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Autore: Lilu_wolf    06/07/2015    1 recensioni
(Prologo all'interno)
Come tutte le avventure, questa storia parla di una normalità dietro la quale si cela la magia.
E l'amicizia più forte che ci sia... Ma questa volta i protagonisti hanno la possibilità di scegliere.
DAL TESTO
-Sei uno di loro, vero?- silenzio, silenzio, silenzio.
-Si- disse alla fine. Una sorta di brivido mi trapassò la schiena.
-E cosa sei in grado di fare- domandai, avvicinandomi.
Lui si sporse verso di me
-Molto più di quanto immagini- sussurrò
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nihil sub sole novi
(Niente di nuovo sotto il sole)

 





 

-Avete intenzione di stare qui ancora per molto?-
sbottò Isyer, fissandoli furiosa dalla soglia della porta. quando lavorava seriamente, diventava piuttosto irascibile. E le cure di cui Lays aveva bisogno potevano paragonarsi ad uno dei casi più complicati nei quali si era cimentata nei suoi trecento e rotti anni. Dalla posizione in cui stavano (seduti a gambe incrociate davanti alla porta) i due ragazzi alzarono il capo per fissarla in cagnesco. soprattutto uno dei due.
-Il tempo necessario- rispose Xaveier, allo stesso tempo di Ares, che affermò
-Fino a quando Lays non uscirà dalla porta ballando il tip tap!-
Isyer fissò i due, assottigliando lo sguardo, e facendo correre un brivido lungo la spina dorsale dei due guerrieri.
-Sono solo otto ore che sono qui dentro, e immagino che la vostra tenacia vi porterà a stare davanti al mio ambulatorio per settimane. Ma se non svanite, sarò costretta a chiamare Alexia. Dovreste andare dalle ragazze. Entrambe hanno subito un duro colpo- al solo nome "Alexia" un secondo brivido percorse le schiene dei ragazzi. Ares si alzò, fronteggiando minaccioso  Isyer. Era tranquillamente più alto di lei di una manciata di centimetri, ma lei non si lasciò intimorire. Avanzò come se la volesse picchiare, e la dolce infermiera strinse i pugni, preparandosi al peggio.
-Qualsiasi cosa.. anche un battito in più del suo cuore.. Chiamaci. Ti prego- mormorò, abbracciandola, ed affondando il volto nei suoi morbidi capelli.
Isyer lo abbracciò a sua folta, sentendo la sua rabbia svanire. Si sentiva sempre strana, quando il suo compagno di team l’abbracciava. Leggera, ecco. Si sentiva leggera e felice. Nulla poteva toccarla, quando era lì. Chiuse gli occhi, assaporando ogni attimo di quel contatto inatteso.  
-Si- sussurrò,  annusando il buon odore della pelle scottata sotto la maglietta.
-Ehi, ma.. Xavier?- chiese Ares, quando Isyer chiuse la porta. Il corridoio era deserto. Il ragazzo scrollò le spalle, e si diresse verso la sala di ritrovo degli Elios. Isyer aveva ragione, quando aveva detto che le due ragazze avevano subito un duro colpo. Sheira, dopo che Lays era stata portata in infermeria, si era lanciata contro Virginia, urlando che era colpa sua, che Lays era.. morta (non riusciva nemmeno a pensarla, quella parola) perché lei si era messa in mezzo, e che l'avrebbe uccisa. Xavier l'aveva dovuta tenere fino all'arrivo di Alexia, che aveva usato la sua magia, fino a quando Sheira non era rimasta accartocciata sul pavimento, con le mani sulle orecchie, a piangere. Dopodiché, era stata portata in una cella di isolamento. E Virginia.. Virginia era sconvolta. Già esausta per aver usato dei poteri che non sapeva di avere, si era ritrovata ad essere anche accusata di aver ucciso Lays. Che era l'unica di cui si fidava pienamente. Il pensiero d averla uccisa doveva verla schiacciata. In quel momento doveva essere in una camera dall’altra parte della scuola. Ares l’aveva appena pensato, quando la vide. Era seduta al bar, dove Alisia era di turno. Vent’anni fa c’era sempre stato bisogno del bar, visti gli innumerevoli ospiti che affollavano la scuola, per parlare di ogni genere di problemi. Ma dopo la morte di Theo e la fuga di James, la comunicazione con la capitale si era fatta più frammentaria. La paura aveva spinto gli Elios a chiudersi a riccio sulla loro scuola, per paura di condizionare gli abitanti di Helia. La guerra con gli alati era ancora una guerra nascosta.
Quando scorse il guerriero di fuoco, Virginia scattò in piedi, facendo sospirare di sollievo Ares. Almeno non era subentrata una nuova fase di apatia. Aveva sofferto parecchio ad osservare impotente quella ragazza piangere silenziosamente per giorni.
-Ares! Ci sono novità?!-

Quando Alisia mi aveva proposto di fare quattro passi, l'avevo squadrata con sospetto. Meno di dieci minuti prima, una vampira bionda aveva tentato di impalarmi viva, e mi era parso di capire che non godessi di molte simpatie tra i cavalieri del sole. Ma Alisia mi aveva trovata a girovagare senza meta per i corridoi, come un'anima in pena, e probabilmente si era preoccupata per quel briciolo di sanità mentale che ancora mi restava, sperduto in qualche angolo remoto del mio cervello.
