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Autore: frosty lily    06/07/2015    2 recensioni
Ora escono per dirigersi verso l’edificio dove si terrà la riunione. Una trappola per topi, in realtà. Ma loro, ignari di ciò, entrano. Ed ecco il mondo intorno a loro farsi confuso e sbiadito, come un quadro a contatto con la trementina.
E il mio gioco ha inizio. La disperazione regnerà su questo edificio, su queste sedici nazioni e sul mondo!!!
Solo a pensarci inizio a sbavare… ops…
Beh, che il gioco degli omicidi abbia inizio!!
(tratto dal prologo)
AVVISO: Angst e lacrime a non finire, presenza di OC e possibile OOC.
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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~~Kiku sospirò. Dopo averli gentilmente congedati (“E ora smammate, bastardelli!!”), Monokuma era sparito. E gli altri si erano sparsi per il primo piano, l’unico di quel gigantesco liceo a cui avessero accesso.
Qualcuno però non ce la faceva. Come lui, per esempio, a cui era bastato esplorare la propria camera.
La verità era che la situazione era troppo pesante per lui. Soprattutto perché la conosceva fin troppo bene.
Forse, pensò, avrebbe fatto meglio a parlare un po’ con gli altri, per tranquilizzarsi.
Si alzò e uscì, alla ricerca di… chiunque gli fosse capitato sotto tiro.

Qualcuno però non era dello stesso avviso.
Alcuni di loro, che non erano riusciti a superare il trauma iniziale. Non volevano avere relazioni di nessun tipo con gli altri, per paura di ritrovarsi davanti il cadavere di un amico. Purtroppo per loro, molte relazioni esistevano già.
La cosa divertiva molto Monokuma… ma torniamo al nostro protagonista.

Uscito dalla camera, Kiku si era trovato nei corridoi della scuola. Immensa. Smisurata. Cinque piani, e loro per il momento avevano accesso unicamente al primo. Mah.
Purtroppo lui sapeva già come funzionava. Dopo ogni processo, un nuovo piano veniva aperto. Sfortunatamente, processo significava minimo due morti (la vittima e l’assassino, oppure l’intero gruppo).
Era consapevole che qualcuno non avrebbe mai visto gli altri piani, e faceva male. Perché avrebbero voluto uscire da lì tutti insieme.

Pensando e camminando, si ritrovo chissà come nell’area ristorazione, altrimenti chiamata ‘mensa’.
C’erano due o tre persone lì, chi seduto ai tavoli e chi in esplorazione.
Kiku, però, notò per primo Emil. Lo notò soprattutto per lo stranissimo fatto che era solo. Come era riuscito a eludere la strettissima sorveglianza dei fratelli maggiori?? Mistero.
L’islandese (probabilmente il più giovane tra tutti e sedici) sedeva ad un tavolo in disparte, esaminando con sospetto una tazza di tè. Annusava il contenuto, probabilmente per accertarsi che fosse sicuro bere.
Giappone gli si portò vicino. Non dovette dire nulla, perché lui iniziò a parlare per primo.
“Tu che dici, è sicuro?” gli chiese, senza staccare gli occhi dal liquido ambrato.
“Vuoi che qualcuno di loro stia già pensando di avvelenarti? Credo che, una volta scoperto il colpevole, se la dovrebbe vedere con i tuoi fratelli…” 
E non dev’essere piacevole…  
A Emil scappò una risatina. I Bondevik erano noti per essere particolarmente iperprottettivi nei confronti di Islanda. E anche piuttosto vendicativi.
“Non è di loro che mi preoccupo, infatti.” replicò infine il più giovane “Io mi preoccupo di quell’orso…”
La sua schiena fu scossa da un brivido. Monokuma doveva averlo terrorizzato. E non poteva dargli torto, l’orsetto bicromatico era a dir poco inquietante.
Kiku lo tranquillizzò: “Non può ucciderti senza che tu abbia fatto qualcosa che viola le regole o ucciso qualcuno. Persino lui ha delle regole da rispettare. E in ogni caso opterebbe per un’esecuzione in pubblico, non per il veleno…”
A quel punto Emil assunse un’aria interrogativa. “E tu come le sai tutte queste cose?”
Ci avrei scommesso…
Il giapponese prese fiato e gli spiegò tutto: Danganronpa, Monokuma e il gioco degli omicidi.
Gli occhi viola dell’islandese erano sempre più spalancati. “Pazzesco” disse infine “quindi tutto questo era già successo…”
“Se è quello che penso… sì, è già successo.”
“Oh, no…” Emil affondò il viso tra le mani.
Kiku si pentì vagamente di averlo spaventato in quel modo. Ma aveva bisogno di parlare con qualcuno di quel dubbio. E il primo che gli era capitato a tiro era lui. La sorte si stava divertendo parecchio.
“Beh…” Emil si alzò. “O-ora… credo di dovermi riposare…”
Più pallido del solito, lasciò lì il tè ed uscì.
Ops. Non credevo si spaventasse così…
Kiku si allontanò dal tavolo. Meglio parlarne con qualcun altro. Che fosse in grado di incassare il colpo, però…

 


*Angolino dell’autrice*
La scelta a voi!!
Con chi parlerà il nostro Nihon per sfogarsi?? Scrivetemelo nelle recensioni   ^^
E scusate se ci ho messo parecchio a scrivere questo capitolo, e scusate per il povero Ice, e scusatemi per tutto. Il caldo mi dà alla testa.
Frosty

  
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