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Autore: Conodioeamore    07/07/2015    0 recensioni
Neide è una ragazza di sedici anni che, a causa della partenza improvvisa del padre per Londra, si è dovuta trasferire temporaneamente nella residenza dei Mogedius, suoi lontani cugini.
In questa immensa e sontuosa villa fa la conoscenza dei cinque affascinanti fratelli, dallo sguardo magnetico.
Il riservato e impenetrabile Shaun, il severo Rhys, il perverso e sfacciato Redgrave, il pragmatico Steven e il bellissimo e possessivo Asher.
I cinque giovani rimangono subito stupiti e affascinati dalla personalità e dal carattere di Neide. La ragazza presto troverà un vecchio diario scritto dalla madre e verrà a conoscenza di un segreto che le stravolgerà completamente la vita...
© (Copyright 2015 by Martina Carlucci)
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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MI siedo su un divanetto in broccato blu. Asher è seduto sulla poltrona accanto al tavolino e non smette di togliermi gli occhi di dosso. Mi sento suggestionata. Il salotto è molto grande. Ha anche un altro piano dove ci sono altre poltrone - lo si può raggiungere con una scala in marmo messa a parete. «Passiamo ai convenevoli» esorta Rhys di colpo. Alzo lo sguardo verso di lui. «Inizierai col dirci chi sei e cosa ci fai qui.» «V-va bene. Io sono…» vengo interrotta da una risata. Non è nessuno dei sue ragazzi. «Guarda un po’ chi abbiamo qui. Ciò che vedono i miei occhi è davvero una bella ragazza?!» Seguo la voce. Sopra di noi, sullo spalto, c’è un bellissimo ragazzo dagli occhi verdi come gli smeraldi e i capelli rosso mogano. Indossa una camicia blu notte con i bordi bianchi. Sembra un modello. Si è perfino portato una mano sotto il viso, per appoggiarsi. I suoi modi così aggraziati, sembra che sia gay. Senza accorgermene me lo ritrovo seduto accanto a me, che mi sta annusando la guancia. Rabbrividisco e mi scanso di scatto. «Mm, che sapore dolce… sembri così deliziosa. Lasciati assaggiare» dice ad alta voce. Le sue labbra mi sfiorano l’orecchio. Mi alzo dal divano. Ma che cavolo! Non sono mica un gelato. «Ehi!» «Ehi fratello. Non trovi il tuo comportamento un po’ scortese, nei confronti di una signorina appena incontrata?» chiede Rhys infastidito. «Cosa? È normale voler assaggiare qualcosa di così invitante, giusto Asher?» ribatte il ragazzo con i capelli lunghi, voltandosi verso Asher. Non ci sto capendo più niente, che cavolo vogliono da me questi? «Dacci un taglio!» urla improvvisamente una voce. Asher che fino ad un momento fa se ne stava zitto, s’intromette nella discussione. «Sono stato io il primo a metterci gli occhi a dosso. Avrò la priorità su di lei in ogni cosa.» «Ma per chi mi avete preso per un pupazzo? Nessuno di voi ha la priorità su di me in niente!» esorto incavolata. I tre ragazzi mi fissano con aria esterrefatta. Evidentemente non si aspettavano una reazione del genere. «Bleah!» esclama un’altra voce. «Sono stufo del tuo atteggiamento da grand’uomo!» Asher si innervosisce nel sentirsi dire quelle parole, e si alza dalla poltrona di scatto. Giuro di non aver capito di sia quella voce. «So che sei tu, Steven. Fatti vedere!» esclama con tono di voce alto. «Sono qui.» Mi giro alla mia destra. Poggiato alla parete color crema c’è un ragazzo con i capelli biondo platino e gli occhi celesti. Indossa una maglietta bianca e nera – strappata alla fine – con sopra una giacca nera con maniche tre quarti, con rifiniture bordeaux. Ma quando è arrivato nella stanza? «Mi sembrava di aver avvertito dell’odore di umano. Eri tu» dice guardandomi. «Come osi interrompere il mio prezioso sonno?» Ma ce l’ha con me o con Asher? Cioè, se sta dando la colpa a me è proprio pazzo. Non ho fatto niente. «C-come hai fatto ad entrare?» gli domando. «Prima rispondi alla mia domanda!» mi urla. Da un pugno al muro, e su di esso si fa una crepa. Mi faccio piccola e mi risiedo sul divano. Cavolo, è davvero forte. Certo che però si altera per niente questo qui. Rhys si sistema gli occhiali. «A qualcuno di voi è stato detto che la qui presente signorina sarebbe venuta a vivere con noi?» Asher si lascia cadere sulla poltrona. «Ehm… credo che si tratti di un malinteso» dico alzandomi dal divano. «Perciò tolgo subito il disturbo.» Mi avvicino verso la porta. «Solo un