Eravamo andate al bar, e lei aveva iniziato a tritare degli strani ingredienti per fare del the. Che volesse uccidermi? Me lo ero chiesta, mentre osservavo di soppiatto la bellissima massa di capelli lievemente mossi, e di un castano beige, ondulare per la cucina. Ma poi mi ero resa conto di non aver molto da perdere, per cui avevo accettato il the, e mi ero portata la tazza bollente alle labbra, assaggiandone il contenuto. Un aroma di mirto mi si irradiò in gola, e subito scese nel petto, riscaldandolo in modo confortante. Dopo la seconda tazza, mi ero già calmata, e rispondevo alle domande di Alisia senza che lei dovesse ripeterle tre volte. Alisia tentò di distrarmi, domandandomi della mia vita in generale. Mentre le stavo spiegando il tipo di scuola che frequentavo, Ares entrò nel mio campo visivo. Ci fissammo qualche istante, e poi balzai giù dallo sgabello, ricordandomi di Lays
-Ares! Ci sono novità?!- domandai, correndogli incontro. Evitò cautamente il mio sguardo
-Isyer non ci ha detto nulla, ma per ora la situazione è molto incerta-
-Ma cosa è successo? Chi l’ha ridotta così?- chiesi
Ares fece per dire qualcosa, quando Isyer comparve dinnanzi a noi. Sembrava esausta, come se avesse corso per mezza scuola, ma non perse tempo in chiacchiere
-Ares, Virginia, e anche tu, Alisia. È apparso qualcosa - il cuore mi balzò in gola, ma mi imposi di restare calma, mentre percorrevamo i corridoi di pietra nera, attenti a non fare il minimo rumore. Arrivammo alla porta dell’infermeria, il luogo che conoscevo meglio, poiché vi avevo passato praticamente tutto il mio soggiorno. Per cui notai subito che qualcosa non andava. Non eravamo gli unici ad essere stati convocati. C’erano tutti gli elios, compresa Sheira, e Idris. La vampira mi lanciò un’occhiata che avrebbe ucciso chiunque, ma Maya la strattonò, capendo le sue intenzioni. Poi prese la parola
-Vi abbiamo convocati- cominciò –perché dovreste vedere qualcosa. La vostra compagna ci è stata.. consegnata in fin d vita, ma fortunatamente Isyer è riuscita a trattenerla n uno stato di iper sonno- Sospirai di sollievo. Non sapevo cosa volesse dire iper sonno, l’importante era che lei vivesse.
–Tuttavia, sia a me, che ad Alexia, sembrano strane le condizioni in cui era ridotto il corpo-
-Strane?! È stata massacrata!- urlò Sheira, ricevendo un’occhiataccia da Maya. La vampira era stata bloccata da Chiras, che stava creando una sorta di bolla protettiva.
-La vostra compagna, come ci ha riferito Xavier, doveva solo sfidare un branco di Megere, e si è sacrificata poiché entrambi i compagni avevano una missione da compiere. Tuttavia, il secondo sigillo di Lays non si era ancora attivato- osservai confusa Ares, ma lui era concentrato a guardare Maya
-Le Megere non sono alleate del nostro nemico. Perché Lays non ha usato il portale? Perché si è diretta verso la capitale?-
-Lays era ad Major Helia?!- esclamò incredulo Xavier, comparendo dal nulla dietro di me. Sobbalzai.
-E non è tutto- stavolta sobbalzarono tutti, sentendo la voce provenire dal corridoio a cui davamo le spalle
-Alexia!- esclamarono gli Elios con terrore. Mi chiesi che diamine di potere potesse avere quella donna, per incutere tanto terrore ad un gruppo di guerrieri. Alexia si spostò un ciuffo di capelli castani dagli occhi vermigli fissandoci intensamente. Poi proseguì, prendendo il posto di Maya-
-Lays è stata catturata. Presenta ferite che non sono proprie delle megere. Bruciature, ferite di spade, e.. ferite di Echidna. Inoltre Isyer ha trovato qualcosa di interessante
- Si- Isy, ritrovato il coraggio, prese la parola
–Beh, se voleste seguirmi all’interno.. è complicato da spiegare- la ragazza non finì nemmeno di parlare, che Ares e Xavier erano già dentro, urlando
-Oh, finalmente!-
-Lays!-
Mentre gli altri entrarono ordinatamente dentro. Io rimasi ferma sulla porta, accecata dalla visione del corpo di Lays che si accasciava al suolo. Rabbrividii istintivamente
-Virginia... Non entri? -  Chiras si affacciò, aggrappandosi allo stipite della porta. Anche Kint si affacciò incuriosito.
-La capisco. Anche io ho quasi paura- annuì il ragazzino
-Ecco… Lays si è presentata subito come amica. Non come mia salvatrice, o Elios. Solo Lays e questo mi ha fatto sentire a casa. Non voglio vederla distrutta- sospirai. Kint scrollò le spalle
- Sai, forse se resti con noi è meno dura da affrontare. Non chiuderti in te stessa. Ognuno di noi ha bisogno dell’altro. Giusto, Chiras?- la ragazza annuì
-Abbiamo bisogno di te, Virginia. Non perché tu sei L’inaspettata Elios, o perché sei destinata a qualcosa di grandioso. Noi abbiamo bisogno di imparare a conoscere la vera Virginia. Quella che un secondo prima piange, e il secondo dopo è pronta a lottare. Resistiamo meglio, se siamo insieme- sorrise dolcemente. Mi asciugai velocemente una lacrima, e afferrai la mano che Chiras mi porgeva. E per la prima volta, da quando ero in quella strana scuola, mi sentii parte di quel gruppo tanto unito, da essere una famiglia.
Quando entrammo, Maya ci venne incontro, scambiando uno sguardo che rasentava la preoccupazione con i due Elios. Chiras scrollò le spalle, mentre Kint le fece l’occhiolino. Solo io mi sentii in dovere di parlare
-Sto bene- annuii. Maya sospirò, poi mi indicò Lays. Era pallida, ma sembrava stesse dormendo. Le ferite più gravi erano state fasciate, ed i lividi si vedevano di meno.
-Quando l’abbiamo trovata era congelata- sussurrò Isyer.
