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Autore: mrs_clod08    07/07/2015    0 recensioni
-Luke apri o butto giù questa cazzo di porta!- urla il ragazzo dall'altra parte.
Luke si avvicina alla porta e apre di botto, e Ashton cade ai suoi piedi e si rialza velocemente. Lo guarda negli occhi e gli dice qualcosa, non capisco, ma penso che gli stia chiedendo dove sono. Prima che possa rispondergli, alza lo sguardo sopra la spalla di Luke e mi vede. Vorrei morire. Cerca di venire da me, ma Luke lo blocca con un braccio. Fortunatamente, Luke è più alto di Ashton di una decina di centimetri ed e molto più formato.
-Diana ti prego perdonami.
-Vattene.
-Diana, ti amo.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4


 

L'odore di caffè è talmente forte che mi sveglia. Sono le 7:30 ed ho dormito tutta la notte. Com'è possibile? Non ho fatto nemmeno un incubo. Sinceramente, non ho sognato niente. Meglio così. Mi alzo dal letto, però lo faccio troppo velocemente, così la testa inizia a girare e sono obbligata a stendermi di nuovo. Sto ferma per qualche secondo, poi provo a rialzarmi lentamente. Vado allo specchio e mi lego i capelli in una coda di cavallo. Ho addosso una maglia bianca che mi arriva sopra al ginocchio e dei pantaloncini che uso come pigiama. Scendo e trovo la tavola imbandita di prelibatezze. Mia madre si sarà alzata prestissimo per fare tutto questo. Mi siedo a tavola, ma non c'è nessuno. Sento solo il rumore di pentole che sbattono in cucina. Comincio a mangiare, ho troppa fame.

-Sbrigati a mangiare che dobbiamo partire.- una voce alle mie spalle tuona aggressiva.

-Buongiorno anche a te papà.- rispondo con il suo stesso tono di sempre.

Appena si siede io scatto in piedi e vado di sopra. Cerco nell'armadio qualcosa di carino, ma non troppo serio. Così opto per un jeans scuro, una canottiera bianca e un cardigan blu. Lego i capelli in una treccia e scelgo di mettere le Vans, per stare più comoda. Mio padre entra prepotentemente e prende le mie valige per portarle in macchina, però si ferma davanti alla porta.

-Diana...

-Dimmi.- rispondo

-Volevo dirti che...- per la prima volta mio padre è in confusione totale, non sa proprio cosa dire- volevo dirti che...niente, lascia stare.

-Okay...

Cosa voleva dirmi? Che mi voleva un po' bene? No, ne sono certa. Lo seguo giù per le scale e mia madre ci aspetta già in macchina. Guardo un'ultima volta casa e poi chiudo il portone. Mi assicuro che nella borsa ci sia tutto e dico che siamo pronti per partire. Durante il viaggio da casa all'aeroporto non sono molto presente. Continuo a guardare fuori, ascoltando la mia canzone del cuore. Arriviamo all'aeroporto che brulica di persone. Ci sono tanti ragazzi, forse per il mio stesso motivo. Ma loro, a differenza mia, sono felici.

-Forza, queste valige mi stanno spaccando le braccia.- dice mio padre. Lo spero vivamente penso.

La mia valigia è veramente immensa. Ci ho messo di tutto, per chiuderla ho dovuta sedermici sopra. Sto per fare il check in, ma prima voglio salutare mia madre. L'abbraccio per circa 5 minuti.

-Resisti, okay?- le dico.

-Okay.- risponde con la voce spezzata.

Ci lasciamo e la guardo in viso. Delle lacrime sono scese io le raccolgo con il pollice.

-Ti voglio bene mamma.

-Anche io tesoro.

Mi mancherà il suo modo di dirmi “tesoro”, di come mi svegliava alla mattina. Di come mi tranquillizzava durante le notti piene di incubi. Mi mancherà tutto di lei. Mi volto verso mio padre e lo fulmino con lo sguardo.

-Non farla impazzire. Chiaro?- non so dove ho trovato questa forza e questa voce sicura, ma ne sono entusiasta.

-Va bene- risponde. Si avvicina a me, penso che voglia abbracciarmi. Dopo tutto quello che mi ha fatto passare, vuole anche abbracciarmi? Non penso proprio. Faccio un passo indietro e sfodero la mano, aspettando che lui la preda. É visibilmente deluso, ma mi stringe comunque la mano. Saluto un'ultima volta mia madre e vado al check in. Salgo sull'aereo ed un hostess mi aiuta a trovare il mio posto. Mi siedo vicino al finestrino e rimetto le cuffie. Mentre sono immersa nei miei pensieri, sento qualcuno che mi bussa su una spalla. Mi volto è c'è una dolce signora che mi sorride.

-E' occupato questo posto?- chiede con la sua dolce voce un po' roca.

-No, si sieda pure.

