"Sei
sempre il solito e io idiota che ti do
retta!", sbuffò Lucy infilandosi nell'ascensore con le
braccia strette
addosso.
"Dai,
vieni qui, stai gelando!". Natsu si
avvicinò per abbracciarla ma lei si scansò,
incollandosi letteralmente alla
parete; sembrava un gatto pronto a saltare addosso al suo aggressore.
"Tieni
giù quelle zampacce".
"Non
dirmi che sei arrabbiata per il film!".
"Certo
che sono arrabbiata per il film! Chiamalo
film poi, avresti fatto prima a portarmi al mattatoio!".
"Scema",
disse dolcemente lui, stringendola a
sé con la forza. "Di' la verità, ti è
piaciuto starmi avvinghiata addosso
tutto il tempo!".
Lucy
borbottò qualcosa di incomprensibile contro la sua
giacca e alzò appena la testa. "Cretino".
"Non
è una gara di insulti, Lu".
"Lo
so, Natsu, ma sei un cretino lo stesso".
Natsu
le afferrò il volto fra le mani e la baciò con
foga, spingendola fuori dall'ascensore non appena raggiunsero il loro
piano.
"Lo sai che mi eccita vederti così arrabbiata?".
Lei
sorrise maliziosamente, baciandogli la mascella fino
ad arrivare all'orecchio. "E tu lo sai che dovrai tenerti i bollenti
spiriti tutti per te?".
"Non
dici sul serio!".
"Ah
no?".
"Lucy!".
Stava
praticamente piagnucolando e Lucy scoppiò a ridere,
abbracciandolo. "Per questa volta ti lascio restare ma solo
perché devi
farti perdonare".
Natsu
ghignò soddisfatto, dandole appena il tempo di
entrare in casa e chiudere la porta prima di tornare a stringerla e
baciarla
prepotentemente. Rischiarono di calpestare Happy e lasciarono una scia
di
indumenti per tutto il tragitto fino alla stanza di Lucy,
raggiungendola senza
separarsi per più di un momento.
Finirono
uno sull'altra sul letto, liberandosi
freneticamente dei pochi vestiti che portavano ancora addosso, e lei
sospirò il
nome di Natsu quando finalmente lo sentì dentro di
sé, quello che aveva
desiderato dal momento in cui si era trovata stretta a lui nel cinema.
Natsu la
sollevò e si mise seduto, così da averla in
grembo e Lucy si mosse con lentezza
su di lui.
"Lucy!",
gemette Natsu piegando la testa
indietro ed esponendo così il collo ai dolci tormenti della
sua donna.
Aveva
una cicatrice lì, che si era procurato in un
incidente quando era bambino, e aveva scoperto che lei la trovava molto
eccitante: anche adesso le stava dedicando tutta la sua attenzione,
sfiorandola
con la lingua e le labbra. Percorse la sua pelle con piccoli baci fino
a
tornare a impossessarsi delle sue labbra e Natsu la strinse, invertendo
di
nuovo le posizioni e inchiodandola sotto di sé.
"Ti
amo, Natsu", mormorò d'un tratto Lucy,
stringendogli le braccia al collo e baciandolo.
Natsu
sentì gli occhi inumidirsi davanti a quella
confessione e posò la fronte contro la sua, muovendosi in
sincrono con lei,
dolce e premuroso. Era stato sicuro che anche lei provasse lo stesso
amore che
lo divorava da tempo ma sentirla finalmente ammetterlo era una gioia
senza
pari, una felicità così perfetta che gli
sembrò quasi di fondersi in lei,
diventando un tutt'uno.
Il
suono della sveglia spaventò Lucy che tentò
inutilmente di divincolarsi dalla presa di Natsu e alzarsi.
"Natsu!
Dai mollami, devo andare a lavoro!".
"Mira
ti ha concesso le ferie...", mugugnò lui
col viso infilato fra i suoi capelli biondi.
"Ah...
Hai ragione". Lucy ridacchiò
imbarazzata, bloccandosi di colpo quando sentì una mano di
Natsu posarsi molto
poco castamente sul suo seno. "Natsu?".
"Uhm?",
fece lui, già impegnato a disseminarle
il collo di baci.
"Cosa
stai facendo?".
"A
te cosa sembra?". Natsu si spostò, finendo
col distendersi sopra di lei, il peso sostenuto dagli avambracci.
"Guarda
che non ho intenzione di passare la settimana
di ferie a rotolarci nel letto!".
Lucy
pretendeva di dargli a intendere di essere
infastidita ma Natsu seppe che mentiva nel momento in cui si mosse per
accoglierlo fra le sue gambe.
"Dillo
di nuovo, Lucy".
