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Autore: ayame90    05/07/2015    0 recensioni
e se John avesse chiesto a Jessica di aspettarlo quel giorno che la incontrò nell'aeroporto? E se Harold avesse avuto il coraggio di non lasciare Grace dopo l'attentato al traghetto? Come se la sarebbe cavata il detective Carter senza l'uomo con la giacca a girare per la città? E Fusco, avrebbe avuto il coraggio di lasciare l'HR?
Basta un se per cambiare la storia, qui è come avrebbe potuto essere.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harold Finch, John Reese, Joss Carter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FUSCO



“Assicurati che quella donna non esca dall'ospedale Fusco. Ha pestato i piedi a troppe persone”
Lionel chiuse la telefonata senza dire niente e mise in moto la macchina. Come era finito in quella situazione?
Mentre guidava lo sguardo gli cadde sulla foto di suo figlio. Cosa avrebbe pensato un giorno di suo padre? I poliziotti corrotti di basso livello, come lui, prima o poi vengono scoperti o vengono sacrificati per salvare la pelle a chi sta in alto, e quando sarebbe successo cosa avrebbe pensato quel ragazzo di suo padre?
Alcune volte pensava di voler lasciare l'HR, ma il pensiero così come era venuto, si diluegava immediatamente dalla sua testa, non si lascia l'HR se non in un sacco nero.



Le sirene dell'ambulanza cominciavano ad essere sempre più vicino, Jessica le avvertiva distintamente. Accanto a lei, medici e infermiere aspettavano il paziente, sapevano che era un poliziotto ed era in condizioni gravi.
Dopo pochi minuti i paramedici entrarono con la donna ferita, colpita alla schiena, forse non aveva nemmeno visto il suo assalitore.
Jessica aiutò a spostare il paziente dalla barella e seguiva le indicazioni dei medici, si fermò per un attimo ad osservarne il volto. Era giovane, forse della sua età.

“Il battito cardiaco sta scendendo”
“Il proiettile ha perforato il polmone sinistro, è ancora dentro. Avvisate la sala operatoria, stiamo salendo”
“Jessica prendi il defibrillatore”

Jessica, insieme ad un medico e ad un'altra infermiera, accompagnò la donna di sopra. Mentre erano in ascensore e lei controllava il battito cardiaco e la saturazione di ossigeno sul monitor, pregò che ce la facesse.
Certo, lei era un'infermiera, era abituata a tutto questo, ma quando si trovava davanti un poliziotto, un soldato, qualsiasi persona che nella vita portasse una divisa e che aveva scelto di mettere la sua vita al servizio degli altri, non poteva fare a meno di pensare a suo marito, il suo John.
I pensieri di Jessica furono ben presto interrotti dallo scampanellio dell'ascensore e dalle porte che si aprirono, davanti a loro gli infermieri della sala operatoria che presero in carico il paziente per prepararlo all'operazione.
Mentre loro si allontanavano, Jessica si ripromise di chiedere sue notizie più tardi, ora invece voleva solo chiamare John.

“Prendo le scale per tornare di sotto” disse alla collega. Le scale dell'ospedale erano interne, avrebbe avuto un po' di tranquillità per la sua telefonata. Compose il numero e attese che lui rispondesse, non ci volle molto.
“Pronto?”
“Ciao John. Puoi parlare?”
“Jessica. Sì, aspetta un attimo …. Sono qui, Jessica, cosa succede?”
“Niente. Ero curiosa di sapere come andasse questo tuo primo giorno”

Non parlarono a lungo, ognuno dei due doveva tornare al proprio lavoro ma quei pochi minuti bastarono a Jessica per dimenticare lo stress della mattinata. Poco prima di rientrare in reparto si soffermò a pensare come sarebbe potuta essere la sua vita senza John, se non l'avesse incontrato quel giorno in aeroporto, se lui non le avesse chiesto di aspettarlo, come sarebbe andata? Avrebbe preso il volo per tornare da Peter, l'avrebbe sposato? Forse sì, e poi? Non riusciva ad andare oltre, non riusciva ad immaginare una vita senza l'unica persona che la connetteva con il mondo. *



