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Autore: extraordinharry    13/07/2015    25 recensioni
La sfiga è la mia compagna di vita. Sono quel tipo di persona che se schiacciasse nell’opzione “hai dimenticato la tua password?” otterrebbe come risposta “cazzi tuoi”. Mai vinto nulla, mai eccelso in qualche disciplina, mai arrivata ai traguardi che mi sono imposta. Tanto che mi sono stancata e ho smesso di sperare nelle cose.
-
Tiro fuori il telefono dalla tasca, proprio nello stesso esatto momento in cui lo sento vibrare. Un nuovo messaggio.
Numero sconosciuto: Ash, c’è una grandissima gnocca davanti a me con un culo che porca troia, ci farei bungee jumping!
Rimango interdetta qualche secondo. Cosa?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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25. The Winner








Forse se lo ignorerò e passerò dritta senza guardare nemmeno con la coda dell'occhio, sarà come se non fosse lì. Ma per quanto ancora potrò farlo? 
Prendo un respiro profondo e vado oltre. Non sono pronta a vedere l'armadietto di Louis ricco di fiori, messaggi, foto, dediche. Non dalle stesse persone che lo hanno portato a fare quello che ha fatto. Magari un giorno riuscirò a fermarmici davanti. 
Ora, qualsiasi persona si farebbe la stessa domanda che Liam mi ha posto stamattina quando gli ho detto che stavo andando a scuola. Cosa ci fai a scuola il 29 dicembre?
"In vista dei fatti accaduti recentemente, tutto il corpo studentesco e dei docenti è pregato di recarsi nella mensa della scuola il giorno 29/12/15 alle ore 9:00 per discutere", ecco il messaggio che il preside aveva mandato a tutti.
E che stia andando con la stessa voglia che ha un cammello di attraversare il deserto con il peso del culo della Minaj sulle gobbe, è un altro discorso. Un cammello senza acqua, con il pelo lungo e ingombrante, e il culo della Minaj fasciato da leggins in pelle con borchie appuntite. 
Arrivo davanti alle grandi porte della mensa, trovandole spalancate. Tutta la scuola è già praticamente lì. Mi fermo accanto alla porta, spalle al muro. Molti ragazzi sono in piedi, altri seduti nei tavoli. Il preside è al centro esatto della sala, con Helena e Niall al suo seguito e con mia grande sorpresa riconosco Luke, Ashton, Michael e quello stronzo. 
Incrocio le braccia al petto e aspetto, curiosa di sapere cosa ci facciano loro a scuola. 
Poi Helena si avvicina al nostro bravo attore e poggia una mano sulla sua spalla, sussurrandogli qualcosa. Nello stesso momento il preside afferra il microfono e fa qualche prova. 
Vorrei incazzarmi a morte perché io – la migliore amica di Louis – non sono lì, e nessuno di loro mi ha chiamata per avvicinarmi. Nemmeno Luke, Ashton, Michael o quel cretino. D'altra parte forse è meglio così.
«Buongiorno ragazzi.» richiama l'attenzione il preside. «Spero stiate tutti bene.»
Vuole anche chiederci cosa ci ha portato Babbo Natale? 
«Come potete vedere sono qui con i 5 Seconds Of Summer che immagino conosciate tutti e due studenti di questa scuola amici di Louis Tomlinson: Helena e Niall. Manca un'altra studentessa, e in caso fosse qui presente la prego di raggiungerci.» non muovo un singolo muscolo mentre il preside si guarda intorno cercandomi. Non trovandomi, continua il suo profondo discorso. «Vorrei parlarvi, senza annoiarvi, e mi dispiace avervi richiamati durante le vacanze ma quello che è successo merita attenzione. Come sapete, un vostro compagno, la scorsa settimana si è tolto la vita. Le motivazioni sono note a tutti, e il corpo docenti ed io siamo moltro oltraggiati perché situazioni simili non si erano mai verificate in questa scuola. Il bullismo non è ammesso e d'ora in poi verrete tenuti tutti sotto controllo e puniti duramente per qualunque accenno di maltrattamento nei confronti di un altro studente.»
