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Autore: extraordinharry    06/07/2015    35 recensioni
La sfiga è la mia compagna di vita. Sono quel tipo di persona che se schiacciasse nell’opzione “hai dimenticato la tua password?” otterrebbe come risposta “cazzi tuoi”. Mai vinto nulla, mai eccelso in qualche disciplina, mai arrivata ai traguardi che mi sono imposta. Tanto che mi sono stancata e ho smesso di sperare nelle cose.
-
Tiro fuori il telefono dalla tasca, proprio nello stesso esatto momento in cui lo sento vibrare. Un nuovo messaggio.
Numero sconosciuto: Ash, c’è una grandissima gnocca davanti a me con un culo che porca troia, ci farei bungee jumping!
Rimango interdetta qualche secondo. Cosa?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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24. The unknown number






















«Grazie per essere venuta, anzi, grazie per non aver nemmeno cancellato il mio numero di telefono.»
Mi siedo davanti a Helena, leggermente in imbarazzo. Lei ha sempre quei maledettissimi capelli biondi perfetti e l'aspetto di una dea direttamente scesa dall'Olimpo. «Sì, certo...» mormoro.
Helena non mi stacca gli occhi di dosso e sospira. «Mi dispiace che tu lo venga a sapere così...»
La blocco, iniziando già a infastidirmi. «Risparmiami il tuo finto buonismo, Helena, non potresti essere più felice di un qualcosa che mi va male. Parla.»
La biondina gioca con la cannuccia del suo frullato, e se non sapessi tutto quello che è stata capace di fare negli ultimi mesi, direi che è davvero dispiaciuta. «Per favore, so che ho sbagliato in passato, ma questo non significa che non me ne sia pentita.»
«Facile sbagliare e pentirsi, sbagliare e pentirsi, sbagliare mille volte e pentirsi altrettante volte.» ribatto.
I suoi occhi azzurri si fanno lucidi. «Sono stata l'amica peggiore del mondo, me ne rendo conto, ed è per questo che adesso sono qui: per dimostrarti che non lo sono completamente. Se ti sto per dire quello che sto per dirti è perché ci tengo a te e non voglio che soffra ancora.»
Mi scappa un sorrisetto maligno. «Vuoi forse dire che dopo tutte le volte in cui mi hai fatto soffrire tu adesso ti impegni a evitare che stia male per un'altra persona? O vuoi avere il primato di unica persona autorizzata a farmi del male?»
Lei scuote la testa e mi si avvicina. «Ho parlato con Michael l'altro giorno, e lui mi ha confessato tutto.»
«Confessato cosa?» inizio ad essere confusa.
«Luke è troppo buono per rovinare tutto, Mary. Non direbbe mai che il suo migliore amico gli ha preso il telefono, ha letto tutti i vostri messaggi per poi fingersi lui con te!»
Cosa? «Helena, non capisco.»
«L'unknown number non è Calum, ma Luke.»
A primo impatto mi viene da ridere come una pazza delle stronzate che è capace di dire, invece sto zitta e mi limito a osservarla con sguardo stupito. «Non è possibile.»
«Calum non è famoso per i suoi modi gentili e il suo carattere buono.»
Più la sento parlare, più mi convinco che sia tutta una grandissima cazzata. «E quando ci siamo parlati al telefono a casa loro, davanti alla piscina?»
«Calum ha preso il telefono di Luke. Eri l'unica a non aver capito cosa stesse succedendo. Calum e i ragazzi sanno che sei la famosa Melanzana da molto tempo, per questo è stato facile per lui rendersi credibile.» mi spiega.
Mi afferro il volto tra le mani, incredula. Non può essere, assolutamente. Calum è sempre stato sincero con me. O almeno, lo è sempre sembrato. «Perché Luke non lo ha smascherato subito? Ma soprattutto: perché Calum l'ha fatto?»
Helena sposta una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio, e vedo l'incertezza sul suo viso. «Luke ha parlato a Calum di te, dicendogli che eri una persona interessante. Così Calum ha letto i vostri messaggi, qualche volta ha risposto pure lui al posto di Luke e quest'ultimo lo sai com'è fatto: non ha voluto rovinare il suo amico.»
