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Autore: BluePhantomhive    08/07/2015    2 recensioni
[PRIMI CAPITOLI IN FASE DI RISCRITTURA]
Salve a tutto il Fandom Pokèmon!
Rieccomi tornata con una fic sempre dedicata a dei Pokèmon Leggendari (Ma dai .-. ndTutti).
Questi due Pokèmon sono Reshiram e Zekrom.
Allora... La storia è ambientata nel 1832 quando Unima era divisa in due schieramenti: lo schieramento degli Harmonia e quello dei Phoenix, due casati che sono sempre stati in conflitto. C'era stato un periodo di pace, ma poi tra loro scoppia una guerra che coinvolgerà, non solo gli esseri umani, ma anche i Pokèmon.
Dal Capitolo 1:
La festa era ormai incominciata. Ero pronto a chiudere le porte, visto che tutti gli invitati erano arrivati, ma qualcuno mi fermò. Io aprii la porta abbastanza per vedere chi fosse e fu allora che la vidi. Era una ragazza bellissima vestita con un lungo abito bianco che le lasciavano le spalle nude e un'apertura vertiginosa le scopriva quasi tutta la schiena. I capelli bianchi, quasi sull'argento, sciolti che le cadevano sulle spalle, il rossetto rosso le valorizzava le belle labbra carnose e la maschera bianca e argentata metteva in risalto il color rosso rubino dei suoi occhi.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Capitolo 27: Giuramento di fedeltà
 
-Kaito
Passarono i giorni e i mesi e Azula rimase nostra prigioniera per più di un anno. I due eserciti mandati dal Re Phoenix a colpire i nostri confini vennero fermati grazie all’intervento di Cobalion e Josh, sebbene fossero in netta minoranza. Durante questo lungo anno, furono ben pochi gli interventi nemici, quindi si potè vivere un bel periodo di pace, ma c’era sempre il problema di Johnny che nessuno sapeva dove fosse.
Secondo Josh e Sakura, la sua scomparsa non era altro che un ritiro strategico per ideare una nuova strategia, quindi dovevamo essere molto attenti, dato che poteva attaccare da un momento all’altro. Per me era una cosa un po’ improbabile, visto che per un anno interno non avevamo subito molti attacchi e che, per di più, eravamo riusciti a fermarli con un solo esercito da un centinaio di soldati. In quel lasso di tempo, avevamo ampliato le truppe e comprato nuove armi, però, eravamo ancora pochi per attaccare un’ultima volta i Phoenix. Grazie all’assenza di Azula nel suo regno e alla scomparsa di Johnny, i Ribelli di Ponentopoli, guidati di Landorus, erano riusciti nel loro intento e occupato il palazzo. L’esercito della Regina si era ritirato verso la foresta che circondava Roteolia.
Nonostante Azula fosse nostra prigioniera e non avevano un comandante che li guidasse, erano molto più allenati e temprati rispetto ai nostri soldati.
Sebbene Kai aveva detto ad Azula che l’avrebbe giustiziata e uccisa, non lo fece. Era sempre convinto che alla regione non servisse un’altra uccisione. I Saggi premevano affinchè mantenesse la sua parola, in modo da porre fine alla guerra.
-A Unima non serve che si giustizi una persona. Non voglio mostrarmi crudele come lei. La regione ha bisogno di un Re che la difenda e la porti allo splendore di un tempo! Non di un dittatore!- esclamò il mio amico, in una delle sedute straordinarie del Consiglio.
Il Capo dei Saggi scosse la testa.
-Questa è una guerra tra casati, che si combatte da generazioni! Solo uccidendo l’ultima discendente dei Phoenix, gli Harmonia si possono presentare come i veri sovrani di Unima.-
Guardai Kai, che abbassò lo sguardo e si passo una mano tra i capelli, frustato.
-Se la si lascia in vita e decidesse di firmare il patto, governando con voi, potrebbe vendicarsi e ucciderla, assicurandosi il trono.- continuò il Saggio.
Non aveva tutti i torti. Azula, per avere il trono del padre, ha ucciso a sangue freddo i genitori, quindi avrebbe potuto tranquillamente fare la stessa cosa con Kai.