Silenzio. Trattengo una risata. Che discorso del cazzo. 
«Punto sulla vostra consapevolezza interiore di aver sbagliato nel non essere venuti nel mio ufficio a denunciare questi avvenimenti che preesistevano da tempo prima che Louis Tomlinson si togliesse la vita.»
Stringo le mani in due pugni, digrignando i denti. Se avessi la forza, spaccherei il tavolo che ho a pochi metri di distanza. 
Luke si volta proprio nella mia direzione e il suo viso si illumina. Dovrei sentirmi in imbarazzo nei suoi confronti? Solleva la mano e mi saluta debolmente. Lo ignoro. 
Una ragazza accanto a me squittisce. «Luke Hemmings mi ha salutata! Te l'ho detto che mettermi gli skinny neri, la maglietta dei Nirvana e una camicia a quadri rossa avrebbe attirato la sua attenzione!» sussurra all'amica accanto a lei. 
Oh, ti prego, lanciati da un aereo. 
«Ora veniamo alla parte meno difficile – continua il preside – Questi ragazzi sono qui con noi, oggi, perché visto il brutto accadimento, hanno avuto un'idea molto bella. Fuke, Capum, Asher e Michael hanno fondato un'associazione contro il bullismo, che si preoccupa di fornire aiuto a chi ne è vittima. Per inaugurarla, la notte di capodanno, daranno un concerto a Sydney eI SOLDI dei biglietti verranno devoluti tutti come prime donazioni.»
Ashton prende il microfono, ringraziando il preside con un sorriso. «Esatto, ragazzi. I biglietti saranno venduti anche dopo questa piccola riunione e sul nostro sito online. Siete tutti invitati: è una bella occasione per salutarlo e chiudere le incomprensioni che ci sono state.» poi a voce più bassa aggiunge: «E comunque mi chiamo Ashton, non Asher.»
Una vampata d'ira miINVESTE, non facendomi capire più nulla. Senza accorgermene sto camminando verso il centro della sala, intenzionata a prendere quel microfono e sputare la verità in faccia a tutti questi stronzi. 
Tutti i ragazzi iniziano bisbigliare vedendomi, facendo girare i 5SOS, Helena, Niall e il preside. 
Lo sguardo di Calum mi brucia, costringendomi a strappare di mano il microfono ad Ashton allontanandomi il più possibile da lui. 
«Sono rimasta cinque minuti ad ascoltare questa grandissima mestolata di cazzate e non ho intenzione di continuare a farlo o tanto meno di andarmene senza aver detto quello che penso.»
«Signorina Payne, la prego...» sussurra il preside.
«Zayn Malik è entrato nel profilo facebook di Louis, scrivendo uno stato indecente. Sotto quello stato ci sono centinaia di commenti, scritti da gran parte delle persone presenti in questa sala. Commenti di odio, in cui Louis veniva insultato perché additato come gay, come voglioso di cazzi, checca, finocchio, frocio. E adesso lei ci convoca per invitarci tutti a uno stupido concertino per salutarlo? Ci convoca affinché doniamo dei soldi a una fondazione contro il bullismo?» la mia voce diventa sempre più alta, ma si spezza a fine frase. «Se vuole davvero iniziare a migliorare la situazione, perché non sbatte a calci in culo fuori da questo istituto Zayn Malik? Perché non controlla lei stesso i nomi di chi ha commentato quello stato e sospende quelli che frequentano questa scuola?»
Guardo dritto in faccia tutti i presenti della sala, cercando di attirare i loro occhi nei miei. Ovviamente, pochissimi sostengono il mio sguardo. Forse quelli che non hanno insultato Louis. «E' facile comprare il biglietto di un concerto i cui ricavati andranno a una fondazione contro il bullismo e ripulirsi la coscienza così, vero? Intanto Louis si è suicidato per colpa vostra, solo e unicamente per colpa vostra. Il mio migliore amico è morto perché siete una massa di codardi, omofobi, razzisti.» le lacrime mi inondano il viso e devo prendere un respiro profondo. 
Calum muove un passo verso di me, ma Niall lo blocca e mi poggia una mano sulla spalla. «Mary...»
