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Autore: needacurlyboy    08/07/2015    0 recensioni
Genevieve, una normale ragazza di diciotto anni, da un giorno all'altro scopre che la sua vita non è quella che aveva immaginato e si ritroverà a dover scoprire cose, che credeva esistessero soltanto nei libri fantasy che leggeva.
Ma che cosa succederà, se a tutto questo, si mischiassero anche i sentimenti per uno dei Sette?
Riuscirà Genevieve a controllare i suoi poteri e riuscirà ad entrare nel cuore ghiacciato del giovane Luke?
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Dieci – Piano.
-Nonna!- esclamo entrando nell’ufficio di First per poi buttarmi tra le sue braccia, stringendola a me. Gli occhi cominciano a pizzicare e ben presto le mie guance sono bagnate dalle lacrime.
 
Da quanto aspettavo questo momento?
 
Sembra un sogno che sia davvero qui, tra le mie braccia.
 
Sento una sua mano spostasi sulla mia fronte e allontana i capelli dal mio viso, lasciando un bacio su di essa. Alzo lo sguardo su di lei e mi rivolge un sorriso, che io ricambio prima di abbracciarla di nuovo.
 
-Mi sei mancata moltissimo, nipotina mia- sussurra con la voce rotta dal pianto.
 
-A-Anche tu- dico tirando su con il naso e allontanandomi da lei di poco. –Dove… Dove sei stata in questi giorni? N-Non te ne andrai di nuovo, lasciandomi sola, vero?- le chiedo parlando velocemente e stringendo il tessuto di velluto del suo vestito tra le dita.
 
Rivolge un’occhiata a Fist alle nostre spalle e deglutisce prima di tornare a guardarmi. –Sei cresciuta, Genevieve, e stai diventando sempre più forte. Non hai bisogno di me- sorride amaramente accarezzandomi una guancia.
 
Mi allontano bruscamente da lei e la guardo male, con gli occhi che non smettono di bruciare. –Come puoi dire una cosa del genere!? Sono tua nipote, in questi anni sei stata la madre e il padre che non ho mai avuto!- urlo piangendo senza smettere di guardarla.
 
Perché vuole abbandonarmi?
 
Le sue parole sono state come lame affilate che mi hanno trafitto il cuore.
 
-Le cose sono più complicate di quello che credi, bambina mia. Rimarrei con te, ma non posso- dice e una lacrima riga il suo viso.
 
-E allora spiegamele!- urlo coprendomi gli occhi con entrambe le mani.
 
-Mi dispiace, non posso- sussurra e sento i suoi passi dirigersi verso la porta.
 
Spalanco gli occhi, corro verso di lei e stringo un suo braccio tra le dita. –Pe-Per favore, non farlo. Rimani con me, farò qualsiasi cosa!- esclamo disperata, mentre il mio viso è sempre più bagnato.
 
-Ci rivedremo presto, te lo prometto- prima che me ne renda conto, non è più davanti a me e sento un colpetto dietro alla nuca, che mi fa perdere i sensi.
 
Scivolo verso terra, ma quando sto per toccare il suolo, qualcuno mi sorregge.
 
-Proteggila-
 
E con questo cado in un sonno profondo.
 
***
-Come avete potuto lasciarla scappare!?- l’urlo potente di Lord risuona all’interno del suo ufficio, facendo tremare i mobili presenti. Sussulto spaventata e abbasso la testa.
 
-Ci-Ci dispiace, Signore. Stavamo per catturarla, ma i suoi compagni sono stati più veloci- sussurro l’ultima frase, ricevendo un’occhiata confusa da parte di Shadow al mio fianco. Non voglio che Lord sappia come sono andate realmente le cose e spero che lui stia al mio gioco, o dovrà vedersela con me.
 
Non dice niente e questo mi rasserena, fino a quando il suono di un bicchiere che si frantuma al suolo risuona intorno a noi, facendoci sobbalzare e in meno di un secondo mi ritrovo faccia a faccia con Lord. Afferra il mio viso con una mano, stringendolo tra le dita e conficcando le unghie nelle mie guance.
 
-Credevo in te, Allison. Pensavo che mandando te il successo fosse assicurato, ma mi sbagliavo- mi scaraventa a terra facendomi sbattere la schiena. –Non sei cambiata, sei rimasta una sgualdrina- ringhia a denti stretti, prima di sputare poco distante dal mio viso.
 
Quelle parole dette da lui fanno ancora più male di quello che credevo.
 
A quest’ora mi sarei rifugiata tra le braccia di Nicholas alla ricerca di un po’ di conforto. Ma lui non è più mio.
 
Sento gli occhi pizzicare e li chiudo per non farmi vedere da Lord. Non avevo queste crisi da molto tempo; combattere contro di lui e star per essere uccisa per mano sua hanno risvegliato qualcosa in me.
 