«Appunto, conosco Luke. Quei messaggi non potevano essere scritti da lui!» Diamine, come può un ragazzo che mi offre sempre della lattuga, scrivermi quei discorsi sull'amore e sulle canzoni?
«Luke è molto più di quanto dia a vedere, credimi. Non puoi pretendere che una persona sia la stessa da sola o accerchiata da amici.»
Rimango in silenzio qualche istante, per poi rendermi conto che Helena non ha risposto alla domanda più importante. «Perché Calum l'ha fatto?»
«Sicura di volerlo sapere?»
«Sì.»
«Okay. - incastra i suoi occhi azzurri nei miei – Quando Calum ha capito che eri tu, ha insistito per leggere le conversazioni e per prendere parte. L'ha preso come uno scherzo, praticamente. Tu lo prendevi per il culo in ogni modo possibile e lui voleva vendicarsi.»
Arretro con la sedia. «No, non è possibile, lui non lo farebbe m...»
«Ah no? Svegliati, amica mia, Calum non è il bravo ragazzo che vuole mostrare. Finge di nascondere il suo lato buono sotto quello da stronzo, ma in realtà esiste solo il figlio di puttana quale è e niente altro.» il tono duro con cui dice il tutto mi fa sobbalzare.
«Allora perché al cenone mi ha baciata? Mi ha detto che è innamorato di me.» mormoro. Non so nemmeno perché stia confidando tutto questo a Helena, ma ho bisogno di confutare le sue tesi, ne ho bisogno davvero.
La ragazza scoppia a ridere. «Pensa le risate che si sta facendo adesso con gli altri.»


Cammino per le strade come un'anima in pena. Se Dante Alighieri fosse un regista e stesse cercando attori che recitino nella versione cinematografica de "La Divina Commedia" mi prenderebbe sicuramente per apparire tra i dannati dell'inferno.
E forse non dovrei nemmeno rimanerci male, perché ormai sono a piena conoscenza di quanto la sfiga mi perseguiti. Quale paragone ho usato per descrivermi tempo fa? Ah, sì. Sono così sfigata che se schiacciassi nell'opzione "hai dimenticato la tua password?" riceverei come risposta "cazzi tuoi".
Ma adesso sembra essersi estesa oltre i limiti possibili. Così sfigata che se mi mettesserò due buste chiuse, dicendomi che in una delle due ci sono venti mila bigliettoni e le aprissi tutte e due, troverei scritto "ci hai creduto davvero?".
Così sfigata che a momenti nemmeno Liam mi riconosce come sua figlia.
Così sfigata che...
Il telefono squilla, e Taylor Swift inizia a cantare. Affondo la mano nella borsa e porto il mio Samsung di merda all'orecchio senza nemmeno guardare chi sia. «Pronto.»
«Siamo allegri oggi, eh?» la voce di Calum.
Non ci penso una volta e mezzo prima di chiudere la chiamata e sbuffare. Tanto vale chiuderci i rapporti direttamente, che senso avrebbe parlarne? Per sentire la sua risata esplodermi dritta in faccia? No, grazie, so già che le onde della sua voce si propagano longitudinalmente grazie alle sette interrogazioni di fisica che ho dato su quella parte di programma.
La Swift oggi ha proprio voglia di cantare, perché il mio telefono squilla di nuovo. «Mi hai chiuso la telefonata in faccia?» chiede Calum Hood stupito.
«No.»
«Ti vedo.»
Mi giro di scatto, guardando a destra e a sinistra, alla ricerca di un familiare volto cinese. Due mani mi coprono gli occhi improvvisamente, facendomi urlare impaurita. «Sssh, sono io, sono io!» ridacchia Calum. E cazzo, ha una risata bellissima.
Mi libero dalla sua presa e chiudo la telefonata, per poi incamminarmi verso casa, facendo finta di niente. I suoi passi mi seguono dopo un attimo di esitazione e in pochi secondi mi affianca. «Dove scappi?»
«Vado a casa.»
«Pensavo di completare quella cena al ristorante italiano che iniziammo qualche tempo fa, ti va? Le tue lasagne ti aspettano. E anche quel vino buonissimo.» mi propone contento. Mi chiedo come faccia a recitare così bene. Siamo sicuri sia un cantante?
Sospiro. «Sto andando a casa.»
