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Autore: Gazy    17/01/2009    10 recensioni
Mi era stata presentata Bella, una creatura umana molto affascinante. Avrei perso l’occasione di vederla crescere? Studiare la sua mente sarebbe stato interessante. Crescere tra vampiri non era certamente una cosa comune a tutti i bambini. Salve a tutti! ^^ Sono tornata con una storia nuova, la prima (per me) scritta su ispirazione di Twilight. I personaggi li troverete forse un pò diversi dall'originale. Ora, provate a immaginare un Edward ribelle, nel suo 'periodo adolescenziale', una Esme Mamma a tutti gli effetti e un Carlisle...bè, come il suo solito! Ci siete? Okay, ora provate a immaginare Edward con in mano un biberon. Cosa c'entra?? Leggete e vedrete. ^^
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Esme Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Primo&Sei – Fuori Strada

L'Amore è un faro sempre fisso, che sovrasta la tempesta e non vacilla mai.
SHAKESPEARE IN LOVE

"Miseriaccia!"
"Ti sei fatta male?"
"No no. Tutto ok."
Sarei stata meglio senza quell'atroce dolore al ginocchio! Strofinai una mano sul jeans, cercando di togliere via la terra e allo stesso tempo di massaggiare la parte lesa. Sperai che non ci fossero fuoriuscite di sangue...
"Stai tranquilla. Se tu stessi sanguinando certamente me ne accorgerei.”.
"Ma non dovevamo parlare della visione di Alice? Dove stiamo andando?"
La domanda rimbalzò tra gli alberi, creando un eco che ritornò tre volte alle mie orecchie. Se c'era una cosa che mi inquietava più di fare i compiti di matematica, era proprio l'eco in un posto sperduto. Ma, in effetti, era sperduto solo per me, poiché Edward sembrava molto sicuro di dove stessimo andando.
Eravamo usciti dal piccolo rifugio per inoltrarci nella foresta più o meno un'ora fa. Edward aveva detto di voler parlare all'aria aperta e io non l'avevo trovata un'idea così terribile... però in quel momento era sulla buona strada per diventarlo.
"Volevo mostrarti un posto. Solitamente ci passiamo quando andiamo a caccia.”.
"E' un modo per avvisarmi che mi mangerai appena arriveremo a destinazione?"
Era avanti a me di qualche passo perciò quando si fermò improvvisamente non potei vedere nient'altro che la sua schiena. In un primo momento pensai che si fosse offeso per la non-tanto-sottile insinuazione, ma poi proruppe in una risata allegra che fece volare una decina di uccelli in lontananza. Sorrisi spontaneamente: il suono delle sue risa poteva considerarsi raro e prezioso per quanto poco mi era capitato di sentirlo.   
"Non farti illusioni. Avessi avuto quell'intenzione non avrei atteso tanto." disse, con una leggerezza tale da farmi rabbrividire.
Affrettai il passo per raggiungerlo: volevo guardarlo in viso mentre glielo chiedevo.
"Carlisle mi ha detto che sei cambiato molto da quando eri un vagabondo. Significa quello che penso?"
Aveva lo sguardo altrove e l'espressione serena non venne turbata dalla domanda. Mi chiesi se prenderla come una cosa positiva...
"Tu cosa credi?"
"Credo che abbiano evitato di dirmi che cacciavi umani prima di entrare a far parte della famiglia, e che sia stato molto stupido proteggermi anche da questo, visto e considerato che non sono stupida e che ci sono arrivata da sola!"
Sinceramente, non mi interessava se Edward si era davvero cibato dei miei simili, quando ancora non mi conosceva. Sapevo di essere in un certo senso egoista, ma qualcosa mi suggeriva che le persone a rimetterci la vita erano biette e immeritevoli di camminare su questa terra. Edward non sarebbe mai riuscito ad essere come tutti gli altri vampiri, anche se si fosse sforzato, sarebbe sempre rimasto l'essere speciale che era.
"Carlisle ed Esme ti vogliano molto bene. L'hanno fatto solo per non sconvolgerti, credimi. Io lo so."
Il modo con il quale aveva parlato non mi piacque per nulla. Era chiaro che non biasimasse affatto il loro comportamento, come se lui fosse un mostro abominevole dal quale io sarei sempre dovuta stare alla larga. Questo non significava nulla, anche Jasper aveva i suoi precedenti e forse anche peggiori del passato di Edward!
"Mi vedi sconvolta?" gli domandai, afferrandolo per il braccio per farlo fermare.
Il suo sguardo era nel mio quando mi rispose.
"No." sussurrò tra le labbra. C'era incomprensione nei suoi occhi, vedevo quanto era sorpreso dal mio atteggiamento e mi sentii subito in dovere di spiegargli il motivo.
