Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: pikychan    07/07/2015    1 recensioni
Questa fanfiction comincia da Lucinda.
Ora ha tredici anni e anche quest'anno parteciperà al Gran Festival.
Poco prima della finale però conoscerà una ragazza che sembra conoscere Ash. Questa decide di ripartire per trovarlo.
Preoccupata per le sorti della ragazza ne parla con la sua amica Zoey.
...
"...Non ti piacerebbe rivedere Ash?"
...
Le consiglia di ripartire con questa ragazza, ma Lucinda è confusa.
Che cosa farà alla fine?
{Pearlshipping and Elettricshpping}
[AshxLucinda and CamillaxLem]
Genere: Demenziale, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ash, Lucinda, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon: Le mie fanficition sulla pearlshipping'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ornella, Lucario e la Torre Maestra! 

I nostri eroi erano diretti a Yantaropoli. Avevano camminato a lungo e ora erano arrivati a un paesino. Piuttosto piccolo. Tanto che neanche compariva sulla mappa. Stavano sono facendo una pausa. Sarebbero ripartiti a momenti.

Erano nei pressi di una fontana. Clem giocava con l'acqua. Incitava Dedenne che camminava sul bordo. Suo fratello la rimproverava dicendole di non fare troppo baccano, ma niente da fare. Ash era più distante che si allenava. Mentre Camilla non si capiva bene dove fosse finita.

Intanto le due ragazze, Lucinda e Serena, erano sedute a una panchina. Ognuna aveva in mano un quadernino. Si leggevano a turno qualcosa. Il quaderno della blu era rosa e quello della castana nero.

“Grazie Serena, sto imparando un mucchio di cose grazie a te” sorrise.

“Di nulla e io sto imparando tante cose di Sinnoh” le sorrise in risposta.

Dietro di loro si sentì una ventata d'aria. Le amiche non ci fecero neanche caso. Non sapevano però che quel vento era stato alzato da qualcuno.

“Lucinda, Serena! Guardate un po' che bacca strana!” era Camilla. Aveva da subito messo sotto gli occhi delle ragazze una bacca raccolta da un albero. La forma e il colore erano insolite ai suoi e agli occhi della blu. Serena levò ogni dubbio spiegando che si trattava di una Baccamodoro. Ecco, ora forse ricordava. Una volta pensava di averla vista, ma era stato decisamente troppo tempo fa.

“Cosa leggete?” domandò curiosa. Si sporse a osservare il quaderno dell'amica blu.

Le due le spiegavano che erano ricette. Appunti che avevano scritto. Le loro mamme glieli avevano dati, o almeno oralmente. Loro li avevano solo segnati. E ora se li scambiavano. Era divertente. Così avrebbero potuto cucinare tante cose diverse.

La mora le guardò stupita e ammirata. Lei non sapeva cucinare. Era maldestra. Non si attentava. Le sarebbe piaciuto un po', ma non lo desiderava così tanto. Preferiva di gran lunga mangiare. Adorava i dolci.

Erano tutte e tre impresse. Una parlava e le altre ascoltavano. A turno. Forse quella che parlava meno era la ragazza mora. Se lo faceva era solo per fare domande. Era davvero interessata. Tutto quel parlare di dolci le metteva addosso troppa curiosità.

“Per favore e quelle me le chiamate ricette?” era apparsa davanti a loro una ragazza con l'aria sarcastica. Le guardava con un sorrisetto furbo. Capelli blu fino alle spalle, occhi rossi...

Le tre ragazze la guardarono stupite. Da dove spuntava quella ragazza? Serena in poco tempo divenne rossa di rabbia e il suo sguardo si irrigidì. Le dava già sui nervi.

La blu sempre più confusa le chiese chi fosse e lei le rispose dopo un po' voltandosi di spalle.

«Meringa...»

Nonostante non l'avessero vista sapevano già che aveva sorriso. Di un sorriso per niente rassicurante. Di quelli che ti faceva immediatamente pensare al peggio. Si chiamava Meringa. Le meringhe erano dolci, ma quella ragazza non sembrava proprio esserlo.

“Io adoro le meringhe!” commentò Camilla. Gli occhi nocciola scintillavano. Almeno non si poteva dire non centrasse. Una battuta del genere se la dovevano aspettare. La blu si voltò verso di lei. La guardò esasperata. Perchè faceva sempre così? Pensava di essere simpatica? Beh, un po' lo era però alcuni potevano anche non gradire la sua ironia.

Lucinda si alzò. Andò verso la nuova venuta. Le tese la mano sorridendole.

“Io mi chiamo Lucinda, piacere di conoscerti”

Meringa però si voltò di nuovo. Con aria da superiore. «Certo che è un piacere conoscermi». La ragazza c'era rimasta di sasso. L'aveva completamente spiazzata. Non sapeva più né cosa dire né cosa fare. Restava immobile come un baccalà. Aveva solo riabbassato il braccio. Tecnicamente le era solo ricaduto dallo stupore.