-Grazie, è che hanno fatto un disastro con il mio biglietto. In poche parole, mi hanno dato un posto che non esiste! Questa esperienza me la ricorderò a vita!- spiega ridendo.

Rido anche io. É buffa. Ha lunghi capelli grigi che le arrivano più o meno a metà schiena. Indossa una camicia troppo larga per lei grigia e dei pantaloni panna. Avrà tra i 70 e 80 anni.

-Come ti chiami?- chiede.

-Diana, e lei?

-Mi chiamo Mags, e non darmi del “lei” tesoro! Siamo coetanee.- e comincia a ridere.

Che donna graziosa,penso.

-Bhe, Diana io dormo un po'. Sono stanchissima, ma per qualsiasi cosa, svegliami pure.

-Si si, certo. Allora buona notte.- dico sorridendo.

Lei non risponde, si limita a sorridermi per poi abbassarsi la mascherina sugli occhi. Mi guardo intorno in cerca di Ashton. Non lo vedo, forse ha preso quello prima. Molto meglio, se non c'è, almeno non devo sopportare momenti imbarazzanti. Il comandante spiega le solite cose, ovvero le uscite di sicurezza, come allacciarsi bene le cinture di sicurezza e cosa fare in casi di pericolo. Le hostess sembrano ridicole facendo quei movimenti. Finalmente partiamo e mi sento spingere contro il sedile. Non sono molto spaventata, ci sono già stata su un aereo. Ero andata con mamma e papà ad Orlando in vacanza. Finalmente stiamo prendendo quota e mi rilasso. Prendo il mio libro e comincio a leggere. Non mi rendo conto del tempo che passa. All'improvviso un hostess mi dice che stiamo per atterrare e devo allacciare la cintura. Lo faccio subito, rimettendo il libro al suo posto. Io non potrei mai fare l'hostess rifletto Loro sono così dolci ed educate, io invece risponderei malissimo a tutti. L'atterraggio è un po' turbolento, ma abbiamo toccato terra sani e salvi. Mi ricordo di Mags e la sveglio. Come è possibile che abbia dormito tutto il viaggio?

-Mags? Mags, siamo arrivati!

-Oh, davvero? Allora è meglio se mi alzi.- dice togliendosi la mascherina. L'aiuto a prendere il suo bagaglio a mano e scendiamo insieme. Non ho voglia di chiamare i miei genitori, so tutto. Dove devo andare e quale autobus prendere.

-Ci dobbiamo salutare.- dice Mags con un filo di tristezza.

-Penso proprio di si, dove devi andare?- chiedo.

-Vicino Oxford. Li abita mio figlio, e visto che a casa non mi è rimasto nessuno, sono venuta da lui. Tu?

-Mags ma è meraviglioso! I vado a studiare ad Oxford! Ci possiamo rivedere!

-Perfetto! Allora ti lascio il numero di casa di mio figlio. Io non sono tecnologica, non ho un telefono.

Ci scambiamo i numeri e ci salutiamo. Lei va verso un'auto, penso sia quella di suo figlio. Io, invece, vado verso gli autobus e salgo sul mio. Ci sono molti ragazzi, penso tutti per il mio stesso motivo. Cerco un posto libero, ma non lo trovo. Improvvisamente ne vedo uno infondo. Mi avvicino e vedo che vicino a quel posto c'è un ragazzo moro che guarda fuori dal finestrino.

-Scusa, è occupato?- chiedo indicando il sedile.

Lui si gira, quasi spaventato -No no, siediti pure.

-Grazie, comunque mi chiamo Diana, tu?- azzardo.

-Mi chiamo Calum.- dice porgendomi la mano.

Io l'afferro e la stringo amichevolmente. É un bellissimo ragazzo, ha i capelli un po' lunghi davanti agli occhi e biondi sul ciuffo . Ha gli occhi così neri, che sembrano infiniti. Dovrebbe essere più alto di me di una decina di centimetri. La discussione sembra essere finita, ma lui continua.

-Allora, anche tu vai a studiare? Cioè sei venuta qui per studiare?

-Si, e penso anche tu.

-Bella e intelligente.- dice rivolto a me. Arrossisco, e il suo sorrisetto beffardo si trasforma in una risata fragorosa.- Mi piaci, Diana. Diventeremo amici.

-Lo spero.- dico ridendo- mi stai simpatico.

Per tutto il viaggio parliamo della nostra vita. Lui è di Brighton, ha una sorella più grande di nome Teresa e due gemelle più piccole di nome Clove e Johanna. Ha anche un fratellastro da parte di suo padre (un vecchio matrimonio) di nome Thomas. Ha buoni rapporti con lui. Arriviamo a destinazione e Calum mi aiuta a scendere la valigia.

-Pronta per la tua nuova vita?- mi chiede Cal.

-Prontissima.


 


 


 


 


 


 


 


 

   
 
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