«Niente ristorante?» con la coda dell'occhio noto il suo sguardo concentrato. «Allora cena a casa mia. Posso cacciare via Michael, chiamare qualche groupie e attirarlo fuori casa.»
«Chiamala per te.» ribatto svoltando a destra e accelerando il passo. Più passo tempo con lui e più mi sento una cogliona.
«Ho chiuso con le groupies da un po' di tempo. Più o meno da quando ti ho conosciuta.» dice fieramente.
Mi volto verso di lui e gli sorrido ironicamente. «Non è mai tardi per riprendere le vecchie abitudini, Calum Hood.»
Muraglia Cinese si blocca e costringe pure me a fermarmi. «Potresti almeno guardarmi in faccia e non darmi le spalle mentre ti parlo?» il suo tono si sta alterando. Lo accontento. «Posso capire che cazzo ti succede?»
«Di cosa stai parlando?»
«Hai il ciclo?»
«No.» alzo gli occhi al cielo.
«E allora?»
«Sessanta cazzo di minuti, Muraglia Cinese.» Mi dà uno strattone e lo guardo con furia, adesso. «Mi fai male, smettila.»
«Scusa!» molla la presa, nervoso come mai l'ho visto. «Ma non capisco perché mi tratti così. Due giorni fa eravamo seduti sul dondolo di casa tua e ci stavamo baciando, e adesso mi chiami Calum Hood e fai di tutto per allontanarmi. Neanche avessi la lebbra.»
Gli rido in faccia. «No, Calum, non ti sto allontanando. Sto semplicemente chiudendo tutti i rapporti con te. E per riuscirci al meglio ho bisogno di andare adesso a casa, senza di te, va bene? Ciao.»
Gli volto le spalle e riprendo a camminare, ma a quanto pare è molto tenace e ci tiene a prendermi per il culo per bene, perché mi raggiunge di nuovo. «Cosa ho fatto?»
«Pensi che sia stupida? Pensi che alla fine Luke non avrebbe rivelato tutto? O che non l'avrei mai scoperto?» sbotto alzando troppo la voce. «Per quanto ancora vuoi andare avanti con la tua recita da quattro soldi?»
«Di cosa cazzo stai parlando?»
Qualche passante ci supera, guardandoci incuriosito. «Potresti vincere un Oscar anche prima di Leonardo Di Caprio, sai?»
Calum si avvicina, e cazzo, ha davvero una bella espressione dispiaciuta. «Mary, inizio a preoccuparmi. Se è uno scherzo che avete organizzato tu e Mike, non è divertente.» poi solleva l'indice e me lo punta contro.
Guardo verso il cielo, ridendo, incredula. «Ah, vieni tu a parlare a me di scherzi? E poi non eri stato tu a dire che Titanic era sopravvalutato? No, aspetta, quello era Luke!»
Calum, improvvisamente, assesta un calcio al tronco di un albero piantato, facendolo oscillare. «Mary, mi sto incazzando. Cosa c'entra Luke adesso?»
«Non sei tu l'unknown number, ma Luke. Hai usato il suo telefono quando avete capito che ero io e mi hai presa per il culo tutto questo tempo come vendetta, come divertimento.»
Il ragazzo rimane a fissarmi, stralunato, con la stessa faccia da pesce lesso che ha Luke la maggior parte del tempo. Apre la bocca, poi la richiude. Le sue sopracciglia sono aggrottate. «Che stronzata è mai questa?»
«Rispondi a una domanda.»
«Tutte quelle che vuoi.»
«Da quanto sapevi che ero io la ragazza del numero?»
Hood si leva gli occhiali da sole e li aggancia al colletto della maglietta da baseball. «L'ho saputo quel giorno nella nostra piscina.»
«Potresti evitare di mentirmi, almeno adesso?» domando quasi supplicandolo. «Sono stanca dei tuoi giochetti.»
«Non è nessun giochetto!» esclama allargando le braccia e lasciando sbattere poi le mani sui fianchi. Sembra quasi un italiano. Con origini cinesi. «Io non sapevo...» il mio sguardo deluso lo blocca. «Va bene, l'ho capito tempo prima. Parecchio tempo prima. Ma cosa c'entra?»
Allora aveva ragione Helena. Lo sapeva da prima, e questo gli ha permesso di rendere il suo teatrino ancora migliore. «Quindi quella sera, davanti a casa di Louis, sotto la pioggia, quando mi hai detto con voce sconvolta "Mary!", hai avuto solo conferma di tutto?»
