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Autore: voldyepotty    05/07/2015    0 recensioni
Sequel di Perdono
Dopo la guerra Draco deve riprendere in mano le redini della sua vita ed andare avanti, senza un padre né una madre.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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LIFE GOES ON WITHOUT YOU


Erano passati dieci anni dalla morte di suo padre, e la vita era andata avanti.
Lui, una volta guarito, era riuscito un po’ ad integrarsi nella routine di quella vita, anche se molte cose erano ancora difficili.
Non mancavano infatti gli insulti scagliati contro di lui, che ormai erano diventati parte della sua quotidianità e gli scivolavano addosso come se nulla fosse.
Oltre a questo, era anche riuscito a farsi qualche amico. In realtà era riuscito a farsi solamente un’amica, una sola. Questa era niente meno che Hermione Granger, eroina del Mondo Magico che aveva avuto un ruolo fondamentale nella sconfitta del Signore Oscuro e dei suoi seguaci. Era successo un paio di mesi dopo della morte di suo padre, Hogwarts era stata liberata dopo una lunghissima battaglia che aveva praticamente distrutto l’edificio. Dopo suddetta battaglia, erano riusciti a liberare tutti i prigionieri di Malfoy Manor. Ciò che ne era rimasto del Manor era stato restituito al giovane Malfoy.
Draco non era però riuscito a ristrutturare niente.
Il Ministero aveva deciso che il patrimonio della famiglia Malfoy sarebbe stato usato per la ricostruzione del Mondo Magico e per riparare i danni di guerra.
Il giovane si era quindi trovato senza neanche un soldo e senza casa.
Con l’aiuto di Hemione si era trovato un lavoro nella Londra babbana ed aveva comprato piccolo appartamento.
Molti erano convinti che il giovane erede della famiglia Malfoy si fosse trasferito all’estero e avesse lasciato tutto e tutti alle spalle, ma non era vero.
Non appena si era ripreso aveva subito iniziato a cercare un lavoro. Sapeva che prima o poi sarebbe dovuto andarsene dal quartier generale dell’Ordine della Fenice in quanto ospite non gradito.
Aveva passato giorni e giorni alla ricerca di un qualunque lavoro, ma niente. I ricordi di quei momenti terribili ancora freschi nella sua mente.
Si era proposto come aiutante per un Pozionista, assistente di qualunque genere, commesso, barista o cameriere, ma non c’era stato verso.
Era sempre la stessa storia.
Draco stava entrando nell’ennesimo negozio in una delle stradine secondarie di Diagon Alley. Affisso fuori c’era un cartello con scritto: “cercasi personale”. Quello aveva acceso un po’ di speranza nel giovane che era ormai disposto a fare di tutto; quei soldi gli servivano.
Una volta entrato, aveva subito parlato con l’anziano signore seduto dietro alla cassa del negozio.
“Come ti posso aiutare, giovanotto?” aveva chiesto l’uomo.
“Io sto cercando un lavoro.” aveva risposto il giovane.
“Allora vieni con me. Mio figlio è il responsabile di questo tipo di faccende.”
Aveva quindi accompagnato il ragazzo nel retro del negozio, in quello che sembrava uno studio.
Non era niente in confronto allo studio che suo padre aveva al Manor. Quell’elegante stanza dalle pareti verdi coperte da librerie piene di libri e oggetti provenienti da tutto il mondo.
Quella che doveva essere la scrivania dietro la quale era seduto l’uomo non era niente.
Nella mente di Draco affiorarono allora i ricordi di quando da piccolo correva nello studio e trovava suo padre seduto dietro ad un’imponente scrivania di legno di Mogano, che leggeva alcuni documenti.
Il giovane si accorse che l’anziano signore che l’aveva accompagnato stava uscendo dalla stanza lasciandolo così solo assieme ad un altro uomo.
Si sforzò quindi di “scacciare” i ricordi del padre ed invece concentrarsi e cercare di ottenere quel lavoro.
“Guarda, guarda… chi l’avrebbe mai detto che un Malfoy sarebbe venuto da me a cercare un lavoro.” aveva detto l’uomo con tono sprezzante, “e cosa vorresti fare?”
“Qualunque cosa, signore.”
“Signore” fece verso l’uomo, “come mai non vedo più quel ghigno maledetto o quell’atteggiamento superiore, eh?”
Draco non aveva risposto.
“Ora non mi rispondi? Ti hanno forse tagliato la lingua?” aveva aggiunto l’uomo ridendo.
Il ragazzo non ce la faceva più. Era stanco di tutta la gente che gli rinfacciava tutto quello che aveva fatto in passato. Lui era cambiato.
“Hai perso tempo a venire qui. Non assumerò mai un mangiamorte come te.”
Draco stava uscendo quando l’uomo aggiunse, “Per la cronaca, tuo padre se l’è meritato. Forse però ha sofferto troppo poco.”