-Avete ragione. La Regina Phoenix è una donna senza scrupoli e manipolatrice. Ponete il caso che io la giustizi e diventi Re di Unima. Ho un fratello e una moglie, che può darmi in qualunque momento un erede. Con il passare del tempo, quando mio fratello e mio figlio cresceranno, cosa mi assicura che non scoppi un’altra guerra, dopo la mia morte? Mio fratello può rivendicare il trono per sé, ritenendosi più adeguato a regnare rispetto a mio figlio. Si ritornerebbe alla situazione attuale!-
Nella sala si diffuse un brusio. Non avevano considerato una situazione simile. Kai sospirò e si alzò, dirigendosi verso la porta.
-Vi ringrazio per aver espresso la vostra opinione, ma ora la scelta spetta solo a me.-
Aprii la porta e uscimmo dalla sala. Capivo cosa provava. Fin da quando era piccolo mi diceva che lui non avrebbe mai voluto essere Re e governare. All’epoca diceva che lo trovava un lavoro faticoso e impegnativo, ma in quel momento era diverso. Erano quasi quattro anni che era a potere e aveva visto con i suoi occhi come la monarchia aveva indebolito fortemente la regione. Austropoli, che si era dichiarata indipendente, era florida. Forse, secondo Kai, istituire la repubblica avrebbe aiutato Unima e risorgere.
-Cosa hai intenzione di fare?- gli chiesi, una volta fuori.
Alzò le spalle.
-Non lo so. Il Grande Saggio ha ragione. Solo giustiziando Azula, posso assicurarmi il trono di Unima, ma sono sempre convinto che c’è un’altra strada, senza versare altro sangue.- rispose, incominciando a camminare.
-Dove vuoi andare?-
-Da Azula.-
-Di nuovo? Ha ribadito più di una volta che non avrebbe firmato il patto.-
-Voglio esserne certo, prima di prendere la decisione definitiva.-
Insieme percorremmo tutto il palazzo, fino a scendere nelle segrete. Accompagnati da una guardia, arrivammo nella cella di Azula.
Durante quell’anno chiusa lì dentro era dimagrita, ma non aveva perso la sua bellezza. I capelli le erano cresciuti e le arrivavano sulle spalle.
-Ancora qui per il patto? Mi pare di essere stata abbastanza chiara.- fece, non appena ci vide.
-Lo so… Volevo essere sicuro della tua scelta, prima di fare il passo avanti.- spiegò il mio amico.
Lei alzò le spalle e sorrise.
-Puoi fare quello che vuoi, ma la decisione rimarrà la stessa e non ho alcuna intenzione di cedere.-
-Questo significherebbe morte certa e hai solo ventiquattro anni! Hai tutta la vita davanti.-
Lo guardò con uno sguardo pungente.
-Non mi interessa. Sono nata per essere una regina. Se non ho un regno su cui governare, allora sono pronta a morire.-
Kai scosse la testa, contrariato.
-Hai fatto del male a tante persone e ucciso mio padre, quindi meriteresti di morire più di chiunque altro. Però potremmo finire questa guerra in pace se tu facessi ritirare le tue truppe e ti dichiareresti sconfitta.-
-Mai!- urlò, quasi ringhiando. –Se proprio mi dovrò dichiarare sconfitta, sarà dopo che mi avrai uccisa sul campo di battaglia! Solo allora, potrai dichiararti Re di Unima e salvare la regione che ti è tanto cara!-
Kai continuò a guardarla negli occhi, in silenzio, per poi accennare un sorrise amaro.
-Come vuoi.- disse e ce ne andammo.
 
-Josh
Era una bella serata dal cielo limpido.  Era la prima sera dopo anni che avevo un po’ di tranquillità. Io e Sakura eravamo nella mia camera, seduti sul letto, l’uno accanto all’altra, guardando fuori dalla finestra, senza dire una parola.
Era così bello averla di nuovo con me, vedere il suo sorriso e respirare il profumo della sua pelle. Però ero preoccupato. Lei era molto fragile e non le piacevano le guerre. Nell’ultimo anno non ce n’erano state molte, ma prima o poi sarebbe scoppiata la battaglia finale. Lei non era debole, al contrario, era molto più forte di me sotto molti aspetti, però vedere gli uomini che devastavano ciò che lei aveva creato con tanta fatica, la rendeva triste e non volevo che lei piangesse.