-Virginia.. il suo braccio- mi chiamò Chiras. Osservai il braccio non fasciato di Lays. C’erano dei simboli, incisi con una lama, poco sopra il polso. Erano tutte storte, come se la persona che li avesse fatti, si fosse mossa molto frettolosamente, per paura di essere scoperta. Infatti ci misi un po’ per leggere
- Zero... tre... quattro uno? -  domandai. Isyer annuì
- 0341. Ti dice qualcosa?  Chiese, coprendo il braccio con la manica. Scossi la testa, ma in quel momento, sentimmo il rumore di qualcosa che andava in frantumi.
-Xavier..?-  chiese incerto Ares. Briciole di vetro brillante piovvero a terra come cristalli, mentre Xavier teneva stretto nel pugno il collo di quella che era stata una bottiglia di vetro destinata ai pazienti. Le nocche di entrambe le mani erano bianche. Gli occhi assenti.
-Il codice identificativo di Talisa- Maya si morse il labbro, mentre Alexia si fece pensierosa
-Non l’avevo calcolato- mormorò
-Talisa.. quella Talisa?- chiese Tikuzeco, beccandosi una gomitata da Ares. La ragazza che Lays aveva nominato nella grotta. La ragazza che aveva a che fare col passato di Xavier.
-Bisogna chiamare i saggi- tutti mi guardarono increduli.
-Non puoi chiamare i Saggi a tuo piacimento! - sbottò Maya
-Ma è per Lays! Il Saggio, Andrej, può leggere i suoi ricordi! – volevo fare qualcosa per Lays. Ma non feci nemmeno in tempo ad uscire dalla porta, che una mano mi bloccò
-Ehi, ehi, ehi!-
-Xavier!-
-Virginia. Niente mosse azzardate- disse tranquillo. Sembrava essersi tranquillizzato. Chiuse la porta alle mie spalle lasciandoci soli nel corridoio
-Calmati- ripeté
-Ma.. Mio fratello... Lays.. Talia..- boccheggiai. Lui mi guardò come mai mi aveva guardata prima. Tristezza, compassione, malinconia... in quel volto da ragazzo, che in realtà era ben più di un ragazzo restai spiazzata, nel vedere tante emozioni, dopo tutta l’indifferenza ostentata nei giorni precedenti. Così spiazzata che lo abbracciai, senza nemmeno rendermene conto. Avevo disperatamente bisogni di un po’ di affetto. Xavier, un po’ rigido, restituì l’abbraccio, posando il mento sul mio capo.
-Ssh, Virginia, tranquilla, ci siamo passati tutti, ma ehi! Tu sei arrivata in un momento buio. Mi dispiace tantissimo, è stata colpa mia. Dovevo.. lasciarti andare.. ma dopo tutto questo tempo, trovarti. Scusami- ammutolii, ascoltandolo, la faccia premuta contro la sua maglietta che odorava di frassino e resina, strabuzzando gli occhi. La voce di Xavier era diventata improvvisamente dolce, e triste. Ma poi era tornata rigida e , dopo l’ultima frase, mi aveva allontanato bruscamente, tenendo il viso basso, in modo che non potessi scorgere la sua espressione.
- Su, ragazzina..- non fece in tempo a finire la frase, perché si bloccò. Lungo il corridoio, si muovevano dieci mantelli in fila indiana. I Saggi.
-Beh, alla fine sono venuti loro da noi-
Maya spalancò la porta, e li invitò immediatamente ad entrarono. Seguii Xavier nell’infermeria pochi secondi dopo.
 Quando entrammo, Andrej aveva una mano posata sulla fronte di Lays. Sospirò pensieroso
-C’è una barriera. L’Unica cosa che la sua mente urla, è N I C O-
Era come se ogni mio incubo fosse collegato
-Cosa.. Cosa vuol dire?- domandai
- Che lei è ridotta così per colpa tua!-urlò Sheira, scagliandosi nuovamente contro di me.
-Sheira, Ferma!- urlò Xavier. Ma tre cose si frapposero tra la corsa della vampira e la mia imminente morte. Contemporaneamente, Maya si mosse, bloccandola con una gomitata a bassoventre, è uno sgambetto. Una barriera si frappose tra la vampira e me, un secondo prima che agisse Maya. Si vide distintamente il riflesso violaceo del campo di pressione. E terzo, Sheira non riuscì più a rialzarsi. Restò a terra, gemendo, in preda a chissà quali incubi.
 Io rimasi ferma, con i palmi incandescenti. Una cupola di energia mi circondava, crepitando. Spalancai gli occhi.
- Virginia, adesso basta. Smettila- disse calma, Alexia. Ma non accennai ad abbassare le mani. La sua voce mi arrivò sfocata. Una scintilla schizzo fuori dalla barriera, arrivando crepitante ai piedi di Maya. Alexia aveva il controllo delle paure di Sheira, ma poteva tranquillamente usare il suo potere anche su di me. Difatti chiuse gli occhi, ma Maya la bloccò, avvicinandosi lentamente. Poi allargò le braccia, sorridendo. Non estrasse nemmeno la sua ascia per tentare di distruggere la barriera. Semplicemente chiuse gli occhi, sfiorandola. Sentii improvvisamente un senso di smarrimento. Perché faceva così? Come se non ci fosse ragione di proteggersi. Abbassai le braccia, più sorpresa di loro
- Ma io... Non volevo... - balbettai. Alexia affidò Sheira a Maya, senza interrompere il contatto visivo con me. Era come se mi stesse valutando, o esaminando dentro.
-Credo che abbia bisogno di un po’, per assimilare lo choc- bisbigliò Isyer. Alisia annuì.
