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Autore: Eneri08    08/07/2015    3 recensioni
Cosa succederebbe se Hera, dea del matrimonio, dopo l'ennesimo tradimento di Zeus, decidesse a sua volta di tradirlo con un comune mortale, e se dalla loro unione nascesse una figlia semidea? L'appassionante storia di tre ragazze semidee che andranno incontro al loro cupo destino tra guerre, primi amori e satiri che mangiano lattine.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Era, Grover Underwood, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spediscono le nostre chiappette a New Orleans
 
Eravamo appena tornate al Campo. La maggior parte delle persone ci evitava come la peste, e allo stesso tempo mi guardavano stupefatte. Probabilmente perché pensavano che non ce l'avrei mai fatta, e che fossi stata schiacciata dall'imponente forza degli dei. 
Ci avvicinammo alla Casa Grande, dove Chirone e Dioniso ci aspettavano sulla soglia. Guardai male Dioniso, perché era uno di quelli che mi voleva morta. In qualche modo, lui recepì il mio messaggio, e borbottò:
-Ehi, nanetta, non avercela con me perché ho alzato la mano, è solo che sei un eroe, ed io odio gli eroi.- Chirone sembrava sollevato, ci guardò in modo compiaciuto e con un sorriso di condiscendenza. 
-Ragazze, ho saputo della vostra nuova impresa. Vi consiglio di andare a chiamare i vostri parenti, e Walle, dopo aver fatto la chiamata, sarebbe meglio che tu andassi a parlare dall'Oracolo. Egli risiede nella soffitta di questa casa.- Dopo aver detto questo, ci diede un sacco di dracme d'oro, e ci disse di andare in qualsiasi posto dove ci fosse dell'acqua. Ci diede delle istruzioni, e le seguimmo. Il primo posto con dell'acqua che mi venne in mente fu il bagno di casa mia, così andammo tutte e tre nella mia cabina. Magalie ed Isabelle sembravano riluttanti all'idea di entrare, ma eravamo state sotto giudizio di una decina di dei che ci guardavano con occhi fiammeggianti, cosa poteva mai essere entrare nella mia cabina? Così, dopo diverse proteste, entrarono.
Andammo subito nel mio bagno ed Isabelle prese il telefono della doccia. Incominciò a schizzarci tutte, incominciammo a ridere e a schizzarla a sua volta, ma poi notai dalla finestrella del bagno che Travis ci stava spiando con piacere, sperando che accadesse qualcosa di più. Mi avvicinai alla finestra, per poi aprirla e guardare Travis negli occhi, avvicinandomi sempre di più al suo viso, che si stava lentamente trasformando in una maschera di speranza e di eccitazione. Poi gli alzai il dito medio e chiusi la finestra, abbassando le tapparelle veneziane, in modo che non ci potesse più spiare. Infine urlai "Guardone!" sperando che mi sentisse. 
Questa volta, azionammo il getto d'acqua, e con una torcia cercammo di creare un arcobaleno sintetico. Magalie fu la prima a gettare una dracma d'oro e pronunciò:
-Sala degli insegnanti dell'università di Harvard, Ermelinda Hall.
-Università di Harvard?!- Gracchiò incredula Isabelle. -Tu hai una madre che insegna all'università di Harvard e sei così stupida?!- 
-Mamy dice che ho preso tutto da papino!- Disse semplicemente Magalie. 
L'immagine che all'inizio era sfocata, divenne più nitida, e da lì comparve una donna sulla trentina, parecchio giovane, dai capelli rossicci e lunghi, gli occhi nocciola avevano uno sguardo severo, e solo per questo si differenziava da sua figlia.
-Mamy!
-Oh, cielo, Maggy, perché quel lurido villico di tuo padre mi ha mandato un messaggio aereo? Cos'è questa storia che devi partire per una missione suicida per ritrovare il vaso di Pandora?
-Mamy, mi sono fatta tanti amici qua al Campo!- La signora Hall scrutò Isabelle. Io borbottai, 
-Salve, signora Hall.
-Oh ciao, Walle cara! E' da un po' che non vedo tua zia! Come stai, tesoro?
-Bene signora, non si preoccupi, ci penseremo io ed Isabelle a non far morire sua figlia.
-Ah, come sei premurosa! Se solo la tua premura fosse tale anche nei tuoi voti, saresti l'alunna che tutti i docenti sognano!- Ebbi un tic al naso.
-La ringrazio.- Si sentì Isabelle ridere di sottofondo. La signora Hall spalancò la bocca in un comico "Oh."
-Ora che ti guardo meglio, cara Isabelle, ti chiami così, giusto? Non sarai per caso la figlia pestifera di Sandy Ross, vero?
-Sì, signora.- Disse in tono freddo ed irritato Isabelle.
-Oh, che gioia vedere che la setta delle Illuminate sia di nuovo riunita sottoforma di piccole quindicenni! Oh, quanti ricordi!- Da dietro ad Ermelinda si sentivano dei suoi colleghi che la stavano chiamando, così, in tono carezzevole, si rivolse a noi:
-Ora devo andare, ma mi raccomando! Non fatevi sbranare da qualche "monstrum". Arrivederci!- E così chiuse la conversazione.