-Secondo te, quale sarà la sua prossima mossa?- mi chiese, rompendo il silenzio.
-Non ne ho la più pallida idea, ma dobbiamo aspettarci di tutto da Johnny.-
-E se proverà ad ucciderti? In fondo, sei tu il suo vero obiettivo, non Kai.-
Le diedi un bacio sulla fronte e sorrisi.
-Non è l’unico ad avere la pelle dura.-
-Se questa volta avrà la meglio?-
-Ti posso assicurare che non avrà la meglio. Lo catturerò e vendicherò la morte del Re Arceus!-
Aveva ucciso il mio migliore amico e il mio Re. Doveva pagare per quello che aveva fatto. All’improvviso, notai qualcuno di sospetto che si aggirava per il giardino. Mi alzai dal letto e mi affacciai. C’era una strana figura nera che camminava tranquilla verso il palazzo.
Alzò gli occhi, incrociando il mio sguardo. Rimasi sorpreso nel vederlo e lui sorrise, beffardo.
Uscii dalla mia stanza, precipitandomi nell’atrio, ma non vidi nessuno. Forse era stata una mia impressione e il cervello mi aveva giocato un brutto scherzo. Nonostante ciò, decisi di fare un giro per il palazzo.
-Si può sapere cosa ti è preso?- mi chiese Sakura, una volta che mi raggiunse.
-Mi pare di aver visto Johnny entrare nel palazzo. Vuoi fare con me un giro di perlustrazione?-
Annuì e girammo per il palazzo. Non trovammo alcuna traccia di Johnny o di un infiltrato. Forse era stata davvero una mia impressione.
-Sei sicuro di averlo visto?- chiese Sakura.
Annuii.
-L’ho visto in faccia. Era proprio lui.-
-Forse hai solo bisogno di fare una bella dormita.-
Sorrisi. In quei giorni non avevo dormito molto. All’improvviso mi venne un’idea. Presi per mano Sakura e iniziai a correre.
-Dove stai andando?-
-So dove si trova Johnny!-
-Davvero?!-
Annuii.
-L’unica persona che poteva condurre Johnny nel palazzo Harmonia è rinchiusa nelle segrete.-
A piedi nudi, percorremmo tutto il palazzo, fino a scendere la fredda scala in pietra che portava nelle segrete.
Lentamente e guardandoci intorno, ci dirigemmo verso la cella di Azula. La mano che stringeva quella piccola e morbida di Sakura incominciò a sudare per la tensione. Senza che me ne accorgessi, le dita del piede finirono in un pozza di sangue.
La guardia che era di turno fuori la cella della Regina Phoenix era stata colpita alla gola ed ora era senza vita. Mi chinai a controllare il mazzo di chiavi e ne mancava solo una.
Ci avevo visto bene: Johnny era lì e aveva tutta l’intenzione di portare via Azula. Ci avvicinammo alla cella con la porta socchiusa, Johnny era di fronte a lei.
-Cosa ci fai qui?!-
Dal suo tono di voce, capii che non era molto felice di vederlo.
-Sono venuto per salvarti, ovvio! Non sei felice?-
-Dopo un anno?-
-Solo ora mi sono liberato di una cosa urgente. Su, andiamo.- disse, prendendola per il polso.
Lei, però, si liberò dalla sua presa.
-Scordatelo! Con te non vado da nessuna parte!-
Azula stava rifiutando la possibilità di fuggire?
-Vuoi rimanere ancora prigioniera del tuo nemico? Sei impazzita?-
-Preferisco rimanere qui, piuttosto che venire con te!-
-Nemmeno se ti offro la possibilità per riavere Reshiram dalla tua parte?-
Azula non rispose, si limitava a guardarlo. Aveva trovato un modo per riportare Rhue dalla parte del nemico?
-In che senso?-
-Te lo dirò solo se verrai con me.-
Sentii Azula sospirare. Aveva ceduto, ma ci sarei stato io a fermarli. Johnny non avrebbe portato via Azula senza prima essersi scontrato con me.
-Va bene…- disse Azula.
Si alzò dal lettino. Mi misi in posizione, pronto a sorprendere Johnny. Guardai Sakura e, con un sorriso, mi fece intendere che era pronta. Trattenni il respiro, in attesa, ma non successe nulla.
