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Autore: adventury_in_lovely    06/07/2015    0 recensioni
Questo è la prima fanfiction della serie "College's life" che parla dell'avventura do CeCe al college.
-Innamorata (?)- CeCe è appena arrivata al college e deve farsi nuovi amici non conoscendo nessuno. Si scontrerà con la sua compagna di stanza che mostrerà interesse per lei e con un ragazzo biondo che tenterà di rapire il suo cuore. Poi le barbie? Ogni college ha le sue barbie... Ragazze carine un po' stupide, a parte la loro leader, ragazze oltremodo facili e che escono con tutti. Un po' (molto) smorfiose che cercano di mettere in difficoltà le loro possibili rivali con trucchi crudeli.
Le Barbie del Pretty College vedranno CeCe bellissima, alla moda e corteggiata. E se per non avercela come rivale cominciassero ad escogitare piani per farsela amica e includerla del gruppo?
Anche se questo sarà il tema del secondo romanzo sarà proprio verso la fine del primo che Hope, la Barbie n 1, inizierà ad accorgersi della potenziale avversaria che vive in CeCe.
Ma la vera domanda che ci dobbiamo porre per affrontare la lettura della ff 1 è il biondo ricciolino ci riuscirà a far breccia nel cuore di CeCe?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il rumore fastidioso della sveglia mi costringe a socchiudere gli occhi. Questa sveglia è una cianfrusaglia da 3 euro che ho acquistato dai marocchini anni fa e il suo squillo consiste in un trillo trapana-timpani che ho imparato a detestare. Non avendo nessuna intenzione di alzarmi butto un braccio sul comodino per cercare di zittire quell'aggeggio infernale. Prima di colpire la dura plastica bianca colpisco violentemente il legno del comodino più volte, finendo per imprecare sottovoce.
-CeCe! Alzati tesoro.- la voce di mia madre è forte e chiara, ma il mio sonno ha la meglio e le palpebre mi cadono pesanti sulle iridi color acquamarina.
-CeCe!- sbircio stanca dallo spazio lasciato dalle palpebre schiuse e borbotto:
-Arrivo mamma...- non sono nemmeno certa che mi abbia sentito. Mi metto a sedere gobba con gli occhi che mi bruciano, mando un'occhiata alla scrivania colma di libri e l'attenzione mi cade su un fascicolo azzurro. Cerco di concentrarmi e leggo assonnata: fascicolo delle competenze di CeCe Prake. Improvvisamente mi ricordo tutto: il perché quella mattina mi ero svegliata presto e l'importanza di quel giorno. La sonnolenza mi passa d'un colpo e scivolo come una pantera giù per la scala a chiocciola. 
Mi attende in cucina un tavolo apparecchiato sontuosamente, o almeno relativamente ad una colazione. Una tovaglia rosa nuova di zecca ricade sul vetro del tavolo formando delle pieghe,  sopra un piatto pieno zeppo di uova e bacon. Accanto c'è un bicchiere d'aranciata con un ombrellino di carta dentro. Ma a catturare subito la mia attenzione è un manifesto in fucsia fluo pendente dal soffitto con scritto in verde acqua: "Buon viaggio alla mia neo-studentessa del college!"Sfodero un'ampio sorriso:
-Non dovevi mamma...- 
-Certo che dovevo amore mio! È la tua ultima colazione qui per molto tempo. Emozionata per il college?- sospiro:
-Contenta e preoccupata... Sai, ansiosa per la compagna di stanza che mi aspetta!- 
-Ti troverai bene!- così chiacchierando non mi sono accorta che ho finito di mangiare e che sto raschiando con la forchetta il fondo pulito del piatto. Mi alzo per andare a prepararmi:
-L'aranciata non la bevi?- arriccio il naso.
-Non mi va.- corro di sopra e apro le ante a specchio del mio armadio osservando come un'estranea tutti quei vestiti e tutte quelle scarpe. Prendo in mano una lunga gonna a fantasia ma dopo averla osservata a lungo la tiro sul letto scuotendo la testa. La mia scelta successiva sono un paio di pantaloncini jeans cortissimi un po' strappati: i miei preferiti. Li giro e li rigiro ma alla fine decido di metterli nella valigia infatti mi sembrano troppo scollacciati e azzardati per il primo giorno e potrebbe farmi fare la figura della... Come dire per essere educata... Troia? Puttana? Decidete voi. Fisso adesso un vestito blu accollato e coprente che a dir la verità ho sempre odiato infatti a catturare la mia attenzione è un bagliore di verde accanto. Un lembo di lycra (tessuto dei costumi) verde germoglio pende da un cassetto chiuso. Lo apro e prendo in mano un vestito di Lycra color verde germoglio a fascia, che in realtà è un po' corto, quasi inguinale, ma che mi piace molto. Lo metto sul letto e fisso la scarpiera ma la scelta delle scarpe è molto facile: prendo un paio di converse bianche con le righine rosse e blu ai lati. 