«Lasciami finire, Niall.» mormoro. «Se volete davvero fare qualcosa per rimediare, quando tornate a casa fatevi un'esame di coscienza e provate a pensare a quanto facciate schifo. Pensate se al posto di Louis ci fosse stato un vostro caro amico o un'amica. Non restate qui a fissare il preside, magari pure contenti di andare al concerto di loro quattro. Soprattutto quella ragazza che avevo accanto prima, che è venuta venti volte quando Luke Hemmings si è girato nella nostra direzione.» 
La ragazza in questione mi guarda offesa, ma non dice nulla. 
«Non è rimasta incinta, vero? Io non ho fatto nulla...» sento sussurrare disperatamente da Luke a Michael. 
Il preside tenta di prendermi il microfono, ma mi allontano. «Un'ultima cosa e poi me ne vado, glielo giuro. - percorro l'enorme sala con lo sguardo – Vorrei alzassero la mano coloro che hanno commentato quello stato. Adesso.  Ci avete messo il vostro commento non richiesto, adesso metteteci la faccia.» 
Inizialmente nessuno alza la mano, e sto per scaraventare il microfono a terra, delusa, tentando di consolarmi ripetendo "lo sapevi sarebbe andata così". 
Però poi un ragazzo solleva la mano e urla: «L'ho fatto e non c'è ora in cui non me ne penta.»
Una ragazza seduta in un tavolo vicino. «Ho cancellato il mio profilo facebook.»
Lentamente diverse persone sollevano le mani, stavolta guardandomi dritto in faccia. Porgo il microfono al preside, senza dire nulla. 
Afferro la mano di Niall. «Mi accompagni a casa?» domando. Lui annuisce e lancia un'occhiata a Calum, costrigendo pure me a farlo. Hood ha le mascelle serrate e mi sta fissando così intensamente che sono costretta a tirare Niall, per indicargli di muoversi. 
Mentre camminiamo verso le porte della mensa, la sala esplode in applausi. Applausi sinceri, nessun stupido fischio. Niall mi accarezza il dorso della mano e gli sorrido debolmente. 
Una volta nei corridoi mollo la sua mano e mi appoggio a un armadietto, tirandomi i capelli all'indietro per lasciare il volto libero. Respiro profondamente e inspiro più volte. «Stai bene?» 
«Sono stata peggio.» 
«Sono così fiero di te.» dice inaspettatamente Niall. Quando gli rivolgo uno sguardo confuso, ridacchia. «Ricordi quando tu ed Helena avete avuto quella piccola rissa? - annuisco – In giardino, io le ho fatto quel discorso per il quale mi hai ringraziato. Ricordi cosa ti ho detto?»
La scena si dipinge nella mia mente. «Che avrei dovuto farglielo io.»
«E cosa hai fatto oggi? Hai mostrato le palle, sputando la verità dei fatti a tutti quei coglioni lì dentro. Sono fiero di te, di avere un'amica come te. Ti a...» si blocca e mi ritrovo a spalancare gli occhi. «Ti voglio bene.»
Decido di far finta di nulla, mi avvicino a Niall e gli circondo il collo con le braccia, per poi abbracciarlo e tenerlo stretto a me. Chiudo gli occhi e mi godo il momento, respirando il suo profumo delicato e convincendomi che tutto non è ancora perduto. «Anche io, Irish.» rispondo. 
Riapro gli occhi e la prima cosa che vedo è Calum Hood fuori dalla mensa, a pochi metri da noi. Se le occhiate potessero uccidere, io e Niall saremmo già morti atrocemente. 
Sciolgo velocemente l'abbraccio, imbarazzata. «Andiamo via, per favore.» sussurro nervosamente. Niall non capisce, ma mi segue, questa volta a fatica visto che praticamente corro per il corridoio.
«Mary, aspetta!» qualcuno mi richiama da dietro. «Per favore!» è Calum. 
Cammino ancora più veloce, fino a trovarmi nel cortile. Il biondo mi affianca poco dopo, sempre più confuso. «Mi spieghi cosa sta succedendo? Tu e Calum non eravate...»
Calum compare improvvisamente. «Mary...»