Uscii allo scoperto ed entrai nella cella, ma non c’era più nessuno. Johnny aveva usato i suoi poteri per fuggire via senza farsi vedere.
-Maldetto!-
Come avevo fatto a dimenticarsi che Johnny non era uno sprovveduto ed era un mago nella fuga?
-Che si fa?- chiese Sakura.
-L’unica cosa possibile.- risposi, uscendo dalla piccola stanza.
-Mica vuoi andare a cercarli?-
Mi conosceva fin troppo bene, ma quella volta si sbagliava. Se li andavo a cercare nel bosco, avrei fatto solo il gioco di Johnny.
-No. Ora ti accompagno in camera.-
Si fermò, guardandomi con durezza.
-Voglio venire con te.- disse e dal suo sguardo capii che non avrebbe cambiato idea.
Sospirai.
-Ti prometto che non li seguo. Avviso solo della fuga di Azula. Per favore, vai a dormire.-
Capì che ero sincero, così si convinse e annuì. L’accompagnai nella sua camera e, una volta sola, corsi verso la camera di Cobalion.
Era l’unico che potevo avvisare a quell’ora di notte.
Aprii la porta della stanza di Cobalion di sbotto e mi precipitai a svegliarlo.
-Cosa c’è, Josh?- chiese, ancora assonnato.
-La Regina Azula è scappata! Johnny l’ha portata via!-
 
-Rhue
Venimmo svegliati nel cuore della notte. Cobalion bussò ripetutamente alla nostra porta, fino a quando Kaito non fu costretto ad aprire. Non ci disse il motivo, ma ci chiese di scendere nella Sala della Vetrate.
Kaito mi disse addirittura che sarebbe andato da solo e che mi avrebbe raccontato tutto la mattina, ma ormai ero sveglia e volevo sapere cosa stesse succedendo.
Insieme andammo nella sala circolare, dove ci stavano aspettando Kai, Cobalion, Josh e Terrakion.
Kai stava ancora sbadigliano per il sonno.
-Come mai ci avete svegliato a quest’ora?- chiese, guardando Cobalion e Josh.
-Purtroppo Azula è riuscita a scappare.- rispose il Generale, con le braccia incrociate sul petto.
Quella notizia ci svegliò, come se qualcuno ci avesse buttato addosso un secchio d’acqua gelida.
-E’ scappata? Come ha fatto?-
-E stato Johnny a portarla via.- rispose Josh, abbassando lo sguardo.
-Perché l’ha libera solo ora? Perché dopo un anno?- fece mio marito.
Il biondo alzò le spalle.
-So solo che l’ha portata via promettendole un modo per riportare dalla sua parte Reshiram.-
Tutti si voltarono verso di me. Quasi non mi sentii male.
-Come farebbe? Lei non è l’eroe della verità!- fece Kai,  mentre io mi sedevo sulla poltrona.
-Forse ha trovato un modo per farsi accettare da Reshiram, senza appellarsi al potere dell’eroe.- spiegò Josh.
-E’ praticamente impossibile! Lei non può costringere Rhue a seguirla!- urlò Kaito, adirato.
-Infatti dobbiamo tenerla al sicuro, almeno fino a quando non capiremo cosa faranno. Solo così riusciremo a pensare ad un modo per fermarli.- disse Cobalion.
Kai si alzò dalla poltrona e si diresse verso la porta.
-Direi di organizzarci in questi giorni, anche perché ora non ho la lucidità per pensare ad un piano.- ammise, pronto a tornare a dormire.
-Hai ragione. Ci penseremo domani…- concordò il Generale, tornando nella sua camera.
Josh fece lo stesso, mentre io e Kaito rimanemmo nella Sala delle Vetrate.
Continuavo a fissare il pavimento sotto ai miei piedi, affranta. Solo l’idea di tornare nel palazzo in cui sono cresciuta, a contatto con tutte le persone che mi hanno mentito per tutta la mia vita e con la donna che io chiamavo “sorella”, che mi trattava peggio di una schiava, mi faceva stare male.
Kaito si inginocchiò davanti a me, prendendomi le mani, stringendomele tra le sue.
-Non ti preoccupare. Riusciremo a fermarli.-
-Se riusciranno nel loro intento? Non voglio tornare da Azula!-
Gli occhi mi si riempirono di lacrime.