«No! Cioè, sì... Però...» Mi porto le mani tra i capelli, arretrando. Lui mi segue immediatamente. «Non significa che non fossi io Kiwi. Non significa che ti abbia presa in giro tutto questo tempo.»
Rimango in silenzio. Se prima mi sentivo una completa cogliona, adesso mi sento ancora peggio, avendo avuto la conferma da lui.
«Chi te l'ha detto?»
«Helena.»
Calum scoppia a ridere malignamente. «E tu credi a quella cagna? Helena voleva sbattermi al muro e frullarmi fino a ridurmi in forma liquida, non ti è passato per la testa che potesse essere gelosa marcia di noi?»
Quel "noi" mi fa star male, perché ci credevo tanto. «A lei l'ha detto Michael.»
Ora PSY è davvero sconvolto. «Mike? Ma... Io non capisco.»
«Michael glielo avrebbe confessato perché Luke non aveva il coraggio di rovinarti così.»
Mr. Dalla Cina Con Furore inizia a camminare, mormorando parole incomprensibili a bassa voce. Probabilmente parolacce a giudicare dal "....cazzo" che ho sentito. «Vabbè, io me ne vado. Ciao.»
«Perché credi a loro e non a me? Sai quanto mi stai ferendo?»
«E sai quanto tu abbia ferito me?»
«Mary, sono stronzate.»
«Sapevi chi ero e non me lo hai detto. Mi basta questo.»
Ci guardiamo negli occhi, e faccio crollare tutte le difese che avevo eretto poco prima per mostrargli solo una facciata dura e gelida. Gli mostro quanto stia soffrendo, quanto ci stia male. E lui fa lo stesso, perché vedo specchiato nei suoi occhi lo stesso dolore che è nei miei. «Ti chiedo solo di credermi. So che è difficile dopo tutto quello che è successo, dopo aver mostrato una doppia faccia. Ma ciò che ti ho detto la notte del 24 era vero, te lo giuro su tutto.»
Una lacrima scivola lentamente lungo la mia guancia e la mando via con un gesto rapido, sperando non la veda.
«Non piangere per me.» sussurra.
Sobbalzo, trovandolo più vicino di quanto mi aspettassi. Con una mano lo allontano, ma lui la afferra per poi stringerla, accarezzandone il dorso. «Io ti a...»
«No, non dirlo.»
Mi libero dalla sua mano e senza salutarlo me ne vado il più veloce che posso. Perché sono così stupida che potrei tornare da lui e godermi ancora il suo spettacolino, pur di poter stare con Calum un po' di più. A costo di sentirmi dire un giorno o l'altro "ehi, scherzavo, vaffanculo".
Stringo a pugno la mano che poco prima stava tenendo lui e ricaccio indietro le lacrime. Ora come ora, l'unica persona che merita le mie lacrime è solo Louis.




Poggio lentamente le chiavi nel mobiletto in legno davanti all'ingresso di casa, stampandomi in faccia trentamila domande. Cosa succede?, State tutti impazzendo?, Sono entrata in una clinica psichiatrica al posto di casa?
Liam è seduto in una sedia al centro del salotto, davanti a lui ci sono due bottiglie di birra. Jawy e Harry sono a guardia delle bottiglie. Il volto di mio padre è chiaramente sofferente come poche cose al mondo. «Ce la puoi fare Liam, andiamo! Stringi le chiappe!» urla Jawy. «Ti darò un kebab come ricompensa.»
Oh, beh, questo cambia tutto. «Ciao.» saluto agitando una mano.
Mio fratello sorride radiosamente. «Ehi sorellina, immagino ti starai chiedendo cosa accade qui.»
Annuisco. «In effetti...»
«Cerchiamo di eliminare la brutta dipendenza di Liam dalla birra.»
Ricordo vagamente quando ci provammo qualche mese fa. Nascondemmo le birre a Liam, che impazzì completamente, urlando come un cocainomane in astinenza. Rimase chino a terra, dondolandosi, succhiando il pollice fino a quando non gli svelammo dove avessimo nascosto le birre. Non ci parlò per una settimana. "Mi sono sentito pugnalato dal sangue del mio sangue, in versione raddoppiata, visto che siete due!"