Non lo guardo nemmeno in faccia, deviando i suoi occhi. «Niall, andiamo.» 
«No, adesso tu mi parli.»
«No.»
«Non puoi ignorarmi così, fare finta che non esista.»
Sollevo lo sguardo verso di lui e sorrido ironicamente. «Ti sbagli, Calum Hood. Sto facendo finta che tu non sia mai esistito.»
L'Irlandese scuote la testa. «Mary, non so cosa sia successo, ma se vuoi andare io vengo con te.»
Hood guarda per la prima volta Niall, con uno sguardo che mi fa raggelare. «Tu non vai da nessuna parte con lei, Paris Hilton.» guarda con disgusto i suoi capelli biondi. 
Le cose si mettono male. Passo da Niall a Calum più volte e non so davvero chi stia guardando chi con più odio. «Se lei mi vuole, andrò con lei. Non sei tu a decidere.» risponde Niall. 
«Lei non ti vuole, te lo dico io, amico. Mettiti l'anima in pace.»
Afferro Niall per il braccio, tirandolo lontano da Hood. «Lascialo stare, andiamo via.» mormoro. 
Calum scoppia a ridere. «Perché, non ho ragione? Diglielo che può pure comportarsi da bravo amico, tanto tu non proverai mai niente per lui. Tu ami me e ti sto chiedendo cinque minuti per parlare senza questa mosca fastidiosa in mezzo al cazzo.»
«Ma come hai fatto a frequentare questo stronzo?» mi chiede Niall sconvolto. 
«Okay, okay, basta – esclamo mettendomi tra di loro – Smettetela subito.»
«Lui deve smetterla di ronzarti attorno!»
«Altrimenti?»
«Non te lo voglio dire che poi ti pisci addosso, bambino.»
Niall scatta in avanti, pronto a colpirlo, ma lo spingo con una forza che non credevo nemmeno di avere e lo faccio arretrare. «Niall!» grido. 
Il silenzio cala tra i due. Calum ha i pugni stretti lungo i fianchi, probabilmente era già pronto a fare a botte col mio amico. Niall respira affannosamente, percepisco tutto il suo nervosismo e la rabbia che ha dentro. E da una parte lo capisco, perché so quanto Calum Hood possa essere fastidioso quando si impegna, per questo vorrei andarmene e scordarmelo. Eppure ci sono così dentro che parlarci anche solo per sentire le stupide giustificazioni che ha da dire, è pur sempre qualcosa. Forse non voglio andarmene subito, ma gradualmente. Godermi ancora un po' qualcosa di lui. Staccarmi lentamente da lui, così magari il dolore non arriverà tutto insieme ma... a rate.
«Niall, lasciaci soli un attimo.» sospiro. 
Sul volto di Calum si dipinge un sorrisetto soddisfatto, vincente, mentre Niall si allontana da noi due. Sento i dinosauri nello stomaco nel vederlo sorridere con quell'aria furba e vorrei non fosse finito tutto in questo modo. «Parla.» lo sprono incrociando le braccia al petto e inchiodando lo sguardo sulla sua maglietta.
«Te l'ho sempre detto che quando parlo con te vorrei mi guardassi negli occhi.» 
Sbuffo mentre lo accontento. La sua mano scatta verso il mio volto, accarezzandomi la guancia. Con la mia mano accarezzo la sua. Com'è possibile che mi abbia mentito per tutto questo tempo? Com'è possibile che vorrei fosse sincero adesso e che tutto potesseRIPRENDERE COME lo avevamo lasciato?
«Sto aspettando che tu parli, Calum.» 
«Mi manca sentirmi chiamare Kiwi.» sussurra con voce triste. I suoi occhi fissano le sue scarpe e cogliona come sono provo quasi dispiacere per lui. Mi avvicino e sollevo il suo volto spingendo il mento con l'indice verso l'alto. 
«Lo sai che non è colpa mia.» mi stringo nelle spalle rompendo il contatto con il suo volto. «Se non mi avessi presa per il culo, magari...»
«Non l'ho mai fatto, Mary!» 