-Non tornerai da Azula! Non sei più il suo giocattolo! Kai la sconfiggerà e Unima sarà libera da tutto questo.-
Sorrise ed io ricambiai. La guerra era ormai giunta al termine e Azula era ormai sconfitta.
 
Quella notte feci un incubo. Un bruttissimo incubo. Era da sola, in un posto desolato, il cui terreno era ricoperto dal ghiaccio, gli alberi quasi non scomparivano sotto all’enorme peso dei cumuli di neve. Persino l’aria sembrava congelata. Ero lì solo da poco, eppure il ghiaccio iniziava ad invadere pure la mia pelle. Il mio cuore batteva all’impazzata e la paura cresceva sempre di più dentro di me. Volevo andare via da lì.
Mi guardai intorno in cerca di una via di fuga, ma vedevo solo una distesa di alberi e neve. All’improvviso sentii la terra tremare sotto ai piedi e un vento gelido iniziò a soffiare. Il vento lentamente lo sentii sempre più vicino, facendomi rabbrividire. Il vento ora era come se fosse un respiro lento e gelido. Mi voltai e vidi a pochi centimetri da me un essere spaventoso, dal viso color ghiaccio e due occhi piccoli e rossi. Lui spalancò la bocca, come se volesse mangiarmi ed io incominciai ad urlare, cercando di scappare, ma le mie gambe erano congelate. Era a pochi millimetri da me, pronto a divorarmi e in quel momento chiusi gli occhi e non sentii più niente. Solo un vuoto che cresceva dentro di me.
 
-Rose
Passarono due giorni dalla fuga di Azula. Kai e gli altri si erano riuniti per capire un modo in cui fermare Azula e proteggere Rhue. A causa di tutto il lavoro da svolgere, in quel periodo Kai non aveva molto tempo da passare con me. Sapevo perfettamente che era un Re e non faceva altro che il suo dovere per governare al meglio il suo regno, però mi sentivo trascurata.
Per un anno intero, essendoci state pochissime guerre, passava quasi tutto il tempo con me, dato che aveva poco lavoro da sbrigare. Mi mancava stare con lui, fare le lunghe passeggiate in giardino in sua compagnia e leggere insieme per ore.
Però non avevo le forze per farlo notare a Kai, dato che in quei giorni non mi sentivo molto bene. Avevo continuamente le vertigini e ogni odore mi scatenava la nausea.
Inizialmente credevo fosse una semplice influenza, ma dato che questi sintomi li sentivo da ormai più di due settimane, decisi di farmi visitare da Virizion.
-Almeno hai capito cos’ho?- chiesi.
Ero andata nella sua serra e mi aveva appena dato un rimedio naturale da lei ideato per farmi passare il malessere.
Sospirò, sedendosi accanto a me.
-Non è influenza.-
-Allora perché mi sento così?-
Virizion rise. Aveva uno strano luccichio negli occhi. Sembrava trepidante.
-Che cos’hai?- feci, curiosa di sapere il motivo di tanta felicità.
Mi prese le mani e le strinse tra le sue.
-Sei incinta!-
-Cosa? Ne sei proprio sicura?-
-Certo! La madre di Kai è rimasta incinta parecchie volte, sebbene abbia avuto solo due figli, quindi ne sono più che sicura.-
Guardai Virizion, sorpresa. Non ci volevo credere. Sarei diventata madre e avrei dato un erede a Kai… Un bambino stava crescendo dentro di me e avrebbe portato buon umore nel palazzo, dimenticando per un po’ la guerra e Azula. Avrebbe unito di più me e Kai, che in quel periodo lo vedevo sempre un po’ giù. Da quando avevo conosciuto la sua vera vita, la sua vita da sovrano, ho notato, a malincuore, che era sempre triste. Era come se non amasse governare e combattere una guerra. Compresi che lui aveva tutte altre aspirazioni per la regione di Unima. Voleva liberarla completamente dal peso della monarchia e renderla definitivamente libera, senza più sovrani che si contendono il trono e la uccidano dall’interno. Ora però sarebbe arrivato un figlio ed era una cosa stupenda. Sarebbe cambiato tutto e lui finalmente sarebbe potuto vivere felice e in pace, perché la guerra non si combatteva solo sul territorio, ma anche dentro di lui.
