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Autore: PersephoneAm    07/07/2015    1 recensioni
' -Mi fai incazzare!-urlai,-Buonanotte!-.
Mi girai per andarmene, ma lui mi afferrò il polso e lo strinse saldamente.
-Ma quale buonanotte! Tu rimani qui!-. '
PS. Primi tre capitoli in revisione(:
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Rientrai in casa e vidi che Tommy non c'era. Aggrottai la fronte in direzione di Simo, come a chiedergli dove fosse.

«È andato in bagno.»mi disse, mentre Samuele gattonava verso di me e si aggrappava alle mie gambe.

«Credo voglia essere preso in braccio.»sorrise Monica, in mia direzione.

La guardai spaesata, poi presi Samuele, mettendo delicatamente le mani sotto le sue ascelle, per poi alzarlo da terra. Avevo già preso dei bimbi in braccio, ma con Samuele sembrava tutto diverso: mi sentivo osservata e avevo una tremenda paura di sbagliare qualcosa o di fargli male, quindi mi sedetti con lui sul suo tappetino, togliendomi le scarpe per poi mettermi a giocare con lui.

Quando Tommy tornò dal bagno, sorrise al nipote e a me, mentre prendeva la tazzina di caffè e iniziava a sorseggiarne il contenuto. Mentre Samuele iniziava a porgermi dei giocattoli, che io prendevo, facendo una faccia meravigliata per compiacere il bimbo. Tommy e Monica iniziarono a parlare, insieme a Simone.

«Lo zio ha fatto venire qui Lorenzo.»buttò lì Tommy.

Monica per poco non si strozzò con il caffè, quindi capii che anche lei sapeva cosa facesse il cognato! Dovevo proprio ammettere che questa cosa era "di famiglia" eh?

«Cosa è venuto a fare?»gli chiese Monica, poggiando sul tavolo la sua tazzina.

«Vuole aprire il locale.»rispose lui. «Quello che gli avevo proposto di fare.»

«Ma non aveva detto che non voleva farlo?»esclamò sorpresa la ragazza.

«Lo fa perché sa che non posso più continuare a stargli dietro!»le spiegò. «Quando inizierò a giocare non penso starò qui, a Milano. Quindi vuole assicurarsi che non perderà il suo profitto.»

«Gli hai detto che lasciavi?»domandò Monica, spalancando gli occhi. «Per quale motivo?»

«Perché mi ha detto, anzi mi ha imposto di lasciare Alice, perché secondo lui, la mia ragazza mi distrae e fa cadere i suoi profitti.»disse Tommy, stringendo i pugni. «Come se fosse colpa di Alice, certo.»

«Per la prima volta che non c'entro nulla davvero...»borbottai, facendo ridere Monica.

«Tuo zio non ha la benché minima idea di quello che sta accadendo qui, vero?»

«Sa tutto, ma ora Christian e i suoi sono con noi.»

«Da quando?»

«Da quando i romeni hanno preso Michael.»

«E la storia con Lucia?»fece Monica, meravigliata.

«Qualcuno mi ha dato da pensare: Lucia non ha denunciato Christian, nonostante tutti avessero tentato di portarla in caserma. Perciò non saprei...»

«E che mi dici di suo fratello?»

«Marco ed io abbiamo appianato le divergenze.»

Monica lo guardò meravigliata. Samuele iniziò a fare degli strilletti divertiti e mi lanciò un peluche di un tigrotto. Darko ci raggiunse e, con cautela, si mise ad annusare il bambino, per poi leccarlo sul visetto paffuto. Samuele strizzò gli occhi, cercando di allontanare Darko e io mi misi a ridere, prendendo il cucciolo e allontanandolo dal bimbo, che poi tese le braccine a suo zio.

Mi voltai verso Tommy, sorridendogli e lui prese Samuele in braccio, poi il mio telefono si mise a squillare.

«Tommy, me lo passi-?»gli chiesi, indicando il cellulare sul tavolo della sala.

Lui lo prese e guardò il display, aggrottando le sopracciglia per poi passarmi il telefono. Guardai chi mi stesse telefonando e capii cosa avesse colpito Tommy.

«Tony!»risposi, sorridendo.

«Alice!»esclamò lui. «Ascolta, ho parlato con mia mamma e mi ha detto che passerò io a prenderti il mese prossimo, il sette, e starai con noi a casa per tutto il weekend.»

«Ok, apposto allora.»dissi. «Senti, per il book invece che intenzione ha tua madre?»

«Lei pensava di venire a Milano e farlo in uno studio lì settimana prossima.»

«Settimana prossima?»ripetei, facendomi i calcoli su quello che c'era da fare nella settimana seguente. Guardai Tommy, che scosse la testa, come a dire che non aveva niente nemmeno lui. «Per me va bene.»

«Ok, allora ci vediamo venerdì.»disse Tony. «Ora vado, süsse.»

«Perché mi parli in tedesco, ché poi non capisco niente?»risi. «Comunque va bene, ci vediamo venerdì! Ciao, Tony!»

Lo sentii ridere e agganciammo. Quando passai il telefono a Tommy per rimetterlo sul tavolo, lui mi guardò con un sorriso, mentre Samuele cercava di afferrare il cellulare. Monica era sparita e Simo stava parlando al telefono, quindi mi misi in ginocchio di fronte a lui e posai le mani sulle sue cosce.

«Perché sorridi?»gli chiesi, carezzandogli la coscia sinistra.

«Perché sono contento per te.»rispose.