Mi mordo il labbro, pensando al modo migliore per porgli la domanda che mi tormenta da un po'. «Hai mai smesso di mentirmi o ancora adesso lo stai facendo?»
«Non ho mai iniziato a farlo, te lo giuro. Cosa devo fare per dimostrartelo?!» 
«Niente.»
«Non dovrei fare un cazzo, allora? Dovrei perderti per colpa di una troietta di diciassette anni – che si finge tua amica tra l'altro – mandando a puttane la mia prima occasione di amare una ragazza? Tornare alle groupies e al sesso occasionale di quando siamo in tour?» domanda con rabbia, facendomi fare un passo indietro. 
Sposto un ciuffo di capelli ribelle e getto un'occhiata a Niall, seduto nel muretto, a qualche metro da noi. Ci fissa, ma sono sicura non senta quello che ci stiamo dicendo. «Forse è meglio, no? Partirai in tour tra un po', il tuo free Willy lì sotto avrà bisogno di consolazione e ti basterà scorrere la tua rubrica. Fatto. Ti dimenticherai in fretta di me.»
«Perché mai dovrei? Non hai capito quanto mi sia entrata dentro?»
«Ho visto.»
Gli volto le spalle puntando gli occhi verso l'uscita di scuola. «Non posso continuare a pregarti di credermi, lo capisci? Io continuerò ancora, ma non ti prometto che aspetterò all'infinito. Sto iniziano a dubitare pure io di quello che dicevi di provare per me.»
Trattengo una risata.«Come puoi anche solo pensarlo? Sono quella che si è esposta più di tutti e due!» 
«Non è vero, porca puttana! Lo vedi come ti comporti? Mi sono esposto tanto quanto te, ti ho mostrato lati del mio carattere che nemmeno io stesso volevo conoscere. Non ti permetto di dirmi che non ho fatto un cazzo, Mary.»
«Fai come ti pare.» lo liquido così. 
Inizio a camminare. 
«Davvero? E' tutto qui quello che hai da dire? Fai come ti pare?» urla, nonostante non sia tanto lontana.
Ed eccolo uno dei miei più grandi difetti: l'orgoglio. «Esatto. Chiedi inPRESTITO ai tuoi amici qualche groupie, così risolvi il problema.» mi volto un secondo per sorridergli incoraggiante.
«Sono anche tuoi amici, adesso. Ed è per questo che non ti avrebbero mentito su tutta questa storia, ma avrebbero confessato subito se ti avessi presa davvero per il culo.»
«Basta, Calum, sono stanca di tutto questo.» 
Sento i suoi passi dietro di me, poi la sua mano poggiarsi sulla mia spalla. «Io sono stanco di essere preso come quello che racconta cazzate, che prende per il culo le ragazze, che le fa soffrire. Eppure sono ancora qui a sorbirmi le tue accuse, perché ti amo.»
E sentirglielo pronunciare mi fa venire i brividi lungo la schiena, mi fa sentire maledettamente bene in tutto questo schifo. Vorrei prendermi a schiaffi e impormi di non essere debole. «Credo tu non abbia ancora capito cosa sia l'amore. Ritenta, Calum. La prossima volta però senza teatrini e recite.»
Lui non risponde, ma si limita a sospirare e scuotere la testa. Mi incammino verso Niall, che appena mi vede arrivare scatta in piedi con aria preoccupata. «Va tutto bene?»
Annuisco. «Andiamo a casa.»
«Sei sicura?»
«Niall, ti prego, non farmi domande.»
E lo capisco dal suo sguardo che la delusione che provo sarebbe visibile pure a un cieco. 


CALUM'S POV. 
Quando rientro a casa, lancio le chiavi sul tavolo della cucina e assesto un calcio a uno degli sgabelli. Ashton sta spalmando del burro di arachidi su una fetta di pane tostato e nemmeno solleva lo sguardo. «Amico, solo perché vendiamo molto eI SOLDI non ci mancano, non significa che tu possa distruggere le sedie della cucina.»
Non gli rispondo nemmeno, perché rischierei di mandarlo a fanculo o di farci a botte. Poi mi ripeto che Ashton non c'entra niente con tutta questa storia e sospiro. «Lo so, scusa.»