"Io non ho paura di te, Edward." dissi, avvicinandomi sempre di più.
Il bisogno di sentirlo vicino mi stava togliendo l'aria nei polmoni. Il desiderio di riassaggiare il sapore delle sue labbra si stava trasformando in un bisogno fisico, come un'astinenza da una sorta di droga. Lui mi fissava con intensità, l'ambra dei suoi occhi in fiamme mentre io mi alzavo sulle punte per raggiungerlo. Cinse i miei fianchi con un braccio. Pressata a lui, smisi di respirare.
"Dovresti." mormorò sulle mie labbra. La voce oscura, intrisa di passione.
Mi baciò con violenza, così come non aveva mai fatto. Spinse la sua lingua dentro la mia bocca con insistenza, afferrò i miei capelli, strinse forte il mio corpo, tanto che non sentii più il terreno sotto i piedi. Fui totalmente travolta da tanto ardore.
Cercai di ricambiare come potevo, ma non sembrava bastare in confronto alla forza che lui stava esercitando su di me. Sembrava... fuori controllo.
"Edward... " lo chiamai in un lamento sommesso, che si sarebbe perso nella foresta per quanto era debole.
Ero pronta a chiamarlo ancora - non aveva dato segno di avermi ascoltato, tutto concentrato a baciare il profilo del mio collo - ma lui mi intimò silenzio, posandomi un dito gelido sulle labbra gonfie. Subito dopo mi ritrovai a cavallo dei suoi fianchi, le mie mani ancora strette dietro la nuca. Sentii dita di ghiaccio sorreggermi la schiena e osare più in basso. Presi una boccata d'aria, annaspai in un mare di sensazione per il quale il mio povero cuore sarebbe potuto scoppiare in mille brandelli da un momento all'altro. Lui sorrise audace sotto il mio sguardo sconvolto, tentatore e bellissimo.
"Co-cosa stai facendo?" chiesi. Potevo sentire le miei stesse gambe stringersi più forte al suo bacino e le braccia legarsi in un nodo stretto attorno al suo collo.
"Promettimi che guarderai me, e me soltanto." Non sembrava ci fosse alternativa, perciò alle orecchie parve quasi un ordine.
Ma non ne fui contrariata: era una promessa facile da mantenere.
"Lo prometto."
Riecco quel sorriso sgambo. Lo ammirai senza riserve, senza vergogna mentre sentivo l'aria scorrere veloce tra i capelli, sollevarli in liane animate che abbracciarono poi il capo di Edward. Solo una parte del mio cervello registrò il movimento, il resto era concentrato sulla scultura perfetta a pochi centimetri dal mio naso. Lo sguardo studiò minuzia per minuzia ogni curva, ogni avvallamento del suo viso. Nel frattempo, il paesaggio scorreva attorno a noi.

Alice
"Lo dovevo immaginare!"
Già, il solito romanticismo teatrale di cui Edward andava pazzo! Eclatante e a volte stucchevole.
Osservai mio fratello sfrecciare nella foresta con Bella in braccio. Avrebbe dovuto portarla in un ristorante o al cinema… qualcosa di moderno insomma! Tuttavia, studiando la mia visione – nella quale erano sdraiati sull’erba in prossimità del ruscello, dove solitamente passavamo dopo la caccia – mi addolcii d’un tratto.
In un'altra situazione, sarei stata anche felicissima di vederli così, insieme e in pace...
"Cosa succede?" mi chiese Jasper. Portava tre delle mie valige sotto il braccio destro, mentre la spalla sinistra reggeva un unico zaino con alcuni suoi vestiti dentro. Che sciocco! Avevo praticamente rinnovato tutto il suo guardaroba qualche giorno fa, ma lui si ostinava a sfoggiare quella... quella roba!
Ancora non riuscivo a capire cosa avesse mio marito contro un buon giubbotto di pelle cucito a mano dai migliori stilisti, o un paio di scarpe di puro camoscio!
"Nulla... " risposi malamente. Volendo sfogare il mio nervosismo, lo caricai senza pietà di altre tre valige. "Tieni!" dissi, mentre gliele lanciavo praticamente contro.
Era la pena minore per aver rifiutato di indossare i meravigliosi vestiti che Io avevo scelto per lui!

Edward
Non potevo resistere ancora...
"Bella."
"Cosa?"
Cercai di fissarla in viso, nonostante il mio sguardo fosse tentato a scendere più in basso.
"Cosa c'è?" mi chiese allarmata.
Mi alzai per andarle incontro. Il movimento fulmineo probabilmente la spaventò, così adottai un'andatura lenta mentre mi avvicinavo.