Mi fece l'occhiolino e non potei non baciarlo sulle labbra, al che Samuele urlò infastidito e capii che lo stavamo quasi schiacciando tra di noi. Scoppiai a ridere e baciai la testolina del bambino, per poi tornare a coccolare Darko. Li guardai per una buona mezz'ora giocare, zio e nipote, poi Samuele si addormentò tra le sue braccia e Tommy lo portò nella sua cameretta, molto probabilmente per metterlo nella culla.

«Nathan sta lavorando, Monni?»le chiesi, quando lei tornò in sala.

«Si, ha iniziato due ore fa.»mi disse lei, prendendo il telecomando per accendere la tv. «Tuo fratello invece?»

«Erano usciti a prendere qualcosa da mangiare, mi pare... Dovrebbero essere tornati a casa ormai.»

«Allora torniamo a casa tua!»disse Tommy poggiandosi, allo stipite della porta. «Magari stanno già cucinando...»

Annuii, alzandomi in piedi, imitata da Simo, il quale stava ancora parlando al telefono. Indossai il cappotto e presi Darko. «Ciao Monni. Ci vediamo.»

«Ciao, tesoro!»mi salutò lei, con un sorriso.

«Ciao, Monica!»la salutò Tommy. «Magari domani mattina passo.»

«Quando vuoi.»gli disse lei. «Lo sai che qui è sempre aperto.»

Uscimmo di casa e Tommy si mise alla guida della macchina. Mise in moto e si inserì nel traffico cittadino, guidando fino a casa mia. Quando entrai dal giardinetto della villetta, vidi Alex e Silvia giocare a palle di neve e una arrivò direttamente alla sottoscritta.

«Meno male che stavano preparando eh?»mormorai a Tommy, che stava ridendo come un matto a vedermi così arrabbiata, seguito a ruota da Simone.

«Finalmente!»esclamò Alex. «Credevamo di dovervi aspettare ancora per molto!»

Io feci una smorfia e mi diressi subito dentro casa, per mettere Darko al caldo, poi uscii di nuovo.

«Allora?»mi chiese Alex, avvicinandosi a me. «Com'è andata?»

«Quindi tu sapevi?»esclamai, sbalordita.

Lui annuì. «Gli ho detto io che ti avrebbe trovata a casa da sola, così potevate parlare e chiarirvi.»

«Ah! Quindi avete cospirato contro di me!»esclamai, con tono ironico. «Me ne ricorderò.»

Lui ridacchiò, abbracciandomi. «Non potevo vedervi in quel modo, né tu né lui! Stavate come due merde.»

Ricambiai l'abbraccio e gli sussurrai un "Grazie!" all'orecchio. Tommy si avvicinò a mio fratello e si strinsero entrambi la mano, con un sorriso, poi presi Tommy per mano e lo portai nella mia stanza.

«Che bello!»esclamai, dopo essermi buttata sul letto con lui, mentre Tommy mi stringeva a sé.

«Cosa è bello?»mi domandò, baciandomi la fronte.

«Stare così con te.»gli spiegai. «I tuoi abbracci sono la seconda cosa che preferisco di te.»

«E la prima qual'è?»mi chiese, sorridente.

«I tuoi baci e fare l'amore con te.»risposi, baciandolo e insinuando le mani sotto la sua maglietta, per disegnare dei piccoli cerchi sul suo petto e sui suoi addominali, fino a scendere al bottone dei suoi jeans. «Sai una cosa però?»

«Cosa?»ansimò lui, quando sfiorai "involontariamente" il suo inguine da sopra i pantaloni.

«Non mi è piaciuto il modo in cui mi hai lasciato sulla terrazza di tua cognata.»mormorai al suo orecchio, sbottonandogli i jeans e passandogli delicatamente le unghie sul pube. «Non si fa una cosa del genere a una bella fanciulla sai, mio caro galantuomo.»

Iniziai ad accarezzarlo e scesi sul suo inguine, leccando la punta del suo pene. Tommy iniziò ad agitarsi e mi afferrò i capelli per dettare il suo ritmo, ma prima che lui potesse venire mi allontanai con un sorrisetto. Lui sbuffò frustrato, mettendosi le mani nei capelli per stroppicciarsi poi anche il viso.

«Più tardi rimedierai all'errore che hai fatto.»scherzai. «Altrimenti te ne rimarrai così per due mesi!»

«Mi stai ricattando?»ridacchiò lui, alzandosi dal letto per avvicinarsi a me.

Mi prese la mano e se la riportò all'inguine, tenendomi dal polso e facendo su e giù. Nel frattempo avvicinò le nostre fronti e poi mi baciò appassionatamente. Con l'altra mano mi sbottonò i pantaloni e infilò la sua mano sotto il bordo dei miei slip, torturandomi come solo lui sapeva fare.

«Tommy!»ansimai contro le sue labbra.

«Cosa?»deglutì lui, ormai nelle spire dell'orgasmo.

«Voglio di più.»dissi, con voce roca.

Lui fermò i movimenti di entrambe le sue mani e mi guardò, studiandomi attentamente, come a cercare qualche emozione sul mio viso, forse credeva di aver sentito male. Quando però lo spinsi sul letto si ricredette e prese nuovamente a baciarmi. Tommy quasi strappò via la mia camicetta e il mio reggiseno e quando mi tolse i jeans, prese anche i misi slip, così da lasciarmi nuda; ero nuda e in piedi di fronte a lui, che era ancora vestito.

«Sei bellissima, lo sai vero?»sussurrò lui, baciandomi il seno sinistro, laddove si trovava il cuore.

Gli carezzai i capelli, sospirando di piacere. «Sei tu che mi fai sentire tale, Tommy.»

«Non hai bisogno di me per sentirti bella, Alice. Lo sei e basta.»
   
 
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