Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: MaryMatrix    07/07/2015    2 recensioni
Natsu e Lucy stanno insieme e Natsu non perde occasione di ripetere alla sua stella che la ama. Ovviamente, a modo suo.
Giorno 1 - Wander - "Ti amo" nel pineto
Giorno 2 - Gratitude - "Ti amo" dopo un disastro
Giorno 3 - Transformation - "Ti amo" e Kariu no Hoko
Giorno 4 - Smoke - "Ti amo" e ti regalo il mio sogno
Giorno 5 - Need - "Ti amo" vs "Ti amo, ma"
Giorno 6 - Glory Days - "Ti amo" e Unison Meteora
Giorno 7 - Happy - "Ti amo" e sei con me
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natsu
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Giorno 5 – Need

“Ti amo” vs. “ti amo, ma”

Era una bella mattinata di sole a Magnolia e stranamente Natsu si era svegliato di buon’ora e aveva deciso di recarsi subito alla Gilda.

L’edificio era ancora vuoto e Natsu rimase molto deluso: dov’erano tutti? Dov’era Mirajane?

- Yo, Mira! – chiamò.

Ma non ottenne alcuna risposta: sembrava proprio che non ci fosse nessuno.

- Che noia, Happy. – commentò contrariato.

L’Exceed invece non sembrava così scontento.

- Andiamo a pescare, Natsu? – propose, pieno di speranza.

- Sì, forse è megl… uh? -.

Il fiuto proverbiale di Natsu aveva percepito due odori. Uno era quello di Mira e l’altro lo avrebbe riconosciuto tra mille: Lucy.
Senza parlare, fece cenno ad Happy di seguirlo. Sghignazzò: le due non si erano accorte della sua presenza e lui avrebbe fatto loro un bello scherzo.
Arrivò dietro la porta della stanza dove erano chiuse Lucy e Mira e appoggiò delicatamente la mano sul pomello, pronto a spalancare tutto e a far prendere uno spavento coi fiocchi alle due maghe.
Ma le voci che riusciva a sentire lo fecero desistere da quell’intento e rimanere fuori ad origliare.

- Non ce la faccio più, Mira. – le stava confidando Lucy.

- Lucy, io ti capisco. -.

Natsu parve sorpreso: di cosa non ce la faceva più? Rimase in ascolto.

- Non so come fare, non so come dirlo. Ma sono esausta, non lo sopporto più. Io lo amo, ma… - sospirò , esasperata.

Il cuore del Dragon Slayer del fuoco si ruppe in mille pezzi a quelle parole: Lucy stava parlando di lui e non bene. Che cosa aveva fatto per meritarsi ciò?
Anche Happy parve accorgersi della situazione.

- Natsu… - bisbigliò.

- Shhh. -.

Voleva continuare ad ascoltare, voleva capire.

- Lucy, nessuno ti obbliga. Puoi prenderti una pausa se vuoi. – le suggerì, gentilmente.

- Ma Natsu… -.

- Natsu capirà. – le assicurò Mirajane. – Lui ti ama davvero. -.

- Lo so! È questo il problema, capisci? – Lucy si alzò in piedi e cominciò a camminare in cerchio per la stanza. – Sarebbe come se io scaricassi ogni responsabilità su di lui e io non voglio farlo, perché non è giusto! -.

Ogni responsabilità? Natsu non capiva: ogni responsabilità di cosa? Della loro imminente rottura?

- Abbiamo mille progetti, soprattutto la casa. La nostra casa! Non posso dirglielo! Ma io non so per quanto altro tempo potrò reggere. A volte mi sento soffocare, non ho tempo per me stessa, non ho tempo per fare quello che vorrei! – si lamentò.

Lucy si sentiva soffocare. Lui era opprimente.
Natsu serrò i pugni lungo i fianchi, mentre mille emozioni lo travolgevano: senso di colpa per non essersi mai accorto di niente; delusione perché Lucy ne parlava con Mira e non con lui; rabbia perché non riusciva a renderla felice.

- Mira… che cosa dovrei fare? -.

Natsu trattenne il respiro e Mirajane si arricciò un ciuffo di capelli al dito.

- Lucy… - ponderò bene le parole prima di pronunciarle. - … io credo che più tempo tu aspetti per parlargli e più le cose andranno avanti e più diventerà insostenibile per te. Devi parlare con Natsu. Devi dirglielo. Capisco quanto tu gli voglia bene, ma non puoi continuare così. -.