 -La porto nei dormitori? - chiese ancora. Ma nessuno rispose
- S-Scusatemi- mormorai nuovamente, incapace di dire altro, tastando la porta fredda dietro di me, cercando il pomello. Appena riuscii ad afferrarlo, aprii lentamente la porta, cercando un segno di opposizione da parte di qualcuno. Nessuno parlo, così uscii. Camminai come in trance, spalancai una porta dietro l'altra finché non raggiunsi una stanza veramente singolare. Spalancai la bocca e sgranai gli occhi. Era la cosa più strana che avessi mai visto. C'era un gigantesco cratere, come se un meteorite vi si fosse schiantato millenni prima. Il cratere era ricoperto da decine e decine di fiori di varia specie, da fiori tropicali, a stelle alpine. Lungo le pareti, di roccia, correvano rampicanti ed edera in quantità tali da coprire tutta la sala. La luce della luna si affacciava da un foro sul soffitto. Mossi un passo, e mi accorsi di essere su di una scala. Infatti l'area era delineata da un cerchio d'acqua, un rigagnolo che combaciava perfettamente con le pareti avanzai fino a essermi su di un masso fresco. E poi la mia mente mi portò alla mia vita precedente. Alla scuola, i corsi di danza, le feste di sabato, il perfetto ordine della mia casa, il marmo che giocava coi riflessi del sole, le ombre del camino di inverno, e lo scendiletto riscaldato la mattina. Ricordai la mia scrivania, e l'odore delle matite, della carta sulla quale i miei pensieri si tuffavano, trasformandosi in note e accordi. Pensai al ticchettio dei tasti del computer, mentre cifravo qualche codice, e alle stelle che osservavo prima di dormire. Quanto, quanto ero cambiata? Prima non sarei mai riuscita a dormire senza il cielo stellato, e invece... Avevo rinunciato anche a loro? No, cazzo. Io ero Virginia, e non avrei mai rinunciato a nulla.
 Mi alzai, e spalancai la porta. Sarei diventata migliore. Più forte. Sarei tornata quella di prima, avrei salvato mio fratello, e sarei tornata a casa. Non feci nemmeno tre passi. Una lama mi saettò davanti, inchiodandomi sul posto.
- Fine dei giochi- esclamò una voce familiare. Misi a fuoco, ed oltre la lama, inquadrai anche lei. Alexia. Era lì, di fronte a me, che impugnava l'elsa con una mano. Senza muovere un muscolo.
- Si fa allenamento- disse seccamente, avviandosi lungo il corridoio. Io restai impalata li, ad osservarla. Dopo pochi passi si fermò. Spostando di poco il viso, cosicché non riuscii a vederla completamente in volto, ma solo ad indovinare il profilo del naso perfetto, e il bagliore del suo sguardo.
- Non era una domanda- il tono con cui pronunciò la frase avrebbe fatto rabbrividire chiunque, perciò la raggiunsi in due secondi.
 - Quanto.. Quanto sono stata via?- ansimai. La donna aveva ripreso a camminare, e starle dietro era impossibile.
- Un'ora? Due? Non so. So solo che hai dato il tempo a me e Maya di discutere, e di giungere alla conclusione che per sviluppare il tuo potere, c'è bisogno di allenamento fisico e morale- spiegò, senza smettere di osservare un punto fisso davanti a se. Quella donna mi inquietava parecchio, così mi morsi la lingua, per evitare di spendere fiato inutile, e mi limitai a seguirla. Sembro passato un tempo infinito, quando arrivammo ad una vecchia porta di mogano scuro. C'era un sole enorme dipinto nel centro, tra una luna e un pianeta che sembrava Saturno. Stelle varie incorniciavano la scena. Alexia posò il palmo della mano sul sole, e lentamente le stelle iniziarono a illuminarsi. Poi la luna, poi il pianeta. Ed infine il sole si accese con una potenza incredibile. Poi fui accecata dalla luce
-Scusa, Virginia!- Chiras aveva i capelli legati in una coda, e il corpo fasciato in una tuta nera di uno strano materiale. Ma la cosa assurda era che stava tranquillamente fluttuando a due palmi da terra
-Benvenuta nella sala degli allenamenti! - finalmente misi a fuoco. Una grossa sala circolare, a cupola, si stendeva davanti a me. Varie entrate lasciavano indovinare l’esistenza di altrettanti corridoi. In tutto contai diciassette porte. Al centro della stanza
c’era una colonnina, con una fiaccola abbastanza grande, sopra essa. Notai che c’erano due fiaccole ai lati di ogni porta.
 Chiras, interrompi il tuo allenamento. Mi servi nella sezione di simulazione-
Chiras annuì, e mi fece gentilmente un cenno col capo
-Non essere agitata- sorrise. Ma io agitata lo ero eccome. Iniziammo ad attraversare la sala, mentre notavo nuovi dettagli. Il soffitto a cupola trasparente, i sottili disegni sul pavimento. Nel frattempo la ragazza mi parlava conciliante
- La palestra è costruita in una nicchia che sporge sullo strapiombo, per cui ci siamo potuti allargare per quanto riguarda lo spazio. È dotata di aula simulazione per ognuno di noi, e di un ring dove ci alleniamo-  spiegò.
-Ognuno di noi impara a maneggiare ogni tipo di arma, ma tutti ne hanno una che è rimasta loro nel cuore. I saggi ci hanno donato una copia fantastica delle nostre armi preferite.
-Tu che fai?- la interruppi.
-Io sono una Psicher. Riesco a manipolare le menti delle persone, ma non le loro emozioni. Posso usare la lettura del pensiero, la telecinesi e molto altro ancora. Ma oggi siamo qui per capire tu cosa vuoi fare. Devi sapere che ti è capitata una cosa che accade a pochi Elios: il tuo corpo ha già la predisposizione per un potere, e il tuo corpo lo sta sviluppando. Però puoi cambiarlo, se lo vuoi-
Ero perplessa. Molto perplessa.
