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Autore: looking_for_Alaska    08/07/2015    1 recensioni
Quando il suo amato Ren le confessa che deve partire per l'America per motivi di lavoro, la giovane Emmeline è disperata. Lui le promette che tornerà a prenderla tra un anno, ma lei sa che la sua famiglia la obbligherà a sposarsi.
Ren e Emmeline però non si incontreranno più, almeno sino al 1922, dieci anni dopo. Ren partecipa ad una festa organizzata dalla stessa Emmeline e da suo marito Charles.
Emmeline, che non sta più nella pelle all'idea di incontrare Ren e di fuggire con lui, scopre però un'amara verità.
E la sua rabbia le farà compiere un gesto impensabile.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
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Charles osservava la moglie, stupefatto.
Emmeline stava conversando amabilmente con una donna alta dai lunghi capelli biondi acconciati in una crocchia complicata, e per metà coperti da un grosso cappello rosa. Charles studiò il vestito della donna, scuotendo la testa : non era bella nemmeno la metà della sua dolce Emmeline.
Sua moglie indossava un lungo abito stile impero verde smeraldo, che metteva in risalto la carnagione pallida e le labbra piene. Sembrava felice, addirittura al settimo cielo, come se finalmente avesse trovato la pace interiore. 
Charles sorrise a sua volta. La vide salutare la donna e voltarsi verso di lui, salutandolo poi con la mano. L'uomo rispose al saluto con un sorriso, mentre la bella moglie lo raggiungeva. 
<< Allora tesoro, come va? >> gli chiese, sfoderando un sorriso meraviglioso. Charles le sfiorò una mano. 
<< Bene, cara. Sembri molto allegra, questa sera. E' successo qualcosa? >> le domandò amabilmente. 
Emmeline rise, scuotendo la testa. Un boccolo castano le sfuggì dalla pettinatura ricercata, ma lei sembrò non badarci. << Non ancora, amore mio,  non ancora >>.
Charles le si avvicinò e le diede un lieve bacio sulla gota rosea e morbida. << Era da molto che non ti vedevo così felice, Emmy >>.
Emmeline scrollò le spalle, scoppiando a ridere di nuovo; poi gliede le spalle e raggiunse un altro ospite, ma non prima di avergli rivolto un ultimo sorriso. 
Charles guardò l'enorme sala dove si stava svolgendo la festa. Il soffitto dorato sembrava brillare di luce propria, l'enorme lampadario di cristallo oscillava come scosso dal vento. La sala era grande e rotonda, con un palco sul fondo, dove stavano suonando dei violinisti, con un uomo al pianoforte, mentre una donna in età avanzata cantava.
Piccoli balconi era sollevati sotto e sopra il grande lampadario, sostenuti da grosse colonne in stile dorico bianche. 
Quella sala risplendeva dei gusti di Emmeline.
Lanciò un'occhiata a sua moglie. Charles era quasi preoccupato nel vederla così : possibile che avesse assunto qualche droga? 
Rise tra sé. No, impossibile. Non era da Emmeline.
La donna era raggiante, sembrava quasi brillare di luce propria. Quando parlava con qualcuno, quello non poteva far altro che essere contagiato dal suo buon umore. 
Non era felice, si corresse Charles. Era raggiante.
Ora era sicuro di non averla mai vista così. Quella felicità contagiò anche lui. Se sua moglie era così contenta, perché non poteva esserlo anche lui? Lei aveva dato ad intendere che stesse per succedere qualcosa, qualcosa di bello. Charles quindi era curiosissimo di sapere che cosa.
La guardò per l'ultima volta, sorridendo, prima di dirigersi verso uno dei cinque tavoli del buffet. 
Charles non si accorse che un uomo poco più giovane di lui lo stava osservando da dietro una colonna.

                                                                                                              *       *       *

Emmeline rise alla battuta di Rachel Millow, la moglie del sindaco, senza però ascoltarla davvero. Le era parso di scorgere un uomo dai capelli color sabbia dietro una colonna. Con una scusa si congedò dalla signora Rachel, che era una donna bella quanto noiosa.
Affrettò il passo per raggiungere il punto dove le era sembrato di vedere Ren, ma qualcuno le ghermì il braccio, tirandola indietro. Si trovò faccia a faccia con Miranda Berlock, la figlia sedicenne dei nobili Jane e Mark Berlock, una delle famiglie più ricche della città. Ma in quel momento ad Emmeline non importava; presto sarebbe partita insieme al suo amatissimo Ren per l'America. Si sarebbe lasciata Londra alle spalle, e con essa anche Charles e tutte quelle amicizie indesiderate e costrette.