Fusco arrivò in ospedale che la Carter era ancora in sala operatoria. Le infermiere gli dissero che era grave e che forse non ce l'avrebbe fatta. Lionel si mise così ad aspettare lì fuori, tormentato da mille pensieri e alla fine non aveva più niente a cui pensare.
Tutto sommato la Carter era un bravo detective, chissà se forse lui le avesse parlato non sarebbe stato necessaria ucciderla …. no, Carter non avrebbe mai chinato la testa all'HR e alla corruzione, sarebbe morta piuttosto. E forse accadrà proprio così.
Fusco si allontanò per qualche minuto e quando tornò vicino alla sala operatoria, vi trovò il giovane figlio della Carter.

“Ehi! Tu devi essere Taylor. Io sono il detective Fusco” si presentò l'uomo
“Sì. Sono io. Tu sei il partner di mia madre? Ha già avuto notizie su di lei? Come sta?”
“Calma ragazzo”

Lionel spiegò a grandi linee la situazione al giovane, la sua incertezza sulla sua vita aumentava sempre più mentre guardava quel ragazzo che cercava di essere forte ma al contempo non riusciva a nascondere la paura.
Il telefono del detective squillò per l'ennesima volta, si allontanò per rispondere.

“Allora?”
“È ancora in sala operatoria. Le ferite sono gravi, i medici non sono ottimisti”
“Ricorda Fusco, non deve sopravvivere”
“Sì, ma perché devo farlo io? Sono il suo partner, i sospetti potrebbero ricadere su di me se qualcuno si accorgesse di qualcosa” Lionel cercava di tirarsi fuori, ma le sue scuse non erano che foglie al vento. “Potrebbe occuparsene Stills ...”
“Stills sarebbe sospettato ancor prima di te. E non ti preoccupare Fusco, nessuno ti vedrà nella camera della Carter”

Simmons chiuse la telefonata senza dare il tempo a Fusco di replicare ancora, tanto sarebbe stato inutile. L'HR aveva già deciso. Lionel stava per ritornare dal figlio della Carter quando il telefono squillò di nuovo. Il nome di suo figlio lampeggiava sul display.

“Ehi campione!”
“Ciao papà! Ti ricordi che domani sera dobbiamo andare a vedere la partita?”
“Certo! Cosa credi? Sono vecchio ma non ancora smemorato! Domani sera ti vengo a prendere alle sette, facciamo scorta di schifezze e poi dritti allo stadio”
“Sì! Non vedo l'ora papà!”
“Anch'io campione. Senti ora devo andare, sto ancora lavorando. Ti chiamo più tardi, d'accordo?”
“Sì, papà. Ciao!”
Suo figlio concluse la telefonata prima che lui potesse premere il tasto di termine, rimase per qualche secondo a guardare il telefono, lo strinse con più forza, poi lo rimise nella giacca.
Cosa doveva fare!?

Dopo molte ore Carter uscì dalla sala operatoria, Taylor rimase con la madre fino a quando un'infermiera non lo mandò a casa. Di fronte la stanza della detective furono messi due agenti di scorta.

Il giorno successivo, un ragazzo piangeva sua madre e un altro rimase ad aspettare invano il padre che non arrivò mai per portarlo allo stadio come promesso. Qualche giorno dopo il fiume glielo restituì.





Note Autore:
Un finale non certo lieto per Lionel e la Carter ma senza l'uomo con la giacca probabilmente Elias avrebbe avuto la strada spianata nella conquista di New York.

Per ora la storia si conclude qui, sto scrivendo un quinto capitolo incentrato su Root e Grace ma non so quando sarà pronto, perchè sarò impegnata con esami e concorsi, e diaciamecelo, Root non è un personaggio semplice da trattare e dovrò lavorarci parecchio su.

Alla prossima!!! ^__^






   
 
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