-E.. che potere ho?- chiesi, rendendomi conto di quanto suonassero strane le mie parole. Ma prima che Chiras potesse rispondere, udimmo un grido terrificante, una sorta di urla umane miste a ruggiti. Poi una vampata di cenere volò per la stanza, sfondando una delle porte. Mi coprii gli occhi, ma dopo alcuni secondi, notai che Chiras aveva usato una delle sue barriere. L’urlo si fece più nitido
-Yuuuuu-Huuuuu!- esclamò un ragazzo asiatico, sfrecciandoci accanto. Aveva la pelle rossa, a scaglie, e gli occhi simili a quelle di un rettile
-Chiras! Hai visto?! Sono quasi riuscito a sputare fuoco!- esclamò soddisfatto, prima di notarmi
-Non farci caso, Virginia. Mi sto ancora allenando- sorrise
–Ma non ci siamo ancora presentati. Piacere, Tikuzeco. Mi occupo di draghi- accettare la mano che mi porgeva. Era calda e confortante
-Draghi?- domandai
-Si. Sono un drago- sorrise orgoglioso. Sbarrai gli occhi
-Sei cosa!?-
-Già! Beh, ora non lo controllo del tutto, però tra poco otterrò una trasformazione completa. Devo solo resistere qualche secondo in più quando mangio il carbone rovente, e poi sputerò fuoco!- esclamò contento. Stavo per domandargli altro, ma Chiras tagliò corto
-Seh, seh, noi dobbiamo andare. Ordini di Maya e Alexia-
-In simulazione? Posso venire anche io?- chiese il drago, speranzoso
-No- tagliò corto Chiras, trascinandomi via
 Arrivati alla fine della sala, la psicher ruotò una delle torce ai lati di una porta, ed una parete si abbassò, rivelando un corridoio buio. Lo percorremmo per circa un minuto, nel buio totale, prima di arrivare ad una parete liscia. Chiras premette un bottone, e apparve un ovale illuminato da infrarossi. La psicher ci passò una mano sopra, ed una porta scorrevole rivelò una sala che assomigliava in tutto e per tutto ad una sala di registrazione. Era tutto nero, ed era enorme. Mi avviciniai incantata ad una massa di monitor. In ciascuno vi era un numero, in alto a destra, che andavano da 01 a 17. Notai nella 07 Sheria che si allenava con dei pugnali, e nella 10 Ares, intento a potenziare l’energia delle sue fiamme.
-Vorrei tentare di sviluppare la tua energia interiore, per vedere fin dove puoi arrivare con i tuoi poteri- iniziò a spiegare Chiras, collegando due grossi tubi di metallo. Mi voltai, notando che c’era una vetrata in una parte della stanza.
-Lì cosa c’è?- domandai. Chiras mi guardò come fossi una bambina piccola 
-La simulazione- disse soltanto
-E che devo fare?- risposi con lo stesso tono
-Beh, devi entrare, lasciare che ti colleghi la fascia della simulazione alterata, e stare ferma-
-Chiras, hai finito?- sobbalzai, riconoscendo Alexia. Chiras annuì
- Posso collegarla io ai cavi- disse Maya, sbucando dalla porta. Senza aspettare risposta, si diresse verso una stanza adiacente, che prima non avevo notato. Somigliava più ad uno sgabuzzino. Quando vi entrai, non trovai altro che una pila di indumenti scuri, posati su una sedia
-Cambiati. Li abbiamo preparati secondo la misura dei tuoi vestiti- disse Alexia da fuori, prima di chiudere la porta. Sollevai un top che mi arrivava poco sopra l’ombelico, allacciato con delle stringhe sul dorso. Sembrava di pelle. Poi estrassi un paio di pantaloni di un tessuto somigliante alla microfibra, del medesimo colore scuro. Era stretto in vita, ma terminava con uno sbuffo molto largo. A terminare il tutto, semplici scarpe da ginnastica, con suola di cuoio rinforzato. Indossai il tutto, prima di notare che c’erano delle maniche da assicurare al pollice tramite un buco. Quando mi riuscii a infilare tutto l’armamentario, uscii dalla stanza, legandomi i capelli. Maya mi squadrò, poi si voltò e procedette verso la vetrata. La seguii, perché avevo imparato che lì erano tipi di poche parole. Entrata nella stanza, mi accorsi che il soffitto non corrispondeva a quello della sala nera. Mentre quello era molto basso, questo si estendeva fino a raccogliere la luce esterna. Non c’era arredamento lì, solo una macchia più scura nel pavimento bianco.
-Mettiti sulla piattaforma
-Non è una piattaforma- obbiettai –non è nemmeno soprelevata- Maya sospirò
-Non potresti obbedire e basta?- chiese esasperata
-Okay, Okay- borbottai, camminando verso quella mattonella più scura. Come mi posizionai, dei codici iniziarono a scorrere rapidamente su di essa, mentre Maya mi infilava rapidamente ai polsi due bracciali, gli stessi che mi agganciò alle caviglie. Poi mi infilò una fascia in testa, e mi abbassò una mascherina nera sugli occhi. In quel momento udii una vocetta metallica sibilare
-Scan completato. Dna raccolto. Avvio selezione della simulazione-
E poi si fece scuro.

Sentii il contatto con il terreno umido, ancor prima di aprire gli occhi. Il vento mi solleticava gentilmente il naso. Aprii gli occhi, e mi alzai. Ero in un nuvoloso campo di grano, alla fine del quale c’era una casa. Appena mossi un passo, però, udii uno scoppio dietro di me. Mi voltai in tempo per vedere un muro di fuoco dirigersi verso la mia direzione
-Usa la polarità!- mi voltai spaventata, e vidi una ragazza. Aveva un vestito blu, che le cadeva liscio, evidenziandone le forme, la pelle scura, e i capelli lunghi e neri. Aveva tratti stranieri e delicati, sembrava peruviana.
-Usa.. eh?- chiesi
-Il tuo potere!- sbottò quella. Osservai la macchia di fuoco farsi sempre più vicina
-Ma non lo so usare!- mi guardai freneticamente intorno c’era una rada erbetta e vegetazione. Cominciai furiosamente a scavare nella terra, riuscendo a creare una zona di depressione abbastanza larga per accucciarmi. Appena a tempo. Il fuoco mi passò sopra, scottandomi parzialmente. Per evitare di morire soffocata, respirai a contatto col terreno. Fino a quando non sentii la pioggia bagnarmi i vestiti.