<< Signora Emmeline, questa festa è fantastica! Si nota moltissimo che è stata lei ad organizzarla, sa? L'oro le dona molto, e applicarlo a questa sala è stato un colpo di genio! >> esclamò Miranda, porgendole un bicchiere con un cocktail. Emmeline lo prese delicatamente e bevve un lungo sorso, lanciandole poi un'occhiata sorpresa.
<< Non è uno dei nostri cocktail, qui c'é qualcosa di diverso >> biascicò stupefatta, allontanando il bicchiere da sé, come se avesse una qualche malattia.
Miranda scoppiò a ridere. << Mi sono permessa di aggiungerti due foglie di menta e qualche petalo di magnolia durante la preparazione. Rende il tutto più dolce e fresco, non trova anche lei? >>.
Un lampo di rabbia balenò in Emmeline, che però tentò di soffocarlo. Non poteva maltrattare un ospite, non se si trattava della figlia dei Berlock. Ma come si permetteva di modificare gli ingredienti dei suoi cocktail? Alla sua festa?
<< Davvero una bella idea, Miranda. Probabilmente è un problema mio, visto che non amo il gusto dolce della magnolia mescolato a quella fresco della menta. Ma sicuramente molti lo apprezzeranno >> calcò molto la frase, e vide che Miranda capiva che la sua azione le aveva dato fastidio.
Ma la ragazza fece un sorrisetto, e prima di voltarsi per dirigersi altrove disse sorridendo : << Oh, sono sicura che sarà così, signora Emmeline! Ogni cosa ha un segreto, e soltanto poche persone in questa sala capiranno quali sono gli ingredienti che hanno stravolto il semplice gusto di un cocktail qualsiasi. Alcuni lo ameranno, altri chiusi mentalmente lo detesteranno,  ma nessuno saprà chi l'ha cambiato.
Ogni cosa ha un segreto, signora Emmeline, ma ci sono cose il cui compito è scoprire i segreti degli altri. E io sono una di esse >> e con un ultimo sorriso, la ragazza se ne andò.
Emmeline era come congelata sul posto. Era possibile che Miranda sapesse di Ren? No, si disse. No.
Come poteva saperlo?
Possibile che lo conoscesse da prima? Che l'avesse conosciuto nel 1912?
Ma certo che no, si rispose. Nel 1912 Miranda aveva solo otto anni, ed era piuttosto sicura che Ren fosse tornato in Inghilterra solo quell'anno. 
Quindi quelle di Miranda erano parole vuote, senza senso. E se la sorella di Miranda lo avesse conosciuto...? 
Emmeline scosse forte la testa. No, Mina Berlock non ne sapeva nulla.
Lei e Mina erano coetanee. Erano anche piuttosto amiche, almeno finché Mina non era partita nel 1913 per una destinazione ignota.
Emmeline scrollò le spalle, intimandosi di non pensare quelle cose senza alcun senso, non ora che Ren era da qualche parte in quella sala che aspettava solo lei. Si voltò di scatto, e si diresse al buffet dei cocktail. Richiamò l'attenzione del barista. 
<< Mortimer, per favore, fai in modo che nessuno beva più il cocktail con la menta e la magnolia >>.
Il barista le lanciò un'occhiata perplessa e anche piuttosto scocciata. << Come, signora Emmeline? La gente lo chiede. Piace a quasi tutti >>.
Emmeline sentì la rabbia dirompere di nuovo in lei. << Be' a me no >> esclamò, spingendo il proprio bicchiere contro il petto del barista, obblingandolo così a prenderlo. << Quindi trova il modo di fallo sparire, oppure io non ti pago dopo la festa >>.
Mortimer alzò gli occhi al cielo, e con un'occhiata gelida rispose : << Come desidera, signora Emmeline >>.
Si diresse quindi al buffet dei dolci e prese un muffin al cioccolato. Si voltò per cercare Ren tra la folla... e se lo ritrovò di fronte.
In quel momento tutte le parole che aveva pensato, il discorso che aveva scelto con tanta cura, i progetti che aveva fatto svanirono.
Non aveva davvero pensato a come sarebbe stato averlo di fronte, con quei capelli color della sabbia pettinati all'indietro, un filo di barba, e quegli occhi color mezzanotte che la scandagliavano nel profondo.
Le sue labbra si tesero in un sorriso, ma Emmeline nemmeno se ne accorse.
Sentì tutto l'amore che aveva messo da parte irrompere in lei come il mare in tempesta. Si sentì una piccola barca in quell'oceano, una barca che veniva sballottata a destra e a sinistra. Ma in qualche modo si sentiva al sicuro. Ren era il mare, e il suo mare non le avrebbe mai fatto del male. 
<< Si sente bene, signora? >>.
La voce del suo uomo tanto atteso la riportò alla realtà. 