Erano stati così quasi tutti i “colloqui” che aveva avuto.
Si era trovato ad un certo punto disperato, non sapeva cosa fare.
Ad un anno dalla morte del padre, aveva avuto un crollo a livello psicologico. Era senza un soldo, senza lavoro e senza casa. Se quello non era abbastanza, era solo. SOLO.
Nessuno voleva aver nulla a che fare con lui.
L’unica persona che gli era stata vicina ora era morta.
Severus Piton era morto durante uno scontro con Voldemort. Era morto da eroe e così veniva ricordato.
Tutti avevano velocemente cancellato il loro odio nei confronti del professore più temuto ed odiato a Hogwarts.
Ogni anno, all’anniversario della sua morte, veniva celebrata una cerimonia speciale dove tutte le persone importanti del Mondo Magico porgevano i loro rispetti a quell’eroe.
Il giovane aveva più volte cercato di andare anche lui a pagare i suoi rispetti, me era stato continuamente cacciato dalle guardie che sorvegliavano il luogo per evitare che nessuno danneggiasse niente.
A volte Draco sperava che fosse successo così anche al padre, ma non era così.
Il corpo di Lucius Malfoy, una volta ritrovato, era stato gettato in una fossa comune assieme ai corpi degli altri mangiamorte. Il figlio aveva provato con ogni mezzo a farsi ridare il corpo ed a poterlo seppellire in modo decoroso, ma non c’era stato verso di farsi dare l’autorizzazione.
Aveva dovuto quindi accettare l’ennesima mazzata sui denti ed andare avanti.
Ogni anno, nel giorno dell’anniversario della morte del padre, Draco si recava dove era stato sepolto suo padre. Trasfigurava quello che trovava a portata di mano in un mazzo di fiori che poi appoggiava davanti alla lapide che aveva costruito con del legno e dove aveva inciso il nome del padre.
Rimaneva lì per ore. A volte parlava con lui, a volte rimaneva in silenzio.
Era uno di quei giorni quando aveva rincontrato Hermione Granger. Lei era al cimitero per portare un mazzo di fiori al professor Piton e si era accorta di una figura seduta sul terreno di fronte a quella che sembrava una lapide. Si era avvicinata ed aveva riconosciuto quella chioma bionda. Malfoy.
I due avevano parlato, lei l’aveva invitato a prendere un caffè e da lì era nata un’amicizia.
Con l’aiuto della ragazza, Draco aveva trovato un lavoro come barista nel mondo babbano ed un appartamento.
Non viveva più nel mondo magico. Ci tornava solamente una volta all’anno, quando era sicuro che nessuno lo vedesse.
Pian piano, un sacrificio dopo l’altro, era riuscito a costruirsi una vita.
Durante uno dei suoi turni al bar aveva conosciuto una ragazza. Andava sempre lì quando voleva prendere qualcosa da bere.
Con il passare del tempo i due si erano conosciuti meglio. Erano l’uno l’opposto dell’altra.
Lei aveva capelli neri ed aveva una strana passione, a detta di Draco, tatuaggi.
Non ne era completamente ricoperta, no, ma ne aveva almeno una decina. Il giovane, incuriosito da questi disegni sulla pelle della ragazza le aveva chiesto se avessero un significato. Lei gli aveva così raccontato di ogni singolo tatuaggio e del suo significato. Come il teschio con le rose in memoria di suo nonno, che per lei era stato come un padre, o la piccola ancora tatuata sulla caviglia a simboleggiare la speranza, o ancora lo yin yang che aveva sul polso per rappresentare l’armonia.
Così parlando Draco aveva deciso di farsene uno, o meglio due, per ricordare i suoi genitori.
All’inizio non sapeva cosa farsi, incerto di quanto grandi li volesse. Aveva allora chiesto a questa ragazza di dargli un consiglio.
I due si erano recati dal tatuatore, un amico di lei, e si erano fatti dare dei consigli.
Draco voleva che fossero una cosa semplice, ma profonda. Aveva deciso di farsi due semplici fasce nere che, come gli aveva detto l’uomo, stavano a significare la perdita di qualcuno importante.
E così se le era fatte, appena sotto il gomito. Una per sua madre e una per suo padre, nella certezza che sarebbero rimasti per sempre con lui.
Draco e la ragazza, Catherine, Cath per gli amici, si erano continuati a vedere e da lì era nata una relazione fortissima.
Lei era diventata il motivo per cui lui tirava avanti, ed era la gioia dei suoi giorni.
 
Ora, dieci anni dopo la morte di suo padre, Draco aveva deciso di raccontare tutto quello che era successo a Cath, voleva che lei lo conoscesse fino in fondo, ma temeva di essere giudicato.
Ma lei invece l’aveva ascoltato, capito e poi consolato. E lui si trovava a pensare che la vita in fondo non è poi così male.

«One by one
Only the good die young
They’re only flying to close to the sun
And life goes on-
Without you…» - No one but you, Queen

  
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