Ash mi si avvicina, con in mano la fetta di pane. Quella libera si posa sulla mia spalla. «Ehi, che ti prende?»
Non lo guardo. «Dove sono Michael e Luke?» chiedo. 
«In piscina.»
Mi libero dalla sua presa e con grandi falcate esco dalla casa, trovandomi davanti alla piscina, dove due settimane prima io e Mary avevamo scoperto la verità finalmente. Michael sta prendendo il sole con le cuffiette nelle orecchie, mentre Luke gioca con una paperella di gomma in acqua. 
«Si può sapere che cazzo di problemi avete voi due?» urlo con tutta la voce che ho. 
Irwin accorre quasi subito, Luke per poco non cade in acqua e Michael continua ad ascoltare musica. Cammino verso il rosso – non più Pel Di Lattuga – e una volta davanti a lui gli strappo le cuffiette dalle orecchie. Clifford scatta, spaventato. «Cal, ma sei rincoglionito?»
«Potrei fare la stessa domanda a te. Cosa cazzo sei andato a dire a quella cagna di Helena?» 
Lui aggrotta le sopracciglia. «L'ultima volta che le ho rivolto la parola le ho abbaiato contro per parlare la sua stessa lingua. Perché?»
Devo solo fare qualche respiro profondo e calmarmi, o qui si mette male. «Ho appena parlato con Mary.» annuncio cercando di richiamare tutta la calma possibile. 
«Le hai dato della lattuga?» domanda Luke. 
«Ha detto che te la sgancia?» continua Michael.
L'ira mi invade improvvisamente e assesto un calcio a uno dei lettini facendogli fare un tuffo in acqua. «Ma sei fuori di testa?!» esclama Michael alzandosi in piedi. «Ti vuoi dare una cazzo di calmata?!»
Gli do una spinta. «Perché cazzo vi siete inventati che in realtà il numero sconosciuto è Luke?» domando finalmente, quasi ringhiando. 
Luke si mette in mezzo. «Cosa?» 
«Ma chi...» Michael sembra confuso, e la cosa mi fa incazzare ancora di più. 
«Helena ha parlato con Mary e le ha riferito che tu – indico Clifford – le hai rivelato che Luke era il numero sconosciuto, che io volevo solo giocare con lei, ma che il povero Luke Hemmings era troppo buono per sputtanare il suo migliore amico.» spiego. «Adesso chi è quello con dei cazzo di problemi?!»
Michael si allontana, intuendo che potrei ricorrere tranquillamente alla violenza. «Calum, ti giuro che io non le ho detto assolutamente niente. Quella troia mi sta sul cazzo – non nel vero senso, non voglio tocchi il mio amico con quelle labbra che hanno visto di tutto ormai – e non avrei mai fatto una cosa del genere.»
«E' assurdo possa averci creduto. Non è credibile che io sia l'unknown number!» dice Luke, accanto a me. 
Mi lascio andare su una sdraio, chinandomi in avanti. In testa ho un grandissimoCASINO dal quale non riesco a cavarne piede. Sono così incazzato di aver perso Mary che non so nemmeno se credere ai miei amici. «Beh, a quanto pare l'ha fatto. E' finita. Non posso fare più nulla.» mormoro. 
«Non dire stronzate. Ci hai parlato? Hai provato a farla ragionare?» Clifford in questo momento sta facendo domande più stupide di Luke. 
«No, Mike, dopo avermi accusato sono tornato a casa e mi sono guardato un bel pornazzo.» rispondo ironicamente. «Le ho tentate tutte, ma non ne vuole sapere.» 
«Quale?» Luke è interessato. «Sesso nello spazio o Mutande in terra?»
«Cal, dai, ci sono tante ragazze al mondo.» una pacca sulla spalla da Michael mi fa voltare di scatto. Gli afferro il braccio e glielo storco, facendolo imprecare.
«Che cazzo dici, Clifford?» sputo tra i denti. «Parli, parli, ma non sai nemmeno di cosa tu stia parlando. Sei mai stato innamorato? Rispondi, dai.»