Inizialmente pensai che, per i troppi impegni che aveva, era meglio aspettare prima di dargli la bella notizia, ma per la troppa felicità non riuscii a resistere e corsi da lui per dirglielo.
Corsi nelle stanze reali, dove speravo di trovarlo, prima che lui tornasse a lavoro. Il cuore batteva all’impazzata. Sapere che sarei diventata madre, mi aveva fatto passare tutti i malesseri che sentivo da giorni. Varcai la soglia del salottino, ormai senza fiato, quando vidi Kai intento a riposarsi su una poltroncina, fissando il panorama fuori la foresta.
-Ciao, tesoro. Come va?- mi chiese, con un sorriso.
Come lo amavo quando mi rivolgeva i suoi sorrisi.
-Ti devo dire una cosa importante.- risposi, ma per l’agitazione e per la felicità mi tremavano le mani.
Lui mi guardò, pronto ad ascoltarmi, quando Terrakion entrò nella stanza, interrompendomi.
-Scusate se vi disturbo, ma ho bisogno del Re.-
Kai si alzò.
-Mi dispiace, me lo dirai più tardi.-
Annuii, amareggiata e lui mi diede un bacio sulla guancia, raggiungendo Terrakion, che lo aspettava sulla soglia della porta.
Non avendo nulla da fare, decisi di andare a trovare Rhue. Ogni mattina andava in giardino e cercava di allenarsi con i suoi poteri che, piano piano, riusciva a controllare.
Però, quando la raggiunsi, la trovai distesa sul prato curato, priva di sensi. Il giorno prima aveva accusato delle forti fitte alla testa. Forse era troppo sotto pressione per il fatto che la Regina Phoenix la voleva riportare nel suo regno e usarla per attaccare Kai.
Corsi ad aiutarla e cercai di svegliarla, ma non accennava a muoversi. Era fredda come il ghiaccio. Mi guardai intorno, cercando qualche guardia che mi potesse aiutare, quando incominciò ad alzarsi una nebbia fitta e l’aria era diventata improvvisamente fredda. Il ghiaccio incominciò a spuntare sulle foglie e sul prato. Alzai gli occhi, per vedere se c’era qualche Pokèmon che aveva fatto calare drasticamente le temperature e fu allora che lo vidi. Un gigantesco Pokèmon color ghiaccio era proprio sotto di noi, che ci guardava con due piccoli occhi gialli. Esala un respiro ghiacciato, come se dentro di lui non ci fosse calore. Elevò al cielo un fortissimo boata e la nebbia divenne più fitta.
La pelle di Rhue divenne improvvisamente incandescente. Il Pokèmon misterioso si chianò verso Rhue. Quello che successe dopo non mi fu molto chiaro. Il Pokèmon si illuminò e la nebbia piano piano si diradò, mostrando un Pokèmon diverso. Una specie di ibrido tra Reshiram e quello precedente. Spiccò il volo e mi attaccò con una strana mossa, facendomi andare contro le panchine. Levò un grido e spiccò il volo verso il Regno dei Phoenix.
Ancora stordita per la botta subita, mi alzai e barcollando mi diressi verso il palazzo, per avvisare Kai e Kaito dell’accaduto, ma loro mi precedettero, venendomi incontro.
-Rose, come stai? E’ successo qualcosa?- mi chiese mio marito, prendendomi per le spalle.
Scossi la testa e d’istinto mi portai una mano in gembro, sperando che sia successo nulla di grave.
-Sto bene, solo che Rhue…- iniziai, ma non sapevo come spiegare tutto ciò che avevo visto.
Kaito si avvicinò, preoccupato.
-Cosa è successo a Rhue?!-
Sospirai.
-Uno strano Pokèmon è venuto e… E’ come avesse assorbito Rhue. Prima l’aria era congelata, poi il corpo di Rhue è sparito e l’aria si è riscaldata. Quel Pokèmon ha cambiato aspetto!- spiegai, cercando di essere più chiara possibile.
Josh e Cobalion ci raggiunsero in quello stesso istante.
-In che senso ha assorbito Rhue?- chiese Kai, confuso quanto me.
-Kyurem.-
Tutto ci girammo verso Josh, che si passava una mano tra i capelli, agitato.
-Chi?- chiese Cobalion.