Accorse in suo aiuto la ragazza dagli occhi azzurri. Era veramente arrabbiata. Le gridò che era una maleducata. Lucinda voleva solo essere gentile! le disse qualcosa del genere.

Meringa allargò il suo sorriso falso e si voltò ancora di più. Le disse, in tutta risposta, che neanche lei era molto educata ad urlare in quel modo.

Serena non ci vedeva più. Era troppo arrabbiata. Diventò ancora più rossa. Se le leggi della fisica lo avessero permesso avrebbe fatto fuoco e fiamme. L'altra invece era semplicemente impietrita. Una ragazza che si comportava così... perchè? Senza alcuna ragione per giunta. Cosa aveva fatto di sbagliato? Aveva conquistato la sua antipatia così. Gratuitamente. Perchè? Perchè non diceva niente? Avrebbe dovuto dirgliene quattro. Anche cinque. Era stata davvero scortese. Eppure era così inerte. Sembrava così vulnerabile. Non riusciva a muoversi.

Camilla invece non si era mossa. Le guardava. Il suo sguardo era critico. Quella ragazza non le piaceva. Quella situazione non le piaceva. Le guardava come se potesse prevedere un disastro. Un disastro imminente. Molto imminente nel futuro.

Clem corse verso di loro. Anche lei rimase molto stupita nel vedere la nuova ragazza. La guardò per un attimo. La incuriosiva...

Lem la raggiunse correndo. Nonostante la corsa fosse durata pochissimo era già stanco. Aveva un po' il fiatone. Non era proprio portato per lo sport. Quando vide la nuova ragazza si stupì.

Ash aveva finito di allenarsi. Stava tornando dagli amici. Pensava che fosse il momento giusto di rimettersi in viaggio verso Yantaropoli. Non doveva mancare molto. Tuttavia rimase molto perplesso quando vide la nuova venuta. Chiese chi era. La sua faccia proprio non gli diceva niente.

Meringa li salutò dicendo che doveva andare. Li salutò con la mano e con fare sarcastico. Poi si voltò appena verso Ash e gli fece l'occhiolino.

Il ragazzo si era stranito ancora di più. Perchè tutto ciò? Si chiedeva. Invece l'amica blu aveva provato piuttosto irritazione nel vedere quel gesto. Non sapeva perchè, cioè... non sapeva a che pensare! Che significava poi? Mah, forse l'avrebbe scoperto più avanti. Ora come ora non lo sapeva...

“Mi dà sui nervi!” disse Serena senza farsi troppi problemi.

“Anche a me... tu però Lucinda potevi anche far meno la figura del baccalà!” la rimprovera Camilla.

“Ehi! Mi aveva colto alla sprovvista, non me lo aspettavo!”

Poco dopo decisero di ripartire. Alla volta di Yantaropoli. Dove Ash avrebbe ottenuto la sua terza medaglia. Si rimisero in marcia. Attraversarono tutto il bosco. Un bosco pieno di Pokèmon. Assolutamente adorabili, come li definiva Lucinda nei suoi pensieri. Non si può dire che la camminata nel bosco fosse breve, comunque come ogni cosa giunse al termine. Finalmente i sei avevano raggiunto la città.

“Ce l'abbiamo fatta! Andiamo subito dal Capopalestra!”

Ash era entusiasta. Sembravano secoli da quando aveva sostenuto la sua ultima lotta Pokèmon.

“DalLa Capopalestra, in questa città la Capopalestra è Ornella, la nipote del maestro della megaevoluzione” precisò Lem.

Megaevoluzione... ne aveva già sentito parlare. Però non sapeva bene in cosa consistesse. Men meno ne aveva mai vista una dal vivo. Era proprio curioso.

Raggiunsero la palestra. Ormai la distanza per Ash alla terza medaglia si accorciava sempre più. Rimase invece immensamente deluso nel sapere che la Capopalestra non c'era.

“Dai Ash, non fare così...” gli disse Lucinda non sapendo neanche lei bene che cosa fare. Anche in passato era capitato spesso. Non capiva come mai certi Capopalestra lasciassero la loro palestra pur sapendo che gli allenatori viaggiano per tutta la regione con lo scopo di sfidarli. È davvero da egoisti.

“Sì, Lucinda ha ragione, ci saranno altre occasioni” aggiunse Serena.

“Ehi! Quando siamo venuti qui ho visto una torre altissima! Facciamoci un salto dai!” esclamò la mora alzando il braccio.

“Una torre altissima... ah, ti riferisci alla Torre Maestra” precisò ancora una volta il ragazzo biondo.