Lucy
spalancò appena gli occhi, mentre un lieve rossore
le si diffondeva sulle gote e la bocca si piegava inevitabilmente
all'insù: i
ricordi della notte precedente le si presentarono davanti agli occhi e
si
rivide confessare a Natsu il suo amore, un attimo prima che lui le
facesse
provare il piacere più intenso di tutta la sua giovane vita.
Posò le mani sul
viso del suo ragazzo e si tese a dargli un veloce bacio. "Ti amo".
Natsu
le sorrise e scivolò in lei all'improvviso,
strappandole un gridolino compiaciuto. "Ti amo anch'io, Lucy",
mormorò sulle sue labbra un momento prima di coinvolgerla in
un bacio
peccaminoso.
Si
staccò dalla sua bocca soltanto quando i polmoni
bruciarono in cerca d'aria, lasciandole le labbra per dedicarsi al suo
viso, al
collo, a ogni centimetro di pelle nivea che riusciva a raggiungere da
quella
posizione.
Lucy
si inarcò sotto le sue spinte, afferrandogli i
capelli fra le dita di una mano quando sentì la sua bocca
chiudersi sul proprio
seno. "Natsu...", gemette all'apice del piacere, stringendo le gambe
attorno ai suoi fianchi.
Qualche
altro movimento frenetico e Natsu si accasciò su
di lei, abbracciandola forte, con la testa posata sul suo seno. Sorrise
quando
sentì le dita di Lucy affondare fra i suoi capelli,
accarezzandolo delicatamente.
"Mi
hai reso la persona più felice della terra,
Lucy", disse quando il suo respiro tornò regolare. "Ti
prego, non
ripensarci adesso".
"Mai.
Mai Natsu; adesso lo so, ti amo e non ci
ripenserò mai". Sorrise, tenendolo stretto a sé.
"Sei bloccato con me
per il resto della tua vita".
"Lo
spero tanto".
Lucy
continuò quella rilassante carezza ai capelli
ribelli del suo ragazzo e non si accorse che si era placidamente
addormentato
su di lei. "Ehi Natsu, perché non andiamo al mare oggi
pomeriggio? Non è
stagione, è vero, siamo in autunno, ma di giorno non fa
ancora freddissimo e
poi non dobbiamo mica fare il bagno, che ne dici?".
Attese
che gli rispondesse per qualche momento ma quando
non sentì una sola parola, si chinò leggermente
per guardarlo e sorrise intenerita,
posandogli un bacio sulla testa. Probabilmente avrebbero dovuto
rimandare la
gita che aveva programmato all'indomani, eppure, per una volta nella
sua vita,
non le importava proprio nulla che i suoi piani fossero andati all'aria.
"Pronto?".
"Natsu?!
Credevo di aver chiamato il cellulare di
Lucy".
"Lisanna".
Natsu si svegliò completamente
rendendosi conto di aver effettivamente risposto a una telefonata
destinata a
Lucy; il suono del telefono nel dormiveglia lo aveva fatto agire per
istinto.
"Sì, è il cellulare di Lucy", aggiunse. Dopotutto
Lisanna era ancora
al telefono. "Sono a casa sua".
"Capisco",
ribatté lei con un tono di voce
malizioso che non sfuggì a Natsu. "Me la passi?".
"Sta
dormendo".
"Alle
cinque del pomeriggio?! Non voglio nemmeno sapere
cosa state combinando!", esclamò Lisanna, trattenendo a
stento una risata.
Non le era sfuggita la voce impastata di Natsu, era evidente che avesse
svegliato anche lui. "Dille di richiamarmi, va bene?".
"Certo,
lo farò".
"Ti
ringrazio. Ah... Natsu?".
"Sì?".
"Sono
contenta per voi".
"Grazie,
Lisanna", rispose prima di
riagganciare.
Natsu
sentì le proprie labbra distendersi in un sorriso
felice e si voltò verso Lucy, trovandosi davanti uno sguardo
di panico che non
riusciva a spiegarsi.
"Lucy!
Cosa c'è, ti senti male?".
"Lisanna
sa di noi?".
"Io
non le ho detto niente ma credo ci sia arrivata
da sola". Natsu afferrò la sua ragazza, stringendosela
contro. "Qual
è il problema, Lu?".
"Non
è un problema, Natsu... Ma sai anche tu come
sono i nostri amici, non lo fanno per cattiveria però sono
dei terribili
impiccioni. Entro stasera persino le pietre sapranno di noi!".
"E
tu non vuoi che si sappia".
Lucy
si sollevò, mettendosi seduta sul letto per poterlo
guardare negli occhi. "Volevo solo che avessimo un po' di giorni di
pace,
solo per noi. Pensavo che il matrimonio di Lisanna sarebbe stata una
buona
occasione per farlo sapere ai ragazzi".
Natsu
si mise a sedere a sua volta, tenendo lo sguardo
basso. "Non è che per caso non volevi farlo sapere a Gray?".