momento» mi blocca Rhys. «Sto tentando di appurare la verità. Non credi che sarebbe scortese andarsene ora?» Cavolo questo tipo mi mette i brividi, eppure non riesco a stargli lontano. Emana una strana attrazione, così come gli altri. «M-ma…» balbetto. «Sei tu la donna di cui mi ha accennato lui?» esorta una voce proveniente dal fondo del salotto. Sdraiato sopra il divano c’è un ragazzo dai capelli biondi che tendono al rosso. Ha alle orecchie un paio di cuffiette. «Shaun, sei a conoscenza di qualcosa?» gli domanda Asher. «Forse» gli risponde. «Non rifilarci un forse» interviene Kaden. «Gradiremmo una spiegazione.» «Quel tale…» inizia a dire il ragazzo. «Mi ha contattato l’altro giorno, dicendomi che sarebbe arrivata sua figlia. Ha detto inoltre che dobbiamo trattarla con rispetto.» «Mi stai dicendo che questa tappetta deve rimanere a vivere con noi?» gli chiede Asher. «È più un sacrificio, che un’ospite» commenta il ragazzo con i capelli rosso mogano. «Può darsi. Ha aggiunto che non dobbiamo ucciderla» conclude Shaun. «Davvero?!» chiede sarcastico, il ragazzo con i capelli rosso mogano. «Mi pare ovvio! Non credo che mio padre ne rimarrebbe molto contento se scoprisse che sua figlia è stata uccisa» borbotto. «Questo significa che avremo una relazione molto lunga con lei.» Rhys si gira verso di me. «Pare che non ci sia nessun malinteso, quindi lasciaci presentare» dice. «Laggiù c’è il figlio maggiore, Shaun.» È il ragazzo sdraiato sopra il divano. «Io sono il secondogenito, Rhys.» Non avevo dubbi al riguardo. Si gira verso le poltrone. «Lui è il terzo, Asher.» «La prossima volta non mi scapperai» mi dice quest’ultimo. «Redgrave.» «Felice di conoscerti, Sgualdrinella.» «E l’ultimo figlio, Steven.» «Che palle» borbotta Steven. Inizio a tremare. Il mio sesto senso mi dice di andarmene alla svelta. E poi cos’è questa storia della sposa? «Siete cosi, come dire… strani» farfuglio. Indietreggio di qualche passo. «Devo contattare mio padre.» Asher ha in mano il mio cellulare. Lo agita come per vantarsi che ce l’abbia lui. «Il mio cellulare!» esclamo. «Ridammelo.» «Dovrei?» chiede sarcastico. Mi avvicino a lui per toglierglielo dalle mani, ma il cellulare lo prende Steven. «Che hai intenzione di farci?» gli domando. «Ora lo vedrai» mi risponde Steven. Con le mani riesce a rompermi il telefono. Ma porca miseria, è pure nuovo! Cristo. Mi ero fatta regalare il Galaxy S5 per il mio compleanno e questo qui me lo ha rotto. «Ehi! Ma sei impazzito?» gli sbotto. Mi avvicino a lui, infuriata come non mai. «Questo cellulare costa più di te, caro. Mi spieghi perché me lo hai rotto?», sono al culmine della pazienza. Steven si limita a dirmi solo: «Sparisci.» Lo vorrei strozzare. «Su, su Sgualdrinella» interviene Redgrave. Ora è dietro di me, con la sua mano sopra la mia spalla. «Passerai del tempo insieme a noi, perciò non ti serve un cellulare, non trovi?» Anche Asher si avvicina a me. «È da un po’ che ho un languore allo stomaco.» «Sei così invitante, Sgualdrinella» mi sussurra Redgrave. Sento i suoi denti sfiorarmi l’orecchio. Mi scosto di colpo. «Lasciami!» gli urlo. Mentre mi allontano, inciampo sul tappeto e cado a terra. Sento un bruciore provenire dal ginocchio sinistro. I miei occhi si posano su di esso. Mi sono graffiata con il pavimento, mi esce a malapena un po’ di sangue. Improvvisamente mi sento tutti gli occhi puntati addosso. D’istinto alzo lo sguardo. I loro occhi… sono diventati diversi. Una strana luce li invade, rendendoli più lucenti di prima. Dalle loro bocche si intravedono i canini. Non posso crederci… «Va-vampiri?!» balbetto. Sui loro volti compaiono espressioni maliziose e soddisfatte. Non posso crederci… Mi sbrigo ad uscire dalla porta del salotto. Devo assolutamente andarmene da questa casa. Prima di sparire nell’ombra del corridoio sento Rhys borbottare: «I suoi modi lasciano molto a desiderare.» Cavolo mi vogliono mangiare. Corro lungo il corridoio, che sembra infinito. Cavolo devo cercare subito l’uscita, ma non so dov’è. Su un tavolino accanto alla parete del corridoio trovo uno di quei telefoni antichi. Prendo in mano la cornetta per vedere se funziona, ma mi ritrovo il filo in mano. È stato rotto. «Ti avevo detto che non avresti avuto bisogno del telefono, durante la tua permanenza qui» dice una voce nell’ombra. Redgrave! Lascio andare il telefono, indietreggio