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Autore: Tabychan    07/07/2015    0 recensioni
Piccola avventura di due ragazze amanti dell'azione, che un giorno decidono di passare il tempo... andando a caccia di teste.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Atterriamo in uno sporco vicoletto, sopra il cadavere di un topo di cui Roxy non nota la presenza e che io mi guardo bene dal farle notare. Usciamo da questa piccola traversa per imboccarci in una strada poco più grande ma non meno lercia, nella quale si notano le porte di legno marcio di un’osteria: ci avviciniamo schivando il vomito di un ubriaco e diamo un’occhiata ai manifesti appesi al muro.
«Ma questi hanno tutti taglie piccole!»
«Sono perlopiù ladri o assassini casuali, ma per noi andranno bene… tu non hai esperienza e io preferirei non uccidere…»
«Ok, se lo dici tu… oggi seguo te! Che ne dici di questi? Sono due, ma dalle loro taglie singole non sembrano granchè…»
Stacco il manifesto dal muro per guardarlo meglio: Bonnie e Rod Denver, ricercati per scippo, omicidio e altri reati minori.
«Massí dai, approfittiamo del 2x1.  Vada! Adesso entriamo a chiedere informazioni, e qua servirai tu.»
«Sono qua apposta! Ti aiuterò io!»
«Riesci a cambiarci l’aspetto con un’illusione? Per quanto così non siamo riconoscibili a due donne non diranno niente, gli uomini qua sono piuttosto stupidi.»
«Come quelli in tutti gli altri posti. Se tu sapessi con chi mi vogliono maritare…»
«Allora immagina che i due tizi siano tuoi pretendenti e sfogati su di loro.»
«Non farò il minimo sforzo.»
Roxy schiocca le dita e i nostri corpi diventano maschili, perlomeno in apparenza. Nel mio caso non cambia molto, ma fa comunque comodo.
«Possono andar bene così? A saperlo avrei portato Rudy, è lui l’esperto di estetica.»
«Sono perfetti, tanto ci serviranno per poco tempo.»
Entriamo nella locanda, fortunatamente quasi senza persone visto l’orario, e quelle poche che ci sono dormono. Faccio cenno a Roxy di avvicinarsi con me al bancone, dietro al quale l’oste sta cercando di tagliarsi le unghie con un coltello. Credo sia la prima volta che vedo un uomo del genere così concentrato sulla pedicure. Prendo il manifesto e lo appoggio sul tavolo, mentre Roxy passa in rassegna con aria schifata tutte le sedie cercandone una abbastanza pulita per sedersi. Magari la prossima volta le spiegherò come comportarsi in certe situazioni.
«Dove sono questi due?» Chiedo io.
«Come potrei saperlo, tesori?» Risponde l’oste, senza alzare lo sguardo dal piede.
«Nessuno lascia appese le taglie senza sapere di poterci guadagnare qualcosa. Sono tuoi clienti abituali?»
«Se ti aiutassi non lo sarebbero più, e io tengo alla mia clientela.»
Fingo di essere seccata guardando in alto: meglio fargli credere di essere importante, anche se ormai tutti sanno come trattare gli informatori.
A fianco mi si siede finalmente Roxy, soddisfatta sulla sua sedia scelta.
Beh, quasi tutti.
Lancio sul banco un sacchettino di monete d’oro che mi ero tenuta da parte per l’occasione, ma l’uomo mi guarda storto.
«Due persone volete voi…» E si porta una mano al petto indicando se stesso. A questo non avevo pensato. Addio stivaletti nuovi, dovrete aspettarmi un altro po’. Recupero altre monete e gli mollo anche quelle.
«…Girano spesso qua intorno, approfittando del fatto che conoscono il posto per metter su trappole. È probabile che ora stiano fingendo di dormire in qualche via, si vantano sempre di questo loro metodo che usano per trovare le vittime. Sono due idioti.»
Dovrebbe essere sufficiente: se agiscono di giorno su quelli che sembrano loro bersagli facili, basterà girare con il nostro vero aspetto. Mi alzo e usciamo entrambe dalla bettola.
«Beh, è andata bene mi sembra, no?» Chiede lei, facendo tornare normale il nostro aspetto.
«Si, abbastanza… Magari alla fine ti farò qualche osservazione, ora però dobbiamo stanare le nostre prede.» Mi tolgo la mantellina e prendo anche il suo basco, sciogliendole i capelli.
«Perché distruggi i nostri travestimenti ora? Ne andavo così fiera!»