Dietro di lei luccicava un'acqua limpida e cristallina, musicale nella sua discesa tra lisci sassi e scalini naturali, che rifletteva la luce del sole così come fece la mia pelle quando uscì dall'ombra degli alberi. Vidi me stesso negli occhi di Bella, leggermente socchiusi per sopportare il riflesso accecante.
"Mi mangerai adesso?" mormorò tra le sue labbra, curvate in un sorriso blando.
"Potrei decidere di farlo, se non rimetterai subito quel bottone nella sua asola."  
Indicai lo scollo della camicetta che indossava, fattosi più profondo da quando quel maledetto bottone si era sganciato. Doveva essere successo quando l'avevo presa in braccio...
"Ohm!" l'esclamazione di Bella fu composta. Fissava in basso alla sua camicetta aderente come se cercasse qualcosa tra quella stoffa azzurrina.
Perché non si affrettava a coprirsi? Voleva forse farmi morire di desiderio?
Vedevo troppo: come la sua meravigliosa pelle si curvava per avvolgere l'apice dei suoi seni, e l'avvallamento tra questi...
Santo cielo...
"Bella, dovresti davvero riallacciare quel bottone." l'avverti con voce roca, mente ero incerto sull’avvicinarmi ancora o rimanere ad una distanza di sicurezza. I muscoli spingevano verso di lei, ma la mente li teneva legati in un’inflessibilità agonizzante.
Per mia fortuna il buonsenso di Bella tornò a galla, così tirai un sospiro di sollievo quando la vidi arrossire e sistemarsi in tutta fretta.
Si schiarì la voce, guardandomi con timore.
"Scusami."
Feci un altro profondo sospiro e catturai il suo profumo per riempirmene i polmoni. Il veleno fuoriuscì dai canini immediatamente, in un riflesso involontario che per me era diventato spontaneo ignorare.
"Ti prego, siediti. Dobbiamo parlare." le dissi dolcemente, in un sottile tentativo di alleggerire l'atmosfera.
"Certo."
Ci sedemmo insieme all'ombra, davanti a noi il ruscello che continuava a scorrere vivace nel suo piccolo letto.
Bella si fece vicino per avvolgermi le braccia attorno alla vita e io accolsi di buon grado il suo calore, stringendola debolmente al mio petto.
"Allora? Le previsioni di Alice sono tanto orribili?”.
"Cosa ti fa pensare che siano orribili?" le chiesi.
Forse aveva paura, il suo corpo certamente era irrigidito dalla tensione, potevo sentirlo. Cercai di consolarla con un bacio sul capo, ma le sue spalle continuavano a mantenere la posizione protettiva di chi sta per ricevere un duro colpo.
"Sei così serio... cosa hai chiesto ad Alice?"
"Le ho chiesto del tuo compleanno. Volevo sapere se l'idea di aspettare quella data fosse buona o meno.”.
"E lei... cosa ti ha risposto?"
Sì, aveva paura. La sua voce ne era stata pregna al pronunciare di quella domanda.
Non mi piaceva quell'emozione su di lei...
"A quanto pare le visioni su quel giorno non sono precise. Hanno contorni sbiaditi come quando una persona è incerta sulla decisione presa.”.
Avevo esaminato quella visione allungo nella mente di mia sorella e non ero riuscito a cogliere più di quanto avesse capito lei.
Ricordai come Alice aveva parlato dopo, quando mi aveva detto con tutta sincerità di sentirsi impotente. Che il mio piano aveva buone possibilità di fallire. Che dovevo trovare un altro modo...
"Non capisco." proferì Bella dopo alcuni minuti di silenzio. "Sei incerto su quello che dovremo fare?" chiese.
Alzò lo sguardo e io colsi l'occasione per imprigionare i suoi occhi nei miei.
"No Bella. Io ero più che deciso su quello che avremmo dovuto fare.”.
"E allora...?!"
Sulla sua fronte si formò una ruga che esprimeva tutta la sua confusione. Ma poi la ruga si appianò.
Aveva capito.
 "Tu non eri sicura di dover aspettare quel giorno, vero? Eppure... non me l'hai detto."
Le lasciai scivolare le dita tra i capelli, riavviandoli indietro per scoprirle il collo. Lo sfiorai con due dita e osservai come la pelle calda si increspava in piccoli brividi lì dove il gelo la toccava. Percepivo la sua inquietudine, il timore di aver rovinato qualcosa, di aver disubbidito.
"Io... "
"Non sto facendotene una colpa Bella. Se quella sembra una strada sbagliata per te, cambieremo e ne prenderemo un'altra. Sono solo dispiaciuto che tu non me l'abbia detto prima.”.
La vidi abbassare lo sguardo, colpevole.
"Mi dispiace" sussurrò.