«So a cosa stai pensando. - Harry interrompe il flusso di ricordi – Liam ci ha dato la sua approvazione. Per riformare i Two Directions vuole essere in forma.»
Mi avvicino lentamente e poso un bacio sul testone rasato di mio padre. «Secondo me dovreste reinventare il nome. Dargli un tocco nuovo.» propongo. «Magari... New Directions.»
«Era il nome del club in Glee, ci spedirebbero in tribunale dopo due secondi.» commenta Jawy.
«One Direction.» esclamo schioccando le dita.
Tutti e tre i presenti puntano i loro occhi su di me. «Mi piace!» urla Liam facendo tremolare i quadrupli menti dall'eccitazione. «Ecco la rossa che mi piace!» al pronunciare la frase, mio fratello e il Kebab-Boy si guardano allarmati.
Ed è come una scena al rallentatore. Liam si getta in avanti per afferrare la bottiglia di birra, Harry lo imita prontamente e con un colpo le fa cadere tutte due a terra.
Un crash e il nostro pavimento prova un nuovo tipo di detersivo. Benissimo. Sollevo le mani in aria. «Non ho sporcato io, non pulisco io.» me ne vado lentamente, mimetizzandomi con il muro e sguscio in camera mia, chiudendomi la porta dietro le spalle.
Rimango con la schiena poggiata contro la parete in legno e chiudo gli occhi. Il volto di Calum non vuole andarsene dalla mia testa, e forse la cosa che fa più male è che l'unica persona con la quale vorrei sfogarmi è chiusa dentro una bara.





AIEAH
No, allora, io avrei dovuto aggiornare almeno due ore fa ma mi sono addormentata malamente. Sono due notti che non dormo. La sto finendo come i vampiri: svegli la notte e in coma il giorno. Che poi io stavo dormendo di pomeriggio, ma sempre giorno è....
Insomma, il mal di testa e il grado di rincoglionimento mi vietano di mettere colori sgargianti in questo aieah per la mia sanità mentale...........
Mi sono pure detta "è tardi uffa non aggiorno"
Ma poi "no dai aggiorno"
"Ma è tardi!!!! Tu odi aggiornare dopo le 18"
"Ho già scritto su ask che avrei pubblicato oggi"
"Sposti a domani ajo nenna"
"Domani sera sono fuori fino alla mattina dopo, ricordi testa di melone?"
"Che buono il melone... ma ehi ho fame"
"Allora vai a mangiare"
(Sono andata a mangiare davvero)
"Okay ho fatto, ma adesso ho nausea. Mi sdraio e guardo pll o how I met your mother"
"NOOO dovevo pure pubblicare una storia su wattpad"
"Che storia?"
"Mò chiedi troppo, stronzetta. -A."
Sì, insomma, le cose sono andate così...
Perché pensavate tutte che Helena fingesse una gravidanza? Sono morta rotolando in camera mia/o in qualsiasi luogo leggessi le recensioni.
Bom oggi sarò molto breve perché odio aggiornare oltre le 18 e sono le 18:23 in questo esatto momento.
Qualcuna preghi per me o si registri mentre canta una ninna nanna così me la ascolto stanotte.
Grazie, come sempre, per tutto il supporto che date a questa fanfiction. Sono riuscita ad allungarla fino al capitolo 30, e per il significato che ha questa storia per me, mi rende davvero felice sapere che ci siano persone che la apprezzano. ((Nonostante sia una sadica pazza che fa soffrire i personaggi.))
Per qualsiasi cosa:
Facebook – Mary DomenicaDagosto
Twitter - @cucchiaia
Ask.fm - @cucchiaia
Wattpad - @cucchiaia
#STAYSTRONG


PS. Spoiler prossimo capitolo:
Hood guarda per la prima volta Niall, con uno sguardo che mi fa raggelare. «Tu non vai da nessuna parte con lei, Paris Hilton.» lancia occhiate di disgusto ai suoi capelli biondi.


PS.2: Non ho riletto, scusatemi eventuali errori.
PS.3: Sembrava molto seriosa la frase, vero?
PS.4: Minca ho un sonno boia. 
PS.5 (ho rotto le noci di cocco lo so): Credete che Helena abbia detto la verità? L'U.N. è Luke o Calum? 

 
   
 
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