-Quando Reshiram e Zekrom si separarono, si generò un terzo Pokèmon, Kyurem, l’involucro vuoto. Alla fine della prima guerra, io e il Re Arceus andammo a controllare la situazione e scoprimmo la sua esistenza. Però diede alcun segno di vita. Era come se fosse congelato. Essendo un involucro vuoto, si era praticamente autocongelato dall’interno. Noi non facemmo nulla, perché pensammo che non poteva fare molto. A quanto pare, Johnny ha trovato il modo per risvegliarlo ed ora è alla ricerca di Reshiram e Zekrom per tornare all’unico essere che erano un tempo.-
Kaito sgranò gli occhi.
-Non può essere… Dobbiamo subito trovarlo! Dobbiamo salvare Rhue!-
-Non possiamo andare alla ricerca di un Pokèmon di cui non conosciamo l’aspetto e senza avere indizi.- fece Kai.
L’amico scosse la testa.
-Se lasciamo Rhue nelle mani di Azula, succederà il finimondo. Ho preso a mia moglie non avrei mai permesso a nessuno di riportarla dalla donna che l’ha trattata male.-
-Se vai da Azula, Kyurem ti assorbirà e non avrete alcuna via di scampo!- esclamò Josh.
-Non mi importa! Voglio solo salvare mia moglie e nessuno mi impedirà di farlo.-
Si precipitò fuori, trasformandosi in Zekrom e partendo alla ricerca di Rhue. In quel momento, Terrakion ci raggiunse.
-Che cosa c’è, Terrakion?- chiese il fratello, notando l’espressione corrucciata.
-L’esercito dei Phoenix è tornato ed è riuscito a superare i nostri confini.-
 
-Kaito
Volai per più di un’ora alla ricerca di Rhue, ma non la trovai da nessuna parte. Sorvolai tutto il cielo di Unima, con la speranza di trovarla e liberarla da giogo di Kyurem e di qualunque cosa le avessero fatto Johnny e Azula. Cercai anche in quella che per due anni fu la nostra casa, ma di lei nessuna traccia. Era riuscita ad arrivare dalla Regina Phoenix, prima ancora che io potessi raggiungerla.
Era incredibile con quanta velocità Azula si era messa in moto, ma ormai la guerra era finita. Era una Regina senza trono, dato che il suo popolo era insorto e aveva occupato il suo palazzo, centro del suo regno. Molti dei suoi soldati si erano ammutinati e uniti ai Ribelli di Landorus, quindi il suo esercito non era più compatto come una volta.
Azula stessa si era resa conto che la guerra era ormai giunta al termine, ma, ovviamente, non si sarebbe arresa e avrebbe combattuto fino all’ultimo.
Solo uno stolto non avrebbe accettato di arrendersi, dopo essere stato nostro prigioniero per un anno interno, ma era anche vero che Kai si era mosso troppo lentamente. Se avesse preso in fretta una decisione, non sarebbe accaduto tutto ciò.
Però lo stupido ero anche io, che non avevo fatto altro che appoggiarlo, non cercando di persuaderlo, senza fargli capire che era una buona occasione per muoversi e mettere per sempre la parola fine.
Tornai a palazzo più nervoso e frustato di prima. Mi dovevo sfogare, parlare con qualcuno. Mi diressi verso le stanze di Kai. Era il mio migliore amico, inoltre solo dopo aver parlato con lui mi sarei sentito svuotato, anche se, sicuramente, gli avrei rivolto parole e frasi che non pensavo assolutamente.
Aprii le porte della Sala del Trono, diretto verso le stanze private, quando, con mia grande meraviglia, trovai tutti riuniti, nessuno escluso. Mancavo solo io. Stavano parlando, prima della mia improvvisa interruzione.
-Sei riuscito a fermare Rhue?- mi chiese Kai.
Scossi la testa. Feci uno sforzo enorme per non urlare tutto ciò che pensavo e, in particolare, piangere come un bambino.
-Mi dispiace… Vedrai che tornerà in sé.-
Annuii, ma non riuscii a guardarlo in faccia.
-Sei arrabbiato con me?- fece, capendomi al volo.
-No.-
-Guardami negli occhi.-
Obbedii. Aveva un’espressione seria, ma dal suo sguardo era dispiaciuto.
-Se hai qualcosa da dirmi, dimmelo!-
Feci qualche passo in avanti, guardandolo torvo. Non mi ero mai arrabbiato con lui.