Perché non capiva? Non doveva dispiacersi per me! Non doveva soffrire a causa mia! Se avessi potuto, mi sarei strappato il cuore morto dal petto, regalandoglielo solo per vederla sorridere.
Presi il suo viso con una mano mentre l'altra scivolava oltre la scollatura, posandosi delicatamente sopra il muscolo che il petto celava. Lo sentivo battere furioso, pompare sangue con una vitalità che mi prese immediatamente. Lei si strinse più forte al mio corpo duro e freddo. Mi fissava come se fossi stato prezioso. Fu uno sguardo chi mi lusingò, fino al punto che mi sarei commosso se avessi potuto cacciare lacrime.
"Troveremo un altro modo, vedrai." la consolai, accarezzandola.
"Che sia presto?"
"Sì, che sia molto presto." le promisi.
Sembrò rilassarsi subito dopo il mio Sì, sciolse i muscoli sospirando. Appoggiò il capo sulla mia spalla e io approfittai per abbandonarmi a quel momento. Chiusi gli occhi e concentrai tutti i miei sensi sui battiti del suo cuore, ora calmi e regolari. Le punte delle mie dita era diventate bollenti e il calore sembrava si stesse irradiando in tutta la mano. Il corpo di Bella era piacevolmente avvolto al mio, la sua morbidezza era un dolce sollievo per la durezza della mia carne.
Avevo aspettato un secolo per sentirmi così in pace - spesso vivendo nel dubbio, chiedendomi se l'avessi mai trovata.
Edward!
La mente scattò sull'attenti al richiamo di una voce mentale. Estesi i miei sensi di riflesso, cercando ci captare più informazioni possibili nella foresta mentre ascoltavo quello che la voce aveva da dirmi.
Stiamo arrivando Edward. Manca poco e saremo a casa... Mi dispiace.  
Imprecai tra i denti stretti, e mi maledissi subito dopo per l'errore. Bella aveva colto la mia poco educata espressione, allarmandosi immediatamente.
"Che succede?"
Avevo timore di dirglielo. Mi alzai, portandola con me in posizione eretta, e nel frattempo analizzai la situazione.
Riuscii a localizzare le sei tracce mentali in pochi minuti. I loro pensieri erano limpidi e i loro odori vicini. Domandai a me stesso come avessi fatto a non accorgermene prima.
"Edward! Cosa succede?" gridò Bella. Doveva essere stato il suo intuito a suggerirle che stava effettivamente succedendo qualcosa.
Ruggii di frustrazione e la guardai negli occhi.
"Stanno arrivando Bella. La nostra famiglia... passeranno di qui entro cinque minuti.”.
Cinque minuti se non avessero accelerato, cosa che sarebbe successa non appena avessero annusato il nostro odore tra gli alberi.
Tenni questo dettaglio per me, non c'era bisogno che Bella si agitasse ulteriormente.
"Cosa possiamo fare?" mi chiese. Gli occhi grandi erano spaventati, cercavano in me un aiuto.
Come potevo dirglielo...?
"Nulla." era il modo più semplice, quello diretto. "Anche se dovessi portarti a casa, sentirebbero su di te il mio odore. E capirebbero."
Il mio odore di vampiro era dappertutto, inquinava i suoi vestiti come la sua pelle, i capelli e le labbra. Non c'era parte del corpo che portasse il suo profumo pulito. Era come segnata da vernice fosforescente, invisibile per gli umani, ma lampante per noi vampiri. Tutti si sarebbero chiesti: come poteva un fratellastro lasciare tracce così evidenti sul corpo della sua sorella acquisita?
Aspettai la sua reazione alle mie parole, immaginando rabbia, perché non ero riuscito a prevederlo, e paura, perché non c'era via di fuga.
Ma - ancora una volta - Bella mi sorprese con la sua logica imprevedibile. Mi rivolse uno sguardo improvvisamente risoluto, appena prima di dirmi:
"Okay. Che vengano, noi saremo qui."
Detto questo, mi strinse la mano e mi sorrise.
Ero stupito da tanto coraggio. Non era da lei. Tuttavia, potei solo assecondarla.
La mia Bella aveva deciso: ‘presto’ era arrivato.


Nota dell'autrice: Siamo quasi alla fine ragazze!! ^.^
Questo potrebbe essere il penultimo capitolo... poi potrei postare anche un Riepilogo U.U Se volete! U.U
Ringrazio tantissimo le care lettrici che mi hanno seguita, così come le 'nuove fan' (come alcune si sono definite ^-^)
Sapete, ho dovuto concludere subito questa storia per motivi di studio, ma la mia mente perversa sta già progettando una nuova fiction!! =_=" Sono senza speranze....^.^"
Una saluto sis!! XD Scappooooo!!
 

  
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