Mi alzai, cercando la ragazza bruna, senza trovarla. La pioggia aveva spazzato via il fuoco, ma iniziava a farsi sempre più insistente. Poi iniziarono i tuoni. E i fulmini.
Il cuore iniziò a sbatacchiarmi nelle costole. Fulmini. Iniziai a correre più in basso che potevo. Notai una casa poco lontano, e mi diressi verso questa. Sentii l’aria crepitare, e mi gettai raccogliendo la testa sulle ginocchia. Un fulmine si schiantò a poca distanza da me. Ripresi a correre sempre più forte, fino a quando non riuscii a entrare nella casa. Poi crollai in ginocchio, e battei la testa.
Mi alzai, strisciando contro il muro. Mi sentivo indolenzita. Sentivo il traffico sfrecciare a pochi passi da me, e le luci della strada mi impedivano di vedere bene.
-Dove sono?- chiesi a me stessa. Di certo non mi aspettavo una risposta
- A New York-
-CHECOSA?!- mi voltai. La stessa ragazza era seduta su una cassa di legno, in quel vicolo fatiscente. Indossava una felpa e un paio di jeans. Così mi sembrava molto più reale. Ma poi mi accorsi che l’aria sembrava rilucere intorno a lei.
- Chi sei tu?- chiesi. Lei sorrise mestamente
-Io sono il passato, Virginia- non fece in tempo a dire altro. Uno sparo echeggiò sulle nostre teste
-Ma che diavolo succede?!- urlai. Altri colpi furono indirizzati verso di noi
- Usa il tuo potere!-
-TI HO DETTO CHE NON SO COME FARE, IMBECILLE!- strillai, zigzagando per la via, tentando di schivare i proiettili.
-E tu aiutami! Vuoi morire per caso?!- sentii che i polmoni mi stavano per esplodere.
-D’accordo! Lì c’è un tombino- sbottò la ragazza, indicandomi una grata leggermente sollevata
-Grazie a Dio!- scivolai rapidamente, chiudendo il coperchio, e mi ritrovai immersa nel buio
-Gettati nel canale. Farai perdere le tue tracce- suggerì la ragazza. Storsi il naso
-Che schifo. E non ci sono gli alligatori?- domandai. Lei scrollò la spalle
-Sono leggende-
Mi immersi nel canale, trattenendo un gemito di disgusto. Nuotai per circa venti minuti, prima di sbucare all’aperto, da una seconda uscita. mi sedetti esausta a guardare la luna, ma improvvisamente tutto sbiadì.
-Virginia!- spalancai gli occhi. Ero tornata ad Helia. C’erano degli esseri somiglianti a Echidna, che tenevano dei coltelli alla gola di Alexia, Maya e Chiras
-No, no! Lasciatele- esclamai.
- Usa il tuo potere- mi voltai e lei era lì
-Usalo!-
-Non ho un potere!-
-Sveglia il bambino- gracchiò uno di quegli esseri. Allora lo vidi. Un terzo mostro teneva in braccio Nico
-Nico!-
-Se lo svegli lo uccideranno- disse Chiras.
-Tempo scaduto- vidi un pugnale precipitarsi verso il corpo innocente di mio fratello
-NO!- e improvvisamente la forza del pugnale venne invertita, verso il mostro che stava per ucciderlo. Il pugnale gli si conficcò in testa. Mi accorsi di averlo governato con la sola forza di un dito.
-Nico!- urlai, precipitandomi verso il mio fratellino. Ma non lo trovai lì
-Tempo scaduto- mormorò una voce gelida dietro di me. Mio fratello, puntava un coltello alla gola di Chiras.

-Basta così!- esclamò una voce
-Simulazione interrotta- gracchiò la vocetta meccanica. Mi voltai verso il vetro. C’erano tutti gli Elios, intenti a fissarmi. Ares era scuro in volto, e teneva una spina in mano
-Volete ucciderla?- sbottò torvo, in direzione di Chiras. Lei non batté ciglio
-Come vedi, avevamo bisogno di capire quando e come i suoi poteri si sarebbero sviluppati-
Alexia prese un foglio in mano, e lesse
-Il soggetto ha buone, anzi, ottime potenzialità. Riesce a far emergere i suoi poteri dopo un intenso allenamento fisico, e dopo che tutti i suoi muscoli raggiungano un livello di sforzo quasi ai limiti della norma. Quando è sola, è capace di pensare con lucidità, e di sopravvivere a situazioni di pericolo, ma il suo istinto entra in gioco appena il suo obbiettivo, o le persone che ama sono in difficoltà- mi guardò con quegli occhi orlati di rosso
-Bisogna scoprire a quanto può arrivare-
-Se proprio ci tieni, allora allenala- disse tranquilla Alexia. Eppure mi fece venire i brividi. Ares non batté ciglio
-Portateci in sala allenamenti. Mi sembra sia l’ora dei duelli- sorrise, mettendo in mostra quel suo sorriso ghignante. Maya guardò Alexia, che le fece un cenno. Solo allora Chiras riaprì la porta che dava ai corridoi
-Che stiamo facendo?- domandai ad Ares, che mi guidava giù
-Preferisco che vedi come ci alleniamo, piuttosto che scoprire i tuoi poteri in una simulazione- rispose lui. Non l’avevo mai visto così. Salimmo in  un secondo corridoio. Alexia aprì una porta, e mi sorpresi a guardare in basso. Eravamo sull’ultimo gradone di una costruzione circolare. Ci impiegai un paio di secondi per capire che era una sorta di anfiteatro. Sopra l’arena c’era un tabellone con i nomi di tutti gli Elios, e vari punteggi
-Ehi, che significa? C’è un campionato in corso?- domandai alla persona più vicina a me. Kint scosse il capo
-Sono i punteggi degli allenamenti individuali. In base a questi e ai tornei creiamo una classifica. È un modo di incentivare gli allenamenti- spiegò prendendo un manichino ed aggiustandogli un braccio
-E dovrò combattere?- domandai
-Si, ma tranquilla. I punteggi si azzerano ogni volta. Altrimenti non sarebbe legale, dato che abbiamo centinaia di anni di differenza-
-Mh- fu il mio intelligentissimo commento. Lui mi diede una pacca sulla schiena
-Ma tanto nessuno bada a queste cose, lo facciamo per allenarci. Nessuno tiene in considerazione i punteggi..