-E tu, inutile di un ragazzo- alza una mano nella direzione di Shadow, scaraventandolo contro la parete. –Prova di nuovo a tornare da una missione a mani vuote, ti ritroverai senza poteri e ti farò morire di fame nelle segrete- sibila arrabbiato, per poi tornare seduto al suo posto.
 
-Andatevene, ora- dice riempendo un altro bicchiere di vino rosso. Mi alzo da terra ed esco dall’ufficio seguita da Shadow.
 
Perché è fissato con quella ragazza?
 
Che cosa ci sta nascondendo?
 
La schiena mi fa male, quando sarò in camera dovrò usare una delle mie pomate per diminuire il dolore.
 
-Perché on gli hai detto che Nicholas stata per ucciderti?- chiede all’improvviso il ragazzo alle mie spalle, quasi arrabbiato potrei dire.
 
Mi giro verso di lui fulminandolo con lo sguardo, alzo una mano nella sua direzione e finisce contro la parete. Mi materializzo davanti a lui e poso una mano sul suo collo, stringendo forte.
 
-Fanne… Fanne parola con qualcuno e ti torturerò, peggio di come ha detto Lord- sibilo a denti stretti al suo orecchio, pima di lasciarlo andare e rifugiarmi nella mia camera.
 
L’unica cosa di cui ho bisogno è un po’ di riposo.
 
***
Resto nascosto dietro ad una colonna quando vedo Allison e Shadow lasciare l’ufficio di Lord. Quest’ultimo mi ha convocato per parlare, ma non mi è sembrato il caso entrare a causa delle urla. Non sembra, ma quando è arrabbiato, mi spaventa.
 
-Perché non gli hai detto che Nicholas stava per ucciderti?- chiede Shadow facendomi prestare attenzione alla loro conversazione.
 
Ohoh, le cose di fanno interessanti.
 
Allison lo scaraventa contro il muro e posa una mano sul suo collo, stringendo. –Fanne parola con qualcuno e ti torturerò, peggio di come ha detto Lord- sussurra al suo orecchio, ma riesco a sentirla, prima che sparisca nel nulla.
 
Un ghigno compare sulle mie labbra.
 
Allison, l’unica ragazza a far parte della congregazione e beniamina di Lord, è nei guai. Stava per essere uccisa da uno di quei mocciosi, se lui lo scoprisse sarebbe nei guai.
 
Shadow si allontana ed io entro nell’ufficio, inchinandomi davanti a Lord. –Quante volte ti ho detto che detesto i ritardatari, Michael?- chiede rigirandosi il bicchiere di vino rosso tra le dita, senza guardarmi.
 
-Lo so, Signore, ma eravate impegnate e non volevo disturbarvi- dico alzando gli occhi.
 
Scuote la testa e posa il bicchiere sul braccio della poltrona, alzandosi in piedi e raggiungendo la vetrata che si affaccia sulla città. Ho sempre invidiato il panorama che ha nel suo ufficio.
 
-Genevieve e Violet sono riuscite a scappare con l’aiuto dei Sette- dice incrociando le braccia al petto. –Di quest’ultima non m’importa se non possiamo usarla come esca. Invece, pretendo che l’altra ragazza sia nelle mie mani al più presto- ringhia a denti stretti stringendo le mani in dei pugni, fino a far diventare le nocche bianche.
 
-Perché è legato a quella ragazza, Signore?- chiedo senza pensare ricevendo un’occhiataccia da parte sua, che mi fa abbassare lo sguardo di colpo. Gli occhi sono azzurri e freddi come il ghiaccio, i capelli stanno diventando bianchi e sembra più vecchio dell’età che ha, a causa delle energie sprecate.
 
-Non sono affari tuoi. Ma ho bisogno del tuo aiuto. Dice tornando a guardare fuori dalla vetrata, facendomi inarcare un sopracciglio. –Allison e Shadow hanno fatto un buco nell’acqua, Calum è impegnato in un’altra missione e tu sei il più forte tra di loro. Devi portarmi Genevieve, a costo di uccidere uno di loro. Spiega e le mie mani fremano al suono delle sue parole.
 
Uccidere, uhm?
 
So già chi sarà la mia vittima.
 
Luke.
 
Aspetto questo giorno da molto tempo e non vedo l’ora di trafiggere il suo petto con le mie mani, proprio come lui ha fatto con Chloe.
 
Chloe. Quanto mi manca il suono della sua voce, il modo in cui si passava le mani tra i capelli, i suoi timidi sorrisi e i suoi teneri baci dato di nascosto da tutto e da tutti.
 
Ma lui, lui me l’ha portata via.
 
-D’accordo, Signore. Sarà fatto- dico a denti stretti stringendo le mani, che non smettono di prudere, in dei pugni.
 
Le farò giustizia a modo mio.
 
-Sai già come fare?- chiede curioso.
 
-Oh, Signore. Ho già un piano- ghigno, facendolo sorridere.
 
Dì le tue ultime preghiere, Luke.
 
Sto arrivando.
  
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