla di che! >
< Si ma avresti potuto! >
< Se l’è cercata! Non si decideva a parlare, lo sai cosa ha fatto Killian? Lo sai? >
Killian al sentire quella domanda si sentì ancora più in colpa, quanta fiducia riponeva in lui quel ragazzo! Abbassò gli occhi, poi li posò su Emma, che, silenziosamente, lo stava supplicando di stare zitto, di andarsene. Aveva una lacrima proprio sul punto di uscire, quella situazione la faceva stare troppo male.
< Killian… va via! > sussurrò, < Ti prego! >
< Aspetta un attimo… >
Neal aveva notato quel gioco di sguardi, e allora capì tutto! Quasi stentava a crederci.
< Ditemi che non è vero… tu! > esclamò puntando Killian con la mano.
< Neal ascolta… > provò a spiegare il ragazzo, ma l’altro lo interruppe bruscamente dandogli un forte pugno sulla guancia.
Killian non esitò un istante dopo essersi ripreso e rispose allo stesso modo colpendo Neal con violenza. Continuarono a colpirsi a vicenda, Neal però stava avendo la meglio, mentre Emma urlava loro di fermarsi. Stanca poi di essere ignorata si mise tra i due, spinse Killian da un lato e diede anche lei un pugno a Neal.
< Ma come puoi fare una cosa del genere? È vero sono stata con lui, ma questo non ti da il diritto di mettere le mani addosso a lui o a me chiaro?! > gli urlò poi Emma contro.
< Abbiamo chiuso! > sussurrò Neal fuori di sé dalla rabbia prima di voltarsi e andare via.
Emma lo osservò camminare fino a quando non salì in macchina e se ne andò. Seguì poi quest’ultima con lo sguardo, finché non scomparve dalla sua vista.
Chiudere in quel modo una parentesi della sua vita le faceva male, perché con lui era comunque stata felice. Con lui aveva avuto la sua prima volta, con lui aveva provato cosa significa avere una relazione stabile. Ed ora non c’era più nulla.
< Avrei voluto chiudere questa storia prima che succedesse tutto questo casino… > sussurrò poi la bionda, più a se stessa che a qualcuno in particolare.
 
Emma si voltò poi verso Killian che, dolorante, si teneva il mento con una mano e aspettava in silenzio che lei gli parlasse.
< Killian mi dispiace, stai bene? > gli chiese Emma avvicinandosi per controllare come stava.
< Non preoccuparti è una cosa da nulla! > le rispose lui col suo solito sorriso.
< Con te non è mai nulla di grave, togli quella mano e fammi vedere! > esclamò lei prendendogli la mano per spostarla dal suo viso.
Facendo ciò però si ritrovarono a pochissima distanza, ed Emma si irrigidì subito.
< Beh, non è grave, certo ti resterà il livido per un po’ ma… > cominciò Emma discostandosi bruscamente da lui.
< Dobbiamo parlarne, lo sai vero? > la interruppe Killian serio dopo aver visto Emma irrigidirsi.
Emma si voltò verso di lui, imbarazzata.
< Dobbiamo proprio? >
< Io credo di si. > affermo lui deciso.
< Killian io ho bisogno di tempo per riflettere, non riesco neanche a guardarti in faccia, lo capisci? > fece lei disperata.
< Emma se vuoi possiamo tranquillamente catalogarlo come un incidente. Non è un problema. So solo che non voglio perderti per questo Swan, perciò ti prego, risolviamolo insieme. > le disse lui stringendo la sua mano sinistra in quella di Emma.
Killian ci teneva troppo a lei e, anche se i suoi sentimenti stavano cambiando, non voleva perderla per nessun motivo al mondo. Sarebbe stato un amico, ma gli andava bene, d’altronde gli era sempre andato bene così.
Lei lo guardò intenerita. Dio, quanto gli voleva bene.
< Anche io tengo a te, lo sai quanto sei importante nella mia vita, ma proprio per questo ho bisogno di pensare e schiarirmi le idee. Ti prometto però, che non ti allontanerò per sempre… anche perché non ce la farei! > concluse Emma con un piccolo sorriso.
Lui era troppo indispensabile per cancellarlo dalla sua vita.
< D’accordo, allora… vorrà dire che ci sentiamo presto! Non ti farò pressione, anche perché pensare ancora un po’ non farà male neanche a me. Però Emma io sento il bisogno di dirtelo, io ho provato qualcosa l’altra notte, qualcosa di più intenso che non può farti provare il sesso occasionale. Quindi ti prego sii sincera, l’hai provato anche tu? >
< Io… > cominciò Emma, ma non riuscì proprio a formulare una frase.
Cosa avrebbe dovuto dirgli? Che gli era piaciuto fare sesso con lui? Anche se a quanto pareva neanche lui era rimasto indifferente a ciò che era successo, proprio non ce la faceva a confessargli cosa provava. Per troppo tempo aveva provato solo affetto per lui, e rendersi conto di provare qualcosa di diverso verso di lui così, da un giorno all’altro, la confondeva troppo.
All’improvviso il cellulare di Emma squillò, era sua sorella che le chiedeva se poteva fare una commissione per lei, così Emma decise di cogliere la palla al balzo.
< Killian scusami ma devo proprio andare, prometto che ti chiamerò presto. Ciao! >
E lo lasciò lì, da solo con i suoi dubbi, proprio come la mattina precedente, di nuovo. Quella ragazza lo avrebbe fatto impazzire, se lo sentiva.

Buonsalve! Come state? Io sinceramente sto morendo di caldo, e credetemi... stare al pc a pubblicare è una vera sofferenza con questo clima! Ma poichè questo capitolo è piuttosto importante ci tenevo ad aggiornare. Allora... il casino è scoppiato, Neal anche, e sinceramente è stato abbastanza difficile scrivere di lui perchè, diciamoci la verità, nella serie non è che appaia poi tantissimo, ma credo di essermela cavata. Emma ha chiesto a Killian tempo, ancora, ma d'altronde sappiamo com'è Emma, le relazioni non sono proprio il suo forte, che ci vogliamo fare. Alla fine credo che l'amiamo anche per questo XD Beh non ho altro da dire a parte che probabilmente il prossimo capitolo sarà l'ultimo (PIANGO T.T) , ma non ne sono ancora sicura al cento per cento, vedremo. Come sempre, ringrazio immensamente tutte le persone che mi recensiscono, siete fatastiche davvero, e mi invogliate sempre a scrivere e pubblicare, e ovviamente anche chi continua silenziosamente a seguire questa storia. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e... Alla prossima! Un grosso bacio Vale!
  
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