-Kint! Ehi Kint!- ci interruppe una voce. Ares, con i capelli più scombinati del solito, e svariate fiammelle che baluginavano in essi, indicò il tabellone con aria agguerrita, chiudendo la sinistra a pugno
-Sei al terzo posto, una posizione sopra di me. IO TI SFIDO!- esclamò, portando il dito che indicava il tabellone verso Kint, prima che una fiammata fuoriuscisse da quest’ultimo
-Ah!- urlai, gettandomi di lato. Quando mi rialzai, notai che Kint aveva uno sguardo di pura sfida.
-Ah, è così?- domandò. Poi menò un fendente laterale, tranciando di netto la testa del manichino accanto a lui. In risposta Ares rise, poi lo colpì con numerose fiammelle, ma Kint iniziò a ruotare la mani creando un vero e proprio tornado, ed alzandosi in volo
-Woha!- esclamai, portandomi fuori dal raggio di azione di quei due pazzi
-Bene. Dato che Kint ed Ares sono fuori gioco, creiamo altre coppie-
Borbottò Maya
-Sheira va contro Chiras- ordinò Maya
-Idris, contro Isyer. Tikuzeco va con Alisia-
-Voglio allenarmi con Xavier- nella stanza calò il silenzio. Xavier mi fissò, gelido
-Io mi alleno da solo, ragazzina-
-Non ho chiesto la tua opinione. Ti sto chiedendo di allenarmi- risposi secca. Xavier si alzò, venendomi incontro. Tremai, trattenendo il fiato. Poi mi diede un pugno a bassoventre. Mi piegai, restando senza fiato, ma riuscii per miracolo a schivare la seconda raffica di pugni, gettandomi di lato. . quando si sporse in avanti, gli diedi una serie di calci, che mi consentirono una spinta tale da potermi rialzare. Sfortunatamente mi afferrò la caviglia, facendomi ruotare, e scaraventandomi a terra. Tossii sangue, ma lui mi fissò senza espressione.
-Non male, ragazzina. Ma non permetterti più-
   Stavo per parlare, quando mi bloccai. Era successo qualcosa di strano. Anche gli altri lo percepirono, e voltarono le teste in alto
-E’ stato come se mi fossi bloccata- mormorai. Per un attimo, mi sembrava di essere stata pietrificata. Mi toccai il mento, ma notai che non c’era sangue. Come se nessuno mi avesse colpito.
-Onde temporali? C’è solo una causa- mormorò Sheira. Kint sorrise
-Eris è tornata-
Ad un tratto fui travolta dalla baraonda.  Tutti si diressero ad una scalinata, una sorta di uscita d’emergenza, che dava sul deserto. Li seguii anche io, per quanto fossi stanca e provata dall’allenamento. Fui l’ultima ad arrivare. Li vidi tutti sulla sabbia, ansanti, guardare l’orizzonte, dove si stagliava una delle scene più suggestive che mi sia mai capitato di vedere. Nel sole calante, una figura incappucciata, procedeva a bordo di una maestosa tigre bianca. L’iride così azzurro da sembrare di vetro, l’animale procedeva regale e pacato, incutendo timore, rispetto e meraviglia. La figura si tolse il cappuccio. Mi trovai davanti ad una ragazza della mia età, con un sorriso meraviglioso. i capelli completamente bianchi, quel bianco candido della neve pura, rasati da un lato. gli occhi scuri di chi non sarà mai troppo vecchio da piegarsi ad una vita immortale. Alzò una mano per salutare, e nel contempo smontò dalla grossa tigre, sulla quale era adagiato un tappeto persiano a fare da sella.
-Eris!- esclamò Tikuzeco, accarezzando la tigre
-Scusate il ritardo, ragazzi. Sono corsa qui non appena ho saputo di tutto questo casino-
Disse, spazzandosi la polvere dagli abiti. Poi mi incatenò con quelle iridi color cioccolato
-Virginia- sorrise, abbracciandomi come se mi conoscesse da sempre.