Per Natsu fu sufficiente. Si allontanò dalla porta, serissimo, e uscì dalla Gilda, senza sapere bene dove andare. Happy lo seguiva, triste.
All’interno della stanza, invece, Mirajane continuò a parlare.

- Devi prenderti una pausa da lavoro e magari rimandare l’acquisto della casa. – concluse Mirajane.

Natsu aveva frainteso tutto.

---

Il Dragon Slayer passeggiava tra le strade di Magnolia senza una meta precisa, col fedele Happy alle spalle.

- Natsu… - mormorò il gattino mogio mogio. – Mi dispiace. -.

- Lucy… Lucy mi vuole lasciare.- Natsu saltò subito alle conclusioni sbagliate.

Si sedette su un gradino e si prese la testa tra le mani.

- Dove ho sbagliato, Happy? – domandò. – Che cosa faccio? Come la riconquisto? -.

Tutto si poteva dire di Natsu Dragneel tranne che fosse uno che demordeva: non era nemmeno stato ancora lasciato e già pensava a come riconquistare la propria bella.

- Forse devi parlarne con qualcuno… - suggerì Happy. – Come ha fatto Lucy. -.

- Già, ma chi? – sospirò Natsu, spensierato.

- Una ragazza. Loro sono brave in queste cose. -.

Natsu scosse la testa.

- Ancora, chi? Juvia penserebbe che Lucy è di nuovo “rivale in amore”, Wendy non è abbastanza grande ed Erza… - la sua schiena fu attraversata da un brivido. - … se Erza sapesse che non rendo felice Lucy mi ucciderebbe. –.

- Lisanna? – suggerì Happy.

- È in missione con Elfman. – rispose Natsu, sconsolato.

Abbattuto, fece ciondolare la testa guardando verso il basso.

- C’è un’altra ragazza... – suggerì Happy.

Natsu trasse un gran sospiro e chiese ad Happy di lasciarlo da solo. Doveva riflettere.
Rimuginava sulle parole di Lucy e su tutta la loro vita insieme, sia quella vissuta fino ad allora sia quella che avevano progettato. Pensava che andasse tutto bene. Pensava di essere una roccia per Lucy, pensava che il suo sorriso le facesse bene. Pensava di farla sentire importante e di renderla felice. Evidentemente, doveva pensar male e concluse elaborando il nuovo pensiero che quella fosse un’ulteriore prova del fatto che lui fosse troppo stupido per una come Lucy. Troppo bambino. Agiva sempre con le migliori intenzioni, ma concludeva sempre col combinare dei disastri. Aveva atteggiamenti infantili, se ne rendeva conto anche lui. Improvvisamente e per la prima volta nella sua vita si sentì inadeguato.
Forse doveva crescere, forse Lucy voleva qualcuno di più maturo al suo fianco. Forse, e solo forse, Happy aveva ragione e Lucy ne aveva parlato con Levy.

Se voleva restare con Lucy, doveva fare buon viso a cattiva sorte.

Levy McGarden era una maga bassina e molto intelligente e di certo una delle migliori amiche di Lucy: Natsu non aveva dubbi che rivolgersi a lei sarebbe stato sicuramente proficuo. Ma Levy McGarden aveva anche un problema: Gajeel Redfox, il suo fidanzato.

Quando si trovò davanti alla casa che condividevano Natsu ebbe un po’ di timore a bussare: era davvero molto presto e non era in vena di combattimenti contro la ferraglia di prima mattina. Si sentiva già abbastanza a terra. Ma andarsene sarebbe stato davvero inutile a quel punto. Tanto valeva andare fino in fondo e, se le avesse prese, non gli sarebbe importato.

Senza continuare a pensarci suonò il campanello.

- Chi diavolo è a quest’ora? – sentì sbottare Gajeel in cagnesco.

- Non lo so. – era la voce pacata di Levy. – Vado ad aprire. -.

Natsu sentì la piccolina far scattare la serratura e subito dopo lei aprì la porta, trovandosi davanti un Natsu che le sembrò particolarmente triste e scoraggiato.

- Natsu? – domandò, come per accertarsi che non stesse sognando.

- Dannato Salamander. – commentò Gajeel, raggiungendo la fidanzata a grandi falcate.

Il Dragon Slayer del fuoco era, sì, abbattuto ma ancora abbastanza coi piedi per terra per rendersi conto che doveva averli interrotti mentre si apprestavano a fare qualcosa: Levy aveva la camicia da notte un po’ troppo sbottonata e Gajeel era avvolto in un asciugamano. Dall’interno della casa percepì un invitante profumo di latte e muffin appena sfornati.

