Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: juniper_goblinfly    08/07/2015    0 recensioni
" Un uomo, seduto in un vicolo, alzó il viso, lasciando che le gocce gelide gli accarezzassero il volto. Teneva le labbra socchiuse e gli occhi stanchi vagavano in cerca di qualcosa che nemmeno lui sapeva, un miracolo forse, o un angelo che lo salvasse. Si lasció andare contro il muro, mentre i vestiti si inzuppavano sempre di più, fino a trovarsi seduto a terra. Non sopportava più quella vita e forse era per questo motivo che aveva deciso di farla finita, di vivere alla giornata e correre qualsiasi rischio gli si fosse presentato davanti. Quel comportamento, il suo maledetto vizio di fare l'eroe l'aveva portato a quel punto. "
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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WHEN THE CHERRY TREES WHITER






Il biondo aprì gli occhi, lentamente. Si voltó con una smorfia, accecato dalla luce del sole, ma sbattè il naso contro qualcosa. Appena mise a fuoco si rese conto che non si trattava di qualcosa, ma di qualcuno. Charlotte era poggiata sulla sua spalla, con i capelli che solleticavano la pelle dell'uomo e le incorniciavano il viso perfetto. Sorrise appena, sentendo un leggero tremito nella mano della ragazza, adagiata sul suo petto. La osservó, immobile e in silenzio, beandosi della vista di quella donna tanto bella. Fece per accarezzarle il viso, ma una fitta lo bloccó. 
Fu in quel momento che la ragazza di tiró su di scatto, sentendolo gemere.

- John! John, Dio mio, mi spiace... -

Lui scosse la testa, sorridendo anche se aveva ancora sul viso stampata un'espressione sofferente. Premette una mano sul ventre, cercando di parlare, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono, solo un rantolo soffocato.

- Non parlare... Riposa, stai bene, sei salvo... No, beh, non stai proprio bene, ma il peggio è passato. N-non sei morto -

Avrebbe voluto aggiungere tante altre cose, ma non trovó le parole. Era così felice che si fosse svegliato, seppur con la febbre e ammaccato. Gli sorrise dolcemente, per poi alzarsi e andare a prendere una pezza fresca per poterlo rinfrescare. Il soldato notó il rossore sulle guance della ragazza. Era così bella... Forse era la febbre a farlo delirare, ma avrebbe voluto tanto baciarla, stringerla e ammirarla tutto il tempo. Sembrava imbarazzata e preoccupata, non l'aveva mai vista così, nè attivarsi tanto per far star bene qualcuno. Le sorrise ancora quando tornó, osservandola con occhi appena lucidi per via della febbre. 
La bionda gli posó la pezza sulla fronte e John chiuse gli occhi, sospirando per il piacere. Ora si sentiva bruciare, il freddo era passato. Charlotte si morse un labbro, cogliendo quella situazione al volo. Premette le labbra su quelle del soldato. Erano calde, secche, ma piacevoli da baciare. Il medico sgranó improvvisamente gli occhi, colto di sorpresa. Eppure non si separó da lei, nè l'allontanó. Lasció che la giovane gli posasse una mano sul petto, mentre nell'altra stringeva ancora la pezza umida e lo accarezzava dolcemente con quella, sulla fronte, poi sul viso, fino al collo e alle clavicole. 
Si separarono dopo lunghi istanti, ancora desiderosi, l'una delle labbra dell'altro. Si guardarono negli occhi, quelli color ambra della donna e blu quelli dell'uomo. Erano le stelle che si riflettevano sul mare. Sorrisero entrambi. 

- Scusa John...-

Si affrettò a dire la giovane donna.

- Sentivo di doverlo fare, perdonami... Io... -

Sospiró, passandosi una mano tra i capelli, facendo ondeggiare quei fili d'oro. 

- Provo qualcosa per te, e... -

Lui la fermó, prendendole una mano e scuotendo la testa, come a dirle che era tutto a posto. Infatti anche lui non vedeva l'ora succedesse, spesso ci aveva pensato e lo aveva desiderato a volte, nonostante lei non gli appartenesse. La morte di David era stata la sua salvezza, ma anche Sherlock se ne era andato e lei era partita. Non aveva avuto il tempo di fare niente, era rimasto semplicemente solo. John le premette la mano sul proprio petto, facendole sentire come il cuore gli batteva forte, per farle capire che anche lui sentiva qualcosa. Era qualcosa di profondo, dolce e doloroso allo stesso tempo. Già, era un po' come bere una cioccolata calda. E piacevole, buona, ma allo stesso tempo ti brucia la gola. 
Il soldato sentì una gocciolina cadergli sulle labbra. Era salata. Alzó allora lo sguardo e vide le lacrime rigare il viso della donna. 

- N-no... - 

Si costrinse a sussurrare, poco più che un fruscio. Lei lo guardó, con gli occhi rossi e luccicanti di lacrime. 

- Stavi morendo! -

Si strappò via le lacrime con stizza, buttandogli le braccia al collo e stringendolo forte. John fremette, per il dolore e per la
gioia insieme. La strinse a sua volta, ignorando le fitte che dalla ferita gli si spandevano in tutto il corpo. 

- Non... Potevo... Lasciarti...-

Le accarezzó i capelli, respirando a pieni polmoni il suo profumo e godendo della pelle fresca della donna a contatto con la propria.
  
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