La seconda fu Isabelle, che gettò la sua dracma nell'arcobaleno artificiale e recitò in modo quasi scocciato:
-Laurel Street 7, Baton Rouge. Sandy Ross.-
Ricomparve un'immagine sfocata. Rimasi basita quando, davanti a noi, comparve Sandy Ross. Era una donna dalle guanciotte tonde e lo sguardo dolce quanto quello di un bastoncino di zucchero. I capelli castani e ricci erano raccolti dietro la nuca, in stile casalinga degli anni '60. Gli occhi verde oliva erano immersi nella carnagione caramello, ed appena ci vide le sue labbra si arcuarono in un sorriso. 
-Oh!- Disse in tono dolce, -Pulcino d'oro, sei tu?
-Sì, mamma.- Rispose in modo secco Isabelle.
-Oh, finalmente ti sei fatta delle amichette! Che gioia, vi manderò dei biscotti!
-Mamma, ci hanno dato un'impresa.
-Oh lo so tesoro, tuo padre mi ha già detto tutto. Uomo adorabile, non trovi? Mi ricordo che quando avevi tre anni gli tirasti la barba, e gli venne tutta vi...
-MAMMA!- Io diedi una gomitata a Magalie, sussurrando:
-Ecco perché Ares è completamente sbarbato...- Sogghignammo. 
-Oh tesoro, sei così tenera. Ma aspetta un momento... ma voi mica non sarete parenti di Eve Foster ed Ermelinda Hall?- Annuimmo.
-Sì, signora. Io sono la nipote di Eve, mentre lei è figlia di Ermelinda.
-Oh, che gioia vedere che la setta delle Illuminate...- E disse la stessa cosa che disse la signora Hall. La cosa era abbastanza inquietante. E poi perché si chiamavano Illuminate?
-Tesoro, ti lascio andare. Ma se passate di qua a Baton Rouge, non esitate a venirmi a trovare!- E la sua immagine scomparve.

Finalmente toccò a me. Gettai a mia volta la dracma, e recitai:
-New York, Fifth Evenue 8. Eve Foster.-
Di nuovo l'immagine opaca comparve dinanzi a noi. 
-OH SANTO CIELO!- Urlò zia Eve. Stava preparando dei biscotti, che puntualmente rovesciò quando vide la mia immagine riflessa nel messaggio Iride.
-WALLE! COME TI E' VENUTO IN MENTE DI ACCETTARE UN'IMPRESA?!
-Zia, se non l'avessi fatto sarei stata uccisa...
-UCCISA?! PER GLI DEI, tua madre non l'avrebbe mai permesso.
-Aspetta. Tu conoscevi mia madre e non me l'hai mai detto?- Si portò una mano fra i corti capelli castani scuri, e puntò i suoi occhi verde giada con sguardo di rimprovero su di me.
-Come avrei potuto dirtelo? Non eri ancora pronta...
-Tu mi hai mentito! Mi avevi detto che mia madre era morta insieme a mio padre!- Zia Eve sbuffò.
-Non è il momento di parlarne adesso. Riprenderemo il discorso quando tutto questo sarà finito.- Il suo sguardo si addolcì, e disse in modo scherzoso,
-Dai, sei una Foster. Alla tua età io sono scappata di casa tre volte, ce la farai sicuramente. Se io sono riuscita a scappare più di una volta da casa alla tua età, tu puoi anche dare qualche calcio nel sedere a qualche mostro.- Poi, strizzando gli occhi su Isabelle, disse ad alta voce:
-Ma tu sei la figlia di...
-Di Sandy Ross, sì! Sì, sì, la setta delle Illuminate. S'è capito.- Isabelle non mi diede nemmeno il tempo per salutare che dissolse il messaggio.

Ero da sola, sulle scale della Casa Grande. Il cuore mi palpitava in petto, ed i palmi delle mani mi sudavano. L'Oracolo mi avrebbe preannunciato ciò che sarebbe accaduto nella nostra impresa. Aprii la botola che conduceva alla soffitta ed entrai intimorita. 
Mi guardai attorno, era pieno di ciarpame ed oggetti persi o confiscati. Su una sedia, una mummia dall'aria inquietante veniva illuminata dall'unica finestra della soffitta. Balbettai:
-M..mi scusi, signor Oracolo..?- Non successe niente. 
-Ehmm... c'è qualcuno?- Ed ancora non successe nulla.
-Oh, insomma!- Diedi un calcio alla gamba della mummia. Quella si animò, e dalla bocca spalancata e dagli occhi fuoriuscì della luce verde. La mummia mi diede uno schiaffo con la mano ossuta.
-Ehi!
"Tre ragazze a New Orleans andranno 
ed il vaso della sventura troveranno.
La figlia del Sole nelle tenebre cadrà,
ed un'altra nelle braccia di Ade finirà.
Un solo monito giunge infine, 
se il male risorge, per voi è la fine."

La mummia smise di mandare bagliori luminosi e ritornò ad essere il solito cimerio cattura-polvere. 
Ciò che disse mi spaventò. Il vaso si trovava a New Orleans, questa era una certezza. Ma cosa significava che Magalie sarebbe caduta nelle tenebre, e che un'altra di noi sarebbe andata nelle braccia di Ade? 
Decisi che sarebbe stato meglio non rivelare per intero la profezia, e scesi al piano inferiore. Magalie ed Isabelle attendevano notizie.
-Beh?- Fecero in coro.
-Il vaso si trova a New Orleans. E' lì che dobbiamo andare.- Isabelle sogghignò. 
-Beh, idiota, errore, che cosa stiamo aspettando?-

Nota delle autrici
Deb: Che bello strappare la barba ad Ares... è come un gattino "dolce" e spelacchiato.
En: Proprio dolce, come un calcio nell'utero!
Gum: Al prossimo capitolo, fanciulli!
 
   
 
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