- Allora? Guarda che non abbiamo tutta la mattina! – sbottò Gajeel.

Natsu si riprese e guardò il pavimento.

- Lucy mi vuole lasciare. – esordì, senza tanti giri di parole.

- Cosa? – Levy spalancò la bocca, non se lo aspettava.

- Oh! Finalmente anche la tua ragazza si è resa conto che sei un po’ tardo, Salamander! -.

- Gajeel! – lo rimbrottò Levy.

Ma l’altro non diede segno di voler ribattere a quell’insulto e restò a ciondolare sull’uscio.

- Hai ragione. – disse invece. – Forse non la merito. -.

Gajeel rimase spiazzato a quelle parole e l’unica cosa che riuscì a fare, spinto da non si sa quale spirito di compassione, fu farsi da parte per invitarlo ad entrare: se Salamander non reagiva, non c’era gusto.

- Siediti. – lo invitò Levy.

Al centro del salotto con angolo cottura c’era un grande tavolo in legno: una metà era stata apparecchiata per mangiare e l’altra metà era dedicata agli esperimenti culinari di Gajeel e Lily.

- Vuoi fare colazione? – gli domandò.

Gajeel maledisse mentalmente Salamander e la sua ingordigia e solo un’occhiataccia di Levy lo fece desistere dall’istinto di sbottare che quella colazione speciale era, per l’appunto, speciale e solo per Levy e che quindi no!, non poteva servirsi. Che poi, le delusioni d’amore non chiudevano lo stomaco?

Tenne per sé questi pensieri e si sedette bruscamente accanto al povero cuoricino spezzato.

- Allora, ti sbrighi a raccontarci la storia, sì o no? -.

- Gajeel! – Levy lo riprese per la seconda volta nel giro di pochi minuti. – Un po’ di tatto! -.

- È lui che è venuto qui per volerci parlare! -.

- Sì, ma ha bisogno di tempo! -.

Parlavano come se lui non fosse lì. Natsu capì che la situazione gli stava completamente sfuggendo di mano e che doveva sbrigarsi a riprenderla: non voleva che Gajeel e Levy litigassero a causa sua.

- Levy, Lucy ti ha spiegato perché non mi ama più? -.

I due si zittirono e Levy parve in imbarazzo. Si sedette sulle ginocchia del fidanzato e lo guardò negli occhi.

- No, Natsu. – rispose.- Io non sapevo nemmeno che… che intendesse lasciarti. Lucy mi ha sempre detto che stava bene con te. -.

Natsu strinse i pugni, non riuscendo a venirne a capo.

- Capisco… mi dispiace avervi disturbato. – concluse. – Ci vediamo in giro. – fece per alzarsi, ma Levy tese una mano verso di lui.

- No, Natsu, aspetta! Raccontaci che cosa è successo, magari possiamo aiutarti. Avete litigato? -.

- No, niente del genere. – rispose Natsu.

- Il gamberetto ha ragione. Ormai sei qui a rompere, fallo fino in fondo. Che cosa è successo? -.

A quel punto Natsu Dragneel raccontò loro per filo e per segno tutta la conversazione che aveva sentito, e più andava avanti a parlare più Gajeel e Levy si guardavano, prima sbigottiti, poi con reciproca intesa. Quando Natsu terminò il racconto i due futuri coniugi Redfox decisero silenziosamente e di comune accordo che sarebbe stata Levy ad illustrare a Natsu che, come al solito, non capiva un tubo.

- Ehm… Natsu… - la maga utilizzò un modo molto gentile per rivolgersi a lui. – Sei proprio sicuro che non si stesse riferendo al lavoro? -.

Natsu spalancò gli occhi, come se non avesse preso in considerazione l’idea.

- Sì. – rispose, dopo un momento. – Mi ha nominato chiaramente. Ha detto “io lo amo, ma”. Non si ama ma. Si ama e basta. -.

- Sì, ma si possono amare molte cose. Lucy, per esempio, ama il suo lavoro. – insistette Levy.

- Lucy ama me! – ribatté Natsu.

- Oh, insomma, si può amare in gradi diversi, Salamander! – si scocciò Gajeel. – Io amo Levy e amo suonare la chitarra, ma è ovvio che siano su due livelli completamente differenti! -.

- Il fatto è che… - ricominciò Levy. – … Lucy è molto stressata da quando è diventata maga di classe S. Si dà da fare in Gilda e al giornale e mi ha parlato più volte di quanto sia stanca e nervosa. – si interruppe, non essendo certo di poter rivelare a Natsu i timori dell’amica.