«Perché quei due cercano polletti da spennare, e nessuno attira più di due innocue signorine che passeggiano in luoghi non adatti a loro. Teniamo gli occhi aperti comunque, se riusciamo a vedere loro prima che loro vedano noi sarà un vantaggio.»
Roxy annuisce ed entrambe ci mettiamo a girovagare nelle peggio viette della zona, chiacchierando volontariamente a voce alta di cose sciocche.
Per un paio d’ore abbondanti camminiamo lentamente senza incrociare nessuno che somigli alla foto sul manifesto, la cosa comincia a farsi noiosa e sia io che Roxy ci stiamo stufando. Ad un certo punto lei sbuffa e si butta a sedere su un muretto, su cui io salgo sopra in piedi.
«Che noia- sbotta infine- qua non c’è proprio nessuno! Non è affatto divertente!»
«Cercate qualcuno che possa farvi svagare, signorine?»
Entrambe volgiamo di scatto lo sguardo verso la voce: un uomo dalla barba e i capelli rossi, gli occhi languidi e il fianco sinistro del corpo coperto da una mantella si avvicina con aria da teppistello sicuro di sé.
Ci guardiamo scambiandoci un sorriso che dovrebbe sembrare “Ooh, ci ha rivolto le sue attenzioni!” ma in realtà vuole dire “É lui! Uno dei due!”
«Finalmente un gentiluomo!» Roxy si alza e fa un piccolo inchino a Rod o Bonnie, sul manifesto non c’era scritto chi era chi. «In effetti, confidiamo nella sua capacità d’intrattenimento… abbastanza famosa, tra l’altro.»
Fa apparire nella mano destra un coltello, e nella sinistra il manifesto con la taglia dei fratelli. L’uomo si stupisce, ma torna subito a ridacchiare e punta una pistola malandata sulla fronte di Roxy.
«Una cacciatrice di taglie, ma che carina! E mi dica, anche la sua amica lo è? Sarebbe un vero peccato c-»
Un mio calcio sinistro lo colpisce in pieno volto e lo manda a schiantarsi sul marciapiede dalla parte opposta della strada. Non è possibile, stava per iniziare uno di quei monologhi da cattivo delle fiction! Scendo dal muretto che mi ha permesso di colpire con tanta precisione, lancio a Roxy il fucile che lui ha fatto cadere e ne approfitto per sollevare e agganciare un lembo della gonna.
«Preparati a correre.» Le dico, senza smettere di fissare il nostro obiettivo. Che ha cambiato espressione, probabilmente anche perché un paio di denti gli sono partiti. Si porta una mano sul naso cercando di bloccare il sangue, ci guarda spaventato e scappa via.
Ah, finalmente.
Scatto in avanti seguita dalla mia compagna, dando inizio alla vera caccia.
L’uomo corre continuando a voltarsi, ma gli stiamo sempre alle costole. Ci lancia contro bottiglie vuote, vasi e qualsiasi oggetto gli capiti a tiro, ma basta uno schiaffo per toglierli di mezzo. Lo inseguiamo tra le vie, lui cerca di farsi scudo con le persone che trova, io spintono via chi mi si para davanti. È sempre più terrorizzato, non sa chi siamo, non ci ha mai viste prima e sa che saremo le ultime persone che vedrà. Conosce le strade, scarta nelle vie più piccole ma gli sto dietro rimbalzando sulle pareti. Si infila in un viottolo stretto e lungo, troppo lungo. É ora di farla finita.
Saltello appena per prendere lo slancio, con un carpiato gli atterro davanti e gli afferro il cranio mentre lui urla. Sollevo il topolino da terra tenendolo per la testa mentre lui si dimentica blaterando.
«Aspetta, aspetta, cosa vuoi?! Ti darò io i soldi della taglia!»
Mi avvicino alla sua faccia per parlargli, ma una schifosa alitata mi investe il naso. Gli sbatto il cranio contro un muro, girandomi di lato per la puzza. Lui urla di nuovo, ora lo ammazzo.
«Dimmi dov’è tuo fratello, così la faccio finita con entrambi.»
«A-ah, si, vuoi anche lui…? Te lo dirò ma mettimi giù, ti aiuterò, lo giuro, ti aiuterò io…!»
…mi aiuterà, figuriamoci. La stessa cosa che aveva detto R-
Roxy.
Ommioddio.
Mollo l’uomo e mi giro subito: non c’è. La chiamo prima a bassa voce, poi urlando. Nessuno risponde. Ho corso troppo, mi sono lasciata prendere dalla foga, l’ho dimenticata, perché?
Pensavo non sarebbe più successo.
L’ho persa.
   
 
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