“Esatto, allora ci state?”

“Io non ho voglia... andateci pure voi...”

Ash era ancora depresso. A testa bassa. Non guardava niente e nessuno. Emanava un'aura 100% negativa.

“No Ash, anche tu devi venire!” parlò per la prima volta la piccola Clem.

“Certo che vieni, che cosa dici?” lo rimprovera l'amica dagli occhi blu. Il suo tono era serio e deciso.

Il ragazzo non rispose niente. Tuttavia non si poteva proprio dire fosse il caso di dire silenzio/assenso.

“Beh, chi tace acconsente, su” prese a camminare a passo deciso.

Tutti gli altri cominciarono a camminare ad eccezione di Ash. Rialzò la testa solo dopo che si allontanò di qualche metro. Lui era convinto che si sarebbe fermata prima, ma si era sbagliato di grosso.

“Ehi! Non è leale!”

“Eccome se è leale, su muoviti!”

Lucinda era un po' diversa da come Ash ricordava. Forse gli ultimi tre anni l'avevano un po' cambiata. Il cambiamento è inevitabile. Erano amici. Lo sarebbero rimasti. A lui non interessava se cambiava o no. Quando si vuole bene lo si vuole punto.

Ora erano al cospetto della Torre Maestra. La guardarono ammirati e la commentarono per un po'. Decisero di entrare. La stanza non era molto arredata. Semplice. Un'aria antica. I ragazzi si guardarono un po' in torno. La cosa che attirò la loro attenzione era una ragazza. Una ragazza bionda con gli occhi azzurri. Il suo vestito ricordava un po' quelli da cheerleader e indossava un casco. Parlava con un uomo anziano. Erano lontani. I sei non li sentirono bene. Dopo poco l'uomo anziano se ne andò in un'altra stanza. La ragazza invece rimase li. Si accorse per la prima volta della loro presenza. Andò da loro. Gli chiese chi fossero. Loro si presentarono uno a uno. Poi a loro volta le chiesero il suo nome. Quando la ragazza rivelo di essere un'allenatrice di Pokèmon Ash fece quasi i salti di gioia. Le disse che anche lui era un allenatore di Pokèmon. Le disse anche che era passato per la palestra ma che la Capopalestra non c'era. Infine le domandò se le andava di lottare contro di lui.

“Mi spiace, ma ora non posso, non posso distrarmi, devo trovare qualcuno che si prenda cura di Lucario”

Tutti rimasero basiti. Di fronte a una frase del genere non sapevano come comportarsi. Avrebbero potuto chiedere un sacco di cose. Il problema era come.

“Ma Lucario non è uno dei tuoi Pokèmon?” ruppe il silenzio Lucinda.

“No, ho trovato questo Lucario con tanto di Megacerchio e Megapietra di fronte alla mia pal... alla mia casa!”

Megacerchio e Megapietra... dai nomi sembravano centrare con la così detta megaevoluzione... Lucinda non era sicura di saper bene in cosa consistesse. Sapeva che era una caratteristica di sole poche specie di Pokèmon. Non sapeva molto altro. Non sapeva bene cosa avesse la megaevoluzione di diverso dall'evoluzione.

“Se è così io ti voglio aiutare, cercheremo un padrone per Lucario insieme!” disse Ash deciso.

La ragazza lo guardò con sguardo serio. In qualche modo lo stava scrutando. Mettendo alla prova... il giovane allenatore neanche se ne accorse.

“E va bene, salite sulla torre, c'è uno spazio riservato alle lotte” disse infine lei.

Gli altri non capivano. Soprattutto Ash. Perchè ora parlava di lotte Pokèmon? Non aveva detto che... chiese che stava succedendo.

“Ho cambiato idea, ti sfido sempre che tu te la senta ancora” spiegò. Stava già salendo le scale. Si era solo fermata un momento.

“Certo che me la sento!” rispose. Corse come un fulmine per raggiungere le scale.

La blu ne era felice. Il suo amico che non voleva venire ora era di nuovo entusiasta. Alla fine si era rivelato un bene per tutti venire alla torre.

Tutti gli amici cominciarono a salire le scale. I gradini erano tantissimi. Impiegarono una vita per raggiungere la metà. Le gambe di Lucinda cominciavano a far male. A sentirsi pesanti. Rallentandola. Finché non si fermò completamente. La fatica si era fatta sentire. Respirava affannosamente. Ecco cosa succede a star fermi per tre anni. Fuori allenamento massimo. Non era possibile, passi la corsa i gradini no.

Quando il respiro e il cuore si fecero più regolari guardò avanti. I suo amici erano spariti. E questo succede a rimanere indietro... probabilmente non se ne erano nemmeno accorti...