"A
Gray?! Natsu ma cosa dici, io e lui ci siamo
lasciati sei anni fa!".
"Beh,
magari ci speri ancora di riprendertelo, in
fondo lui e quella Juvia non sono mica sposati".
Lucy
prese un grosso respiro per calmarsi; sapeva che
Natsu non pensava quello che stava dicendo, erano solo una vecchia
paura e una
feroce gelosia che lo facevano parlare in quel modo. "Natsu". Si
avvicinò a lui e gli circondò il collo con le
braccia, stringendolo forte a sé.
"Tu non hai niente da temere da Gray. È te che amo, non lui.
Abbiamo un passato
insieme ma è tutto quello che è: passato".
"E
se ti ricordassi che è migliore di me?".
"Non
è migliore di te, nessuno lo è! Sei il ragazzo
più dolce, gentile e premuroso che conosca, sei tanto forte
da aver tenuto vivo
il nostro amore fino a quando anch'io mi sono resa conto che era
lì da sempre,
da quando i nostri sguardi si sono incrociati per la prima volta. E io
sono la
donna più fortunata della terra perché sei tutto
mio".
Natsu
la abbracciò finalmente, nascondendo il viso contro
il suo collo. "Scusami. Non dovevo dire quelle cose".
"So
che non le pensi". Lucy portò una mano sul
suo capo, accarezzandolo piano.
Lui
scosse appena la testa, rafforzando la stretta
attorno al suo corpo. "Mi dispiace lo stesso, Lu. È solo
che... Stammi
vicina".
Lucy
si distese sul letto assieme a Natsu, tenendolo
abbracciato: eccolo, il suo uomo ancora un po' bambino che temeva di
non essere
mai abbastanza. "Lo sai", disse a un certo punto, nel tentativo di
smorzare la tensione, "credo che ti metterò un guinzaglio al
matrimonio di
Lisanna; ci saranno molte ragazze e non voglio rischiare di dover fare
a botte
con qualcuna di loro!".
Lo
sentì ridacchiare e si permise anche lei un sorriso
divertito. "Guarda che dico sul serio! Non posso proprio permettere che
qualcuna ti noti, e che ti creda disponibile soprattutto".
"Non
mi muoverò dal tuo fianco", disse Natsu
sollevando il viso e riportandolo all'altezza del suo. "Sei la mia
preziosa Lucy, non permetterò che qualcuno ti porti via da
me. Anzi, ti metterò
al collo un cartello con su scritto Proprietà di
Natsu Dragneel".
Lucy
esplose in una risata divertita, coprendosi la bocca
con una mano. "Che bella coppia saremmo, io con il cartello al collo e
tu
al guinzaglio!"
Lui
le sorrise, stendendosi a darle un bacio sulla
fronte. "Basta che siamo insieme, non trovi?".
"Sì",
rispose lei, accoccolandosi contro di
lui.
Natsu
la guardò e la sua mano corse in automatico a
intrecciarsi fra i suoi capelli biondi. "Ehi Lu, vuoi andare al mare
domani?".
Lucy
sollevò la testa di scatto, gli occhi spalancati
dallo stupore. "Ma tu non stavi dormendo quando te l'ho chiesto?".
"Non
capisco cosa vuoi dire".
"Poco
fa... Beh stamattina in effetti, ti avevo
chiesto se ti andava di andarci nel pomeriggio ma ti eri già
riaddormentato".
Natsu
ridacchiò, dandole un bacio sul naso. "Siamo
proprio in sintonia noi due".
"Perfettamente".
Sobbalzò
quando sentì le mani di Lucy posarsi con
disinvoltura sul suo sedere.
"Lu?".
Lei
gli sorrise, maliziosa. "Sono ancora un po'
arrabbiata per quello schifo che mi hai fatto vedere ieri sera".
Natsu
rispose con uno dei suoi sorrisi più ferini.
"Dovrò proprio fare ammenda, allora".
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Buonasera
ragazze/i!
Sono
in anticipo questa settimana ma dal momento che sarò
fuori per il week-end e anche nei prossimi giorni sarò un
po' impegnata, ho preferito
postare prima piuttosto che in ritardo :P Tenterò di non
tornare all'appuntamento
del sabato ma aggiornare prima, così non dovrete aspettare
troppo però è un
tentativo, lo ribadisco XD
Dunque,
questo capitolo era già stato scritto quando ho
postato il precedente quindi chiedo scusa a quelle di voi che si
aspettavano il
racconto dell'appuntamento, come vedete l'ho saltato a piè
pari XD In compenso,
Natsu ha decisamente recuperato la delusione della notte precedente,
non
trovate :D?
Permettetemi
di ringraziare di nuovo tutte le gentili
ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, ridandomi fiducia,
siete
impagabili!
Di
nuovo, grazie mille se leggete e doppiamente se
recensite!
Alla
prossima <3