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Autore: Love_My_Spotless_Mind    07/07/2015    1 recensioni
Una storia sospesa tra presente e passato, divisa tra l'adolescenza e l'età adulta, ricca di riflessioni e sentimenti. Lasciatevi conquistare dall'amore, anche se sembra nascondersi dietro indecifrabili parole o sorrisi pieni di timori.
#KenHani #Exid #Hani #Vixx #Ken
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ken, Ravi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(( Ci rivedremo ancora? ))





28 maggio 2015,

Wonsik si inumidì le labbra con il caffè preso alla macchinetta. Quella non era altro che acqua colorata però in mancanza d’altro tanto valeva accontentarsi. Jaehwan aveva preso un thè caldo, anche questo senza sapore, solamente di un calore spropositato. Ma Jaehwan non era il tipo da lamentarsi per quel che beveva o mangiava, anzi, si accontentava senza fare storie. Sua madre, lavorando nella ristorazione, gli aveva sempre insegnato il rispetto per chi con tanti sforzi cerca di creare qualcosa di tanto importante come il cibo. Perciò lui non era mai stato arrogante, dietro a quel che consumava cercava di intravedere gli sforzi altrui, senza giudicarne le oggettive capacità.
 Fin dalla scuola dell’infanzia era stato circondato da bambini che si lamentavano per la pizza troppo unta, il riso colloso o la presenza di verdure nel loro pranzo. Jaehwan era sempre stato distante da certe chiacchiere, acquisendo la capacità di godere di ogni pasto come gli altri non erano capaci di fare. Il solo ricordo della madre, sveglia tutta la notte per poter dar vita ai piatti più prelibati, gli faceva comprendere quanto si fosse fortunati a vivere in compagnia di qualcuno che con tanto impegno e dedizione cercava sempre di migliorarsi.
Wonsik aveva appreso presto questa sfumatura del suo carattere quando avevano iniziato a lavorare insieme. Lui e Jaehwan avevano fatto lunghi discorsi su come quel che si apprende da bambini condizioni la vita adulta, apprendendo pian piano sempre più nozioni l’uno dell’altro. Il padre di Wonsik era un artista itinerante, aveva viaggiato per il mondo alla ricerca di una fortuna e di un’ispirazione che in realtà non aveva mai trovato. Si può essere artisti in tanti modi diversi, aveva sentenziato a quel punto Jaehwan con un sorriso. Mia madre lo è quando sta ai fornelli, tuo padre quando può suonare; Wonsik a quelle parole aveva sorriso, non l’aveva mai vista sotto quel punto di vista.
Erano due ragazzi molto diversi loro due ma che per tante ragioni si trovavano sugli argomenti più importanti. Non tutti i colleghi avevano una simile fortuna, loro riuscivano ad essere pienamente efficienti lavorando fianco a fianco, consigliandosi e collaborando.

-Ieri sera avevo intenzione di andare a fare la spesa una volta uscito dal lavoro. – esordì Wonsik, premendo il tasto d’accensione del computer portatile posato sulla scrivania. Quella mattina il lavoro da svolgere non era poi molto, potevano concedersi qualche chiacchiera in più. – Avevo appena terminato la doccia, stavo per indossare qualcosa di comodo quando ho sentito suonare il citofono. Non avevo idea di chi potesse essere, non attendevo nessuno in quella giornata, non avevo appuntamenti. Alla fine, sai di chi si trattava? –
Jaehwan aveva terminato di bere il suo thè fumante e stava mettendo in ordine certe carte dividendole per argomento. – Non ne ho la minima idea. Di chi si trattava? –
-Della donna con cui mi frequento,  Min. Aveva fretta di incontrarmi, aveva detto al marito che sarebbe andata a comprare la cena ed invece è corsa fin da me. Non aveva seguito le solite accortezze, qualcuno avrebbe potuto vederla, non era prudente farmi un’improvvisata del genere. –
-E che cosa voleva di tanto urgente? –
-Esattamente di nulla. È entrata in bagno, si è pettinata i capelli con la mia spazzola, ha sistemato il rossetto. Poi si è tolta le scarpe e si è messa a sedere sul mio letto. Ha continuato a guardarmi senza dire niente, semplicemente sorridendo come se nulla fosse. Io ero nervoso, avevo paura che il marito si insospettisse e per di più avevo il frigorifero vuoto, dovevo assolutamente uscire. –
Jaehwan restò in silenzio ad ascoltarlo mentre terminava di sistemare quelle scartoffie. Di faccende di cuore non ne sapeva poi molto ma quella situazione era sicuramente molto rischiosa, se la loro relazione fosse venuta allora scoperto Wonsik non sarebbe stato tranquillo.
-Alla fine dopo appena dieci minuti se n’è andata, aveva solamente voglia di restare a guardarmi in quel modo, di far parte della mia quotidianità anche in una giornata in cui non avremmo dovuto vederci. È stata protagonista dei miei pensieri fino a notte fonda, non riuscivo a non pensare a lei, a quello sguardo insistente che non avevo idea di che cosa volesse comunicarmi. – Wonsik fece una piccola pausa, stava aprendo la posta elettronica per controllare che qualcuno li avesse contattati. Vi erano delle e-mail ma non valeva la pena di aprirle, non riusciva a leggerle mentre era intento a parlare. – Credo che Min sia profondamente infelice con suo marito, non capisco perché abbia deciso di intrappolarsi in una vita che non le appartiene, in delle decisioni che non condivide. Al posto suo non ce la farei.
Alle volte ho la sensazione che non desideri il mio amore, quello che vorrebbe è la mia giovinezza, la mia possibilità di poter decidere ancora tutto del mio futuro. Sono aspetti che le stanno sfuggendo piano piano, per opera sua, per giunta. Quando se n’è andata ho continuato a pensarci, sento di riuscire a capirla ma è tutto inutile. A che cosa può servirle se la capisco? Non è questo che desidera da me, non pretende di essere compresa, lo so bene. –

-Wonsik, ti stai innamorando di quella donna? –
Il ragazzo strinse le labbra e sospirò profondamente. A quella domanda probabilmente non ci aveva pensato con troppa serietà.
-Credo di si. Penso di essere incappato in un processo inarrestabile. Finirò per innamorarmi di lei giorno dopo giorno, sempre più profondamente. E questo probabilmente condizionerà le mie scelte future in maniera negativa ma non posso farci niente, è troppo tardi per tirarsi indietro e neanche desidero farlo. –

Quella sera tornando a casa Jaehwan pensò alla ragazza che aveva amato, al profumo dei suoi capelli, alla sua voce e a quel suo sorriso. Il suo incedere era lento, aveva deciso di fermarsi a qualche stazione prima per raggiungere la casa a piedi, impiegando tutto il tempo di cui aveva bisogno. Le parole dell’amico avevano condotto quei ricordi proprio di fronte ai suoi occhi, vividi come se appartenessero a un passato estremamente vicino. Pensò al momento in cui si erano detti addio e sentì un brivido percorrergli la schiena. Come avrebbe voluto modificare il passato, chissà che piega avrebbe preso la sua vita se solo fosse stato possibile cambiare il destino.
Pensarci era infinitamente triste. Gli arrivederci che si rivelano adii riempiono il cuore di insofferenza, si continua a credere che prima o poi le strade si incroceranno di nuovo ma, naturalmente, non sarà possibile.
 
 "Shimamoto, ci rivedremo ancora?"
"Forse" disse lei. Sulle sue labbra apparve un lieve sorriso, come un fumo sottile che si leva in una tranquilla giornata senza vento. "Forse."
  
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