Dal canto suo, il Dragon Slayer del fuoco stava pensando a ciò che Levy gli stava dicendo. Anche lui si era accorto che Lucy era davvero stanca: persino il suo odore era diverso, arrivava a casa la sera e si metteva immediatamente a dormire, non era più molto gioviale e sembrava sempre assorta in chissà quali pensieri dal quale lui era tagliato fuori.

Vedendo che non si decideva a parlare Levy decise che avrebbe svuotato il sacco fino in fondo: si sarebbe scusata con Lucy più tardi, ma proprio non ce la faceva a vedere Natsu in quelle condizioni pietose. Bisognava essere ciechi per non vedere che Lucy era il mondo di Natsu e che se lei fosse andata via per qualche motivo lui ne sarebbe rimasto distrutto: Gajeel avrebbe potuto prenderlo a calci dalla mattina alla sera e lui probabilmente non si sarebbe ribellato.

Lucy era il legno di Natsu: senza di lei non riusciva più ad ardere.

- Non dire a Lucy che te l’ho detto. – esordì.

Natsu si fece molto attento.

- Lei vorrebbe mollare tutto per un po’, ha bisogno di una vacanza, ma non si decide perché non vuole scaricare su di te ogni responsabilità economica, soprattutto adesso che avete deciso di comprare insieme una casa. -.

L’altro rimase interdetto da quelle parole.

- Se ripensi alla conversazione di Mirajane la devi rileggere in questo senso. Si riferiva a questo. ha problemi anche d’insonnia ultimamente… quando tu non dormi da lei, arriva alla Gilda prestissimo e si mette a chiacchierare con Mira. – spiegò Levy. – Lo chiama “il suo tempo per se stessa”. -.

Natsu fece come gli aveva suggerito Levy e ripercorse tutta la conversazione nella sua testa. Sì, aveva decisamente senso letta in quel modo. Piano piano tornò a sorridere.

- Possiamo aspettare, per la casa. – disse semplicemente. – Perché non me ne parla? -.

- Perché dice che tu sei troppo buono con lei e che ti faresti carico di tutto, come al solito, e questa volta non se la sente di appoggiarsi a te. -.

Natsu si prese la testa tra le mani, molto più sollevato.

- Lucy… - mormorò.

Levy sorrise, vendendo che si stava riprendendo.

- Parlane con lei e vedrai che andrà tutto a posto. – gli sorrise, incoraggiante.

- E se non fosse così? –.

La paura ricominciò ad attanagliargli lo stomaco. Una vita senza Lucy non riusciva ad immaginarla. Lei era la sua quotidianità, il suo tutto: che cosa gli sarebbe rimasto senza?

A rispondere a quella nuova ondata di pessimismo cosmico fu Gajeel.

- Se vuoi il mio parere, Salamander, dovresti portarla in vacanza. -.

Gli altri due si voltarono verso di lui, che nel frattempo si stava sistemando i lunghi capelli corvini in una grande fascia.

- Così, se ha bisogno di staccare si riposerà e se invece c’è altro sotto avrete tempo di parlarne con calma e le farà capire che tieni ancora a lei e che capisci le sue esigenze. – mise le due enormi mani sulle piccole orecchie di Levy.

- Ehy! – protestò lei, ma fu ignorata.

- Da uomo a uomo, Salamander, l’unica cosa di cui le donne ti incolperanno sempre e seriamente è di non capire le loro esigenze. Tu mostra che le comprendi e tutto filerà liscio. Lo so che ti chiedo molto, ma fidati di me. -.

Dopo quel discorsetto da uomo a uomo lasciò andare la sua piccola fidanzata.

- Ti ho sentito! -.

- Gihi. – le cinse la vita con un solo braccio e la strinse a sé ancora più forte.

Per una volta Natsu pensò che la ferraglia avesse avuto una buona idea. Con un nuovo sorriso di determinazione sul volto ringraziò entrambi per le informazioni e per i consigli e scattò via verso un’agenzia di viaggi. Levy e Gajeel lo osservarono correre per la strada, perplessi.

- Secondo te andrà tutto bene? – domandò Levy, preoccupata.

- Combinerà un disastro. – sentenziò l’altro.

Poi la maga si voltò verso di lui.

- Quindi tu pensi di sapere quali siano le mie esigenze. -.

- Gihi. Certo. – sorrise sicuro.

- E quale sarebbe la mia, adesso? -.

Il Drago d’Acciaio le rubò un bacio prendendola in braccio.