<< Sì, Ren. Sto bene >> sussurrò in risposta, incapace di pensare a qualcosa migliore da dire.
D'altra parte lui non sembrava averla riconosciuta, anzi, la fissava in modo strano.
<< Lei è la moglie del signor Charles, giusto? >> le domandò cortesemente. Emmeline drizzò la schiena.
<< Sì, ma non conta più, ormai. Sono felice che tu sia venuto a prendermi, finalmente >> esclamò, lasciandolo che la bocca si aprisse di nuovo in un ampio sorriso.
Ma Ren la guardava ancora senza capire. L'uomo fece un passo indietro. << Come, scusi? E' sicura di sentirsi bene? >>.
Emmeline avanzò, gesticolando impaziente. << Ren, suvvia, non c'é tempo da perdere in questi giochetti! Se ce ne andiamo ora che mio marito è distratto, forse... >>.
Ren sembrava sempre più spaventato, quindi Emmeline sospirò. L'unica cosa da fare era parlargli in privato, da solo, in modo che potesse ascoltarla. 
Allungò una mano guantata di verde verso di lui. << Posso parlarti da solo? Per favore >> aggiunse, notando la sua espressione diffidente.
Alla fine, Ren acconsentì. << Sì, d'accordo >>.
Emmeline lo guidò nello studio di suo marito Charles. Era rivestito da scaffali di libri, con una piccola scrivania di legno ingombra di fogli, con una  statua di acciaio della regina degli scacchi. Ma la parte bella era la porta finestra di vetro che dava sul giardino esterno : si poteva notare la fontana e le mille luci delle lampade colorate.
Era un posto piccolo ma bellissimo, adatto a confidenze.
<< Allora? >> la esortò lui a parlare, con un gesto impaziente. 
Strano, pensò Emmeline. Ren non era mai stato impaziente.
<< Ren, aspettavo tanto il tuo ritorno. Mi avevi detto che saresti rimasto in America solo per un anno, ma invece ne sono passati dieci. Ma finalmente sei qui, sei venuto per portarmi via; capisco la tua preoccupazione, quindi ho capito anche perché poco fa hai finto di non conoscermi. Ma ora che siamo soli puoi abbracciarmi. Mi sei mancato molto, Ren, amore mio >> le guance le si arrossarono per la foga. 
Sorrideva felice. Finalmente il suo Ren era lì.
<< C-come? Vuoi dirmi che tu sei... Emmeline? >> pronunciò il suo nome come se ne fosse terrorizzato. Arretrò.
<< Sì, Ren. Sono felice che tu sia tornato a prendermi. Ora possiamo andarcene >>.
Ma lui non si muoveva, era come congelato sul posto. Sul viso aveva dipinta un'espressione allibita e incredula. Emmeline non poté fare a meno di chiedersi se magari non fosse tutta una finta.
<< Ren? >> lo chiamò per riportarlo alla realtà.
Lui scosse la testa e sembrò riprendersi. << Sì. Emmeline, sei diventata davvero bella >>.
Emmeline sorrise. << Grazie, tesoro mio, ma ora dobbiamo andarcene prima che qualcuno noti la nostra assenza >>.
Ren pareva ora imbarazzato. << Emmeline, io non sono venuto per portarti via. A dire il vero, non sapevo nemmeno che fossi la moglie del signor Charles. E' stata solo una piacevole coincidenza l'incontrarci qui >> le rivolse un lieve sorriso.
Emmeline era livida. Pallida. Sconvolta.
Come era possibile? Ren, l'amore della sua vita non era tornato per lei?  
<< Cosa stai dicendo? Ren, per favore, non scherzare. Non c'é molto tempo >>.
Ren le lanciò un'occhiata esasperata. << Ma molto tempo per cosa? Sono venuto a questa festa solo perché me l'ha chiesto Charles. Non mi sono nemmeno dove fossi, tu >> le disse con noncuranza.
Emmeline si sentì come se qualcuno le avesse preso il cuore e gliel'avesse ridotto in brandelli. Sentì il suo mare inondarla e tentare di affogarla. Ma ora non si sentiva più al sicuro. 
La porta si aprì e una donna dai lunghi boccoli neri avanzò verso di loro e si aggrappò al braccio di Ren. << Cosa sta succedendo qui? >> chiese cortesemente. << Ren? Line? >>.
Ren rivolse un sorriso alla donna. << Non preoccuparti, cara. Stavo salutando una vecchia conoscenza >>.
Emmeline era sconvolta. Aveva riconosciuto quel viso subito, ma non era stata sicura finché non aveva parlato.
Esisteva solo una persona al mondo che la chiamava Line. 
E quella persona era Mina Berlock.
   
 
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