di qualche passo. «Dove scapperà la mia Sgualdrinella?!» chiede retorico. Dietro di me sento improvvisamente un corpo. Sono appoggiata al petto di Redgrave. La sua mano sfiora le mie spalle. «Provo a indovinare» mi sussurra all’orecchio. Riprendo a correre lasciandomelo dietro di me. Riesco a sentire la sua risata nella mia testa. Scendo le scale ed arrivo alla porta principale. «Ti prego, apriti.» Una mano sbatte contro la porta. Mi giro di scatto. È Asher. «Dove stai cercando di scappare?» mi domanda. I miei battiti accelerano. La sua espressione mi mette paura. «È giunto il momento tanto atteso, quello degli urli. Compiacimi urlando a pieni polmoni» conclude mostrando un sorriso diabolico. È sadico! Ha poggiato entrambe le mani alla porta, per farmi da gabbia. Gli do una botta e riprendo a correre. La sua risata riecheggia in tutto il corridoio. Salgo le scale e mi butto nel corridoio sulla mia destra, dove trovo una scala a chiocciola. Ma quanto è grande questa villa? Sul corridoio che mi metto a percorrere c’è una porta aperta, con a terra un lucchetto rotto. Vi entro. La stanza sembra non venire aperta da anni, perché c’è odore di chiuso. Inoltre tutti i mobili sono coperti da teli bianchi. La mia vista si offusca improvvisamente e le gambe non reggono più il mio peso. Sbatto la schiena contro la libreria a muro e alcuni libri mi cadono addosso. Da uno di essi esce una foto. La prendo in mano. Raffigura la mia famiglia, c’è anche mia madre. Io avrò all’incirca quattro anni. Il paesaggio dietro di noi è una fontana, quella di villa Mogedius. Perché però non ricordo di esserci stata? Sfoglio il libro da dove ho preso la foto. Dalle varie lettere riesco a capire che è un diario. La calligrafia è identica a quella della mamma. Anche se non la vedevo quasi mai scrivere, quelle poche volte che lo faceva rimanevo incantata a guardarla. La sua calligrafia era molto elegante. Come quelle che si possono trovare nei testi antichi. Inizio a leggere le lettere. CARO DIARIO, Oggi, dopo diverso tempo, ho incontrato un mio lontano cugino, Her. Siamo andati alla sua villa a Belanu e ci rimarremo per qualche giorno. Neide gioca tranquilla con i suoi figli, sembra che vadano d’accordo. Ad uno di loro è particolarmente legata, ma lui sembra un tipo solitario, Steven. Invece Redgrave e Asher fanno a gara a chi la fa ridere di più. È una tale gioia vederli sorridere così. Benché mio marito è contrario che Neide frequenti i Mogedius, io non ne posso fare a meno. Sono parte della sua vita e ci resteranno per sempre. Abbiamo stretto un contratto con Her, ma me ne sto già pentendo. Vorrei che la mia bambina abbia la possibilità di scegliere il suo futuro, invece le è proibito. Spero che un giorno mia figlia mi possa perdonare… JOSEPHINE Che cosa significa? «Perché non posso decidere il mio destino?» «Di tutte le stanze dovevi entrare proprio qui?» domanda la voce di Rhys. Mi giro di colpo. Sono tutti e sei davanti a me. «Questa stanza è stata sigillata da noi, in modo che nessuno vi potesse entrare» enuncia Rhys. «Dovrò mettere un nuovo lucchetto.» «Di sicuro» interviene Redgrave, in ginocchio davanti a me. «Come hai fatto ad entrare, Sgualdrinella?» «Sei la mia preda» dice Asher. Ci risiamo. «Io non sono la preda di nessuno» ribatto. Benché terrorizzata provo a non darlo a vedere. Il mio viso viene preso con forza dalla mano di Asher, che lo porta faccia a faccia con il suo. «Questo è lo sguardo…» inizia dire. «Che stimola maggiormente la mia sete.» «Forse parteciperò anch’io» esorta Redgrave. «C’è una cosa che devi ficcarti bene in testa» interviene Rhys. «Ovvero che non potrai mai scappare da noi.» «Come al solito non vai dritto al punto» sbotta Steven scocciato. «Dille solo che se prova a scappare, è morta.» Asher e Redgrave si avvicinano al mio collo. La mano di Asher mi blocca il collo, che inizia a leccare. «Fer-matevi» dico con voce strozzata. La presa si fa sempre più forte. «Smettetela!» urlo. Si sente il rumore di vetri rotti. Una cornice è caduta a qualche centimetro da noi. «Scusate, l’ho fatto cadere io» bofonchia Shaun. «Ehi, Tappetta» mi chiama Asher. Mi giro verso di lui. Mi stringe di nuovo il collo. «Sei pronta?» La mia vista si offusca improvvisamente. «Mamma, proteggimi» borbotto prima di perdere i sensi.
   
 
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