Mentre la ragazza pensava che non aveva più la forza di continuare, qualcosa la urtò. Normalmente per un urto del genere non si sarebbe neanche sognata di cadere, tuttavia quella volta cadé. A terra. Aveva preso una bella botta. Per il dolore si era riattivata. In quello stesso momento aveva realizzato che doveva continuare. Andare avanti. Non poteva ancora fermarsi.

“Scusami, ti sei fatta male?”

Sentì. Era un ragazzo. Lui l'aveva urtata per errore. Ora capiva tutto, quel ragazzo veniva dalla direzione opposta. Stava scendendo.

Certo che bisognava proprio dire fosse un ragazzo carino. Capelli mori. Occhi grigi scuro... cosa? Lucinda si obbligò a tornare immediatamente lucida. A cosa stava pensando? Davvero lo aveva pensato? Che vergogna...

La ragazza diventò immediatamente rossa. Sia per i suoi pensieri che per ciò che aveva detto il ragazzo. La sua voce era calma e dolce. Un principe moderno... cioè davvero?! Ma cosa le saltava in mente di dire! O meglio di pensare...

“Non preoccuparti” rispose. Era ancora un po' a disagio, ma si era obbligata a riprendersi e rispondere. Aveva solo scrollato un po' la testa e si era ripresa. Perchè i ragazzi carini le facevano questo effetto?

Aggiunse anche un sto bene. Tanto per cercare di sembrare più naturale. In realtà provava molto imbarazzo.

“D-devo andare!” disse scappando di corsa su per le scale.

Lucinda salì le scale velocemente pensando a quanto si fosse sentita in imbarazzo. Quando però raggiunse la cima rimase stupita nel vedere che Ash e Ornella stringersi la mano. La ragazza si complimentava per la lotta appena disputata e l'amico ringraziava.

Lucinda si dispiaceva solo di non essere arrivata in tempo. Le sarebbe piaciuto vedere l'incontro di Ash. Se solo non si fosse scontrata con quel ragazzo...

“Lucinda! Dov'eri finita?” l'attaccò Camilla.

La ragazza non sapeva bene cosa risponderle. Si limitò a farle un mezzo sorriso imbarazzato.

Quando l'allenatore si accorse della presenza dell'amica si voltò. La chiamò agitando il braccio come se fosse lontana km. Lucinda rispose al saluto ancora sorridendo imbarazzata. Il saluto di Ash le appariva come un modo di dire finalmente sei arrivata!

La ragazza bionda guardò per un po' la scena. Forse era un po' incuriosita. Forse un pelino intenerita. Aveva lo sguardo di una che sa di saperla lunga eppure non giudica.

“Ash, spero che in futuro vorrai darmi la rivincita”

Ash riabbassò il braccio e la guardò confuso. Darle la rivincita? Quando? Era così certa che si sarebbero visti ancora?

“Ecco, tieni, la PokèBall di Lucario” sentenziò mettendogli la sfera in mano.

Il ragazzo la osservò per un attimo, poi la guardò. Faticava a crederci. Anzi, proprio non ci credeva. Perchè lo dava proprio a lui?

“Ma me lo dai veramente?”

“Penso che Lucario starà molto bene con te, l'ho capito subito, quindi prenditi cura di lui per favore”

“Lo farò” disse facendo un cenno con la testa.

Ornella cominciò a camminare. Proprio quando ormai era arrivata davanti alla porta Ash la richiamò.

“Aspetta Ornella! Cosa volevi dire quando prima hai detto che volevi che ti concedessi la rivincita?”

Ornella non si scosse. Restò ferma sul posto. Al contrario di Lem che invece folgorato da chissà quale presagio cominciò a sfogliare la guida. Era proprio lei. Ornella, la Capopalestra di Yantaropoli. Quando lo disse agli amici loro rimasero a bocca aperta.

“Esatto, sono proprio io e questo vuol dire che ci incontreremo ancora ragazzi” chiarì voltandosi verso Ash forse con aria un po' di sfida. Il ragazzo contraccambiò lo sguardo. Lui non si sarebbe fatto sconfiggere tanto facilmente.
 

 

Sono tornata!!!!!(?)!!!!!

Ciao a tutti ^^
E' passato decisamente TROPPO tempo dall'ultima volta...
Buah, che brutto diventare grandi! >^<
Premesso che questo capitolo è stato scritto a blocconi distanti tra loro per tempo, voglia e idee non so davvero come si metterà con gli altri capitoli...
Comunque sono intenzionata a finire Sugar Pokè perchè c'è qualcuno a cui piace molto e poi perchè io per prima sono orgogliosa della mia creatura e voglio darle un finale come si merita <3
Va bene allora, grazie a tutti voi che mi seguite, mi impegnerò al massimo per sbloccare la mia vena creativa! <3

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: pikychan