Lo sguardo di Michael si fa più triste. «Sì. Lo sapete tutti benissimo qui.»
«Elsa di Frozen? Ah, brutta storia amico.» sussurra Luke dispiaciuto. Ashton gli tappa la bocca. 
«E allora sai cosa provo.» gli dico. «Sai che in questo momento non voglio sentire parlare di altre ragazze, di quante puttanelle pronte a farsi scopare ci siano là fuori. Voglio solo chiarire le cose con Mary. Non immagini, non immaginate, nemmeno quanto abbia tirato fuori da me. Un lato che credevo di aver perduto, che tutta la fama e l'eccitazione di avere orde di fan urlanti avevano cancellato. Un Calum diverso.»
Il silenzio aleggia in piscina. Non ci guardiamo nemmeno negli occhi. 
«Lascia fare a me.» mormora Michael. «Vado a parlarci io e la convinco a venire al nostro concerto il trentuno.» 
Non posso fare a meno di sorridere, speranzoso. «Lo farai davvero?»
Il mio amico non mi dice nulla, si limita a stringermi in un abbraccio davvero poco virile. Ma a nessuno dei due importa, perché ci stringiamo a vicenda, contenti di avere un rapporto così speciale. 
«Vengo con te e porto dell'insalata per farle capire che siamo lì in missione di pace.» 
«Luke sei inopportuno come una prostituta a Buckingham Palace.» 
Ah, il saggio Mikey.



AIEEEAH
Sembra passata un'eternità dall'ultima volta che ho aggiornato, ma non lo è. Solo sette giorni insomma............
Avrei voluto aggiornare venerdì, ma sono rimasta fuori casa quasi tre giorni e tra l'altro non ho nemmeno dormito. Sono distrutta come un gatto dopo un giro di centrifuga. 
E oggi sono molto versione 2012/13 quando ero una directioner infogata #ZAYNSLAYSNAUGHTYBOY 
Boh ma se quel tweet non è vero penso potrei cadere in depressione.... 
Parlando del capitolo. Non ho molto da dire, se non che mi fa cagare allegramente. Avrei dovuto chiamarlo "Activia". 
Tra l'altro ho notato che avete avuto idee contrastanti: 
- DIMMI CHE NON E' DAVVERO LUKE BRUTTA STRONZA
- E' CALUM LO SO, STAI BLUFFANDO
- ODDIO E' LUKE 
- MA LA SMETTI DI FAR SOFFRIRE QUESTI PORACCI
Btw, da qui si capisce che era l'ennesima bufala di Helena quindi tutto è bene quel che finisce bene. Anche se dopo sta cosa ci saranno altri casini, eh già. Ho finito anche l'epilogo della storia e ho il cuoricino a pezzi. Vi metto in allerta: il 29 e il 30 sono esageratamente lunghi quindi preparatevi e cercate di non crepare.
ANNNDD tra un po' pubblicherò il primo capitolo di una fanfic nuova su *rullo di tamburi* Luke Hemmingssssssssss. Lo ammetto, all'inizio era su Calum, ma per la parte del protagonista maschile ci sta meglio Luke. 
Sto divagando. 
Vi informo come ultima cosa che ho appena iniziato a pubblicare Unknown Number su wattpad QUI (se cliccate sul
 QUI dovrebbe aprirsi la pagina, o basta semplicemente cercarmi come "@cucchiaia")
Per qualsiasi altra cosa:
Twitter – @cucchiaia 
Ask.fm – @cucchiaia
Wattpad – @cucchiaia
Facebook – Mary DomenicaDagosto 
#STAYSTRONG 

Ps. Grazie per tutto il supporto che date a questa cagatina.<333

Ps.2 Spoiler next capitolo: 
«Davvero, Dio, illuminami. Spiegami perché mi hai creata, qual è lo scopo della mia esistenza  al mondo, perché i miei genitori hanno deciso di fare sesso senza il preservativo?» esclamo fissando il cielo con le braccia allargate. 
Nessuna risposta. 
«Te lo dico io qual è il tuo scopo: andare a lavare i piatti in cucina!» risponde Liam dall'altra stanza, facendomi sobbalzare. 
   
 
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