- Fin troppo facile, gamberetto. -.

E rientrò dentro per fare cose che decisamente non potevano essere fatte sulla soglia di casa.

Natsu, invece, cercò tutto il giorno il viaggio perfetto per Lucy: qualcosa che la distraesse, le facesse pensare ad altro e che la facesse sfogare. Erano queste le sue esigenze, no?
Quella sera, quando Lucy rientrò a casa trovò la tavola apparecchiata ed imbandita.

- Na… Natsu? – domandò incredula.

Il tavolo era apparecchiato con la tovaglia nuova e al centro troneggiava una candela. Tutte le pietanze erano in attesa di essere servite da Happy che per l’occasione si era offerto di fare il cameriere in cambio di trenta pesci il giorno successivo.

- Lucy, prego... accomodati. – Natsu le spostò la sedia, per farla sedere, sorridendole accattivante.

Lei arrossì, piacevolmente sorpresa.

- Ma… ma Natsu io… ho lavorato tutto il giorno, sono sudata e mi devo sistemare e… -.

- Tu sei sempre stupenda. – le sorrise come solo lui sapeva fare.

Lucy cedette a quelle parole e sorrise di rimando, accettando l’invito a sedersi.

- Va bene. A cosa devo tanto? – domandò.

- Ti ho sentita parlare con Mira, oggi. – ammise Natsu.

Questa volta il rossore improvviso di Lucy fu dovuto alla vergogna.

- Co… cosa? Natsu, io ti posso spiegare… -.

- Lo farai. – le assicurò lui. – Ma in vacanza, lontano dallo stress. Per la casa non ti preoccupare, possiamo aspettare. Io ti amo e stiamo bene anche così, no? – poi le fece la domanda che pesava nel suo cuore come un macigno. – L’importante è che stiamo insieme, vero, Lucy? -.

Lei sorrise, felice di tanta comprensione.

- Verissimo. – confermò.

Natsu si sentì molto più leggero e molto più felice.

- E dove andiamo in vacanza? – domandò Lucy, iniziando a fantasticare. – O mio Dio! Finalmente potrò rilassarmi! Andremo alle terme? -.

- No, in un luogo che ti piacerà molto di più. -.

- Andiamo al mare? -.

- Nemmeno, troppo caldo potrebbe causarti spossatezza. – spiegò. – Ho prenotato una settimana in un albergo molto carino in montagna, dotato di tutti i comfort. E poi, per farti distrarre e non pensare al lavoro e all’affitto ho pensato di prenotare attività ricreative che ti faranno bene anche al fisico. Sono rigeneratrici! – assicurò Natsu, ripetendo tutto il discorso che gli avevano fatto all’agenzia di viaggio.

Lucy aveva gli occhi che brillavano. Quanto era premuroso con lei! Fu assalita dalla curiosità: di cosa si trattava? Personal shopper? Massaggi? Centri benessere? Avrebbe voluto soffocare Natsu di baci.

- Ecco il programma! – esclamò Natsu tutto contento porgendole un volantino.

Lucy lo afferrò con entusiasmo e lesse la prima riga e impallidì. La seconda e impallidì ancora di più. Non poteva credere ai suoi occhi. Quad. Canoa sulle rapide. Scalate. E via dicendo. Ripensandoci avrebbe voluto soffocare Natsu e basta.

Poi vide che lui era così entusiasta di quell’idea e poi si rese conto di tutta la cena che aveva preparato per lei. E aveva organizzato tutto in così poco tempo. Solo per lei. Come poteva dirgli che non era esattamente il moto cross quello di cui aveva bisogno? Lui ce la metteva tutta per andarle incontro.

Lucy sorrise, sincera.

- Mi sembra grandioso. Non vedo l’ora di partire sette giorni sola insieme a te. -.

Mentre pronunciava quelle parole realizzò che erano la verità. Tempo insieme a lui, ecco ciò di cui aveva davvero bisogno.

---

L’angolo dell’autrice

Ciao a tutti!!

Mi scuso per il ritardo, ma proprio in questi giorni non ce la faccio ad aggiornare in modo costante. Terminerò l’intera week ma credo che sforerò di qualche giorno :S Mi dispiace!!

Detto ciò, non indugio oltre e passo ai ringraziamenti: grazie a tanomax, nalla85 e Sayaka chan 94 per le recensioni e grazie a shinigamichan per aver inserito la mia storia tra le preferite. Grazie mille!!

Alla prossima!!

@matrix@

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: MaryMatrix