Sto apaticamente aspettando che qualcosa sconvolga questa vita monotona, senza rendermi conto che basta una mia sola azione fuori dalla solita routine per mandare a monti l'intera pianificazione di questa esistenza.
Il problema però sta proprio nella difficoltà di rompere il susseguirsi regolare di eventi che caratterizzano la vita che sto sopportando. Sì, la sopporto, perchè non posso affatto dire di star vivendo, ma solo di star eseguendo un numero infinito di azioni che neanche io so chi mi dica di fare. Non io certamente, e neanche il fato, o almeno così spero: se fosse il fato a dettare le regole di questo gioco chiamato esistenza, non potrei di certo far nulla per cambiare gli eventi. Il destino è come un carro trainato da dei cavalli, non importa se tu non vuoi andare avanti, quel carro ti trasporterà avanti con lui.
Ma allora perché devo essere così monotona? Chi è che mi dice di essere così?
La risposta più gettonata è semplicemente "la società". Come disse Pirandello, la società è una trappola che ti costringere a portare una maschera. E se così non fosse? Come reagirebbe la gente se dicessi che siamo noi stessi a stabilire come comportarci? E non inconsciamente, ma nel pieno delle nostre facoltà. Lo facciamo perché non potremmo fare altrimenti: la nostra mentalità ormai è diventata così omologata alla vita degli altri, che la nostra giornata, la nostra vita non potrebbe distinguersi da quella degli altri.
Negli anni, imponendo a se stessi certi ideali, ognuno è diventato sempre più simile all'altro, sia nel pensiero che nel fisico, che nella vita: avere una vita diversa dagli altri ti fa sentire diverso, ma ricorda che è solo a causa tua se ti ritrovi ad avere certi pensieri.






*Note d'autore: mi ci è voluto un po' prima di riuscire a convincermi di pubblicare qualcosa, ma alla fine ho preso coraggio ed eccoci qui.
Ringrazio tutti voi che avete letto questi miei pensieri, scritti d'impulso, in un momento di sfogo. Spero che questa riflessione vi piaccia e che qualche impavido mi lasci un pensiero, una recensione o anche una critica (conoscendomi mi ci vorrà tempo ad accettare le critiche, ma alla fine riuscirò ad accantonare il mio orgoglio).
Grazie ancora per aver letto.