-Ricordati la doccia CeCe!- grida mia madre ma io non la sento perché di già l'acqua scorre forte attorno a me. Fresca e rilassante mi scivola sulla pelle facendomi rilassare i muscoli in tensione per l'emozione e facendomi svegliare del tutto. Quando mi accerto che la mia pelle profumi di sapone alla vaniglia prendo l'asciugamano azzurra e massaggio delicatamente il mio corpo bagnato frizionando gli arti fino a che non rimane più una sola goccia birichina. Indosso il vestito verde germoglio che mi cade attillato sul busto magro e sul seno prosperoso ma largo appositamente sulle cosce, per poi stringersi nuovamente nel bordo elasticizzato di sotto. 
Le converse mi calzano a pennello e sorrido compiaciuta mentre mi osservo allo specchio. Pettino i miei lunghissimi capelli color nocciola e applico un po' di matita attorno agli occhi color acquamarina chiarissimi che spiccano sulla carnagione abbronzata del viso. 
Alla cieca prendo metà guardaroba (top, magliette corte e lunghe, gonne, minigonne, jeans strappati e attillati o interi e larghi) infine verso letteralmente l'intera scarpiera in un'altra valigia. 
-Mamma sono pronta!- 
-Anch'io tesoro vieni in macchina!- scendo e apro il portone di casa aspettandomi di trovarmi davanti alla cabriolet rossa della mamma ma mi sorprendo di vedere mia madre in piedi con un sorriso smagliante davanti a una Q3 bianca lucida nuova di zecca. 
-Regalino per la mia bambina.- certo, ora ho sedici anni e posso guidare la macchina, ma non mi aspettavo questo regalo: la mattina del mio primo giorno al college inizia più che bene. 
-Grazie mamma- le salto al collo e le bacio la guancia profumata poi mi allontano aprendo lo sportello del lato guidatore:
-No CeCe, per oggi guido io.- la guardo stupita ma non controbatto e salto accanto. 
Mia madre mette in moto e partiamo, ogni metro che passa la mia ansia aumenta a pari passo con la curiosità e comincio a fantasticare sulle mie possibili compagne di stanza: mi immagino una secchiona santarellina con lunghe gonne ma simpatica, una ragazza dolce che porta sempre del cibo nella stanza, una maniaca dell'ordine che passa tutta la giornata a sistemare o una maniaca della pulizia che sta ore in bagno; invece una troia che porta giorno e notte ragazzi  in camera? No grazie! 
-Capito CeCe?- 
-Eh?- non mi ero accorta che mia madre mi stava parlando.
-Dicevo che tra cinque minuti arriviamo.- appena vedo il cartello: "Pretty College ⬆️ cinquanta metri" mi viene un tuffo al cuore e quando vedo in lontananza il profilo di un edificio che sarà una confraternita mi metto a saltellare. 
Finalmente in trenta secondi arriviamo, mia madre parcheggia e tira giù dal portabagagli i miei tre trolley. 
-Li porto io fino all'ufficio registrazione CeCe!- sorrido e annuisco gratificante. 
-Scusi, mi chiamo CeCe Prake, posso avere le chiavi della mia camera?-
-Ha detto CECE PRAKE?- 
-Esattamente.-
-Bene, la sua camera è la 214, la sua compagna è già dentro.- il ragazzo dai capelli rossi che parlava con me fa cadere una chiave di acciaio nella mia mano. Sussulto per quanto è fredda, ma poi mi riprendo e mi avvio con dietro mia madre. Lei ha detto che avrebbe portato i miei bagagli fino a quel punto soltanto ma a quanto pare sta continuando. Mi fermo con il cuore che mi batte all'impazzata davanti ad una porta rosso rubino con scritto in dorato luccicante: 214.
   
 
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