-Vuoi sapere cosa penso? Ora te lo dico! E’ solo colpa tua se ora mia moglie è soggiogata da Azula ed è di nuovo sotto il suo controllo!-
-Sei arrabbiato con me per questo?-
-Sì! Se non avessi perso tempo e avessi fatto come ti consigliavano i Saggi, non sarebbe successo tutto questo!- La guerra sarebbe finita da oltre un anno e ora, noi tutti vivremmo in pace, senza preoccuparci di nuovi attacchi nemici! Azula non sarebbe scappata e Rhue non sarebbe tornata da lei! Tutto questo si poteva evitare e tu lo sai! Parli tanto della salvezza di Unima, ma non sei riuscito a prendere una stupida decisione!-
-Se pensi davvero questo, allora te ne puoi pure andare.-
-Come vuoi. Sappi che in questa battaglia non avrai il mio appoggio!- urlai, uscendo dalla sala.
 
-Josh
Per la prima volta, Kai e Kaito litigarono. Con la scomparsa di Rhue, Kaito aveva liberato tutta la tensione accumulata in quei giorni, dopo la fuga di Azula, però non aveva tutti i torti. Kai aveva sprecato un’ottima occasione per porre fine a quella situazione che andava ormai avanti per oltre quattro anni.
Se fossi stato io al suo posto, avrei preso una decisione molto tempo prima e non sarebbe successo tutto quello.
-Kai… Tutto bene?- chiese Rose, notando che il marito era rimasto impietrito di fronte la porta.
Si girò senza alcuna espressione sul viso. Non si aspettava da Kaito una reazione simile.
-Sì…- fece, tornando da noi.
Si vedeva chiaramente che le parole di Kaito l’avevano ferito, ma, molto probabilmente, lui stesso si era maledetto di non aver preso una decisione in fretta.
-Se non vuoi continuare, non importa. Ci pensiamo io e Josh a prendere provvedimenti sulla questione Pokèmon confini.- disse Terrakion, ma scosse la testa.
-E’ meglio che continuo, è unna questione urgente ed è giusto che sia io a prendere una decisione insieme a voi.-
-Senza Kaito, però, come fermeremo l’esercito di Azula? Sono quasi mille uomini! Da soli non ce la faremo mai.- affermò Virizion.
Kai sospirò.
-Non abbiamo l’appoggio di Kaito, questo è vero, ma ci siete voi qui ad aiutarmi. Lui è Zekrom ed io sono l’Eroe della leggenda, ma possiamo vincere contro i Phoenix anche senza di lui.-
-In parole povere, vuoi usare i nostri potere da Pokèmon?-
-Se è questo è possibile e se vuoi siete d’accordo.-
Io e Cobalion ci scambiammo un’occhiata. Ero arrivato ad Unima con tutta l’intenzione di salvarla da un’altra guerra, come avevo promesso al Re Arceus secoli prima, quindi Kai avrebbe avuto il mio appoggio e quello di Sakura. Inoltre c’era la questione di Johnny, quindi ero più che motivato a scendere in campo e lottare.
-Mi dispiace, Kai. Non posso.-
Guardammo tutti Cobalion. Tutti, tranne i fratelli, erano sorpresi. Perché non voleva scendere in campo? Voleva ritirarsi, proprio come la prima volta?
-Cosa vorresti dire? Non vuoi scendere in campo?- fece Kai, ma Cobalion scosse la testa.
-Durante la prima guerra, il Re Arceus mi diede l’ordine di fermare gli umani, ma non ebbi il coraggio. Anzi, credevo fermamente che la guerra fosse giusta e mi schierai dalla parte degli Harmonia, disobbedendogli. Ho deluso anche i miei fratelli per la mia scelta, quindi ora voglio rimediare. In questa guerra combatterò, ma non al tuo fianco.-
Si voltò verso di me. Aveva una bella luce negli occhi. Sfoderò la spada e si inginocchiò.
-Dialga, Signore del tempo  erede del Re Arceus, le giuro fedeltà. Sarò il suo cavaliere fino a quando lo vorrà.-
Alzò lo sguardo e sorrise.
-Voglio tornare a combattere con e per i Pokèmon. Voglio salvare la regione di Unima al loro fianco.-
   
 
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