-Non farci caso- sibilò Xavier al mio fianco
-Taci quadrupede- sbottò lei, rifilandogli una gomitata nelle scapole. Poi si rivolse a me
-Abbracciandoti posso avere informazioni sul tuo futuro. In realtà solo sensazioni- spiegò
Poi si diresse verso Alexia, e Maya, incredibilmente seria
-Sono tornata- affermò. Maya annuì, leggermente infastidita, mentre Alexia accennò ad un sorriso
-Spero sia pronta per l’allenamento- affermò
-Si ma prima la cena! – rise lei –Spero che abbiate preparato qualcosa di buono-
-Chi è lei- bisbigliai ad Alisia
-Eris, una Elios. Controlla il tempo- rispose lei
-Era in viaggio per potenziarsi-
Intanto stavamo scendendo nella mensa. Notai che sembrava fatta per più persone. C’erano dei lunghi tavoli di legno. Un camino riluceva quasi spento, riscaldando le fredde pareti del tempio, e un grosso arazzo alla fine della sala. Una porta laterale svelava l’accesso ad una probabile cucina. I miei dubbi divennero reali, quando Isyer e Tikuzeco uscirono dalla suddetta porta, trascinando dei vassoi. C’era ogni ben di dio. Sembrava un mix di cucine. C’erano pane aromatico, carne con salse esotiche, riso con verdure, focacce, e molti tipi di bevande. Mi accorsi di avere molta fame, e spazzolai gran parte delle pietanze. Nel mentre, Eris sembrava propensa a concedermi attenzioni
-Vettori, eh? Sarà difficile controllarli. Chissà che ti combineranno quelle due- disse, accennando ad Alexia e Maya-
-Purchè mi aiutino a salvare mio fratello, qualsiasi cosa- le risposi, servendomi una generosa porzione di arrosto
-Spero ti tratterrai qui-
-Non vuole- intervenne Ares, con la bocca piena. Accennò alla coscia di pollo che aveva in mano, ed esclamò
-Ottima come sempre, Tiku!-
Eris mise una sorta di broncio
-Helia è così bella, che mi pare impossibile pensare di lasciarla-
-Fino ad ora ho visto poco e nulla- ammisi, anche se dovevo ammettere che quel poco che avevo visto, mi aveva lasciata a bocca aperta. La sala degli allenamenti, e quella stanza che somigliava ad una piccola foresta.
-Xavier dovrebbe farti fare un giro. Abbiamo tante cose incredibili. L’hai portata alla bibilioteca?
-Avete una biblioteca?- chiesi
-Si, ma è barbosa- esclamò Ares
-Taci tu- sbottò Isyer
-Abbiamo una biblioteca fantastica- esclamò Alisia
-Ci sono inediti e classici della letteratura antica e medievale- proseguì Chiras
-E anche trattati scientifici- le fece eco Kint 
-Il mio compito è badare allo stato di salute di Virginia, affinché possa compiere la sua missione-
-Capisco. Beh, allora penso sia inutile chiederti di accompagnarmi in biblioteca- sbottai. Lui ci fissò, passandosi una mano nei capelli fissandoci perplesso
-E sia- acconsentì
-Fatti trovare fuori la mensa tra dieci minuti- disse uscendo. Lo fissai
-Perché mi odia?- domandai ad Eris. Lei mi fissò malinconica
-Il passato- è qualcosa di terribile. Ci vive dentro come un fantasma- sorrise. Sembrava lontana. Accarezzò la sua tigre, Rayera. Poi si alzò, portando i piatti in cucina. La aiutai a pulire un paio di piatti, fino a quando non mi accorsi che ero in ritardo. Uscii dalla mensa, e trovai Xavier ad aspettarmi. Si avviò in silenzio, e lo seguii, senza fiatare. Si, per i primi dieci metri
-C’è un posto dove posso comprare o fotocopiare libri?- domandai, per quanto la mia domanda fosse ridicola
-Perché ti piacciono tanto i libri?- domandò lui. Ci riflettei sopra
-Perché vivo più volte, in posti fantastici. Perché nei libri puoi tornare indietro, e rimediare ai tuoi errori. I libri sono senza tempo- lo vidi sorridere di striscio. Poi salì una rapa di scale, fino ad arrivare ad una graziosa porta costituita da assi verdi. Xavier aprì la porta e ci trovammo in un posto ancor più incredibile.
Gli archi a sesto acuto dominavano la scena. Formavano diversi ambienti, incrociandosi tra loro. Il soffitto era affrescato con una fantasia di angeli, ed il pavimento di legno antico era coperto da un antico tappeto. Un paio di tavoli erano posti davanti ad una grossa vetrata, che lasciava intravedere il deserto in tutto il suo splendore. Ma il punto focale, erano i libri. Da terra, fino al soffitto, libreirie a muro intrappolavano decine di quelli che erano manoscritti unici. Non potei trattenermi, e su per la gola mi salì uno strozzato
-Oh, mio dio!- che accompagnai spalancando le braccia.
-Sono divisi in genere, vero?- chiesi. Xavier scosse la testa
-Sono divisi in sezioni. Ogni sezione è divisa in scaffali e poi in libri. Le sezioni vanno da 01 a 10, mentre gli scaffali sono circa una quarantina a sezione. E.. Virginia?- chiamò, ma io spalancai gli occhi, traballando
-Xavier...- mormorai
-Zero tre …- Xavier capì
-..quattro e sette!- ci guardammo, poi corremmo a prendere una scala.
La sezione tre era in fondo alla stanza. Salii, imitata da Xavier. Gli scaffali iniziavano al contrario, per cui ci arrampicammo fino al quarto, mentre il ragazzo borbottava. Mi indicò il numero sette, e lo afferrai.
-C’è un segnalibro!- esclamai. Scendemmo rapidamente, e Xavier mi sfilò il libro dalle mani, sfogliandolo
-Parla delle megere. Sono delle custodi..- mormorò .Poi si bloccò, chiudendo il libro di scatto, fissandomi.
-Virginia, so dove si trova tuo fratello-

FINE CAPITOLO

..
Non ho giustificazioni. Non ne ho nemmeno una, e non lo nego. L'ispirazione è una cosa fondametale ad ogni scrittore. Non si sa da dove venga. puoi cercarla ovunque, o può piombarti addosso.Puoi non accorgerti di averla, fino a quando essa non te lo fa notare.. Beh, io non avevo nulla da raccontare. Ma Elios, è la trasposizione della mia vita reale in un posto fantastico, dove posso essere ciò che voglio. Posso giocare ad essere me, e creare un'illusione. E sono grata a tutte le persone che continuano a tenere viva questa illusione, anche facendone parte. Grazie ai miei recensori, e a quelli che metteranno la storia nelle seguite, o nelle preferite.. ma soprattutto
Ares, Isyer, Alisia, Eris, Maya, Kint... Grazie. Per essere il mio sogno.

E questa è per voi... Perché siamo tornati.. E siamo ancora più numerosi!
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